Sciopero alla Sacci,
bloccata la provinciale
I lavoratori scendono in strada

CASTELRAIMONDO - La viabilità vicina al cementificio ha subito rallentamenti. Una rappresentanza degli 83 dipendenti in mobilità ha attraversato la carreggiata creando problemi al traffico. La vicepresidente della Provincia Paola Mariani, Patrizio Leonelli vicesindaco di Castelraimondo e Terenzio Zamparini consigliere comunale di Gagliole che hanno raggiunto gli operai. Resa nota l'indagine ambientale

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I dipendenti della Sacci attraversano la strada in segno di sciopero

I dipendenti della Sacci attraversano la strada in segno di sciopero

 

Lo sciopero alla Sacci

Lo sciopero alla Sacci

 

di Monia Orazi 

Sciopero al cementificio Sacci, in tilt la viabilità lungo la provinciale settempedana tra Gagliole e Castelraimondo. A turno gran parte degli 83 dipendenti ai quali è stata annunciata la mobilità hanno attraversato la strada provocando delle code e lasciando passare le auto ed i camion a singhiozzo. I lavoratori e i sindacati lo avevano annunciato: «Sarà sciopero ad oltranza» (leggi l’articolo). Così da questa mattina i lavoratori hanno incrociato le braccia. La viabilità vicino allo stabilimento ha subito un rallentamento di oltre un’ora, dalle 9,30 alle 10,30. La situazione è sempre rimasta sotto controllo, rientrando nella normalità quando è iniziato l’incontro con la stampa, convocato dai sindacati che hanno chiesto un consiglio comunale aperto congiunto ai comuni di Gagliole e Castelraimondo e alla Regione di convocare un tavolo a cui invitarli insieme a Provincia, Comuni e vertici aziendali, per aprire una trattativa, in cui ragionare su ipotesi alternative alla mobilità. E’ imminente la vendita del gruppo Sacci, mentre dalla Regione sono pervenute rassicurazioni sullo studio ambientale, con risultati al di sotto dei limiti di legge.
I SINDACATI. «Noi non rappresentiamo un costo per l’azienda – ha detto Sauro Bravi della Rsu – da fine agosto abbiamo diritto alla cassa integrazione straordinaria, prorogabile per un altro anno. Nella lettera di licenziamento ci sono contraddizioni, l’azienda dice di voler chiudere poi chiede di poter proseguire l’attività. La Sacci ha preso molto da qui, con i profitti ed il consumo del territorio, senza restituire nulla in investimenti per migliorare lo stabilimento». Bravi ha poi attaccato la posizione del comitato Salva Salute.

sacci blocco camion«Hanno agitato lo spauracchio dell’inceneritore, che non è mai esistito e mai esisterà, l’autorizzazione che giace in Regione è soltanto per fare cemento, evitiamo di parlare di inceneritore, perché è dire no al cementificio, una mancanza di rispetto per i lavoratori in lotta per il loro posto di lavoro». La mobilità è stata un fulmine a ciel sereno anche per i sindacati, spiega Massimo Giacchetti della Filca Cisl: «A febbraio l’azienda ci aveva assicurato, che pur nella difficoltà di rapporti con le banche, la continuità produttiva. Ci sono le condizioni per ragionare su altre soluzioni, si deve far leva sulle autorizzazioni, l’azienda deve discutere il futuro dello stabilimento con i sindacati».

«Occorre evitare la desertificazione industriale di queste zone – gli ha fatto eco Massimo De Luca della Fillea Cgil – nelle Marche si stanno investendo cinque miliardi di euro in opere pubbliche, è assurdo chiudere la Sacci, qui si fa cemento, il resto sono solo chiacchiere, cavalcate da chi fa sciacallaggio politico, i lavoratori sono i primi a voler tutelare la loro salute». Franco Chiarai dell’Ugl, ha evidenziato come il cementificio abbia certificazione ambientale e controlli continui, inoltre i costi di gestione della struttura sono bassi, rispetto agli altri siti. Andrea Casini della Feneal Uil ha rilevato come non si possa chiudere un intero comparto produttivo: «E’ una lettera di una pretestuosità incredibile, occorre stanare i vertici aziendali, far chiarire cosa ci sia dietro, è possibile che nelle Marche si chiudano interi comparti produttivi e nessuno si faccia problemi?». Al tavolo dei sindacati sono intervenuti per le Rsu aziendali Gionata Ghergo e Alessandro Migliorelli, oltre a Maurizio Procaccini della Filt Cgil il quale ha sottolineato che «le polemiche locali fatte da qualche piccolo personaggio l’azienda le sta usando come giustificazione alla chiusura, occorre sgomberare il campo da questo, l’interesse dei lavoratori è quello di mantenere sia il posto di lavoro che la loro salute». Sottolineato come nella lettera di mobilità si parli di riduzione delle vendite a Castelraimondo del 60%, lamentando anche l’incertezza di non aver ottenuto l’autorizzazione integrata ambientale per la prosecuzione dell’attività dal 2019.

La vicepresidente della Provincia Paola Mariani

La vicepresidente della Provincia Paola Mariani con i dipendenti

LA SOLIDARIETA’. Pieno appoggio alle posizioni dei lavoratori e dei sindacati è stato espresso dalla vicepresidente della Provincia Paola Mariani, da Patrizio Leonelli vicesindaco di Castelraimondo in fascia tricolore e Terenzio Zamparini consigliere comunale di Gagliole, presenti alla conferenza stampa. «Ci sono molte incongruenze nella lettera – ha detto l’assessore provinciale Mariani – è pretestuoso dire che in queste zone una cementeria è inutile, non siamo sperduti, ci sono importanti opere pubbliche in corso come la Quadrilatero, il raddoppio dell’autostrada. Non si può scambiare il valore di un’azienda con i posti di lavoro. Siamo in prima fila con voi, per chiedere il tavolo di confronto con la Sacci». Il consigliere comunale di Gagliole Terenzio Zamparini ha spiegato che il suo Comune è accanto ai lavoratori: «Chiediamo il mantenimento delle strutture e non vedo perché se in passato l’azienda ha commesso degli errori, a pagare debbano essere i lavoratori». D’accordo con i sindacati anche Patrizio Leonelli, vicesindaco di Castelraimondo: «Anche io sono un imprenditore e risento della crisi, ma non ho mai pensato di licenziare nessuno dei miei 18 dipendenti, c’è meno lavoro ma i mutui devono essere pagati».

LA REGIONE. Questa mattina in Regione, ad Ancona, si è tenuto il tavolo tecnico, convocato per rinnovare l’autorizzazione ambientale alla Sacci, per poter essere operativa nei prossimi quattro anni, sul quale riferisce una nota del comune di Matelica, per cui era presente l’assessore Massimo Montesi. «Sono arrivate molte conferme e buone notizie. Al tavolo sono stati invitati tutti i soggetti in qualche modo interessati e che avevano espresso questa richiesta, come votato dal nostro consiglio comunale. È stato confermata l’assoluta estraneità del tema in discussione rispetto al temuto Css (combustibile solido secondario) – scrive l’amministrazione comunale – così come il tema dell’incenerimento non è all’ordine del giorno e non ha alcuna relazione con la Sacci, come sostenuto da noi da mesi. In discussione sono il rinnovo dell’autorizzazione per l’impianto esistente e l’adeguamento alle bat conclusion europee (migliori pratiche ambientali) che saranno coercitive da aprile 2017».

I sindacati illustrano la situazione della Sacci

I sindacati illustrano la situazione della Sacci

NOVITA’. La novità più importante è che sono stati resi noti i risultati delle indagini ambientali, con i valori al di sotto della norma, mentre a Matelica si registra un eccesso di alcuni tipi di tumori, non ricollegabili al cementificio. Le analisi ambientali per l’aria ed il suolo, «Saranno formalizzate entro 60 giorni dall’Arpam. Le analisi – continua la nota del Comune – sono state effettuate nei territori di Gagliole e San Severino da giugno a novembre; tutti i valori inquinanti o pericolosi, sono al di sotto ampiamente (con punte dell 80 per cento) ai valori di riferimento». «È stato inoltre reso noto che il procedimento andrà avanti con la conferenza dei servizi – prosegue il Comune – ma contemporaneamente la dichiarazione di cessazione dell’attività dell’impianto da parte di Sacci, comporta oltre che preoccupazione per gli impatti economici e sociali sul territorio anche perplessità amministrative sull’iter procedurale della via. Sono stati inoltre comunicati i risultati delle analisi epidemiologiche effettuate dalla ARS (Azienda Regionale Sanitaria) nei comuni di Gagliole, Castelraimondo e Matelica. Tali risultati non sono stati illustrate nel dettaglio, si riferiscono a dati del periodo 2006 – 2012, ed evidenziano sui residenti del Comune di Matelica dei casi percentuali superiori alla media, per alcune patologie, anche se è stato affermato con chiarezza naturalmente ad oggi non ascrivibili all’attività del cementificio». L’amministrazione matelicese ha espresso preoccupazione per i dati epidemiologici sui tumori del Comune, chiedendo «di essere messi a conoscenza immediatamente dei dati completi, per avviare da subito un’analisi approfondita delle dimensioni del fenomeno e per andare con le strutture preposte alla immediata ricerca di eventuali cause ambientali o di qualsiasi altro tipo».

Sulla vicenda della mobilità Sacci, interviene con una nota anche il Movimento 5 Stelle. «Un vergognoso ricatto – dicono i grillini – si sta consumando in questi giorni sul nostro territorio».

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