Bruno Mandrelli dopo la sconfitta:
“Battuto ma emersa volontà di cambiare
Massoneria? Inopportuna per i candidati”

MACERATA - Lo sfidante di Carancini interviene con una riflessione post voto. Confermato l'impegno di alcuni parroci che hanno inciso sull'incredibile aumento di votanti al ballottaggio. Intanto la presidente della Maceratese Tardella continua la corsa con una propria lista. Il segretario Pd Micozzi: "Non disperdiamo le tante persone che hanno votato". Mario Iesari: "Grazie al sostegno del Pd Nuovo corso, Romano ora non è esterno al partito"

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La mobilitazione delle parrocchie per il ballottaggio del centrosinistra c’è stata. Molte conferme sono arrivate oggi in redazione dopo l’articolo “La Civitas Mariae batte la Macerata Bene” (leggi) e tutte con un unico comun denominatore: si sono mossi diversi preti, quelli delle parrocchie più popolose di Macerata, esortando a votare per Romano Carancini. E con loro anche alcuni gruppi parrocchiali. Ma nessuna indicazione è arrivata dal vescovo  Marconi che come suo stile si è tenuto fuori dalle vicende elettorali.

messaggio pro caranciniNella settimana precedente al voto c’è stata anche una campagna tambureggiante via sms dei sostenitori di Carancini che hanno inviato moltissimi messaggi (nella foto a fianco un esempio) per invitare a votare contro i comitati affaristici e la massoneria.

Prima della sua analisi post-voto chiediamo a Bruno Mandrelli se ha qualcosa da dire sulle ripetute sollecitazioni a chiarire i suoi rapporti con la massoneria. “Dico chiaramente che credo nella libertà di associazione costituzionalmente garantita – risponde -, libertà per la quale mi sono sempre battuto: aggiungo che, personalmente e senza alcuna discriminazione nei confronti di chi la pensa diversamente, non riterrei opportuno che un candidato sindaco frequenti logge massoniche o stanze dell’Opus Dei nel mentre si propone per l’esercizio di una funzione pubblica (quindi figuriamoci dopo laddove eletto). Per di più, forse troppo calvinisticamente, non riterrei opportuno che dette frequentazioni fossero poste in essere da chi si candida o ricopre il ruolo di segretario di un partito (quale io sono stato). Questa è la mia personale opinione che, ovviamente, ben può non essere condivisa, questo il mio modello comportamentale che, altrettanto naturalmente, non pretendo di imporre a nessuno, come sempre viva la libertà.” E perché non l’ha chiarito prima questo aspetto? “Perché se ti metti a rispondere alle domande di anonimi sai dove cominci ma non sai dove finisci. Quindi ho preferito attendere il termine della campagna elettorale, forse sbagliando, ma confermo che non mi presterò ad interrogatori mediatici”.

Bruno Mandrelli al seggio con Maria Francesca Tardella, presidente della Maceratese

Bruno Mandrelli al seggio con Maria Francesca Tardella, presidente della Maceratese

Intanto la presidente della Maceratese Maria Francesca Tardella conferma l’intenzione di andare avanti con la lista civica “Macerata Capoluogo” che sta formando assieme al consigliere Alessandro Savi e a diverse persone della società civile (leggi l’articolo): “Prenderemo la decisione definitiva domani sera nel corso di una riunione ma la volontà è di andare avanti, magari con altre liste civiche”. L’intenzione di Maria Francesca Tardella sembra dunque essere quella di candidarsi sindaco e sarebbe il sesto in campo dopo Romano Carancini, Carla Messi del 5 Stelle, Maurizio Mosca che sta definendo la sua coalizione di centro, Deborah Pantana (centrodestra) e Tommaso Golini (Forza Nuova).  Massimiliano Bianchini nelle prossime ore si riunirà con gli altri esponenti della lista Pensare Macerata per decidere se appoggiare Carancini.

Paolo Micozzi, segretario cittadino del Pd, domenica sera nella sede di via Spalato

Paolo Micozzi, segretario cittadino del Pd, domenica sera nella sede di via Spalato

Il segretario del Pd cittadino Paolo Micozzi, che in campagna elettorale aveva manifestato la sua preferenza per Mandrelli, spiega i motivi per cui domenica sera non è rimasto nella sede di via Spalato: “Sono andato via perché ho cercato di interpretare in questo modo un precedente sms inviatomi da Carancini in risposta ad un mio invito a presenziare domenica sera assieme al segretario regionale. Ho preso un giorno di riflessione per rimettere un po’ in ordine tutta una serie di pensieri che avevo in mente. Ora ho maturato la piena consapevolezza che sia necessario non disperdere questo patrimonio di partecipanti alle primarie che hanno manifestato la loro fiducia ad entrambi i candidati del Pd. Va tenuto conto di questo risultato per la prossima campagna elettorale che ci vedrà contrapposti al centrodestra e agli altri candidati sindaci.  Sono ancora più convinto che il passaggio delle primarie, nelle quali credo fermamente, sia piuttosto stretto ma necessario nel senso che non deve essere una resa dei conti: in questo caso rappresenterebbero un fallimento. Questo interesse elevato è venuto fuori perché in tantissimi hanno dato il loro contributo. Io sono a disposizione per condividere un percorso che permetta al Pd e al centrosinistra di continuare a governare la città”.

Bruno Mandrelli dopo i riusltati del primo turno

Bruno Mandrelli dopo i riusltati del primo turno

Bruno Mandrelli analizza poi il voto con una nota stampa: “Voglio ancora una volta ringraziare sentitissimamente tutti i cittadini di Macerata che, votandomi, si sono riconosciuti nella mia proposta politica di cambiamento per andare oltre l’esistente, per fare di più e per fare meglio in un ritrovato clima di unità civile e politica. Sono stati davvero tanti al primo turno, si è mancato l’obiettivo di affermarci subito per soli 19 voti, sono stati ancora di più al turno di ballottaggio, con un risultato finale che non è stato sufficiente ma che mi onora e che comprova l’importante lavoro fatto dalle forze politiche che mi hanno sostenuto e dai tanti giovani che mi hanno accompagnato in questo difficile confronto con un’amministrazione in carica. Insomma, in quella sede la volontà di cambiamento è emersa con chiarezza.
L’espressione di voto nei miei confronti è stata obiettivamente trasversale, con larghi settori della società civile che mi hanno dato fiducia: per tale profilo non condivido l’analisi del voto che vedrebbe tutta da una parte una certa “Macerata bene” e dall’altra l’espressione più popolare della città. Non è così, come desumibile dai tanti voti raccolti in zone come quelle della Pace, di Madonna del Monte e delle Vergini dove certamente è più significativa la presenza di strati di popolazione legata al duro lavoro dei campi o della fabbrica. Si sono poi, a mio parere, riconosciuti nella mia proposta per il Centro Storico tanti cittadini e tanti operatori del commercio, desiderosi di vedere la rinascita del cuore della città e la possibilità di continuare a lavorare come in un non lontano passato: anche a loro va il mio grazie. Insomma, un consenso per così dire “renziano” che ha attratto anche fasce dell’area moderata della città disposte a dare fiducia alla mia candidatura alle primarie, fiducia che sarebbe stata riconfermata alle elezioni amministrative.

Code nel seggio di via Verdi durante il ballottaggio

Code nel seggio di via Verdi durante il ballottaggio

La riflessione sul voto del turno di ballottaggio non può che iniziare confermando i complimenti e gli auguri per il prosieguo al sindaco in carica. Si deve poi prendere atto che l’affluenza alle urne configura una sorta di onda anomala non prevista e non prevedibile, inusuale nell’intero panorama nazionale: circa il 50% in più di votanti complessivi, un aumento di oltre l’80% per uno dei due candidati. Non voglio correr dietro alle voci che parlano di possibili infiltrazioni di futuri candidati sindaci di altri schieramenti che mandano in campo i propri supporter per scegliersi l’avversario ritenuto più battibile o alle tante segnalazioni che sussurrano di prese di posizione nel variegato mondo cattolico che è parte significativa della città di Macerata e che costituirebbero ingerenza. Ma le regole del gioco erano quelle di un voto senza dichiarazioni di appartenenza, senza limiti, senza preventivi impegni di adesione ad un’area e non sarebbe giusto, dopo aver giocato, dire che il mazzo è stato truccato. Quindi non lo dirò limitandomi a segnalare tale anomalia, obiettivamente non spiegabile come mera conseguenza di una settimana di campagna elettorale giocata più incisivamente, chi dice il contrario non capisce o non è sincero; chi ha partecipato sa che la campagna elettorale per il primo turno è stata ventre a terra, senza alcun surplace da parte dei competitori. E’ quindi possibile che si siano messi in movimento settori della società rimasti indifferenti al primo turno: ma tant’è, era consentito. Diversa, naturalmente, può essere la valutazione politica su tale anomalia. Si dovrà da ora verificare come ricucire gli strappi del passato e del presente, obiettivamente una parte della campagna elettorale è stata giocata non sulle proposte ma sulla demonizzazione dell’avversario, con valutazioni personali e politiche scivolose ed ammiccanti che vanno respinte nel metodo e nel merito, con troppi conflitti contro qualcuno piuttosto che per qualcosa di meglio. La palla passa ora al Partito Democratico che dovrà verificare termini e condizioni per una rinnovata unità interna ed esterna, favorendo un clima di costruttiva concordia utile a superare le divisioni degli ultimi anni. C’è quindi bisogno di gioco di squadra: in mancanza, ed al di là dell’esito finale, non avremo risolto neanche uno dei problemi con i quali si è fatto di conto in questi ultimi cinque anni”.

Mario Iesari e Caterina Rogante a differenza di altri hanno condotto una campagna elettorale leale, sostenendo Romano Carancini

Mario Iesari e Caterina Rogante a differenza di altri hanno condotto una campagna elettorale leale, sostenendo Romano Carancini

Interviene anche Mario Iesari, componente del direttivo Pd e del comitato elettorale di Carancini: Questo mio intervento fa seguito a quello del Direttore Matteo Zallocco concernente l’analisi del voto al ballottaggio. Un intervento che apprezzo particolarmente perché approfondito ed equilibrato come non sono stati altri commenti apparsi negli ultimi giorni. Ma lo scontro accesso delle primarie può spiegare molte cose che oggi dobbiamo tranquillamente lasciarci alle spalle.  Piuttosto mi premeva inserire nel dibattito due mie considerazioni. La prima riguarda la valutazione che Matteo fa per spiegare l’eccezionale afflusso di partecipatati al ballottaggio; la seconda si riferisce al ruolo svolto dalla componente del Nuovo Corso del PD, che a mio parere appare un po’ sottovalutato nella sua analisi.  Andiamo dunque al primo argomento. E’ indubbio che l’afflusso di votanti al ballottaggio ha stupito tutti. Alcuni lo hanno definito una vera e propria anomalia, anche a livello nazionale. Magari il termine eccezionale mi sembra più opportuno riguardo una partecipazione al voto di liberi cittadini, ma andiamo oltre il problema nominalistico. Per spiegare questo accadimento Matteo parla di voto politico al primo turno e di voto “ideologico e di ceto sociale” al secondo. Farei torto al Direttore se pensassi che dietro questa distinzione e l’uso delle parole ci fosse un giudizio positivo per il primo risultato e sostanzialmente “problematico” per quanto riguarda il ballottaggio. Credo che a suo parere il mix fra il concetto di ideologia e quello di blocco sociale serva per comprendere una mobilitazione “forte” non altrimenti spiegabile solo con quello di appartenenza politica. Non a caso si è tirato da più parti in ballo il riferimento al voto cattolico.
risultati_ballottaggio_fotoA mio parere in realtà quanto è accaduto al secondo turno può spiegarsi, oltre che con l’ottimo lavoro di tutti quelli che hanno fatto parte del comitato a sostegno di Carancini, soprattutto tirando in ballo l’altra grande anomalia (qui si, di anomalia si tratta) di queste primarie, e cioè il fatto che queste coinvolgessero un Sindaco in carica al termine del suo mandato!  Non dimentichiamo infatti che è passata una sola settimana fra i due voti. Qualsiasi accordo politico, qualsiasi presunta “chiamata alle armi” non avrebbe avuto modo di funzionare ed attivarsi in tempo se non avesse facilmente attecchito in un terreno di motivazioni ed aspettative che rende plausibile e sufficiente, anche per un cittadino non attivo politicamente, mobilitarsi per esprimere un giudizio positivo o negativo (non dimentichiamo per onestà anche la crescita dei voti di Mandrelli) sul sindaco e sulla giunta che ha amministrato la città negli ultimi 5 anni. Se quanto propongo è vero ne derivano due altre considerazioni: Carancini e la sua giunta non sono di certo quel corpo estraneo alla città che era stato dipinto; ed i suoi oppositori, all’interno del Pd e nella sua maggioranza, hanno indubbiamente compiuto un errore politico ad utilizzare il metodo delle primarie per chiedere un giudizio sul suo operato. La città ha scelto Carancini, come avviene per ogni sindaco, al termine della competizione elettorale di 5 anni fa e la città “sentiva” che era ora suo diritto esprimersi per giudicare il suo operato.
A supporto di questa mia teoria vi svelo un retroscena della campagna. Il giorno dopo la “sconfitta” del primo turno è stata chiamata una riunione del comitato proCarancini. Ebbene il numero dei partecipanti è stato letteralmente il doppio di quello delle riunioni precedenti. Dopo un risultato comunque non positivo. Evidentemente era scattato qualcosa. La voglia di far contare il proprio giudizio. Da questo punto posso passare rapidamente anche alla seconda delle mie valutazioni. A mio parere infatti l’articolo di Matteo Zallocco sottovaluta il ruolo svolto dalla componente Nuovo Corso del Pd di Macerata. Non solo perché essa ha prestato molti bravi militanti, me escluso ovviamente, all’azione sul territorio a sostegno della candidatura di Carancini. Ma soprattutto perché il suo tempestivo sostegno ha permesso in realtà di evitare che l’errore politico di imporre le primarie ad un sindaco uscente, arrivasse al punto di far percepire questo candidato come un esterno e un competitore del principale partito politico della sua maggioranza, che lo vede inoltre suo tesserato, oltre che dirigente di lungo corso. E’ vero che al suo fianco si sono schierate personalità come Ricotta e Canesin, ma è indubbio che la loro presenza sarebbe stata letta più come naturale conseguenza del ruolo svolto in amministrazione piuttosto che come valutazione di esponenti del partit. Grazie alla nostra decisione quindi il sindaco Carancini, come Mandrelli, è stato un candidato “anche” del Pd e non contro il Pd. Cosa sarebbe accaduto ora se Carancini, come è possibile, avesse comunque vinto anche senza il nostro contributo? Che tipo di scenario si starebbe materializzando per il Pd di Macerata? Direi quindi che molti ora devono ringraziare la nostra scelta. La città, o almeno una parte significativa di essa, ha potuto esprimere il suo giudizio sull’operato di Carancini chiedendo che potesse giocarsi le sue carte fino in fondo, ed il Partito democratico può incominciare l’ultima parte, la più importante in realtà della campagna elettorale, con un candidato che è il suo candidato”.

 

 



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