Candidati sindaco a Macerata
pure Babbo Natale e la Befana

“Siamo famosi, la gente ci ama e soprattutto una cosa: noi diamo senza prendere nulla”. Ora faranno le primarie. Un’altra intervista impossibile

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liuti-giancarlodi Giancarlo Liuti

Sarà per la crisi economica e per quella politica, sta di fatto che non si riesce a stare tranquilli né di giorno né di notte. Coricarsi e fare sogni sereni, specie adesso che ci avviciniamo alle feste più belle dell’anno? Magari! L’altra notte, ad esempio, mi stavo tuffando in un piatto di cappelletti in brodo come sapeva farli solo la mia mamma quando, all’improvviso, una scena così appetitosa è stata interrotta dall’arrivo di due personaggi che coi cappelletti non c’entravano nulla. Chi erano? Inconfondibili, bastava un’occhiata: erano Babbo Natale e la Befana. Immaginerete la mia sorpresa e il mio disappunto.
“Ma cosa volete da me? Non vedete che sto mangiando?”
Babbo Natale: “Avevo deciso di presentarmi candidato alle prossime elezioni da sindaco con una mia lista civica che si chiama ‘Macerata Salvata” ma le cose si sono complicate perché a questa lista ha aderito anche la Befana, ‘sta rompiballe, e vuole candidarsi pure lei”.
Befana: “Io rompiballe? L’unione fa la forza, caro mio. Fra l’altro le nostre idee sono molto diverse e così ci votano tutti”.
Babbo Natale: “E allora ci vogliono le primarie, maledizione! Come, dove e quando?”
Befana: “Lunedì, via Internet, col sistema di Grillo. Il mio indirizzo mail è ‘befana/chiocciola/yahoo.it’. E il tuo?”
Babbo Natale: “Lo sa il mondo intero: ‘babbonatale/chiocciola/alice.it’. Comunque non ho paura, ti batterò nettamente”.
Befana: “Credi? Ti sbagli. Vinco io e cospargerò di carbone il tuo ridicolo berrettaccio rosso”.
Babbo Natale: “Non fare la sbruffona! Alle nostre primarie parteciperanno almeno trentamila maceratesi ed io conto di vincerle con ventimila voti contro diecimila, e te ne ho attribuiti pure troppi”.

Babbo Natale e la befana

Babbo Natale e la befana

“Per favore, smettetela di litigare, i cappelletti mi si stanno freddando”.
Befana: “Ha ragione il signore. Del resto, qualunque sia l’esito delle primarie, uno di noi due sarà sicuramente sindaco. A Macerata si sono formate una decina di liste civiche diverse dalla nostra che un giorno si mettono insieme e il giorno dopo si dividono, con dentro persone conosciute solo da se stesse, dalle loro famiglie e da qualche amico. Noi, invece, siamo famosi, siamo attesi come dei messia, portiamo la speranza, portiamo la felicità. E poi copriamo ogni spazio politico perché io sono di sinistra e Babbo Natale è di destra”.
“E state in un’unica lista?”
Babbo Natale: “Che c’è di strano? Non accade la stessa cosa nel Pd? Questo si chiama dibattito democratico, il lievito della sana politica”.
“D’accordo, la vostra notorietà e il vostro prestigio non ce l’ha nessun altro. Ma che ne sapete, voi, di Macerata?”
Babbo Natale: “Abito in Lapponia e mi chiamano ‘Santa Klaus’, questo è noto. Ma una volta ero San Nicola di Bari, il protettore anche degli avvocati. E quando si tratta di andare al governo di una città gira gira son tutti avvocati. Non è così pure a Macerata?”
“Però bisogna conoscerla bene, Macerata, nelle sue vie, nelle sue piazze, nelle sue frazioni, nei suoi mille problemi. E lei, mi perdoni, è un forestiero che qui ci capita di sfuggita solo una volta all’anno”.
Babbo Natale: “La conosco benissimo, invece. Non a caso fui e sono rimasto amico fraterno di San Giuliano, il vostro patrono, e il coccodrillo delle Vergini sono stato io a regalarglielo. C’incontriamo spesso, lo sa? E di che cosa parliamo se non di Macerata?”

“Ma la Befana? Non mi pare che la Befana abbia qualcosa da spartire con questa città”.
Befana: “Non soltanto ce l’ho, ma è recente e riguarda, per l’appunto, la pubblica amministrazione, cioè la raccolta dei rifiuti. La scopa a cavallo della quale vado volando non serve forse a fare pulizia? In questo campo ho una esperienza plurisecolare ed è la ragione per cui son diventata consulente della Smea che poi s’è fusa col Cosmari. Senza di me, insomma, la raccolta differenziata non avrebbe fatto progressi”.
“Un po’ lentamente, a Macerata”.
Befana: “Lo so, ma ciò è dipeso dalle divergenze fra Smea e Cosmari sugli stipendi dei dirigenti, che alla Smea erano troppo alti. E anche qui è stata utile la mia scopa, nel senso di fare pulizia in senso politico”.
Babbo Natale: “Veniamo al dunque, signore. Il nostro enorme vantaggio sugli altri candidati è che noi vogliamo dare mentre gli altri vogliono prendere”.
“In che senso prendere?”
Babbo Natale: “Le cito solo un caso, quello dei dirigenti comunali e provinciali a ciascuno dei quali è stato assegnato il massimo premio di produttività senza alcuna valutazione di merito sull’operato dei singoli, e allora non è più un premio ma un aumento di stipendio. Ed ecco che il prendere ha preso il sopravvento sul dare. Sarebbe come se in una maratona olimpica la medaglia d’oro fosse appuntata sul petto di tutti i concorrenti ”.
“E’ dovunque così, non solo a Macerata”.
Babbo Natale: “E di casi gliene cito un altro, quello del Biogas. Quando si è trattato di prendere, ad esempio i contributi regionali, i privati ci si son buttati a corpo morto. Ma quando si è trattato di dare, cos’hanno dato?”
“Energia pulita”.
Babbo Natale: “Pulita? Scarichi che hanno inquinato fiumi, torrenti e terre agricole. E allora che danno? Danno un danno”.
“Tutto sbagliato? Tutto da rifare? Io l’ammiro, Babbo Natale, ma non crede di esagerare? Lei e la Befana mi sembrate come Grillo e Casaleggio. Attenti però a non sottovalutare gli altri candidati, che sono e saranno parecchi, d’ogni genere, d’ogni colore – alcuni dicono di essere addirittura perfetti – e spinti da forti ambizioni personali e da già acquisite posizioni di potere”.
Befana: “Ecco perché bisogna cambiare, rinnovare, rottamare, svecchiare”.
“Svecchiare? Parla lei che è la più vecchia in assoluto?”
Befana: “Ha notato che fra i vostri sedicenti rottamatori e svecchiatori ce ne sono certi più vecchi di me e in passato ne hanno combinate di cotte e di crude? E la gente dovrebbe fidarsi di loro?”
“Insisto sul punto iniziale. Possibile che in una stessa lista ci si distingua fra destra e sinistra? Non è una contraddizione?”
Babbo Natale: “Possibilissimo, prenda il Pd. E prenda Forza Italia, dove i liberali si alleano con gli illiberali di Salvini che a loro volta si alleano coi fascisti di Casa Pound”.
“Ma non a Macerata”.
Babbo Natale: “Aspetti di vedere le coalizioni maceratesi e poi ne parliamo”.
“Intanto fra lei e la Befana c’è una contrapposizione che mi sembra insanabile”.
Babbo Natale: “Insanabile? Ciò dipende soltanto da un aspetto secondario e quindi sanabilissimo, cioè dai nostri rispettivi programmi, che poi contano come il due di coppe”.
“Ecco, i programmi. Fino ad ora, a Macerata, sui programmi non c’è stata una reale distinzione. O non ci sono o sono tutti uguali, nel senso che tutti a parole garantiscono un futuro radioso per la città ma non s’è capito in che modo e con quali risorse”.
Babbo Natale: “Le dico il mio? Semplice: grandezza, ricchezza, sviluppo urbanistico, crescita della popolazione, più imprese industriali, artigiane e commerciali”.
“Ma lei, se diventasse sindaco, come se la caverebbe con la scarsità delle risorse finanziarie?”
Babbo Natale: “Questa, poi, è una sciocchezza. A me, signore, basta uno schiocco delle dita e riempio la mia gerla di un’infinità di banconote da cinquecento euro l’una e posso farlo ogni cinque minuti. Sono o non sono Babbo Natale? Così, da sindaco, non avrei alcun limite di spesa. Ripeto: la mia funzione è di portare doni, non di riceverli”.
“Mi faccia qualche esempio. Il Palazzetto dello Sport, tanto per cominciare”.
Babbo Natale: “Palazzetto? E perché mai questo ridicolo diminutivo? Io farò un Palazzone, talmente grande che verrà a giocarci persino la Juventus”.
“E il rilancio del centro storico?”
Babbo Natale: “Ma che ci vuole? Basta demolirlo, rifarlo tale e quale e trasferirlo in pianura, dove c’è spazio anche per le macchine”.
“Non sarà che lei è un fautore del cemento?”
Babbo Natale: “Ebbene? In Lapponia, mi creda, si vive benissimo su quelle distese di durissimo ghiaccio. A Macerata manca il ghiaccio? Sostituiamolo col cemento, che è altrettanto consistente. Ai maceratesi serve concretezza, facciamola finita con le infide sabbie mobili del solito politicume!”
“E in che modo lei, signora Befana, sarebbe di sinistra?”
Befana: “La mia natura è di stare dalla parte dei poveri. Lo dice pure una filastrocca: ‘La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, con le toppe alla sottana, viva viva la befana!’ Se diventassi sindaco distribuirei l’intero bilancio comunale fra coloro che ne hanno più bisogno, i pensionati al minimo, gli esodati, i disoccupati, i precari”.
“E le altre questioni che competono a un Comune? La sicurezza, la manutenzione dei monumenti, la circolazione, i parcheggi, i giardini, le scuole, le iniziative culturali, lo Sferisterio …”
Babbo Natale: “Che noia, rieccoci con lo Sferisterio! Sa che ci farei? In platea un immenso supermercato e nei palchi tanti negozi del lusso. Sviluppo, ricchezza, allegria! E basta coi piagnistei di Aida, Tosca e Mimì!”
“Ripeto, signora Befana. E le altre questioni?”
Befana: “Le affiderò a Babbo Natale, che quando sarò sindaco nominerò assessore all’economia”.
Babbo Natale: “Il sindaco sarò io e prenderò la Befana in giunta come assessore ai servizi sociali. Vede che tutto si metterebbe a posto? Qualcosa del genere non è stata già fatta e proprio a Macerata? Le differenze fra me e la Befana ci sono, inutile negarlo. Ma ci sono, e dello stesso segno, pure nel Pd, che però fra minacce di scissioni nel partito e voti di fiducia in parlamento governa la nazione”.
“Un altro problema: l’immigrazione. A giudicare da diffusi ma viscerali risentimenti popolari una gran parte dei maceratesi si ritiene assediata dagli immigrati. E voi cosa fareste?”
Babbo Natale: “Non ci ho ancora pensato perché sono anch’io un immigrato, benché con le renne e non coi barconi degli scafisti. Beh, debbo ammettere che questa cosa un po’ m’imbarazza”.
Befana: “Immigrata pure io? Sì, tuttavia italiana e dunque interna. Ma se dicessi ciò che penso degli immigrati, e tutto sommato ne penso bene, perderei chissà quanti voti. Ci rifletterò, per adesso è meglio tacere”.
Babbo Natale: “Pienamente d’accordo”.
“S’è fatto tardi, signori, sta per sorgere il sole, i cappelletti son diventati immangiabili e prima di svegliarmi vorrei fare un sogno più riposante di quello che m’avete portato voi”.
Entrambi: “Ci scusi, ma lei converrà che in campagna elettorale bisogna darsi da fare pure di notte”.
“Vi scuso, vi scuso. Ma ho capito che pure voi siete due furbacchioni”.



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