Biogas anche a Civitanova
Spuntano centrali come funghi

Citt@verde scrive all'assessore Silenzi. Intanto il comitato dei cittadini di Potenza Picena chiede il rinvio della Conferenza dei servizi. Anche Francesco Massi, capogruppo del Pdl in Regione si schiera contro l'approvazione della centrale a Petriolo

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I componenti del comitato pro Petriolo manifestano contro il biogas

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La protesta del comitato pro Petriolo davanti alla Regione Marche durante la conferenza dei servizi

di Alessandra Pierini

Cambiano le tecnologie, mutano i meccanismi ma i risultati sono sempre gli stessi. Quello che sta accadendo con le centrali a biogas non può che riportare alla mente la questione degli impianti fotovoltaici a terra che, nel giro di pochi anni (tempo lunghissimo per gli uomini ma brevissimo, quasi insignificante per la natura)  hanno ferito profondamente e irreversibilmente il nostro territorio. Non si parla più di pannelli, sostituiti da costruzioni alimentate da letame e liquami ma la procedura è sempre la stessa. Cittadini inconsapevoli si alzano una mattina e affacciandosi alla finestra si trovano davanti, apparsi come per magia, a nuovi impianti di produzione energia. Nel caso del fotovoltaico in molti si sono accorti che le necessarie autorizzazioni erano state rilasciate e che quindi non si poteva tornare indietro, solo nel momento in cui i pannelli erano già ormai in fase di installazione. Non è molto diverso per il biogas. Eppure la politica sembrava essersi accorta degli enormi errori fatti nella regolamentazione del fotovoltaico e gli sbagli fatti in passato avrebbero dovuto servire da esempio per non ripetere gli stessi scivoloni per poi correre ai ripari quand’era ormai troppo tardi. Evidentemente però la saggezza popolare che insegna a far tesoro dell’esperienza non vale per gli amministratori. E’ così che in questi giorni continuano a puntare, come funghi, progetti di centrali a biogas e biomasse in tutta la provincia di Macerata.

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Francesco Massi, capogruppo del Pdl in Regione

«La proliferazione degli impianti  – sottolinea Francesco Massi, capogruppo regionale del Pdl, è dovuto ad un Piano, il PEAR (Piano Energetico – Ambientale Regionale), approvato nel 2005 dalla Giunta D’Ambrosio – Spacca con enfasi ed “osanna” di tutti i Partiti del Centro Sinistra, dei Verdi e degli Ambientalisti. Esso è stato ispirato dalla tenace volontà di bloccare la centrale Turbogas (per quasi 600 MW) che l’API proponeva (e tuttora propone) di costruire a Falconara. E che, da sola, consentirebbe di coprire il deficit energetico di tutta la Regione. Dunque, solo per una strategia populista “di contrasto” fu approvato il PEAR e, così, cominciarono da parte del Governo Regionale gli appelli ai cittadini ed agli imprenditori ad investire su fonti ed impianti energetici “alternativi” e “rinnovabili” con tanto di incentivi statali e regionali.
Tali appelli sono stati raccolti: cosa è avvenuto per il fotovoltaico è sotto gli occhi di tutti; gli impianti a Biogas e Biomasse sono proposti a decine in tutta la Regione da parte di società e imprenditori agricoli o di altri settori. Con tale Piano in vigore non può essere una Conferenza dei Servizi a negare una autorizzazione: la responsabilità si trova, a monte, nella strategia demagogica di certi Partiti e Movimenti. E’ giusto che i cittadini si chiedano se tale impianti siano nocivi per la salute. La documentazione tecnica e scientifica che afferma che essi sono perfettamente compatibili con la salute e con l’ambiente ed utili all’agricoltura è davvero consistente. Tuttavia i cittadini interessati non sono mai tranquilli. Credo che la Regione Marche debba fare uno sforzo di approfondimento e chiarezza sulla nocività o meno di tali impianti, cosa che ha fatto la Regione Emilia Romagna. Addirittura non esiste una norma statale o regionale che preveda la incompatibilità di Biomasse o Biogas in riserve o parchi naturali, anzi si direbbe il contrario.
Ecco perché hanno sbagliato a Petriolo quanti hanno pensato che la vicinanza dell’impianto alla riserva naturale dell’Abbadia di Fiastra o l’inclusione del Comune di Petriolo nella riserva (peraltro tecnicamente e giuridicamente impossibile) potessero bastare a bloccare l’autorizzazione».

I comitati sorti per scongiurare la costruzione delle centrali non sono stati finora ascoltati, l’esempio più evidente a Petriolo dove la Regione ha detto sì alla costruzione di un impianto vicino al centro abitato (leggi l’articolo). Mentre le proteste non si sono ancora placate e i cittadini annunciano ricorsi, altre aree e altri comitati si ritrovano a scoprire da un giorno all’altro la possibilità di ritrovarsi una centrale vicino casa.

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Il comitato Pro Petriolo in Regione

A Civitanova, dove una richiesta di autorizzazione è stata richiesta già nell’agosto 2011, Citt@verde cerca di prevenire e scrive all’assessore Giulio Silenzi: «Non vorremmo – si legge nella lettera –  che a Civitanova si faccia la fine dei tanti Comuni che si sono visti approvare dalla Regione le più strampalate e improbabili centrali a biomasse. Noi ne abbiamo una in sospeso, la centrale a Piane di Chienti presentata dalla Molinari Progetti per conto di “ Civitanova Energia”. Tutti a suo tempo si sono dichiarati contro questa centrale a biomassa amministratori,partiti di destra,di sinistra associazioni ambientaliste,comitati civici ma la centrale è in Regione in una sorta i “sonno “amministrativo. E se si sveglia? Chiediamo un intervento formale dell’ amministrazione comunale di Civitanova presso la Regione Marche e il responsabile del procedimento amministrativo affinché si intenda decaduta la richiesta autorizzatoria presentata dal Molinari progetti srl. E’ passato un anno dalla determina dirigenziale che assoggettava l’impianto alla Valutazione di Impatto Ambientale e la società non ha provveduto ad inviare gli atti. Crediamo che sia necessario un passo ufficiale della amministrazione Comunale  non solo perché in più occasioni gli amministratori Comunali si sono dichiarati contrari alla realizzazione della centrale a biomasse,perché c’è un atto formale di contrarietà alla realizzazione di detto impianto ma essenzialmente per evitare, nella frammentarietà e dell’incertezza della legislazione, che il procedimento autorizzativi di fatto sospeso e indefinito potrebbe ritrovare vigore senza che nel frattempo si siano esperiti tutti gli atti formali possibili per chiedere alla Regione Marche, al responsabile del procedimento amministrativo la decadenza della richiesta di autorizzazione».
A Potenza Picena i cittadini hanno scoperto solo martedì che era stata richiesta l’autorizzazione per una centrale a biogas e la Conferenza dei Servizi è  stata già convocata per martedì della prossima settimana. «Abbiamo presentato questa mattina – spiega Francesco Torresi del Comitato locale – una richiesta di rinvio della Conferenza visto che nessuno ha ancora visto il progetto. Abbiamo anche chiesto uno studio sull’impatto che la centrale avrà su residenti e attività nell’arco di 500 e 1000 metri. Nell’area ci sono un albergo, 3 o 4 ristoranti, un negozio di generi alimentari e una cooperativa agricola con tanto di silos. Non c’è alcun legame tra la centrale, di cui beneficia un unico soggetto che viene da fuori e il nostro territorio. Per di più l’impianto non è una bella pubblicità per un comune che punta sul turismo per il suo futuro».

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Il vice sindaco di Potenza Picena Ugo Riccobelli

Sull’impianto l’amministrazione comunale di Potenza Picena precisa diversi aspetti della questione e risponde a quanto dichiarato a Cronache Maceratesi dal consigliere regionale Francesco Acquaroli (leggi l’articolo): «Innanzitutto – dice il vice sindaco Ugo Riccobelli (il Sindaco Sergio Paolucci è assente in questi giorni per impegni di gemellaggio istituzionale in Inghilterra, ndr) – va detto che appena pochi giorno fa in Comune è arrivata la convocazione, da parte della Regione Marche, per la prossima settimana, di una conferenza dei servizi, per trattare l’argomento dell’impianto in questione. Prima di questa convocazione l’Amministrazione Comunale ignorava totalmente l’esistenza di qualsiasi richiesta. Ad oggi il Comune di Potenza Picena non è titolare di alcun procedimento; la titolarità è tutta in capo alla Regione, unico Ente che ha la competenza di istruire la pratica e rilasciare o negare le necessarie autorizzazioni. Ci sorprende come i rilievi che ci sono stati mossi nei gironi scorsi siano venuti proprio da chi vive le vicende della politica regionale come professione.L’argomento merita di essere trattato con grande responsabilità e attenzione evitando di dare valutazioni generiche e superficiali e rinunciando, ne vale la serietà della politica, a posizioni demagogiche e strumentalizzazioni che aiutano ad alimentare l’irrispettoso teatrino della propaganda elettorale. Inoltre va detto che prima della riunione della conferenza dei servizi della prossima settimana non è opportuno discutere di qualcosa di cui non si conosce alcunché. Correttezza vuole, infatti, che il Comune informi il Consiglio Comunale e i propri cittadini di una questione di pubblico interesse nel momento in cui ha conoscenza dell’argomento e dell’orientamento dell’organo titolare del procedimento, in questo caso la Regione. Altrimenti si rischia di comunicare ai propri cittadini messaggi allarmistici e informazioni inesatte e superficiali. Questo dovrebbe essere l’atteggiamento che qualifica ogni persona o gruppo investito di una pubblica responsabilità.».
Oltre a Petriolo,  Potenza Picena, Corridonia, Matelica e Loro Piceno, il fantasma del biogas arriva anche a Civitanova e spaventa Tolentino e Morrovalle, città nelle quali sono state richieste delle autorizzazioni in Regione.



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