Roberto Cherubini, presidente del Gruppo Acquisto Solidale Macerata, interviene sull’apertura dei centri commerciali in provincia e riflette sul significato di quelli che definisce ” luoghi assurdi che hanno svuotato le città e resi ignoranti i cittadini”.
«Nonostante la spaventosa crisi economica e culturale – scrive – continuano ad aprire centri commerciali enormi, senza anima, dove l’essere umano è ridotto a consumatore compulsivo.
A nulla valgono gli appelli, che arrivano da ogni parte, sull’importanza di ciò che mangiamo, sia per la nostra salute che per la sopravvivenza degli agricoltori.
Continuiamo invece in massa ad assalire questi luoghi tristi dove l’alimento è diventato merce e quindi confrontato in base al prezzo e non alla qualità.
Le zucchine arrivano dal Giappone, l’olio extravergine diventa tale trasformando l’olio lampante con trucchi ai limiti della truffa, la pasta industriale è essiccata in un’ ora e perde ogni proprietà, la carne proviene da allevamenti intensivi che fanno ingrassare enormemente le bestie in pochissimo tempo facendo loro sviluppare tossine gravissime per la nostra salute.
Ma noi continuiamo a girare tra i banconi riempiendo carrelli studiati per la nostra compulsività e per farci sprecare.
Per ogni europeo si producono 840 chilogrammi di cibo all’anno e di questi 560 vengono mangiati, 280 sprecati. 200 chilogrammi di cibo vengono sperperati in fase di produzione e 80 gettati nella pattumiera dai consumatori per varie ragioni (scaduti, non graditi, rovinati).
Dal 1974 lo spreco mondiale di cibo è cresciuto del 50%, ma è cresciuto anche il numero dei denutriti. Complessivamente 1.300.000.000 tonnellate di cibo vengono sprecate ogni anno nel mondo, il peso di 8600 navi da crociera. Solo questi pochi dati bastano per dire che non abbiamo conoscenza né consapevolezza dei problemi alimentari.
Quando smetteremo di essere consumatori compulsivi per diventare consumatori critici?
I più grandi studiosi ci stanno dicendo che tante delle nostre malattie dipendono da ciò che mangiamo e scandali quotidiani dimostrano che spesso nelle nostre tavole portiamo alimenti pessimi.
Perché è successo tutto questo? E’ successo perché abbiamo tolto il potere ai contadini, unici grandi artefici della produzione alimentare, dandolo in mano a multinazionali senza scrupoli.
Basta scorrere qualche video sugli allevamenti intensivi o informarsi in altri modi per scegliere di evitare i supermercati e privilegiare i produttori locali che in tanti modi diversi si stanno organizzando.
Come è possibile che siamo ancora così disinformati e menefreghisti?
Spero che guardando i video che posto di seguito anche un solo lettore di CM cambi le sue abitudini alimentari per migliorare prima di tutto la qualità della sua vita.
Basta pochissimo, basta avere nella scelta degli alimenti la stessa attenzione che abbiamo quando acquistiamo un telefonino o un televisore.
Acquistiamo prodotti locali, meglio se biologici, cercando di conoscere i produttori ed il loro duro lavoro che salvaguarda la terra.
Acquistiamo meno alimenti ma paghiamoli il giusto domandandoci come sia possibile trovare dell’olio extravergine di oliva a 3 euro al litro (olio lampante con 5 % di olio extravergine).
Boicottiamo i grandi supermercati a favore dei mercatini locali, dei gruppi di acquisto, dei negozi di qualità.
Risparmiamo sui consumi futili e non sugli alimenti.
Domandiamoci come un panino con dentro un hamburger possa costare un euro e perché quella stessa “catena del disgusto” usa 17 ingredienti per fare le patatine fritte .
Svegliamoci! È troppo importante ciò che immettiamo nel nostro corpo e dobbiamo conoscerlo nei dettagli.
Questo mio sfogo ed i miei toni alti nascono dalla lettura dell’articolo sull’inaugurazione dell’ennesimo orrore, questa volta a Civitanova (leggi).
Sfilano in bella vista questi politici inutili che si presentano in questi luoghi senza anima per avere le foto e gli articoli dei giornali , per poi essere assenti nel momento in cui i cittadini marchigiani propongono una legge di iniziativa popolare per la protezione del territorio.
Carlo Petrini (patron di Slow Food), che ha visitato Macerata e Grottammare qualche giorno fa, si è fortemente indignato perché all’ incontro nel quale si illustrava la proposta di legge di iniziativa popolare appoggiata da più di 90 associazioni erano presenti meno del 10% del consiglieri regionali (guarda il video).
Finchè avremo questa gente a rappresentarci faremo pochi passi in avanti e molti in dietro.
Prendetevi un po di tempo e guardate questi video:
– Macerata Granne
– Cosa fa la Monsanto (Report)
– Allevamenti di galline
– Allevamenti intensivi di maiali
– Allevamenti intensivi mucche »
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Bravo!!
Hai capito tutto!!
Torniamo a far spesa nelle botteghe di paese, e da artigiani locali, mangiamo in trattorie, recuperiamo scuole storiche, riportiamo valori e qualità in primo piano!e
ci voleva un genio per capirlo…….
se avessero prezzi ragionevoli condividerei appieno il tuo scritto Maria Tiziana Pepi
Purtroppo penso sia troppo tardi per tornare indietro, visto come si stanno organizzando questi mega centri commerciali. Faremo la fine di Don Chisciotte……
Se dovessi tornare a fare la spesa nella bottega vicino casa mia il mio stipendio finirebbe già dopo la seconda settimana
Infatti Macerata ce la sta mettendo tutta per contrastare il fenomeno: negozi sempre aperti, accesso al centro storico aperto 24 ore su 24, parcheggi gratuiti dapertutto………………………………………
Quessu ha fattu le scole arte!!!!
Il populismo di Cherubini non ha confini… ah, come mai fate il mercatino solidale con la maggioranza??????? 😀
Grosse cementificazioni un giorno saranno il deserto della calcestruzzo. Almeno demolite e ripristinate spazi verdi
A chi non piace i centri commerciali non ci devono andare e basta…senza rompere agli altri che ci vanno.
Caro Roberto, condivido pienamente i tuoi commenti ed il tuo pensiero. Io somo meno giovane di te e quando ero ragazzo si diceva “L’ignoranza è vempre vissuta e sempre vissurrà”, e ho detto tutto. Ciao.
Bravissimo!
Questo tizio vive in un mondo tutto suo…
Basta leggere alcuni commenti per capire l’esistenza di tutti questi centri commerciali.
vero Stefano Giovannetti,hanno qualche problemino con la lingua madre.
Orietta, sei per caso laureata, magari con un’abilitazione professionale, sposata e con una famiglia…e costretta a lavorare 8,5 ore al giorno senza sabati e domeniche e con orari assurdi? Tipo, chiusure serali oltre le 21? Non credo, visto il tuo commento. Spero tu possa provare tutto questo, in prima persona! Poi magari ne riparliamo dell’argomento “centri commerciali”!
Magari ci fosse l’ignoranza, chi incoraggia questi centri e li costruisce è molto astuto..chissa io penso che sia solo una questione di riciclaggio e basta. vero il pane costa 1 euro magari e in bottega forse anche 2 ma è un euro in piu davvero ben speso.
E’ VERAMENTE TRISTE E DESOLANTE ENTRARE IN QUESTI “NON LUOGO”
PURTROPPO NON SIAMO IN MOLTI A PENSARLO,
CHI ABITA IN CENTRO POTREBBE BENISSIMO FARE LA SPESA SENZA PRENDERE LA MACCHINA, NON INQUINIAMO, CAMMINIAMO, ABBIAMO LA POSSIBILITA’ DI CHIACCHIERARE CON I NEGOZIANTI, CHE IMPARANO A CONOSCERE I NOSTRI GUSTI, SIAMO CIRCONDATI DA CENTRI COMMERCIALI A CIELO APERTO, MA PREFERIAMO RINCHIUDERCI IN QUESTI FABBRICATI, ALLUCINATI DA LUCI, RUMORI, MUSICA, DIVENTIAMO DEGLI ALIENI.
http://il-main-stream.blogspot.it/2014/04/alle-spalle-dei-rivoluzionari.html
L’argomento di questo articolo è apparentemente un altro; in realtà si tratta di due aspetti dello stesso problema: la creazione del consumatore compulsivo. Di questo dovremmo ragionare, perché è questo modello che sta distruggendo la nostra società; un modello che è causa della crisi e che nella crisi ha il suo perfetto compimento.
Noi in famiglia evitiamo i supermercati e cerchiamo di consumare i prodotti locali il più possibile. Soprattutto quando si tratta di verdura e frutta. Facciamo il possibile perchè in casa entrino solo prodotti Made in Italy. Raramente acquistiamo prodotti cinesi, quando proprio non ne esitono altri.
Una volta acquistai un paio di scarpe di una ditta di Civitanova Marche, dove era scritto “Made in Italy”. Mi accorsi poi che era stato stampigliato all’interno della scarpa “Made in Macedonia”. Con me quella ditta ha chiuso. Ed anche il negoziante che me l’ha venduta per prodotto italiano.
Un’altra volta acquistai una spledida giacca prodotta in un paesino vicino Macerata a 250 euro perchè dovevo presentare un mio libro a Milano. Il commerciante mi aveva garantito il Made in Italy. Ci avrei fatto un figurone, e avrei detto “vedete che belle giacche facciamo ad A…., un paesino vicino Macerata?” Invece, non la misi, poiché al suo interno trovai scritto Made in Bulgaria. Questi di A… mi hanno fregato per la prima e l’unica volta. E non mi vedrà più neanche il negoziante. O forse no… Ma con quella ditta di A… ho chiuso.
purtroppo quello che dice cherubini è tutto vero, ma la cosa più brutta che i commercianti e le istituzioni non fanno nulla ma solo lamentarsi. forse se ne renderanno conto quando andremo nelle città solo a dormire e per il resto della giornata lo passeremo nei centri commerciali. in altri paesi i centri commerciali sono 10 volte quello di Civitanova dove ci trovi anche palestre sport pattinaggio etc.
io ci ho provato a farlo capire a commercianti e dare loro dei buoni consigli ma è come parlare con il muro. quindi se poi chiudono in fin dei conti per qualcuno è pure giusto. prova a chiedere loro di stare aperti di domenica, oltre le ore 20. capisco che è un sacrificio ma prima erano abituati a lasciare la porta del negozio aperta e le persone entravano, oggi oltre che lasciare la porta semi chiusa le vetrine sono quasi inesistenti per non parlare della comunicazione al pubblico che è inesistente. prendete l’obi, per l’inaugurazione ha speso più di 60000 mila euro e senza parlare delle infrazioni al codice della strada che hanno fatto consapevoli che poi le sanzioni erano veramente basse per i loro portafogli, infatti in italia se commetti una infrazione non è importante chi e come la fa tanto la sanzione è sempre uguale, quindi se metto un poster di 100 mq sulla superstrada la multa è uguale a quella di un poro cristo che mette un poster su camion parcheggiato in un qualsiasi parcheggio di macerata che però per il comune è fuorilegge e ti applica una sanzione di 400 euro circa uguale a quella che la polizia ha fatto al tir della obi sulla superstrada. bello no!!! siamo in italia…………………………………….
Mi viene da piangere leggendo certi commenti sia qui che nel sito di cronache maceratesi. È l’ignoranza del popolo il vero motivo alla base dell’Italia attuale. Non ne usciremo mai. Uscite dal nostro paese. Rendetevi conto che la civiltà è lontana anni luce da noi. I cervelli sono in fuga perché quelli che restano non funzionano!!!
I centri commerciali non sono più opportunità commerciali ma piuttosto finanziarie. Un terreno agricolo che passa di valore da 20.000 euro a 200.000 ad ettaro e’ un businnes, una lottizzazione da 300.000 mq per il comune e’ un businnes, commercializzare negozi a catene che probabilmente arriveranno al punto di pareggio di bilancio fra 4/5 anni ma intanto pagano faraonici affitti , e’ un buinnes poi….se tutto questo fatto con soldi simili a quelli di Monopoli, e’ un mega businnes!!!!
Concordo con Roberto, ed a sostegno ri-posto l’interessante studio (ormai stagionato) dell’università di Urbino:
http://www.anconatoday.it/economia/studio-univpm-centri-commerciali-marche.html
Orietta Bedini Fabio Cittadini, impara l’italiano per favore
tutti questi centri commerciali sono solo riciclo di soldi di provenienza illecita, ancora non l’avete capito!!!!!!!!!!!!!!!!
Ringrazio sentitamente e di cuore, tutte quelle persone/famiglie, anche se poche, che ieri erano in giro per le terre marchigiane e non, e che fermandosi a mangiare per strada, magari da Alberto il porchettaro, hanno scelto RESPONSABILMENTE di non riuchiudersi in quelle “prigioni addobbate” create apposta per spillare soldi, anima e futuro alle persone.
Sono d’accordo. Noi in famiglia cerchiamo di comprare soltanto nelle piccole botteghe. Non è soltanto una questione economica: andando a comprare nei grandi centri commerciali, si uccide quel sapere legato ai mestieri, sia che si tratti di cibo che di vestiti o qualsiasi altra cosa: perdiamo la nostra cultura!
Qualcuno poi dice che il bottegaio impara a conoscere il nostro gusto, in maniera tale da servirci meglio: esatto. Chi dice poi che, comprando nelle piccole botteghe, non arriverebbe a fine mese, in realtà – questa è la mia umile opinione – sta mantenendo quel sistema economico che sì gli da uno stipendio, ma che in realtà lo affama, sia in senso letterale che metaforico; poi, se il bottegaio sotto casa è proprio proprio caro, cercatene uno centro metri più in là: ce ne sarà sicuramente uno meno caro! È tutta una questione mentale, una questione di pigrizia: andate al centro commerciale perché sapete dove parcheggiare la macchina (e i soldi della benzina? E l’inquinamento?) e ci trovate tutto, ma facendo due passi sotto casa renderete la vostra strada più vivibile, ossigenerete la vostra testa, magari vi verrà la soluzione di quel problema che da lungo vi preoccupa e in generale vedrete che incomincerete a vivere più distesi.
Il PdCI – Civitanova Marche – concorda con Roberto Cherubini rammaricandosi per un’altra scelta insensata dell’attuale amministrazione che ha tradito ogni punto del programma elettorale per cui si era presentata. Ci costerniamo di questo atteggiamento ricordando che uno dei punti programmatici del programma era il rilancio del commercio locale e a chilometro zero. Questa amministrazione non è più definibile di sinistra perché va contro ogni principio stesso della sinistra italiana – quella vera.
Ora che é tardi cosa si può fare? Hnno distrutto gli artigiani i contadini fondamento di una civiltà, in cui oggi con tutte le norme e leggi che per una persona normale é impossibile adempierle e costruire qualcosa almeno che non sei una myktunazionale o gruppo che addirittura danno fondi e agevolazioni per distruggerci. Perché questo il risultato finale la distruzione FI una nazione o civiltà. Mi sembra duro ma non impossibile ma non con i metodi attuali.
Questi Centri Commerciali sono quanto di più squallido possa esistere:
-sottraggono spazi enormi sfruttabili in altro modo
-sono architettonicamente inaccettabili, rovinano quanto di più prezioso abbiamo cioè il paesaggio
-sono pieni di prodotti scadenti
-impiegano personale che deve accettare condizioni di lavoro dure per via della crisi
Io mi chiedo:
-non sarebbe meglio rinunciare a tablet, I-phone e cose di questo genere, e investire meglio i nostri soldi su prodotti alimentari biologici, a Km 0, o comunque di provenienza e qualità certe?
-non sarebbe meglio passare la domenica nella natura, al cinema, in compagnia di amici a casa di qualcuno o in un locale caldo ed accogliente, anzichè stare rintanati come alieni in quei luoghi freddi (umanamente), tristi e impersonali, condannando tra l’altro i dipendenti a non vivere la domenica?
-e infine, ma quanti ne vogliamo ancora aprire? La gente che gira sempre quella è! Se va da una parte non va dall’altra! E se soldi non ce ne sono, non è che aprire altri centri commerciali sia un modo efficiente per generarli!!!!
-quanta speculazione c’è dietro?
Scusa
Caro Roberto Cherubini.
Ciò che scrivi e tremendamente vero e tangibile ad ogni latitudine oramai da qualche anno.
Spariscono i dettaglianti, spariscono le professioni, sparisce l’artigianato e sparisce con questo ogni minima forma di piccola comunità e tradizione e la cosa ancor più grave è che questo pare come incentivato dalla politica.
Commercio oramai quasi esclusivamente in mano a multinazionali che con la politica del prezzo stracciato impongono qualità mediocre (per non dire di peggio) a scapito di piccole realtà che stentano e spesso affogano per restare sul mercato.
Insomma ci fanno consumare ciò che decidono loro e sempre loro decidono gli ingredienti ed il prezzo.
Faccio un piccolo esempio:
Algida
Findus
Lipton
Friol, Oio, Bertolli e Dante
Mentadent, Durban’s
Milkana,Gradina e Calvè
(mi limito a questo)
Indovinate chi controlla tutte queste aziende (insieme a tantissime altre)?
Una enorme società a capitale Anglo Olandese che ha fatturato spaventoso.
Possibile che in così poco tempo stiamo distruggendo gli ultimi 100 anni di storia sociologica del nostro Paese?
Triste dirlo ma tempo altri 5 anni e le nostre città saranno poco più che dormitori.
Che pena questi politici tromboni che stanno li da 20 anni senza aver concluso nulla, anzi hanno fatto solo danni, con i loro falsi sorrisi, convinti di aver fatto cose eccelse ,invece sono pieni del nulla, senza arte ne parte. Seguiti da un esercito di pecoroni che vanno ad intasare questi luoghi insignificanti pieni di inutilità .
scusate ma non vedo la differenza che c’è tra la merce che si compra in un grande centro commerciale o in una bottega del centro in quanto i fornitori sono gli stessi vedi latticini,salumi,frutta,verdura,pane.anzi avendo più traffico commerciale la merce ha un ricambio maggiore che non in un negozietto e il prezzo minore di questi tempi ha la sua valenza.se invece di generalizzare ilCherubini ci indicasse una lista di “negozietti”che vendono della vera merce nostrana a km 0 gliene saremo eternamente grati.
Vi indico alcuni negozi di proprietà locale in cui trovate merce di qualità ed in grossa percentuale di produttori marchigiani:
– l’Emporio Macrobiotico in Viale Vittorio Veneto;
– Mangiarsano in Viale Vittorio Emanuele;
– Sfuso e Biologico in Via Civitanova;
– NaturaSì lungo la Statale 16 vicino all’uscita della Superstrada.
Poi, ci sono i mercati di vendita diretta degli agricoltori.
I centri commerciali sono tutta mafia, è tutto riciclaggio di denaro
scusate di nuovo ma devo fare un piccolo inciso:quando nei supermercati dei centri commerciali ci sono i cosiddetti “sottocosto”i primi clienti sono i proprietari dei piccoli negozi di città che poi li rivendono a prezzi maggiorati.il Cherubini dice che nei superstore la merce è una schifezza:di quello che si compra in città chi ci da la certezza che sia di buona qualità o una “bufala”.ps non mettete manine su o giù,sono semplici considerazioni di un lavoratore che ha a che fare sia con la piccola che con la grande distribuzione.
che dire…il discorso puo’ essere condivisibile in linea teorica…io personalmente sono solo per i negozi di media metratura ed eliminerei i centri commerciali in quanto viene meno il rapporto fondamentale con il cliente ma come dice il signor Poloni,lavorando anche io nel settore,quando mi reco dai cash and carry di zona (Ad Hoc etc…) ci incontro i negozianti che hanno le piccole e care pizzicherie…i ristoranti conosciuti (La Scaletta…etc…) ed anche rinomati della zona che acquistano prodotti per i loro esercizi commerciali ….i salumi sono al 99% sempre di tipo industriale…il salume o il prosciutto di “chiavetta” in negozio non lo troverete mai piu’,,perche’ non soddisfa i requisiti dell’Asur….e poi diciamolo pure…il commercio equo e solidale e l’acquisto dai produttori oltre a necessitare di tempo per poter essere fatto,e moltissimi tale tempo non ce l’hanno,per il portafoglio non e’ per nulla conveniente e considerato che si fa’ molta fatica ad arrivare a fine mese….direi che si parla sempre di bellissimi ed irrealizzabili sogni..
faccio seguito, aggiungendomi, a quasi tutti i saggi commenti sopra, con questo estratto. pretendiamo made in italy, quello sano, possibilmente etico e sostenibile e VERO e non fintamente sbandierato dai paladini locali (solo per realizzare in loco una singola fase lavorativa come purtroppo consente una mefistofelica legge).
biciclette Atala al 50% turcaPoltrona Frau alla statunitense Haworth
Telecom, il principale gruppo italiano di telecomunicazioni, è in mani spagnole
i turchi Toksoz hanno comprato i cioccolatini Pernigotti
Unilever, multinazionale anglo-olandese proprietaria dell’Algida, dell’olio d’oliva Bertolli …, delle confetture Santa Rosa e del riso Flora.
la francese Lactalis ha acquistato la Parmalat e i marchi Galbani e Invernizzi, Cademartori, Locatelli e Président;
la Nestlé è proprietaria di Buitoni e Sanpellegrino, Perugina, Motta, l’Antica Gelateria del Corso e la Valle degli Orti;
i sudafricani di SABMiller hanno acquisito la Peroni;
l’oligarca Rustam Tariko, proprietario della banca e della vokda Russki Standard, ha comprato Gancia;
i pelati AR sono finiti addirittura nelle mani di una controllata dalla giapponese Mitsubishi.
Lvmh è proprieraria anche di altri brand importanti come Bulgari, Fendi, Pucci, Acqua di Parma e Fendi
Kering ha comprato Gucci e Pomellato
Lvmh controlla anche Dodo, Bottega Veneta, Brioni e Sergio Rossi, Loro Piana
fuga all’estero anche per Bulgari, Gucci e Valentino.
Krizia in mani cinesi
(fonte: http://economia.nanopress.it/made-in-italy-addio-tutte-le-aziende-italiane-vendute-allestero/P79055/)
I cani abbaiano alla luna, e intanto la carovana passa.
(proverbio arabo)
D’accordissimo con Cherubini e tutti coloro che appoggiano il suo pensiero. E’ il trionfo dell’idiozia. Da psicologa, mi dispiace che la società stia diventando solo un branco di consumatori compulsivi, che non trova più piacere nelle cose semplici della vita, ma soltanto nella spesa sfrenata e nella gara sottile per sapere chi ha consumato di più e pagato di meno!
Condivido in pieno….l’unico pro che vedo e che forse sarà un luogo comune…é la possibilità che ha dato a molte persone di trovare un lavoro. Ma anche lì saranno stati studiati contratti appositi x sfruttare al massimo i giovani e non assicurargli comunque un futuro…..
Delirante non c’è che dire. Nel merito assolutamente incommentabile questo articolo, intriso com’è di frasi fatte e foga anticapitalista. Comunque Complimenti a chi ha voluto e realizzato questa struttura e all’amministrazione comunale che ha permesso tutto ciò. L’idiozia è nella retorica anarcoambiebtalista e marxista che inebria i commentatori. Meno male c’è ancora in giro qualcuno che ha ancora voglia di investire in questa cloaca statalista, assistita e perbenista che è l’italietta. Chi c’è andato ha potuto rendersi conto di quanti ragazzi e ragazze vi lavorano e fanno esperienza invece che stare a casa a sparare stupidagini su internet.
Per Tarantino: io lo chiamo shopping compulsivo. Per fortuna che sono mesi che non ci entrò di domenica.
L’80% degli italiani, a vario grado (cioè totale, parziale o funzionale), è analfabeta, sono tre volte che lo certifica una ricerca OCSE.
Mi pare che vi sia la prova empirica in questi commenti.
per paoloni ecc.
non avete capito niente. i produttori/commercianti locali da preferire non sono costoro che vedete voi che comprano salami e pneumatici a basso costo ai centri commerciali per rivenderli ricaricati del 20% ma coloro che producono/commerciano prodotti italiani, marchigiani, di qualità, insalate ed ortaggi senza pesticidi e fertilizzanti chimici, uova e polli ruspanti senza ormoni/antibiotici/mangimi chimici (un pollo naturale impiega 200 gg per essere macellato, uno in batteria solo 90 e fa pure schifo!!),, carne allevata idem (son pochissimi gli allevamenti naturali/biologici locali ma è carne buonissima!!!), salumi e formaggi idem, legumi, vestiti/scarpe da produttori locali senza marchio, splendidi, per tutto il resto bisogna cercare. il problema è che se siamo solo 4 a chiedere un indumento con cotone biologico (non sbiancato chimicamente e con colori naturali), lo stesso indumento lo trovi ad un prezzo esorbitante, se siamo in 150, la domanda e la produzione aumenta, il prezzo diminuisce. ma se tutti ci serviamo dai centri commerciali, o dai negozi locali in franchising made in china, o ancora peggio dai commercianti locali di marchi ex italiani che fanno profitto in cina/vietnam/india/romania/serbia/altrove, non si conclude niente. è la massa critica che fa qualcosa. il singolo non produce un’emerita banana. la lista dei negozi la trovate in rete. o altrimenti chiedete. ho una discreta cultura in merito! ogni prodotto ha la sua lista. qui ad esempio trovate una serie di negozi di prodotti in abbigliamento (per la delicata pelle dei bimbi soprattutto) http://www.mondobiologicoitaliano.it/bio_abbigliamento.html
poi per gli alimenti confermo la lsita di domenico: UPM dappertutto, GAS (quelli onesti e trasparenti, non tutti lo sono purtroppo!), mangiar sano, sfuso e biologico, i mercatini in piazza, naturasì (ha molti prodotti veneti ed esteri ma anche molti marchigiani, ma il tutto è veramente di qualità), negozi bio ce n’è e ce ne saranno sempre più quanto più sarà la domanda. un negozietto era nato in via dalmazia a civitanova, aveva prodotti per l’igiene della casa e personale spettacolari, naturalissimi, supercontrollati e certificati. è durato 3 mesi, aveva 20 clienti! di che parliamo??
adesso son stati costretti, per non pagare l’affitto, a vendere in piazza la 2 e 4 domenica del mese. cercate e chiedete made in italy, biologico o similare, e vedrete che i negozianti si adegueranno.
questo è il nuovo, etico e sostenibile. altro che civitanova che rinasce con un ennesimo centro commerciale del piffero!!!! corvatta si deve solo prima vergognare, poi dimettere, prima che ci riconsegni per altri 80 anni ad un centro destra ancora, o ugualmente, più spietato e cinico di loro, ma almeno più coerente al menefreghismo!!
Evidentemente la crisi ancora non è ancora totale.
Se nonostante la mole di informazioni a disposizione ed il lavoro continuo di educazione fatto da associazioni ed istituzioni la massa indistinta passa le domeniche in fila sulla superstrada per godere dei nuovi luccichii ed illudersi che riempire il carrello possa compensare il vuoto di idee. Come pretendere di salvare i centri storici, l’artigianato, l’agricoltura di qualità a fronte di tanta superficialità? Neanche l’obiettivo salute riesce a guidare le nostre scelte. Io continuo a boicottare, finche posso.
Sorvolando sulle affermazioni risibili di pigi78 a cui non è neanche più divertente controbattere, l’unica cosa che _DOBBIAMO_ fare – come fanno in molti altri paesi del nord europa – è limitare l’abuso delle automobili nell’ambito urbano.
Chi vuole andare al centro commerciale sia obbligato ad usare i mezzi pubblici (che – a mio avviso – dovrebbero peraltro essere finanziati dai centri commerciali stessi).
caro PANTOS sicuramente non ho capito niente quindi provo a fare alcune riflessioni:io personalmente ho consegnato per l’azienda per cui lavoravo prodotti biologici(pane)ed avevo una percentule di reso altissima(90%circa)causata dal prezzo elevato e soprattutto perchè la differenza con un prodotto ottenuto con qualsiasi altra farina è minima;lei è convinto della serietà dei produttori bio mentre è notizia di pochi giorni fa di un grande sequestro nel pesarese di farine cosiddette biologiche che non lo erano di sicuro e che rifornivano molti produttori locali;noi abbiamo un esempio lampante di serietà all’italiana che è la terra dei fuochi dove i produttori dicono che è tutto sano mentre tutto il territorio è malato,si producono tot q.li di mozzarella di bufala quando secondo le stime se ne possono produrre in base ai bovini censiti nemmeno la metà;anch’io cerco di comperare in campagna la verdura,le scarpe in fabbrica, i latticini nei caseifici ma non ho la stessa sicurezza che ha lei di aver trovato prodotti sani o che non siano frutto di sfruttamento o di frode,però per fare la spesa devo fare il giro dell provincia e allora feramrsi ogni tanto in un superstore non è poi cosi grave.
Pigi78 ha ragione da vendere, articolo populisita e banale, se avesse scritto “Il Cielo è blu” sarebbe stato più incisivo. La colpa è di un giornale che sceglie i pezzi da pubblicare tra la peggio della sinistra e si lamenta di noi che commentiamo con manine rosse truccate e finti nick… BAH… il giornalismo che bello che ERA…
assolutamente no sig. Paoloni, mi scuso se mi sono spiegato male, non è poi così grave fare la spesa una volta ogni tanto in un superstore, è grave, secondo me, farla ogni giorno o è grave quello che diceva lei, ossia i commercianti locali che vanno a comprarvi le sottilette kraft sottocosto per rivenderle alla bottega.
io non mi sneto mai sicuro di quello che mangio, soprattutto se dietro c’è un vero o finto logo “biologico”. gli scandali sono innumerevoli, anche se il rischio è inferiore. quello che posso dirle è che sicuramente mi sento più al sicuro se compro a 2 euro un’insalata proveniente da montecosaro con dentro una lumachina e dal sapore unico, piuttosto che un’insalata a 0,40 euro all’AUCHAN proveniente dalla cambogia. mi sento più sicuro se compro un pollo ruspante dal contadino non pompato da ormoni/antibiotici/mangimi animali e chimici dopo 200 giorni di allevamento, anzichè quello industriale cresciuto dopo 40 giorni (non scherzo), grosso il dopppio, morbido come un grissino ed insapore come la lattuga di cui sopra. col pollo industriale risparmio qualche euro, con cui compro smartphone all’ultimo grido, playstation nuova, moto, mobili, sky. non è solo questione di stile di vita o di scelte salutistiche, etiche ed ambientali. adesso è diventata questione di vita o di morte per la nostra economia.
aggiungo al pensiero del signor Poloni una ulteriore considerazione.Mi dicevano due medici della Asur di Macerata che ad esempio le uova sono da preferirsi quelle di filiera a scapito di quelle acquistate dal contadino in quanto correttamente controllate e monitorate e quindi prive di pericoli come ad esempio la salmonella che invece possono essere presenti in quelle degli allevatori locali che difficilmente vengono controllate.E questo discorso vale anche per il latte,(avete notato che stanno scomparendo i distributori di latte fresco??? non rispettano le normative ed i principi di pulizia e sicurezza…)la verdura….qualcosa i contadini se non altro contro gli insetti devono pur dare alle piante oppure no? Con questo non voglio dire che la merce che si trova sugli scaffali dei negozi sia oro ma solo che la vera qualita’ l’abbiamo mandata in soffitta decenni fa’ e piangere sul latte versato non serve a nulla.
p.s. una nostra amica ha costituito un gruppo di acquisto che si riunisce dopo aver selezionato i produttori e si fa’ consegnare verdure e latticini evitando i negozi,ma anche lei,lamenta l’alto prezzo dei prodotti……
L’ignoranza che traspare da alcuni commenti conferma il plagio completo effettuato dalla propaganda consumistica che ci ha fatto estinguere.
Detto in altra maniera, noi siamo già tutti morti perché una massa di idioti ha avuto il cervello lavato dalla pubblicità di un modello di vita e consumo insostenibile ed inumano, conosce solo quello, aspira solo a quello e non vuole essere disturbata mentre lo fa, reagendo, alternativamente o contemporaneamente, con rabbia verso chi disturba il placido dispiegarsi degli eventi e con rassegnazione condita di ringraziamento verso gli schiavizzatori. E vota pure per avere sempre le stesse cose.
https://www.youtube.com/watch?v=8RVEvPKwnjE
Uno degli aspetti più micidiale dell’attuale cultura, è di far credere che sia l’unica cultura… invece è semplicemente la peggiore.
Beh gli esempi sono nel cuore di ognuno… per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana è la cosa più pezzente che si possa immaginare.
Come si fa a rubare la vita agli esseri umani in cambio del cibo, del letto, della macchinetta…
Mentre fino ad ieri credevo che mi avessero fatto un piacere a darmi un lavoro, da oggi penso:
“Pensa questi bastardi che mi stanno rubando l’unica vita che ho, perché non ne avrò un’altra, c’ho solo questa.. e loro mi fanno andare a lavorare 5 volte… 6 giorni alla settimana e mi lasciano un miserabile giorno… per fare cosa? come si fa in un giorno a costruire la vita?!”
Allora, intanto uno non deve mettere i fiorellini alla finestra della cella della quale è prigioniero perché sennò anche se un giorno la porta sarà aperta lui non vorrà uscire..
Deve sempre pensare, con una coscienza perfetta:
“Questi stanno rubandomi la vita, in cambio di due milioni e mezzo al mese, bene che vada, mentre io sono un capolavoro il cui valore è inenarrabile”
Non capisco perché un quadro di Van Gogh debba valere 77 miliardi e un essere umano due milioni e mezzo al mese, bene che vada.
Secondo me, poi, siccome c’è un parametro che, con le nuove tecnologie, i profitti sono aumentati almeno 100 volte… e allora il lavoro doveva diminuire almeno 10 volte! Invece no! L’orario di lavoro è rimasto intatto. Oggi so che che mi stanno rubando il bene più prezioso che mi è stato dato dalla Natura. Pensa alla cosa più bella che la Natura propone, che è quella di, mettiamo, di fare l’amore, no?!
Immagina che tu vivi in un sistema politico, economico e sociale dove le persone sono obbligate, con quello che le sorveglia, a fare l’amore otto ore al giorno… sarebbe una vera tortura… e quindi perché non dovrebbe essere la stessa cosa per il lavoro che non è certamente più gradevole di fare l’amore, no?! Per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana.. certo c’ho il mitra alla nuca… lo faccio, perché faccio il discorso: “Meglio leccare il pavimento o morire?”
“Meglio leccare il pavimento” ma quello che è orrendo in questa cultura è che “leccare il pavimento” è diventata addirittura una aspirazione, capisci?
Ma è mostruoso che il tipo debba andare a lavorare 8 ore al giorno e debba essere pure grado a chi gli fa leccare il pavimento, capisci?
Tutto ciò è “oggettivamente” mostruoso, ma la dove la coscienza produce coscienza, tutto ciò è “effettivamente” mostruoso..
“SI VABBE’ MA ORMAI E’ IRREVERSIBILE LA SITUAZIONE”
Si, tu fai giustamente un discorso in difesa di chi ti opprime, perché è il tipico dello schiavo, no?! Il vero schiavo… il vero schiavo difende il padrone, mica lo combatte. Perché lo schiavo non è tanto quello che ha la catena al piede quanto quello che non è più capace di immaginarsi la libertà.
Ma rispetto a quello che tu mi hai detto adesso: quando Galileo ha enunciato che era la Terra a girare intorno al Sole, ci sarà sicuramente stato qualcuno come te, che gli avrà detto:
“Eh si! sono 22 secoli che tutti dicono che è il Sole che gira intorno, mo’ arrivi te a dire questa stronzata… e come farai a spiegarlo, a tutti gli esseri umani?” e lui: “Non è affar mio, signori…”
“Allora guarda, noi intanto ti caliamo in un pozzo e ti facciamo dire che non è vero, così tutto torna nell’ordine delle cose”… hai capito? Perché tutto l’Occidente vive in un’area di beneficio perché sta rubando 8/10 dei beni del resto del Mondo. Quindi non è che noi stiamo vivendo in un regime politico capace di darci la televisione, la macchina… no.
E’ un sistema politico che sa rubare 8/10 a 3/4 di Mondo e da un po’ di benessere a 1/4 di Mondo, che siamo noi…
Quindi, signori miei, o ci si sveglia… o si fa finta di dormire… o bisogna accorgersi che siete tutti morti…
Silvano Agosti
sig. Ceresani,
i GAS evitano uno o più passaggi e, Le garantisco, si risparmia. poi si va sulla fiducia. se il contadino locale mi assicura che non usa prodotti di sintesi, ci vado, mi fa visitare i campi, il magazzino, mi mostra cosa ci mette, in genere io mi fido. certo che mi può gabbare quanto vuole ma finchè vedrò insetti e chioccioline sul cavolfiore mi sentirò sempre e più al sicuro e avrò aiutato un contadino a non impiccarsi anzichè foraggiare multinazionali spregiudicate, aggressive e spietate con esseri umani, animali e ambiente.
Sorprende che una testata giornalistica abbia accolto un pezzo che non sarebbe stato pubblicato nemmeno in un discreto blog di enogastronomia.Suggerirei al sig. Cherubini, prima di parlare, di studiare almeno un pò un argomento del quale è – palesemente – appena informato.
La questione che solleva è molto più fluida e frastagliata di quanto possa immaginare.
Soprattutto gli suggerirei un atteggiamento più umile, e di scrollarsi di dosso il quintale di ideologia che lo attanaglia.
Per farla breve: la questione non è trasformare il consumatore in consumatore critico, dato che un consumatore critico resta un consumatore (come sanno bene tanti produttori e tante aziende di comunicazione, che fanno prodotti ad hoc per questo segmento, e non tutti buonipulitiegiusti).
La questione è trasformare il consumatore in agente responsabile.
caro Pantos…la mia ultima affermazione si riferiva ad un commento di una nostra cara amica che ha iniziato a fare la spesa in questo modo ma a suo dire non sa’ per quanto continuera’ in quanto il dispendio economico e’ sempre a suo dire decisamente maggiore…poi tutto ci puo’ stare…..
leggo molti commenti che indicano i frequentatori dei centri commerciali come se fossero dei grandissimi idioti che non hanno altro da fare che rinchiudersi tra quttro scaffali per comperare chissà cosa:una prima considerazione che mi viene da fare riguarda proprio i consumi,magari tutti entrassero per comprare si risolverebbe la situazione economica del paese invece buona parte entra per curiosità,per incontrare qualcuno,per socializzare,per l’ambiente climatizzato e se qualcuno preferisce il mare,la campagna o il centro città nessuno gli urla dietro che è un cretino.io ci provo tutte le sere a passeggiare in centro ma non trovo mai nessuno o quasi perchè evidentemente è cambiato il modo di socializzare e me ne fò una ragione.ad ognuno i suoi spazi.
Condivido pienamente l’articolo. Ma se l’italiano medio non fosse tale forse saremmo in un’Italia migliore.
purtroppo chi la pensa come l’autore dell’articolo è la minoranza e in pochi non costruisce nulla
Articolo propaganda… gratis…
@Ceresani: il medico dell’ASUR ti ha giustamente detto che non bisogna comprare alimenti da chi non è autorizzato (quindi controllato) alla vendita diretta, il che è ben diverso da affermare che i prodotti industriali siano migliori (e più sicuri) di quelli “a filiera corta”.
Esistono dei produttori “rurali” che commercializzano ottimi prodotti alimentari sicuri quanto quelli industriali.
Per quel che riguarda il “latte crudo” venduto nei distributori, non scherziamo: è controllato esattamente come tutti gli altri, altrimenti non potrebbe essere commercializzato.
Venghino signori, venghino…
Non c’è trucco, non c’è inganno: l’occhio è veloce, ma la mano lo è ancor di più
Una vecchissima canzone dei decibel:
Vieni a comprare la felicità,
ogni secondo è sprecato.
Vieni a sentire la genuinità
del latte pastorizzato.
Ogni cosa è fatta per te,
un imbroglio davvero non c’è.
La nutella la porta Asterix,
in offerta al caffè Super Pix.
Amo la musica che sento qua,
quel ritmo confezionato.
Mentre il profumo di plastica va
sul mio vitello tonnato.
Il rumore di cassa è uno shock,
spendo i soldi ma a tempo di rock.
Mi diverto moltissimo qui,
il progresso mi piace così.
Fai vedere chi sei, supermarket.
Forse trovi anche lei nel supermarket.
Oh, finalmente un bel posto per noi,
dove ognuno si fa i fatti suoi.
Tra un Martini e un omogeneizzato,
finalmente scopriamo il privato.
Fai vedere chi sei, supermarket.
Forse trovi anche lei nel supermarket.
Fai vedere chi sei, supermarket.
Forse trovi anche lei nel supermarket
Cerasi mitico! i Decibel di Enrico Ruggeri!!! canzone lungimirante…purtroppo.
caro signor Ravich…io mi riferisco alle uova acquistate dai contadini della zona,molti dei quali non sono di “filiera controllata” (mi passi il termine per favore) in quanto teoricamente hanno galline che dovrebbero fare le uova solo per il proprio consumo personale e non per la vendita e quindi possono dare problemi,ma allo stesso tempo io non ho assolutamente affermato che i prodotti che si trovano in vendita sugli scaffali anche dei supermercati dove lavoro siano migliori,lungi da me dall’affermarlo.Per quanto riguarda il latte…e’ vero che e’ controllato ma avra’ sicuramente notato che alcuni dei distributori che erano presenti nelle nostre cittadine sono spariti,e questo per problemi di igiene e sicurezza…e’ vero che sono controllati dalla Asur ma le assicuro per esperienze personale che tali controlli ci sono di media una/due volte l’anno e sono alquanto blandi…per non dire altro…visto e verificato personalmente,(dove lavoravo prima ne avevamo uno fuori dal negozio).Infatti stava alla buona cura ed allo scrupolo del gestore che tutto filasse liscio…siamo in Italia direi che questo chiude qualsivoglia discorso.
E’ proprio vero! E’ un trionfo dell’idiozia! Siamo arrivati a frequentare addirittura i centri commerciali anzichè passeggiare all’aria aperta o goderci un buon cinema o socializzare attraverso una sana chiacchierata tra amici. Vorrei sfatare un mito, qualora qualcuno ne fosse ancora convinto. I prezzi nei centri commerciali, eccetto qualche articolo civetta, sono superiori a quelli praticati nei comunissimi negozi nonostante i primi acquistino merce direttamente in fabbrica. Prendete un qualsiasi prodotto, alimentare e non, annotate il prezzo nel centro commerciale e controllate il prezzo dello stesso prodotto in un negozio. Avrete sicuramente delle sorprese. I centri commerciali la sindrome compulsiva da acquisto, simile alla sindrome compulsiva da gioco, favorendo lo spreco di denaro e di merce.
caro Toro Seduto…forse stare troppo a sedere crea qualche problema??? mediamente i prodotti ahime’ che uno ritrova nella grande distribuzione (ipermercati,catene come Risparmio Casa et similia,Toys etc…) sono tutti abbondantemente al di sotto dei prezzi che possiamo ritrovare in un piccolo o medio esercizio commerciale e questo per tutta una serie di ragioni che non sto’ qui a spiegare ma che si possono tranquillamente intuire.Poi sul discorso della passeggiata e sulla socialita’ sono il primo a dire che la gente si e’ bevuta il cervello e che non ha senso passare giornate intere in posti del genere.