di Maurizio Verdenelli
Libero Paci, il ‘cronista di Macerata Granne’ non sarà dimenticato. Quando pareva ormai ‘irrimediabilmente’ superata, senza ‘rintocchi’, la data del 21 febbraio, il giorno in cui ci lasciò ormai più un anno fa (leggi l’articolo), ecco due avvenimenti che ci ripropongono un uomo cui la memoria della città deve moltissimo. Domenica pomeriggio (ne abbiamo dato notizia) ‘Gli orologi della città e altro’ parleranno solo di lui, nell’aula consiliare. Non ‘diranno’ soltanto del bibliotecario e ricercatore formidabile che ha contribuito alla monumentale ‘Storia di Macerata’ con Aldo Adversi e Dante Cecchi, ma pure del ‘menante’. Lui avrebbe infatti preferito questo termine arcaico a quello di giornalista considerato che nel Belpaese ce n’è uno ogni 526 italiani iscritto all’Albo professionale! No, Libero era e resta davvero unico. La sua ‘storia’ giornalistica e dunque dell’incredibile ‘caso’ nel quale accadde che uno storico sbarcasse nei titoli di testa (raccontando le vicende legate alla Macerata di ieri e ieri l’altro) del secondo quotidiano cittadino sono ora rivelate nel libro in via di stampa.
‘Cronache di Macerata Granne’, edito dal Gruppo 83, a cura di Carlo Babini sarà infatti presentato sabato 9 maggio (aula V. dell’Università, ore 16) all’interno della Fiera dell’Editoria ‘Macerata Racconta’. Le prefazioni sono del prof. Sandro Baldoncini e di chi scrive. Che può testimoniare di quel caso unico nel panorama del giornalismo regionale di allora. Lo stesso Paci fu molto scettico e non ne voleva quasi sapere della ‘faccenda’ quando l’amico fraterno e collega Michele Marconi assieme con l’indimenticabile arch. Gabor Bonifazi (a lui devotissimo) glielo proposero su mia richiesta. Poi vinsero l’affetto per Michele e Gabor e la curiosità che gli suscitava quel giornalista venuto da fuori ed un po’ bizzarro, che voleva trovare spazio, accanto alla cronaca quotidiana, per la memoria storica della città. Furono centinaia e centinaia di pezzi godibilissimi, come un bicchiere di vino buono, con quel finale reiterato diventato una griffe, tolta di peso da Torquato Tasso: ‘Oh, gran bontà de’ cavalieri antiqui’. Tra noi, tra lui, lo storico e la redazione nacque un’intesa feconda ed un’esperienza straordinaria, per anni. Libero, da titubante, divenne inarrestabile. Con gran beneficio per la diffusione de ‘Il Messaggero’. Molte di quelle pagina andarono in un libro ( “Ma c’era Macerata”) le cui tracce, ripercorre anche questo secondo.
La collaborazione poliennale ed esclusiva con ‘Il Messaggero’ da parte di Paci si concluse avendo io assunto l’incarico di inviato speciale ‘per i Grandi Eventi dell’Italia Centrale’ che mi portò fuori da Macerata e spesso delle Marche. Ma ormai Paci era diventato una ‘gioiosa’ macchina da guerra editoriale. Così era facilissimo per me farmi da tramite con i vari direttori delle testate locali per la pubblicazione di quegli imperdibili ritratti di ‘Macerata Granne’. Avvenne con Elisabetta De Luca (‘Oltre i cancelli’, notiziario comunale), con ‘La Rucola’ (con i carissimi Fernando Pallocchini, direttore, e Mario Monachesi, cui Libero era affezionato anche per essere entrambi dipendenti comunali) e ‘Punto a capo’, splendida rivista di Pierino Bellesi, che diressi prima di Maurizio Lombardi e con Gaia Tiranti, coordinatrice. L’ultima a telefonare a casa Paci, prima che il silenzio scendesse sullo storico-menante che amava Macerata. Ebbi, da ultimo, la soddisfazione di essere con lui (e Maurizio Lombardi) nell’ultimo libro nel quale, animando alla grande il carosello dei suoi amatissimi ‘pupi’, Paci prese parte. Era il 2004. Il titolo: ‘Pietro& Friends” dedicato a Baldoni, il primo fotoreporter dal dopoguerra a Macerata. Anch’egli, come Libero, innamoratissimo di Macerata. ‘Oh, gran bontà de’ Cavalieri antiqui’.
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