“La Provincia non è una poltrona”

SPENDING REVIEW - Video intervista al presidente Pettinari sul riordino previsto dalla legge. Intervengono anche il coordinatore provinciale del Pdl Lattanzi ("Niente campanilismo, solo obiettiva necessità" ) e il parlamentare del Pd Cavallaro ("Difendere la Provincia non vuol dire difendere la casta")

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di Alessandra Pierini

La battaglia per salvare la Provincia di Macerata si avvia ad affrontare la fase culminante che vedrà protagonisti la Regione Marche e il Cal (Consiglio Autonomie Locali). Mentre il dibattito sul fronte politico continua con toni tutt’altro che pacati, il presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari invita all’equilibrio e alla saggezza tutti i soggetti coinvolti: «Non servono in questa fase niente annunci nè corse in avanti”  ha spiegato nella video-intervista che proproniamo qui di fianco. “Qualcuno tra l’altro è rimasto indietro, il problema non è più se le Province devono restare o meno, ormai c’è un decreto legislativo che impone il riordino, bisogna capire in che modo”. Pettinari invita anche ad un ragionamento volto all’interesse regionale: «la nostra Regione – sottolinea – è strutturata in quattro territori da secoli, da 2 o 3 anni è nata una nuova Provincia, quella di Fermo, che non è possibile mettere strutturalmente sullo stesso pianodelle altre. La battaglia è a favore della governabilità delle Marche». Il Presidente si appella, accorato, ai suoi cittadini: «In questo momento i maceratesi hanno ben altre preoccupazioni e tante difficoltà da affrontare perciò non si sono resi conto della gravità di ciò che sta succedendo. Qui non è in gioco la poltrona del presidente, credetemi, non sono in discussione il mio ruolo istituzionale  e la mia carriera, ma il futuro dei nostri figli. Sono fiero perchè tutti i partiti provinciali si sono espressi a sostegno di un progetto che guarda lontano e sono convinto che la coesione ci darà forza. C’è una comunità che chiede alla regione il ricorso alla Corte Costituzionale e non posso credere che il presidente Spacca vorrà accollarsi la responsabilità di non reagire ad un provvedimento che definisce i territori solo in base al numero di abitanti e alla superficie».
La Provincia si prepara anche ad affrontare problemi amministrativi di altra natura: «Il Governo ha previsto per la Provincia di Macerata un taglio di ben 4 milioni e mezzo di euro e il bilancio che abbiamo approvato a giugno dovrà essere riscritto. Va riorganizzato anche il sistema scolastico, anche questo interessato da tagli lineari: istituti storici, come il liceo classico Giacomo Leopardi di Macerata ad esempio, rischiano la cancellazione per un’applicazione meramente burocratica, ma faremo del tutto per evitarlo. Non ci siamo fermati e non ci fermeremo neanche per i nuvoloni neri che si addensano sulla nostra provincia».

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Mario Lattanzi, coordinatore provinciale del Pdl

Interviene sull’argomento il coordinatore provinciale del Pdl Mario Lattanzi: «Il dibattito politico sul riassetto delle province, che dovrebbe manifestare una unità di fondo per raggiungere un comune obiettivo, sembra in qualche momento avvitarsi su se stesso, quasi alla ricerca preventiva del responsabile di un possibile insuccesso. In questa battaglia non si deve solo misurare la capacità di farsi valere del centro sud delle Marche nei confronti di Pesaro ed Ancona. I partiti politici a Roma non sono stati capaci di evitare una norma assurda per regolare il riassetto delle provincie. A livello periferico si discute, anche animatamente, si votano ordini del giorno all’unanimità e poi vari esponenti politici parlano senza tener conto di ciò che si è deciso. Come più volte scritto, ho sempre pensato che regioni e province sono un doppione. Ma dal momento che a Roma non si è voluto procedere alla eliminazione di una delle due istituzioni, è assolutamente necessario trovare il sistema di mantenere la nostra provincia, al fine di evitare disagi, scompensi territoriali e disservizi che ovviamente ricadranno sugli abitanti. I criteri stabiliti dal governo (popolazione e territorio) vanno modificati perché non sono ovunque applicabili ed addirittura in qualche caso sono pericolosi perché potrebbero mettere in forse, se non addirittura a vanificare, l’ottimale erogazione di alcuni importanti servizi. Ribadisco, poi, che non può non esser preso in considerazione l’aspetto storico e culturale: non vorrei che, con la mania di affidare tutto ai tecnici, ci si dimentichi delle nostre origini e delle nostre tradizioni. Alla Regione ed al CAL il compito di sostenere la posizione di Macerata Provincia, non per campanilismo ma per obiettiva necessità. Perché non è ragionevole che al Nord delle Marche ci siano due province ed al sud una sola, pur in presenza di un numero di abitanti non molto differente. Come previsto dall’articolo 133 della Costituzione, CAL e Regione Marche debbono essere parte attiva nella definizione del nuovo assetto con le quattro storiche province marchigiane. In consiglio provinciale i rappresentanti del PDL hanno votato il documento unitario ed hanno espresso sulla stampa la loro opinione, che condivido. Nel prossimo Coordinamento provinciale di lunedì 3 settembre se ne discuterà ulteriormente. Il Coordinatore regionale On. Ceroni non mancherà di esprimere il suo pensiero in proposito. E’ per altro decisamente preoccupante il pensiero già espresso dal suo collega del PD Ucchielli».

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L’onorevole Mario Cavallaro

Il deputato del Pd Mario Cavallaro continua la sua azione di difesa dell’ente e sottolinea le ragioni che lo muovono:«La difesa della provincia di Macerata non è una difesa d’inesistenti privilegi di un’improbabile casta: l’organizzazione delle province è la meno incisiva per costi fra le strutture pubbliche. Quella di Macerata è da sempre molto virtuosa ed ha tradizionalmente personale contenuto, di alta qualità e professionalità. I provvedimenti in corso di approvazione renderanno pressoché irrilevante il costo della politica nell’Ente, concentrando i poteri sui sindaci eletti.

La nostra dimensione è adeguata, anche secondo i criteri sostanziali del governo e per la sua peculiarità socio-economica e territoriale, ad una omogenea governance intermedia di servizi locali, infrastrutture, reti economiche e sociali e dell’organizzazione periferica dello stato. Essa ha la storia e l’unitarietà significative che meritano una difesa coraggiosa: poche migliaia di abitanti in più o in meno non possono intaccare il diritto di avere un proprio sistema di riferimenti e di azioni locali, regionali e statali e sono tutti i territori, non solo il capoluogo, a trarne giovamento.
L’elenco delle buone realizzazioni ed eccellenze del territorio, ma anche delle cose ancora da fare, è troppo lungo e troppo noto per ripeterlo ad ogni piè sospinto. Non è certo il momento, inoltre, di iniziative che seminano divisione ed economicamente recessive.
Non c’è nessuna guerra di Macerata contro gli altri territori regionali interessati a questo riordino al momento sconsiderato, perché vanno comprese le esigenze rappresentative di ciascuno, che del resto sono già state ben sfruttate (la sola esistenza di una pur gracile provincia ha consentito a Fermo di salvare il tribunale e di avere consistenza nel piano sanitario regionale). Ma esse vanno viste in un quadro di sintesi che, secondo la Costituzione e, con minore chiarezza, anche secondo la recente legge, compete alla Regione, – che anche nelle Marche ha dato numerose deleghe alle province – e deve perciò dire come intende organizzare anche le sue reti. Anche quelle comunali, isolatamente inadeguate.L’impugnativa alla Corte Costituzionale, se si farà, non ha per scopo di difendere Macerata o Fermo o attaccare Ascoli, ma affermare che le norme attuali indeboliscono il potere regionale sulle autonomie territoriali e che l’attuale riordino è sbagliato. In una nuova eventuale revisione, il diritto-dovere delle Regioni di esprimere i propri indirizzi in materia uscirà rafforzato ed il ruolo di Macerata dovrà essere riconosciuto ugualmente».
Cavallaro auspica anche il riordino delle Regioni e contesta i parametri del riordino, oltre a criticare la polemica politica mossa da alcuni: «Basterebbe leggere i giornali dell’intera regione, per vedere che Celani o Castelli dicono cose ben diverse dai loro colleghi maceratesi di partito e d’area. Il tutto è comprensibile e irrilevante. Deprecabile è che per l’ennesima volta, su un tema cosi serio si voglia imbastire una modesta polemica politica che, svilendo posizioni ed impegno di tutti, nuoce sicuramente alla comune giusta causa».

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Intanto anche il sindaco di Macerata Romano Carancini ha aderito al Comitato per Macerata e il suo Territorio. La sua adesione è la numero 1.500 ed è stata raccolta in piazza della Libertà dai componenti del Comitato che hanno allestito uno spazio nel quale è possibile chiedere informazioni e sottoscrivere la partecipazione.

 

 



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