Franco Moschini e Luca Cordero di Montezemolo durante la presentazione del Poltrona Frau Museum a Tolentino
di Alessandra Pierini
Poltrona Frau vola in America. Un altro marchio del Made in Italy se ne va così oltreoceano. A vendere sono gli ambasciatori del Made in Italy Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle e Nerio Alessandri di Tecnogym, azionisti di Charme e da sempre difensori dell’italianità e Franco Moschini che dell’azienda tolentinate e della sua posizione ha saputo fare in tanti anni un punto di forza. Ad acquistarlo è la Haworth alla quale la società d’investimento Charme Investments ha ceduto il 51,3 per cento per un corrispettivo di circa 213 milioni di euro e il presidente Franco Moschini cederà il 7,3 per cento di Poltrona Frau, incassando a sua volta circa 30 milioni di euro (leggi l’articolo).
La notizia ha subito fatto il giro del mondo. Il cambio societario è piaciuto a Piazza Affari. Il titolo del gruppo ha chiuso con un rialzo del 18,13% a 2,93 euro, correndo fin dai primi minuti di scambi all’annuncio degli storici soci della cessione.
Entusiasta il commento di Franco Moschini: «Questa operazione è la realizzazione di un grande sogno iniziato dal 2003 con il fondo Charme, ossia la creazione del più importante polo mondiale dell’arredamento di lusso e questo porterà grandi benefici allo sviluppo internazionale del gruppo e alla conseguente crescita dei nostri siti produttivi».
Ottimista il presidente di Confindustria Marche, Nando Ottavi: «E’ una notizia che fa clamore ma è prevedibile visto che con questo gruppo Poltrona Frau lavorava con ottimi risultati. Questo fa ben sperare che il gruppo continui a lavorare nella nostra provincia e regione».
Sulla stessa linea il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi: «A mio modo di vedere la maggioranza ad un gruppo americano che potrebbe far pensare a chissà quali risvolti, va letta come un’opportunità per internazionalizzare ancora di più un’azienda che ha già un palcoscenico mondiale. E’ palese l’attaccamento del presidente Moschini all’azienda. Ha sempre affermato che la manifattura fa la differenza nel mondo. A Tolentino il prodotto viene da artigiani finissimi. Mi auguro solo che, come credo, questa sia un’operazione che porta buone cose ai dipendenti della nostra città e alle famiglie. Diversamente lotteremo con ogni mezzo perchè non accada nulla che possa danneggiare l’azienda ma con Moschini come supervisor siamo certi che l’operazione sia volta a dare forza all’azienda».
Il consigliere regionale di Tolentino Francesco Massi : «Sono ottimista perchè ad acquistare è un imprenditore del settore. Capiranno che l’arte della manifattura è qui, quindi non credo che l’interesse sia quello di portare via la manodopera. Il polo dell’arredamento di qualità potrebbe essere arricchito dall’investimento americano».
Interviene a sostegno dell’operazione anche l’imprenditore Adolfo Guzzini: «Già negli anni 60, c’era nelle Marche grande attenzione da parte delle aziende come Poltrona Frau o Guzzini verso il design. La sensibilità era comune e questo spinse a chiamare esperti del settore e a investire in quel design che è parte del successo del Made in Italy. Poltrona Frau è un’azienda che conosco, che ha arredato alberghi, teatri e luoghi di prestigio, ne conosco il valore e le qualità legate al territorio, alla sensibilità che c’è qui, sono quelli che definiamo valori irriproducibili. Con la vendita arriva un grande gruppo che valorizzerà un’eccellenza italiana. Potrà proporre quindi un mercato più grande con forza maggiore. Il tutto fa pensare che verranno mantenute tutte quelle cose che solo qui si spossono fare. Mi auguro che questa scelta possa offrire di nuovo opportunità anche a quelle aziende che hanno sempre lavorato insieme a Poltrona Frau».
I sindacati esprimono invece i loro dubbi e soprattutto chiedono di conoscere quanto prima i dettagli sulla programmazione futura. «E’ un’operazione finanziaria – dice Aldo Benfatto, segretario della Cgil – che porterà diverse centinaia di milioni nelle casse del gruppo Charme e nelle tasche di Moschini. Siamo preoccupati perchè vogliamo sapere che tipo di progetto industriale c’è da parte della nuova azienda. Valuteremo nei prossimi giorni. Il subentrare di società straniere non è il meglio possibile». E’ sorpreso Primo Antonelli della Filca Cisl Marche: «Coinvolgeremo i segretari nazionali per capire cosa sta succedendo». Molto critico il segretario nazionale della Filca-Cisl, Paolo Acciai: «La cessione del marchio Poltrona Frau dimostra il totale disinteresse della nostra classe imprenditoriale nel salvaguardare le proprie eccellenze. Qui, però, la cessione agli stranieri è ancora più grave perchè il management è capitanato dall’ambasciatore del Made in Italy, Montezemolo, che se da un lato difende l’italianità del prodotto, dall’altro sembra interessato esclusivamente alle proprie entrate economiche».
Non vede di buon occhio la cessione dei marchi italiani la Coldiretti che sta presentando in giro per l’Italia la vetrina del “made in Italy volato all’estero”: «Dalla moda, con il caso di Poltrona Frau, all’alimentare si moltiplicano le operazioni di acquisizione dei gioielli del Made in Italy che trovano in questi settori le loro espressioni migliori. Quello della cessione di marchi storici del tessuto produttivo italiano, è un fenomeno che interessa tutti i settori, dall’agroalimentare fino ai trasporti, con Alitalia in procinto di passare agli sceicchi, ma anche la moda. Prima di Poltrona Frau, c’era stata la cessione dell’80 per cento dell’azienda Loro Piana al gruppo francese Lvmh per 2 miliardi di euro».
Preoccupazione anche dalle dichiarazioni del Partito Democratico con l’intervento della segretaria provinciale Teresa Lambertucci e della segretaria del circolo di Tolentino Anna Quercetti: “Apprendiamo dalle dichiarazioni del management Frau che l’azienda è stata venduta al gruppo americano Haworth. Contrariamente a quanto affermato nel recente passato dal gruppo Charme/Frau (costruire il polo mondiale del lusso Made in Italy a partire dalla sede produttiva di Tolentino) la proprietà di un’azienda leader per la Provincia di Macerata sceglie oggi di vendere al gruppo americano per realizzare il “polo mondiale del lusso”. Prendiamo atto delle assicurazioni date dai vertici della società alla Rsu sul mantenimento del piano occupazionale e produttivo nella sede di Tolentino; siamo tuttavia preoccupati per la tendenza degli imprenditori italiani a vendere assets redditizi ad operatori stranieri piuttosto che a investire nella produzione e nel lavoro nel nostro Paese; siamo altresì preoccupati per l’incertezza relativa al piano industriale che la nuova società intenderà sviluppare. Seguiremo con particolare attenzione gli sviluppi della vicenda, sensibilizzando le istituzioni locali e nazionali a seguirne l’evoluzione, in considerazione dell’importanza che la Poltrona Frau assume nel tessuto produttivo della nostra Provincia, sia per le dimensioni del polo produttivo di Tolentino che per l’indotto generato dalla stessa”.
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Pezzanesi ma che stai a di ? Lascia perde! ma di quale internazionalizzazione si parla ? Semmai trattasi di nazionalizzazione americana. Pezzanesi, hai letto che la Haworth che ha comprato l ‘azienda non ha alcuna intenzione di trasferirsi in Italia.
Inoltre, i soldi dell’acquisto vanno nelle tasche dei soci di Charme e in quelle di Moschini e non in investimenti produttivi a Tolentino. A meno che tu abbia notizie che ne CM, ne altri possiedono…
Un altro pezzo d’Italia che se ne va!
E visto che è una delle poche aziende che, alla faccia della crisi del momento, è in continua crescita, ci dobbiamo aspettare una triste sorpresa per tutti coloro che ci lavorano?
Prima una serie di licenziamenti, poi l’entrata nel gruppo Cappellini e ora la cessione all’estero…
Tranquilli, il Grande Padre Bianco di Washington istituirà a Tolentino una riserva indiana dotata di tutta una serie di vantaggi (anche fiscali) per i residenti.
Preoccupazione anche dalle dichiarazioni del Partito Democratico con l’intervento della segretaria provinciale Teresa Lambertucci e della segretaria del Circolo di Tolentino Anna Quercetti:
“Apprendiamo dalle dichiarazioni del management FRAU che l’azienda è stata venduta al Gruppo americano Haworth. Contrariamente a quanto affermato nel recente passato dal gruppo Charme/Frau (costruire il polo mondiale del lusso Made in Italy a partire dalla sede produttiva di Tolentino) la proprietà di un’azienda leader per la Provincia di Macerata sceglie oggi di vendere al gruppo americano per realizzare il “polo mondiale del lusso”.
Prendiamo atto delle assicurazioni date dai vertici della società alla RSU sul mantenimento del piano occupazionale e produttivo nella sede di Tolentino; siamo tuttavia preoccupati per la tendenza degli imprenditori italiani a vendere assets redditizi ad operatori stranieri piuttosto che a investire nella produzione e nel lavoro nel nostro Paese; siamo altresì preoccupati per l’incertezza relativa al piano industriale che la nuova società intenderà sviluppare. Seguiremo con particolare attenzione gli sviluppi della vicenda, sensibilizzando le istituzioni locali e nazionali a seguirne l’evoluzione, in considerazione dell’importanza che la Poltrona FRAU assume nel tessuto produttivo della nostra Provincia, sia per le dimensioni del polo produttivo di Tolentino che per l’indotto generato dalla stessa”.
Il Made in Italy, pezzo dopo pezzo, sta per essere smontato e ceduto ad aziende straniere che hanno in “testa” esclusivamente un interesse di tipo finanziario e non industriale.
Si sta ripetendo quello che anni addietro è stato fatto con l’ingresso in Poltrona Frau del fondo Charme di Montezemolo & Co. Non c’è alcun disegno industriale se non quello di trarre il maggior profitto finanziario per gli azionisti.
Basta legge i dati economici e finanziari di Poltrona Frau nel periodo 2010-2012: il fatturato è diminuito del 5,21% mentre il margine operativo lordo è passato da 18,58 a 22,13 milioni di EURO con una variazione dell’Ebitda margin di 1,83 punti. Il risultato operativo è cresciuto del 46,50% a 15,53 milioni di EURO e l’utile netto si è ridotto del 4,08%. Gli indicatori di redditività vedono un incremento del ROI di 3,48 punti al 10,36% e una crescita del ROE di 0,20 punti al 1,25%. Dal punto di vista patrimoniale si registra una diminuzione del rapporto debt to equity che passa da 1,46 a 1,12, risultato di un patrimonio netto di 70,81 e un indebitamento finanziario netto di 79,07 milioni di EURO
Per ora il vero “affare” l’hanno senza dubbio fatto Montezemolo & Moschini incassando 243 milioni di euro: sei volte tanto il patrimonio netto, e ben 12 volte tanto il capitale sociale di Poltrona Frau.
Poi si vedrà!!!!
A prescindere che l’operazione di sviluppo l’ha fatta la Haworth, che è specializzata in prodotti per uffici anche piuttosto brutti e dozzinali, ora si fregerà di un prodotto di qualità che in America se lo sognano e tra l’altro manco lo capiscono, ma questo dimostra che ciò che rende liberi è Dio Denaro, con buona pace di chi diceva che era il lavoro. Se questi sono i manager che ci porteranno fuori dalla crisi stiamo freschi…che delusione.
Gli americani stanno “colonizzando” il mondo industriale e noi glielo lasciamo fare tranquillamente… questi piani espansionistici americani sono sostenuti dal proprio governo che ha il solo obiettivo di impossessarsi delle principali fonti di ricchezza globali (siano esse aziede, risorse, imprese, marchi, ecc.). Puntano a distruggere le economie con le loro fantomatiche società di rating ed il loro obiettivo ultimo è diventare la più forte economia mondiale… pensate che se la Chrysler fosse stata così “produttiva” avrebbero lasciato che la Fiat se la comprasse?????
Complimenti a tutti gli entusiasti.
Continuate ad applaudire il boia che ci mette la corda al collo.
Tutto quello che tocca Montezemolo si trasforma in oro e allora va venduto nel momento migliore all’offerente migliore. In questa vendita ci sono anche un po’ di soldi miei, quando fu quotata in borsa a circa 4 euro per azione ne presi alcune naturalmente perdendoci.
Si sta parlando di un pezzo fondamentale dell’economia maceratese e non ce la si può cavare con gli “speriamo che…” oppure ” l’auspicio è che…” ecc. ecc.
Il dato di fatto CONCRETO e CERTO è che assistiamo ad un disimpegno ben remunerato di imprenditori italiani ( l’ennesimo) mentre da ieri ( ? ) la POLTRONA FRAU è a tutti gli effetti una azienda americana anche se conserva il nome italiano. Con tutto quello che ne consegue in termini di facoltà da parte dei proprietari di spostare la produzione ove riterranno conveniente, come e quando vorranno.
Anche se nei prossimi mesi tutto filerà liscio come l’olio ( è parte integrante della strategia della comunicazione “state tutti buoni e tranquilli” che accompagna queste operazioni) anzi, a fine anno verranno decantati i risultati dell’aumento di fatturato e di redditività proprio grazie all’operazione di vendita (vogliamo scommettere ?), rimane il fatto che quanto prima ci sarebbe da chiarire:
E’ stato presentato alle istituzioni e ai Sindacati un piano industriale da parte della Haworth ?
Sono state fornite garanzie in merito ad investimenti ed al mantenimento dei livelli occupazionali nel sito produttivo di Tolentino da parte della Haworth o della Charme?
E’ stato richiesto un impegno al gruppo Charme e a Moschini circa la possibilità di reinvestire nel territorio almeno parte delle grasse plusvalenze che hanno incassato dalla vendita della FRAU ?
Infine: quali sono le iniziative ( se ce ne sono) delle Istituzioni locali ( Comune, Provincia e Regione) e del Governo nazionale in merito a questa vicenda ?
Qualcuno si sta interessando di monitorare la situazione e magari chiedere qualche spiegazione direttamente al ” capitano di impresa” Montezemolo ?
E questi che imprenditori sarebbero? Quelli che stanno impoverendo gli italiani. E lo Stato sta a guardare…….consenziente. Che bella prospettiva di crescita!
Tranquillo è la globalizzazione, darling…
Si aprono nuovi mercati, nuove possibilità: ma vuoi mettere una linea ufficio progettata in USA ma realizzata in Cina come venderebbe bene se ci metto l’etichetta Poltrone Frau??
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Del resto anche noi facciamo uguale: abbiamo tanti “marchi” dell’eccellenza italiana che progettano cappelli e vestiti e scarpe e camicie e cappotti e maglieria e arredamenti che poi vengono INTERAMENTE realizzati fuori dai confini nazionali
Dall’Associazione industriali sento solo balbettii e farfugliamenti vari.
Ma questi non dovrebbero rappresentare anche il “valore sociale” dell’impresa ?
E non hanno niente da dire verso i cosiddetti imprenditori “top” che invece di reinvestire incassano le grasse plusvalenze e vendono la loro mercanzia in America ?
O anche in questo caso c’entra la crisi cattivona ( ovvero: piove governo ladro ! )?