I maceratesi tornano a popolare piazza Garibaldi pedonalizzata oggi pomeriggio per la festa di riapertura dei Cancelli
di Marco Ribechi
(foto di Guido Picchio)
Una giornata di festa attesa da tre lunghi anni quella del ritorno dei Cancelli coronata da un annuncio inaspettato: Giuseppe Garibaldi tornerà al centro della piazza a lui dedicata per restituire l’antica identità ad un luogo simbolo di Macerata. L’antica Porta Romana, o porta Boncompagna come era conosciuta nel ‘500 (leggi l’articolo) sarà quindi riportata alla sua originale architettura creando una naturale continuazione con Corso Cavour. Tante le persone che hanno atteso le 18.30 in piazza Annessione, pedonalizzata per l’occasione, per assistere alla cerimonia ufficiale di riposizionamento (che in realtà era già avvenuto da qualche giorno) della storica cancellata, eretta per la prima volta nel 1881.
Stupore negli occhi dei cittadini maceratesi intenti a fotografare i grifoni, lo stemma cittadino e la struttura in ghisa della quale avevano quasi perso la memoria a causa del prolungarsi dei lavori. Le protezioni in legno che tanto hanno sostato all’ingresso della città sono già solo un ricordo, sostituite dalla luce del tramonto che finalmente torna a penetrare nella strada che anticamente portava a Roma e che dava appunto il nome di Porta Romana al suo canale d’accesso. Tanti anche i ricordi di coloro che hanno ancora in mente i locali dell’antico dazio oppure di quelli che da piccoli giocavano nei pressi dei Cancelli alla famosa caccia al tesoro cittadina. Sembra proprio che la città abbia ritrovato una parte della sua storia, come afferma anche il sindaco Romano Carancini con indosso il tricolore: «Quello di oggi è un momento speciale – ha detto il sindaco – i Cancelli valgono tanto quanto la Torre Civica e lo Sferisterio perchè sono considerati un luogo speciale da tutti i maceratesi. Sono stati chiusi per troppo tempo ma ora il nostro impegno a restituirli si è concretizzato grazie anche alla professionalità e passione della ditta Alessandrini, autrice del restauro».
Da sinistra Sergio Alessandrini, titolare della ditta di restauro, Luigi Pavoni, direttore dei lavori, l’assessore alle infrastrutture Ubaldo Urbani, il sindaco Romano Carancini, Tristano Luchetti e Luciano Pantanetti assessore ai lavori pubblici
La realizzazione dell’opera ha occupato 180 giorni lavorativi continuativi, la vernice, più che collaudata, risale alla Seconda Guerra Mondiale e fu usata per i carri armati tedeschi, le lampade sono da 70 watt come le precedenti ma a ioduri metallici che permettono il diffondere di una luce bianca, antica. 17 persone impegnate tra elettricisti, saldatori, fonditori, fabbri e verniciatori per un lavoro da 80mila euro, 120 lordi. Particolarmente delicata e difficoltosa la fusione delle decorazioni in ghisa che sono state ricostruite per restituire la “chicca” alla città, come la definisce orgoglioso Sergio Alessandrini, titolare della ditta di restauro. Ma altre sorprese attendono Macerata «Riporteremo Garibaldi al centro della piazza – ha svelato Romano Carancini – per riqualificare la città e la viabilità. Corso Cavour deve poter dialogare con il centro e sarà strutturato un piano di miglioramento anche per via Trento e via Martiri della Libertà».
Il monumento dell’eroe dei due mondi che soggiornò a Macerata per circa 24 giorni (leggi l’articolo) ritornerà quindi nel suo luogo originario dove era stato posto rivolto verso il centro, a protezione della città. L’inaugurazione risale al 1895, nell’anno del 46° anniversario della vittoria della porta di San Pancrazio a Roma che Garibaldi dedicò a Macerata in seguito alla sua elezione a deputato maceratese. La statua fu forgiata da Ettore Ferrari e alla sua inaugurazione seguirono molti giorni di festa tra cui una tombolata del 28 aprile 1895 all’interno dello Sferisterio, premio 2000 lire. In seguito fu spostata nel 1931 a margine della piazza dove per un lungo periodo di tempo fu quasi dimenticata (leggi l’articolo). Oggi i cittadini si sono “accontentati” di brindare con vino e panini alla porchetta ma forse per la seconda celebrazione potrebbe essere ripetuta l’antica cerimonia della tombolata e chissà se saranno visibili anche i cimeli dell’antico museo del Risorgimento, oggi non visionabili perchè stipati nelle sale della biblioteca Mozzi Borgetti.
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Riportare oggi la statua di Garibaldi in mezzo non ad una piazza che non c’è più, ma ad un trafficatissimo incrocio veicolare è solo una sciocchezza che si commenta da sola. Vorrei invece ricordare che l’unico spostamento di statua sino ad oggi coscienziosamente deliberato alla unanimità dal Consiglio Comunale 2005/10 è quello di Mazzini da collocare in modo decoroso e appropriato in Piazza Mazzini.
L’antica porta era quella di S. Salvatore, danneggiata più volte nella sua lunga storia, l’ultima delle quali fu dovuta al cannoneggiamento dell’artiglieria napoleonica appostata sull’altura di S. Croce.
E’ evidente che il sig. Iommi non e’ in grado di immaginare altro che una sola condizione di impiego di strade e piazze della città’ che è quella a vantaggio di un traffico veicolare continuo ed invadente. Altri riescono a pensare che le stesse strade e piazze possono essere abitate quantomeno in condizioni di parità anche dagli esseri umani !
È evidente che c’è chi ritiene il deserto un luogo abitabile
Bravo Ubaldo, nostro assessore ai Lavori Pubblici, hai il merito di tante cose fatte, oltre ai cancelli, che ti fa onore, anche se altri si appendono le medaglie.
“Garibaldi torrnera’ in mezzo alla piazza” ,
Carancini da per scontato e conferma democraticamente che fara’ il sindaco per altri 5 anni !!!!
@Iesari
Se esistessero strade e piazze degne di questo nome all’esterno delle mura, ne potremmo parlare. Nel futuro tutto può succedere, ma la questione principale che pongo oggi è che il Consiglio Comunale ha votato alla unanimità una mozione per il trasferimento della statua di Giuseppe Mazzini a Piazza Mazzini e non quella di Garibaldi. La giunta scorsa e quella attuale diretta da Carancini non ha attuato quella scelta consiliare.
Caro Iommi parlare con certi soggetti è fiato sprecato, chissà se qualcuno di questi signori ricardano la grande perla caranciniana del deserto dei tartari ( così ribattezzato) zona valleverde!
Sig . Renna
La ringrazio della definizione di soggetto che quanto meno allude alla capacità di esprimere una opinione personale . Al contrario il suo intervento come quello di Ionni rimangono “oggetto” della mia perplessità vista l’evidente non pertinenza con la proposta fatta dal sindaco che evidentemente non e’ un problema di statue ne di lottizzazioni. Riguarda invece un diverso impiego degli spazi urbani e della conseguente mobilita . Oggettivamente un altra storia
Oltre quanto rilevato con cognizione di causa da Silvano Iommi, architetto e profondo conoscitore della storia cittadina, quindi oltre al fatto che si andrebbe a riposizionare una statua imponente in una piazza che non c’è più, andrebbe tenuto in massimo conto che andrebbe ad inserirsi prospetticamente in un diverso assetto architettonico in quella parte di città che si affaccia su via Cavour, che ha assunto i suoi connotati attuali, proprio negli anni in cui la statua in questione venne spostata.
Nel 1926, infatti, fu redatto il nuovo piano regolatore generale edilizio, con cui si mise mano al riassetto urbanistico dell’ingresso a nord della città, e dove demolito quindi “Porton Pio”, o I Tre Archi, l’Arch. Bazzani realizzò il Monumento ai Caduti ( 1927-1932) sulla nuova Piazza della Vittoria .
Ora, io non vorrei trarre conclusioni che non mi competono non essendo un tecnico del settore, ma come si dice, ” l’occhio vuole la sua parte”. Penso quindi che quello spostamento della statua nel 1931, le date sono sempre significanti, furono dettate da una nuova esigenza urbanistica ed estetica , essendo venuto meno il fondale ad inizio di via Cavour con cui attraverso uno dei tre archi, quello centrale, aveva un senso la presenza visiva in linea retta con esso della grande statua a Garibaldi. Con l’edificazione del Monumento ai Caduti, è evidente a tutti che lo scorcio prospettico da Via Garibaldi ha assunto tutto un altro respiro, per cui da quella parte , se la statua venisse rimessa dove collocata originariamente, risulterebbe un grande ingombro alla vista sul Monumento ai Caduti; e infatti, tolta la statua a suo tempo, venne in seguito posizionato un esile lampione laddove ora sorge l’aiuola spartitraffico.
Lascio quindi la discussione teorica e filologica agli esperti, ma da persona qualunque, non mi sembra un’operazione esteticamente corretta , a meno che, non sia legata all’acquisto del Parksì, e a quell’ingresso dai Giardini di cui il sindaco aveva a suo tempo accennato.
Non mi stancherò di ripetere che è assurdo che si spendano 120.000 euro (cifra FOLLE!!!) per rimettere a posto i Cancelli e poi si scopre che i Vigili Urbani sono dotati di un solo etilometro peraltro pure rotto. Per non dire delle recenti spese sostenute per l’orologio della torre in P. Libertà e l’area per i camperisti (68.000 euro, cifra altrettanto esagerata!!) vicino allo Sferisterio.
E’ da incoscienti ed incompetenti spendere così i soldi pubblici!!!
Da “umile” cittadino ritengo che sarebbe bene/meglio destinare tempo e risorse comunali al rifacimento del manto stradale e/o alla pulizia dei quartieri periferici…Carancini mi è sembrato “gonfio” di gioia a sufficienza per il il ripristino dei cancelli…
Ciao Tamara
Il tuo intervento introduce nella discussione un argomento degno di considerazione e tutt’altro che peregrino . Tuttavia , come appare anche dalla illustrazione storica presente fra le varie foto dell’evento di ieri , ricollocare la statua al centro della piazza mi sembra determini urbanisticamente e visivamente una operazione non disprezzabile , direi anche piacevole . L’effetto potrebbe essere quello di riconnettere ed avvicinare Corso Cavour a via Garibaldi creando un continuo che allude poi ad un uso non piu solo veicolare di quella piazza e di quella via . Non ti è’ di certo sfuggito che questo e l’altro importante obiettivo di una operazione del genere .
Ciao Mario
certo , ho colto perfettamente il piano ideale-ideologico che vi spinge alla risistemazione della statua, in più connesso ad una nuova viabilità. Ma è proprio questo il punto fondamentale. Io, in realtà non ho fatto altro che pormi la prima e basilare delle riflessioni da fare intorno ad un’idea come questa, come veniva fatto in epoca precedente, quando la parola su questioni di trasformazioni urbanistiche ed architettoniche non spettava alla politica, ma ad una specifica commissione, quella per l’ornato pubblico.
Uno dei problemi delle città moderne, che consiste nella loro disarmonia architettonica e monumentale, è stato proprio l’avere liquidato tali commissioni formate da persone competenti in materia, e indipendenti nella loro sfera decisionale. Nello specifico. Tu dici, che riposizionare la statua dove era stata posta originariamente darebbe un effetto piacevole alla vista. Questo può anche essere vero, ma dipende da quale prospettiva, quindi ripeto quanto detto sopra. Nella vecchia foto a corredo dell’articolo si è di spalle ai Cancelli, e se osservi bene sullo sfondo, via Cavour non termina come oggi ma in uno spazio chiuso da mura ( Porta Castellana, anche detta Porton Pio o I Tre Archi) con tre aperture, di cui un arco centrale molto grande e due ingressi laterali più ridotti.
In quel contesto architettonico-spaziale, la statua di Garibaldi s’intonava egregiamente, e dava appunto quel continuum che l’amministrazione Carancini ( salvo rielezione) vorrebbe ricreare. Ma a rimettere oggi le cose come stavano, mentre nessun fastidio darebbe da Piazza della Vittoria, da Via Garibaldi, visivamente parlando, la statua andrebbe a sovrapporsi oscurando in parte il Monumento ai Caduti di costruzione postuma al monumento a Garibaldi, finendo così col dare un effetto di accozzaglia visiva, non solo per i diversi stili monumentali- uno tipicamente ottocentesco, l’altro d’ispirazione neoclassica- ma anche di perdita di spazialità che la concavità del monumento ai Caduti tende ad aprire come in un abbraccio ideale che va da Piazza della Vittoria fin su alla fine di Via Garibaldi.
Quindi stiamo attenti a fare certe operazioni che nascono da una presa di posizione ideale, perchè vanno fatti prima i conti con lo sviluppo diacronico della città. Basterebbe un rendering , per rendersi conto che quanto sto dicendo non è lontano dall’effetto che ho descritto.
Per lo stesso motivo, anche la sistemazione della lapide a Vittorio Emanuele di Savoia, che per far posto all’antico orologio verrà collocata al lato della torre civica, non la trovo un’operazione corretta, quando una migliore collocazione che metterla in zona d’ombra “sul lato B” della torre, e su un piano scosceso, si poteva dare in un diverso contesto, come poteva essere il futuro Museo del Risorgimento, o anche in uno spazio diverso, collocata , perchè no , con un bel progetto in area aperta, nel verde, inclinata al suolo, o su un supporto murario creato appositamente, e così facendo, si andava anche a caratterizzare qualche altro luogo del centro storico. Per riprendere infine il discorso più pregnante fatto dall’Arch. Iommi, se fosse stata spostata la statua di Mazzini in Piazza Mazzini come si sarebbe dovuto fare da tempo, magari, poteva essere quello “lo spazio risorgimentale” dove ospitarla , anche se non prettamente per il carattere storico, per la sua denominazione intestata ad uno dei più illustri esponenti del Risorgimento.
@ Iesari.
Se il sottostante obbiettivo “importante” è quello di ripristinare un continuum visivo e funzionale, secondo il modello concepito all’inizio del ‘600 dal Cardinale Legato Pio di Savoia -che realizzò il Porton Pio poi detto tre porte-, perché iniziare partendo dallo spostamento della statua che, invece, crea una stridente soluzione di continuità? Tamara, che ringrazio e saluto, ha perfettamente ragione quando ricorda che la demolizione delle tre porte, avvenuta nel 1927, era perfettamente funzionale ad un progetto di riqualificazione urbana mirata a valorizzare e rafforzare quell’antico e identitario cono prospettico. Lo scenografico e monumentale fondale del monumento ai caduti, trova ragione e riferimento in un decisivo precedente intervento -lo Sferisterio- che ha aperto l’accesso alla modernità di Macerata.
Tuttavia, facciamo in modo che queste scelte maturino nel vivo del dibattito pubblico e nel Consiglio Comunale, evitando che sia una asfittica Giunta a decider nel corso di una campagna elettorale.
@Moroni-Iesari-Iommi
Sono sbalordito dalla profondità intellettuale dei vs commenti…
@ Tamara e Iommi
Credo di aver colto il vostro punto , meritevole di approfondimento . Una discussione che spero lci sarà modo di riprendere nelle prossime settimane e come auspicate anche nei luoghi e con le competenze opportune .
Non è che per caso l’idea dello “spostamento” della statua di Giuseppe sia il preludio/scusa per avere lo spazio necessario nella carreggiata (davanti al Bar King) assolutamente necessario l’ipotizzato l’ingresso dei parcheggio ai Giardini Diaz, da sopra??
No, perchè in questi giorni mi sembra che qualcuno stia ancora cercando di far passare l’acquisto del Park Si (da parte dell’APM) come una finissima ed intelligentissima opera di ingegneria commerciale…
Cerasi: è quello che ho ipotizzato alla fine del mio commento n.9.
@ Tamara,
Si, ho letto il tuo commento n.9.
Ho solo voluto ribadire il nocciolo della questione, senza le sovrastrutture urbanistiche, in quanto il punto (a mio avviso) non è il piano regolatore del 1926 o quello Piccinato o le altre cavolate urbanistiche sopprtate da Macerata negli ultimi 30 anni…..
Il nocciolo di tutta la questione (pensando forse chje i maceratesi siano degli emeriti stupidi che beccano tutto) è quello che sembrerebbe il goffo tentativo amministrativo di “preparare” (per vie traverse) l’acquisto del Park Si (<em<intanto spostiamo la statua e creiamo spazio) in quanto, poi, verosimilmente gabellerrebbero l’acquisto anche con ridicole giustificazioni pseudourbanistiche (la stada c’è, l’ingresso diventerebbe agevole, ecc.)
@ Cerasi.
Conoscendo i soggetti certamente non si possono escludere le tue considerazioni e sospetti. In ogni caso il semplice spostamento della statua non si potrebbe fare perché oggi sotto il centro della piazza c’è il sottopasso pedonale. Salvo pensare di spendere decine di migliaia di € per i soli consolidamenti fondali; spesa che solo il Consiglio Comunale può decidere, ma a quel punto potrebbe esserci un forte dissenso popolare.
Gianfranco, il punto invece è proprio quello su cui mi sono dilungata, e su cui autorevolmente è intervenuto l’Arch. Iommi, perchè, qualsiasi sia la finalità dell’intervento, prima o poi – buon senso suggerirebbe prima, prima di fare un qualsiasi annuncio aver fatto uno studio di fattibilità , ripeto, quale che sia la motivazione di fondo- devi fare i conti con l’esistente; questa è l’urbanistica, mica solo lottizzazioni, è una disciplina che investe tutta l la progettualità urbana e ogni sua trasformazione ,e spetta ai tecnici, agli addetti, dire ” si può fare/non si può fare, e se sì a quale costo “.
L’ultimo intervento ,da tecnico ,di Iommi, mi pare esaustivo in tal senso.
Quindi, che ci sia di mezzo o no il Parksì, il cui acquisto rileva sotto altri profili amministrativi, già lo spostamento in sè della statua, pone tutta una serie di questioni da valutare attentamente in relazione ad un altro contesto urbano rispetto a quello in cu si trovava in origine.
Sinceramente a me non dispiacerebbe vedere la statua di Garibaldi in mezzo al piazzale. La “visione” dell’insieme darebbe più lusto alla città. In tutte le città nordiche le statue sono al centro della piazza e possono anche servire da rotatoria.
Il fatto è un altro ben evidenziato dal sig. Iommi…sotto c’è il sottopasso, che prima non c’era e occorrerebbero svariati soldini per mettere tutto in sicurezza, quindi il gioco vale la candela? E’ una priorità? Non credo, al momento! .
@ Silvano Iommi
Facciamo l’ipotesi (che è solo un ipotesi e non ha lacuna attinenza con la realtà) che qualcuno venga da me con un progetto economicamente fallimentare, inutile, del tutto campato in aria.
Aggiungiamo poi che, se il progetto venisse realizzato, rovinerebbero buona parte del mio giardino.
Certo: mi dicono che metteranno una fontanella ornamentale qui, che piazzeranno un alberello li; mi assicurano che cambiernano l’illuminazione e rifaranno l’asfalto… Tutto per rendere il progetto gradevole alla vista.
Nonostante la fontanella, gli alberelli e il nuovo asfalto promesso (in questa ipotesi, lo ricordo) resta il fatto che il progetto è all’origine sbalestrato, economicamente fallimentare, inutile.
A questo punto, in questa ipotetica situazione io farei 2 semplici riflessioni:
(A) chi presenta il progetto è un deficente, uno che ha dei seri problemi mentali e pertanto non arriva a capire che il progetto che presenta è un progetto non economico e quindi da buttare
(B) chi presenta il progetto, oppure un suo parente o un suo amco, da questo progetto sbarellato, ne trae (probabilmente illegalmente) qualche beneficio (economico).
Lei da “tecnico” (su questa ipotesi) non credo farebbe riflessioni così diverse dalle mie…
Cerasi, intanto che ti risponde Iommi, io faccio altre considerazioni dalle tue. Per quanto ci è dato sapere dei rapporti tra Saba e il Comune di Macerata, dal punto di vista economico l’acquisto del Parksì ha tutti i caratteri di un’operazione che non trova nessuna giustificazione ,ma appunto, per quanto ne sappiamo. Bisognerebbe essere a conoscenza anche degli aspetti contrattuali che legano la società al Comune. In sostanza, dovremmo sapere se ci sono stati delle inadempienze da parte del Comune, tali che la società gli attribuisce l’accumulo delle perdite d’esercizio , e per cui la somma con cui verrebbe liquidata sarebbe a titolo di risarcimento in via stragiudiziale .Non lo sappiamo. O almeno, io non lo so.
Fuori da queste ipotesi, sarebbe una follia spendere una tale cifra che ,in pratica, servirebbe ad allungare l’orario di apertura del parcheggio e abbassare di poco le tariffe. Piuttosto che pensare a creare un accesso da Piazza Garibaldi con tutti gli annessi ” e sconnessi”, sarebbe tempo passato cominciare a pubblicizzarlo adeguatamente con segnalazioni visibili a partire da Collevario, Via Roma, e fin su al primo tratto di via Cavour , per informare, come sarebbe logico, chiunque provenga da Sforzacosta, e modificare funzionalmente anche la viabilità ,certo, da vedere come meglio, ma di certo non caricando ancora più di traffico Via Cavour e l’ingresso ai Giardini ,che devono restare quello che sono: l’area “quanto più verde” e pedonalizzata nelle vicinanze del centro storico.
Ma ci vuole tanto a fare una segnaletica stradale con scritto bello grande ” Parcheggio coperto con ascensori per il centro” , tipo quella presente alla rotonda vicino al ponte a VIlla Potenza ? Ma quando mai è stato fatto in 30 anni? Quando mai, si è cercato di insegnare la strada come arrivare a quell’ingresso nascosto del Parksì, specie per chi viene da fuori ?
Tommaso Martello: peccato che Macerata non sia una città nordica. Macerata è Macerata, con la sua storia, la sua cultura, il suo territorio; altrimenti sarebbe Amburgo. Come Amburgo non imita Macerata. Per fortuna. Nella parte più vecchia, fino al sopraggiungere dei palazzoni anni ’50/60, la bellezza di Macerata è tutta lì, nelle sue caratteristiche di città collinare, nel suo sviluppo armonioso, la sobrietà e l’eleganza dei palazzi e , dove le statue, stanno anche al centro delle piazze, come dappertutto in Italia o all’estero. E come dappertutto, possono anche essere rimosse quando per via di alcune profonde trasformazioni urbane quella piazza non c’è più. Rimetterle ” al loro posto” per ricreare una centralità intorno , non è certo un delitto, ma occorre vedere se ci sono tutte le condizioni – estetiche, urbanistiche, strutturali- per farlo, e valutare costi/benefici.
@ Cerasi
Intanto trovo straordinario il fatto che l’annuncio dello spostamento di una statua, peraltro fatto in modo estemporaneo dal Sindaco nel corso di un incontro pubblico, abbia registrato oltre 9 mila letture su questo giornale.
In secondo luogo trovo le tue considerazioni e quelle di Tamara, del tutto condivisibili.
Non c’è dubbio che un progetto (come sosteneva Leon Battista Alberti) ha sempre un padre e una madre nelle figure rispettivamente del Committente e del Progettista. Di norma la definizione del “programma” sottostante il progetto è prerogativa del padre, mentre la sua traduzione formale è affidata all’intuitu personae della madre. Se tra i due non c’è amore e la madre si lascia fecondare solo per denaro i risultati sono normalmente pessimi.
Ma per tornare alla cosiddetta Piazza Garibaldi (che esiste solo come riferimento toponomastico) voglio aggiungere solo un’ulteriore considerazione.
Quello spazio è oggi un quadrivio per il transito veicolare perché così è stato creato attraverso successivi abbattimenti e arretramenti delle varie porte e dei suoi antichi fortilizi che un tempo occupavano quasi tutta l’area dell’incrocio.
Non tutti gli slarghi possono diventano piazze. Secondo una arguta definizione di Tafuri la Piazza è il luogo del “monito omologante”. Possono esistere Piazze del mercato, Piazze d’armi o Piazze di rappresentanza, quella in questione dovrebbe chiamarsi semplicemente Largo Garibaldi.
@Tamara
solo una considerazione personale che non ha nulla a che fare con la situazione che si sta discutendo. Tu dici che le scelte di questo tipo chiamiamole urbanistiche o di ornato pubblico come dici tu spettano solo ai tecnici e non ai politici. Se ho capito bene il tuo pensiero io non sarei d’accordo perché, se le motivazioni del politico sono sane , nel senso che non hanno secondi fine, è possibile che riescono ad interpretare meglio dei tecnici l’identità o l’anima della città , quella attuale e quella a cui si tende. Ovviamente penso ad un politico , o ad una politica, in grado di essere in sintonia con la città. Ovviamente il parere dei tecnici deve essere preso molto bene in considerazione, ma fatte salve le considerazioni di fattibilità, c’è un passaggio in cui secondo me una buona politica arriva dove l’architetto non è detto che arrivi. saluti.
Mario , veramente, ho detto che ai tecnici spetta dire se si può fare o non si può fare, e se sì a quale costo. Non ho affermato quello che riporti; ho solo ricordato l’ovvio, cioè che vanno distinti i vari piani e competenze. Quello della politica è d’indirizzo. Il tecnico non si sostituisce all’amministratore, ma dà il suo parere che necessariamente deve essere ascoltato , non perchè decida lui, ma perchè dal suo parere dipende o meno la fattibilità di un progetto. La politica può , ad esempio, decidere di edificare a Collevario ,ma se il geologo dice no, sarebbe da prendere più che in seria considerazione.
Così in zona Fontescodella per le piscine, dove costerà un botto solo fare manutenzione all’impianto per la zona non adatta a costruirci. Quindi come puoi vedere con due esempi reali e locali, non è il tecnico che decide, perchè la politica talvolta va avanti anche contro il parere tecnico.
Nel caso della statua , preventivamente all’annuncio è stato sentito qualcuno competente che abbia fatto presente che lì sotto ora non c’è più la solidità che c’era prima dei sottopassi, e che ci sono grotte che attraversano Via Cavour, e tutto quello che c’è da sapere compreso ” il quanto” , prima di prendere qualsiasi decisione?
In sostanza, non è come dici tu, che basta l’assenza di secondi fini per fare una buona politica, ma il come ci si muove, come ci si confronta, e soprattutto serve sempre avere UNA VISIONE.
@ Silvano Iommi
Dopo oltre 2 anni di ingabbiamento dei cancelli credo sia normale l’interesse dei lettori sulla vicenda.
Certo ci sarebbe da capire se, con una manutenzione ordinaria PRIMA, si sarebbe potuto evitare i costi di una manutenzione straordinaria DOPO, ma qui è competenza dei tecnici e non dei cittadini…
Credo che, con le tecnlogie moderne, si possa fare (quasi) tutto e pertanto uno spostamento, ricollocamento, avanzamento della statua (con rafforzamento della zona sottostante) sia realizzabile: ci sarebbero da vedere i costi del’intera operazione e, eventualmente, se il riposizionamento potebbe causare intrealcio, rallentamenti o pericolo alla circolazione (all’epoca della statua, mi par di capire, che il traffico era minore 🙂 )
Ma quello che ci sarebbe da comprendere appieno sarebbe se la “idea” dello spostamento della statua sia solo il primo passo, per poi modificare la viabilità della zona per “agevolare” l’ingreso delle auto al Park Si, passando “da sopra”, e non da via Mugnoz.
@ Tamara
Da quel che sappiamo sembra un’operazione econoica assurda, senza se e senza ma.
Poi se ci sono segrete carte, accordi riservati, promesse non mantenute e non pubbliche non credo si sappia nulla in città…
@ Cerasi
Non credo che l’intenzione sottesa allo spostamento sia legata ad ipotesi di nuovi accessi al Park Si. Se proprio dovessi immaginare qualcosa di non detto, penserei più a qualche idea, che di solito esce dall’ufficio Ambiente del Comune, che potrebbe avere a che fare con la valorizzazione di quella specie di “sacrario-monumento” (credo in ricordo della guerra di Castelfidardo), posto sulla scarpata verde alle spalle della statua di Garibaldi.
In ogni caso, il gioco non varrebbe la candela.
@ Silvano Iommi
Io non so, ma se dovessero predisporre un ingresso Giardini Diaz (massacrandoli del tutto) l’unico accesso sarebbe quello dalla parte dove ora è collocata la statua.
Cioè per assurdo (finendo di assassinare la zona) potrebbero far arrivare le auto nelle vie sotto Corso Cavour, ma qui credo saremmo alla follia pura
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A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca
Divin Giulio