Il Provveditorato che avrà il ruolo del RUP e di Direttore dei Lavori? Dal Ministero arrivano i soldi e dai suoi funzionari locali verranno gestiti e controllati. Si trattasse di una burocrazia franco-anglosassone potremmo credere ad un opera ben fatta e senza sprechi. Ma così auguri all'Assessore.
@ Giovanni di G.
Dovresti ringraziare anche Meschini, Carancini ma, soprattutto Mosca che con grande sprezzo del pericolo ti ha consentito di fare l'assessore. Chissà oggi quanto gli costerà quella scelta.
1- Se quella foto è superata perché oggi la lista Conti sta con la Pantana e fino a ieri anche Carbonari stava con la Pantana, perché cm continua a riproporla?
2- FdL,di Macerata, dopo varie prove tecniche di voto alle primarie del PD per Mandrelli, hanno per il momento deciso di allearsi con chi ha governato per 5 anni con un proprio assessore, nella passata Giunta Meschini -il peggior governo che si ricordi nell'ultimo ventennio con la famigerata minitematica-;
3- questa ennesima virata a sinistra denota un cinico progetto di potere di una parte del gruppo dirigente locale ma che, nello stesso tempo, li allontanerà ancora di più dalla propria base già abbastanza disorientata dagli appetiti di pochi loro rappresentanti.
E' sorprendente il commento di Di Geronimo. Eppure e' uno che dovrebbe conoscere sia la realtà sociale, sia la politica attuale.
Nel campo del centro sinistra (ma anche del centro-destra), anche i bambini sapevano che Marcolini perdeva, e che rischiava di perdere male anche in provincia di Macerata. I nomi del PD fatti da Di Geronimo non centrano nulla. Chiunque abbia seguito i confronti televisivi e segua sommariamente l'evoluzione socio-politica in Italia, capiva benissimo che per la regione si stavano confrontanto un esperto vecchietto che guardava indietro, con un energico giovane vandalico che guardava avanti.
E' da questa analisi che Spacca (e il suo mondo dalla saggezza antica) trae la sua forza reale. Tutto questo Marcolini lo sapeva e lo lasciava trapelare, ormai a Lui interessava solo arrivare alla pensione tra due-tre anni da alto funzionario regionale. Vedremo le prossime promozioni.
@ Francesca Ciucci.
Brava! Finalmente un commento che "funziona" (ingegneristicamente parlando), perchè dice cose concrete e fondate (ad eccezione del riferimento alla Curzi in merito al "sacco edilizio di Macerata" di cui parla avit). Il sacco edilizio non è avvenuto negli ultimi 10 anni ma è iniziato sin dagli anni '50 e si è sviluppato, con il contributo di molti architetti "politicamente ragionanti" e organici ai partiti e agli uffici pubblici. Agli Ingegneri si può, al massimo, imputarli di mancanza di cultura estetica sacrificata a vantaggio della sicurezza generale.
@ Schiavoni.
Lo ha detto proprio Lei! L'Ingegnere funziona. E' questa la ragione per cui gli Ingegneri, ma anche i Geometri, lavorano e gli architetti organizzano cineforum e dibattiti rimanendo disoccupati. La "profezia dell'architettura" è oggi esattamente questa.
Negli anni ottanta, sui banchi della facoltà di Ingegneria a Bologna, tra varie le varie scritte incise campeggiava la seguente frase:" nel creare il mondo Dio ha fatto anche due cose inutili, le formiche e gli Architetti". A guardare come oggi l'Ordine degli Architetti concede i crediti formativi, quella frase appare come una triste profezia.
l'opposizione che fa? La mangioranza si sa, sull'edilizia non si e' mai fatta scrupoli essendo priva di etica ed estetica. Ha persino abolito la commissione ex ornato pubblico, favorendo l'esercizio abusivo della professione.
Tra maceratesi possiamo dirci la verità. La nostra Piazza non è affatto la più bella piazza delle Marche e nemmeno della Provincia. E' più simile ad una decorosa corte interna di una grande caserma ottocentesca che alla civica "Platea Magna" medioevale o rinascimentale. Anzi, a ben vedere, tutta la città murata è stata concepita e adattata nel tempo per essere una funzionale caserma a difesa delle installazioni preposte al comando territoriale. Nessun cedimento alla ricerca di una particolare bellezza urbana, ma solo un diffuso e omologante decoro tipico delle caserme e dei seminari. Fare del libero commercio e creare una pluralità di moderne tipologie abitative, all'interno di una città i cui attributi urbanistici fondamentali sono più connaturati alla guerra che non alla pace, è un'impresa impossibile.
Le prime riflessioni sulla pedonalizzazione del Centro Storico di Macerata iniziano nel 1971 con l'approvazione definitiva dell' innovativo Piano Regolatore di Piccinato. Sino a pochi anni prima in centro storico si andava anche per fare il pieno di carburante presso la pompa di benzina in P.zza S. Giovanni. D'altra parte l'ultimo dei quattro distributori posti a ridosso delle mura castellane, è stato rimosso solo poco tempo fa. Il dibattito sulla pedonalizzazione si vivacizza tra il 1975 -'80, ma resta confinato nell'ambito della dialettica tra i partiti, interessati più a non perdere consensi tra i commercianti piuttosto che tra i residenti, i quali, a loro volta, sembravano contenti di lasciare il centro storico per abitare nei nuovi quartieri popolari di Collevario, Piediripa ecc.. Sarà sempre la politica ad alimentare per tutti gli anni ottanta e novanta il tema della pedonalizzazione, da un lato enfatizzandolo ideologicamente, dall'altro incentivando il processo di rinnovamento edilizio e sostituzione degli strati sociali tradizionali residenti nel centro storico. Oggi, la crisi economica e la radicale ristrutturazione della distribuzione commerciale, combinata con la mutata qualità della domanda residenziale espressa dai nuovi e più esigenti ceti, ha reso il dibattito più vero e meno ideologico. Allo stesso tempo la politica, rimasta paralizzata troppo a lungo, in balia di sbandate programmatiche continue e priva di capacità progettuali, non è più in grado di trovare una sintesi equilibrata tra gli opposti interessi.
E' ormai accertato che circa 900 mila mc. (pari a circa 3.000 appartamenti) previsti nella variante del "Piano Casa" è stata una previsione sbagliata perchè irrealizzabile nei tempi e nei modi stabiliti. Più che sperare di recuperare soldi da ditte destinate a scomparire dentro la crisi, ma che intanto avevano ottenuto una variante urbanistica a fini edificatori in base ad un rapporto di partenariato con il Comune, converrebbe ipotizzare una variante che riporti alla destinazione agricola quelle aree che non verranno mai edificate, o almeno non lo saranno per i prossimi 10/15 anni.
E' davvero straordinario che tra le tante valutazioni che vengono fatte sulle problematiche del centro storico di Macerata, non emerga con chiarezza l'insostenibilità per il bilancio comunale degli attuali flussi veicolari. Mantenere in costante efficienza una strada veicolare in centro storico, non solo è impossibile ma costa unitariamente dalle 10 alle 15 volte in più di una strada esterna. Le strade del centro storico, in particolare quelle percorse dagli automezzi, corrono sopra le volte murarie degli antichi percorsi sotterranei, che vengono riempiti ogni volta che si crea un cedimento.
Parlare di Ri-costruire l'identità o di ri-appropriazione dell'identità in riferimento al Centro Storico di Macerata è un bel concetto ma che, in sostanza, non significa nulla. Semmai il problema è come fare a trasformare in un valore realmente spendibile sul territorio nazionale, o almeno regionale, il patrimonio "identitario" del nostro centro storico.
Se la cosiddetta identità non vuole essere semplice campanilismo, bisogna saperla valorizzare e renderla attrattiva per un più ampio mercato turistico-culturale, commerciale, residenziale e dei servizi.
Allora è sbagliato dire che un'opera pubblica in più o in meno non fa alcuna differenza. E' con questo ragionamento che non abbiamo mai avuto opere infrastrutturali importanti per la valorizzazione e la fruizione agevole del Centro storico.
Dovrebbe essere altrettanto chiaro che quello di Macerata non è un "bene posizionale unico" nel vasto panorama storico-monumentale-ambientale italiano, dunque, per affermare il proprio valore deve essere complessivamente più competitivo.
Non per saccenteria, ma i grillini dovrebbero sapere che di medioevale nel centro storico sono rimaste appena delle tracce alla "Cocolla", dove le auto non possono circolare. Per il resto il centro storico è sei/settecentesco. Questo non significa che non bisogna tendere alla pedonalizzazione, anzi di isole pedonali ce ne sarebbe bisogno in tanti quartieri, compresi quelli nelle frazioni dove il numero dei pedoni investiti dalle auto è decisamente superiore che in centro.
Battiam, battiam le mani, arriva Fuksas. Qell'archistar di Crozza con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra. Speriamo che ci porti i tubi di ferro avanzati dalla chilometrica pensilina milanese per coprire lo Sferisterio.
Vado a memoria;
-1994 Il ministro Merloni, a seguito di mozioni e interrogazioni parlamentari revoca di fatto la concessione per la realizzazione della strada nord a Macerata (tangentopoli), che resta incompiuta. Si salva solo Ancona che riuscirà a completare il proprio programma di opere stradali con i finanziamenti della legge sulla ricostruzione post-bellica;
-1995 la Regione Marche, in sede di approvazione della variante generale al PRG del 1990 stralcia tutti i tracciati viari fondamentali previsti (strada nord, svincolo di S. Claudio ecc.) e sconvolge di fatto la struttura portante del Piano dove restano solo le lottizzazioni di Corneto e le vergini (naturalmente senza strade di collegamento). Contemporaneamente il Ministero LL.PP. mette l'ultimatum per l'utilizzo dei pochi soldi rimasti del consistente finanziamento iniziale della legge sulla ricostruzione;
-1995/96 l'Amministrazione Maulo affida l'incarico per una variante tematica sulla viabilità che prevede la famigerata "galleria delle fonti" e altri tratti (che non potranno essere fatti per i noti crolli), nonchè il rinterramento delle strutture incompiute della strada nord. Contemporaneamente la SINTAGMA di Perugia incaricata del piano del traffico, afferma che il problema dell'attraversamento intervallivo della città è un falso problema, non c'è bisogno di nuove strade e il tema della mobilità è risolvibile in altro e mistrioso modo. Intanto l'Anas, che aveva già finanziato il progetto per lo svincolo di S. Claudio (15 Mm) rinucia all'opera;
-1997 l'Amministrazione Menchi, per non perdere definitivamente il finanziamento, approva la già adottata variante tematica sulla viabilità, inserendo anche il tracciato via Mattei-pieve;
- 2000/2005 l'Amm.ne Meschini rinucia al finanziamento della Quadrilatero per la via Mattei-Pieve (ce la faremo da soli!). Intanto si fa redigere dall'U.T. comunale con la consulenza esterna di esperti il Piano del colore per il centro storico, il piano per le pavimentazioni, per le cornici ecc..
Settimana scorsa - la regione Marche finanzia, tra centinaia di progetti presentati da molti comuni tra cui Macerata (case popolari, Bonaccorsi, parcheggio a nord, minimetro ecc..) solo quello del comune di Ancona;
Ieri- La Regione Marche sottoscrive un'accordo di programma con la QUADRILATERO per la strada Pieve-Superstrada, ancora non prevista nell'attuale PRG.
Quando si parla di "bellezza" in riferimento alla città materiale (storica e non), si parla esattamente di "UN PATTO", una mediazione, un equlibrio, ricercati intenzionalmente tra fattori pratico-funzionali e valori culturali. UN PATTO, dunque, che i nostri avi sapevano stipulare, aggiornare costantemente e dosare a seconda delle circostanze, avendo la consapevolezza che la "bellezza" è una potente cura per vincere il "mal di città". Questa antica sapienza e capacità operativa è andata perduta da almeno 60 anni e non solo a Macerata.
Un PATTO di questo genere ha avuto, ed ha ancora, potentissimi e colorati nemici che potremmo riunire sotto la categoria dell'utilitarismo, mascherato sotto il più nobile concetto di pragmatismo. E' proprio dal confronto con questa categoria (normalmente la controparte del PATTO) che l'Amministrazione pubblica (in teoria portatrice dei valori collettivi) esce sconfitta. Da qui nascono molte delle perplessità, resistenze, diffidenze e proteste dell'opinione pubblica.
A Macerata il parco della musica esiste già e si chiama Sferisterio. Lavoriamo su questo. Il punto oggi non è il rapporto tra musica e architettura ma tra architettura (assente) ed edilizia (troppo diffusa).
Sulla vicenda “valleverde” l’amico Peppe evidenzia due gruppi di questioni tra loro interconnessi, definiti “spine nel fianco per i consorziati”.
La prima spina raggruppa problematiche connesse alla “criticità” politico-gestionale con cui è stata condotta la più grande lottizzazione produttiva pubblica (PIP) della città che, come paventato da Bommarito, rischia di divinire la più grande incompiuta zona industriale della regione.
Su questo aspetto posso solo aggiungere alla documentata analisi di Bommarito, che è arrivato il momento di riflettere meglio anche sulla “regola” –non scritta ma sempre seguita a Macerata dopo l’esperienza del PEEP di Collevario- per la quale la macchina comunale non sarebbe in grado di gestire in proprio con efficacia ed efficienza opere programmate che, per dimensione, aspetti tecno-giuridici ed economici, presentano particolari complesstà. Infatti, l’osservazione dei negativi esiti conseguiti con la delega al privato (STU di via Trento, galleria delle fonti, Piano di ricostruzione, PIP valleverde ecc.), dovrebbe indurre la politica comunale ad invertire la rotta. In questo senso appare davvero stridente (almeno formalmente) la ricordata affermazione dell’ex Sindaco Meschini “…Macerata non ha bisogno della Quadrilatero(a costo zero). La nuova strada(di P.R.G.)via Mattei-Pieve ce la facciamo e ce la paghiamo da soli..).
Tuttavia è la seconda spina -scelte urbanistiche generali e aggiornamento delle priorità circa le strade e gli svincoli superstradali- che a mio avviso necessità un supplemento di riflessione.
Bommarito ritiene lo svincolo di Campogiano a Colbuccaro –prossimo al lato est della zona industriale di Sforzacosta- sia prioritario rispetto a quello di S.Claudio –più vicino alla zona industriale di Piediripa-.
Premesso che è assurdo continuare a curare la malattia con la malattia (incopiute con incompite), sarebbe altrettanto assurdo porre, Macerata su Macerata, problemi di priorità tra due svincoli che hanno alla base presupposti diversi (giuridico-urbanistici, economici e territoriali).
Intanto ambedue gli svincoli ricadono nel territorio di Corridonia che li ha recepiti nel proprio PRG e, dunque, quel Comune ha dichiarato pubblicamente e correttamente, ai suoi cittadini e all’intera provincia, quali sono le sue priorità, i suoi interessi e le sue strategie competitive. Dall’altra parte del confine, il Comune di Macerata ha recepito nel suo PRG solo la presenza dello svincolo di S. Claudio, ignorando completamente quello di Campogiano.
Allo stato delle cose, dunque, gli interessi e le priorità pubblicamente dichiarate -ieri e oggi- da Macerata sono quelle relative allo svincolo di S. Claudio e, naturalmente, gli interessi conseguenti –pubbli e privati- sono stati e debbono essere orientati in quella direzione. Ora si potrà ritenere che quella fu una scelta sbagliata o non più attuale, ma questo lo deve decidere democraticamente la città assumendosi il rischio di un’ulteriore e fatale sbandata nelle sue prospettive di sviluppo.
Sbandare, si sa, è sempre stata una particolare caratteristica della Macerata post-unitaria e repubblicana, ma la particolarità maceratese è anche la dimostrazione che si può sbandare pur stando fermi. E’ forse proprio da questa città che nasce la formula –politica ed economica- per cui la massa pesante dell’inerzia e dell’immobilismo, per effetto della rotazione terrestre e dei naturali piani inclinati, rotola da sola verso il baratro.
Mentre la città veniva "narcotizzata" con proclami, programmi e polemiche sul nulla (piano casa, minitematica, centro fiere, museo diffuso, Pizzi si Pizzi no ecc..), i veri strateghi della sinistra-mattonara (per dirla con Bommarito) realizzavano concretamente questi "buoni affari".
Non sono le case che fanno una città ma sono gli uomini.
Esistono immensi agglomerati edilizi che non sono mai diventati città.
La fase urbanistica finisce quando inizia quella edilizia.
Nel 1999 l'Amministrazione Menchi avviò, attraverso l'allora Assessore all'urbanistica arch. Iommi, un programma di rilevazione delle cavità ipogee presenti nel sottosuolo della città. Con un modesto investimento iniziale fu incaricato un gruppo di tecnici che riuscirono a rilevare e documentare circa una cinquantina di siti tra cunicoli e grotte all'interno del centro storico. Certamente una quantità minima di manufatti rispetto al vasto reticolo esistente di cui si ha notizia da sempre. Tuttavia si trattò di un lavoro iniziale che avrebbe dovuto (e deve) proseguire nel tempo ma che, invece fu interrotto dalle successive amministrazioni al grido "pensiamo allo sopra e non allo sotto". L'idea di Iommi si basava sulla semplice constatazione che la città storica "non è un soprammobile". Dunque la conservazione del "soprammobile" presuppone almeno la conoscenza del "mobile" che lo sostiene.
Sino ad oggi nessuno a Macerata ha saputo o voluto parlare di architettura, di condizione professionale dell'architetto, di cultura della città e di coraggio nel fare "onestamente" la professione, con un tratto di verità così forte come ha fatto la vedova dell'architetto Marcelletti.
Evidentemente soltanto un non architetto, sia pure in un momento di dramma personale e famigliare, ha avuto la capacità di indirizzare un raggio di luce la dove la politica e la cultura dominante ha voluto sempre tenere in ombra.
Un sincero omaggio alla Signora Leoni, tuttavia, affinchè la sua accorata e illuminata denucia non resti un semplice e isolato sfogo personale, ma diventi uno stimolo e un contributo reale per la città, dovrebbe chiarire quanto di non del tutto comprensibile appare nella sua testimonianza.
Naturalmente non pretendo che Lei risponda ad un anonimo (non tutti hanno "coraggio"), ma non lasci infruttuoso il suo spirito critico, evitando che l'operato di suo Marito cada inutilmente nell'anonimato e resti vivo solo l'operato del padre Marone.
Mi sovvengono alcuni "amarcord".
- senza l'esplosione della vicenda Longarini (e il clima di tangentopoli) l'Amministrazione comunale di allora non avrebbe deliberato la revoca della concessione per la costruzione della strada nord e, a seguire, la Regione (già molto sensibile alle tematiche ambientali) non avrebbe cancellato la stessa strada dal PRG, con l'ovvio consenso del Comune che nel frattempo era anch'esso diventato ipersensibile sulla tutela ambientale.
- la previsione di "valleverde" (allora il più grande "piano pubblico per insediamenti produttivi" delle Marche) fu una iniziativa della Giunta Mauolo con la variante tematica sulle aree produttive della città (resa esecutiva dalla giunta Menchi). La giunta Meschini decise solo di affidarne la realizzazione pratica al privato (stessa cosa per via Trento), liberando l'apparato burocratico del comune da un impegno ritenuto eccessivo rispetto alle proprie risorse (umane ed economiche).
- ad oggi, per quasi il 70% dei lotti di valleverde non è stato richiesto alcun permesso di costruzione e la maggior parte di essi è in attesa di essere venduto. E' facile immaginare che resteranno invenduti per diversi anni, nonostante che diversi piccoli imprenditori locali continuano ad insediarsi in altre zone del comune e dei comuni limitrofi.
- "il piano casa" e la "minitematica" (2001-2010) sono pratiche urbanistiche certamente discutibili, come molte altre, faticosamente spinte dal Consiglio Comunale ma che ad oggi non ha prodotto più del 3-4% dei circa un milione di mc. previsti. Addirittura la minitematica è attualmente bloccata da un ricorso al TAR. Tutto ciò, sempre per la medesima sensibilità che ha prodotto la cancellazione della strada nord senza alcuna soluzione definitiva per la viabilità generale.
- non appare così chiaro se l'attuale conflitto tra giunta e consiglieri di maggioranza ha origine nella vicenda Giorgini e dall'accresciuta sensibilità ambientale, dalle cronache di questi sembra quasi il contrario.
....non è importante il nome dell'incaricato, ma è grave che lo si faccia dire al Dirigente dietro "silenzioso suggerimento" della Giunta.
Peccato! E' stata persa l'ennesima occasione per fare un concorso di idee che avrebbe qualificato l'attuale Amministrazione e la città.
Nascimbeni fa benissimo a insistere sull'affare "Piscine a Macerata".
@ Cerasi dovrebbe chiedersi anche come mai, oltre al Consiglio Comunale, anche il CdA dell'Università -partner pubblico dell'iniziativa- sembra aver chiuso gli occhi.
Sin dall'antica grecia le città non avevano veri e propri nomi. Non si trova mai nei documenti il nome di una città, ma il nome di chi abita quel luogo -città degli ateniesi, degli spartani ecc..-. Anche il nome Macera non appare mai prima del 1200, ma appare solo la dizione "terra de Maceratinis". Oggi si tratta solo di lasciare sui cartelli il nome di Macerata senza aggiunte.
Il concorso non basta a selezionare le idee migliori, se la giuria non è selezionata sulla base della qualità e della libertà. Chi sceglierà la giuria?
E se fossero dei privati a finanziare l'opera come si farà ad imporre loro una giuria o semplicemente un concorso?
@Cerasi
mc. possibili 7000 diviso 4 piani= 1.750 mc. a piano, diviso per 3.10 mt. (altezza media di piano)=564mq. E' questo l'ingombro a terra dell'edificio. Si potranno realizzare circa 20 alloggi. Tra verde pubblico e privato resteranno oltre 6.100mq
@ Miglioratore.
E' vero, guardando anche io la documentazione pubblica presente anche nell'apposito sito comunale, conosco ormai quasi tutto di questa delibera.
Ad esempio ho visto che nel parco non è stato censito (nell'apposito elaborato redatto dal Comune e dalla Forestale) nemmeno un albero secolare, una siepe o una essenza vincolata.
@Miglioratore; nella minitematica ci sono anche volumi commerciali oltre a quelli residenziali.
Che ne pensa degli oltre 15000 mc. previsti in via Bramante, degli oltre 40.000 nell'area di via Metauro, dei 9000 a B.go Piediripa, dei circa 36.000 tra l'incrocio Montanello -strada scorrimento e via Velini, dei circa 53.000 mc. area ex ENEL di corneto, 30.000 lungo via cincinelli, oltre 7.500 in via cioci, oltre 9.000 in via Roma ecc..
Ma in particolare che ne pensa dei 31.000 mc. a ridosso dell'incrocio dei cappuccini con nuova strada confluente sullo stesso incrocio?
Pensa veramente che il problema della città e del quartiere sia quello di una palazzina nei pressi di casa suà?
@Principi
Fare una variante urbanistica non significa necessariamente e obbligatoriamente costruire. E' una previsione che può rimanere tale per decenni. Un Piano Regolatore di norma dovrebbe avere una validità decennale, trascorso inutilmente tale termine le previsioni possono decadere. Naturalmente si costruiscono case solo se si ritiene di poterle vendere, anche se tra le tante libertà imprenditoriali c'è quella di fallire.
Da capogruppo consiliare del PD Carancini ha votato insieme alla commissione tutti gli atti preliminari della "minitematica". Ora mi sembra normale e coerente che da Sindaco cerchi di difendere la variante urbanistica nella stessa sostanza volumetrica deliberata dal Comune, contro i tagli (130 mila mc.) e le prescrizioni introdotte dalla "avversaria" Provincia di Capponi. Su questa vicenda parte della maggioranza attacca violentemente il proprio Sindaco accusandolo ,forse strumentalmente, di cementificazione. L'anomalia rispetto alla prassi consolidata, ma del tutto legittima rispetto alle norme scritte, è che i consiglieri di maggioranza, attraverso un uso eccessivo dei poteri della Commissione Consiliare, ha predisposto una delibera alternativa a quella della Giunta e del Sindaco.
Il conflitto è del tutto evidente, e mostra un elevato grado di diffidenza tra consiglieri di maggioranza e Sindaco.
Tuttavia, se da un lato il Sindaco ha ragione a voler difendere la delibera comunale originaria, dall'altro - essendosi tenuta per se la delega all'urbanistica e avendo nominato un dirigente del servizio di sua esclusiva fiducia ma completamente ignaro della pratica- alimenta di fatto la dffusione sull'intero corpo consiliare e su parte di quello burocratico, un senso di incertezza e inquietudine rispetto alle ultra decennali aspettative sottese alla minitematica.
Non riuscendo a fare nuove strade il Comune fa le sperimentazioni sugli incroci esistenti -tutti ad alto rischio di incidentalità- con un duplice obbiettivo. Da un lato la tutela giuridica dei responsabili comunali rispetto a possibili denunce, dall'altro la necessità politica di mostrare un certo attivismo a basso costo. In tutti e due i casi non c'entra mai l'interesse primario dell'automobilista per una circolazione fluida e sicura.
I semafori di via Pancalducci deresponsabilizzavano principalmente gli addetti alla vigilanza e non rispondevano ai bisogni degli automobilisti, la stessa cosa vale per la sperimentazione in corso a S. Lucia.
"...... la pianificazione urbana è una cosa, la conformità di un Progetto alle norme in materia ambientale e di sicurezza un’altra. La politica non rinunci al suo ruolo! ..."
Con questa frase ad effetto Pensare Macerata conclude la sua lunga analisi sulle ragioni del NO GIORGINI.
In primo luogo sarebbe giusto ricordare che è stata proprio la politica a inventare lo strumento SUAP (legge Bersani -ministro), proprio per salvaguardare i cittadini-imprenditori dalla diffusa inerzia programmatoria degli Enti locali.
Secondariamente il NO sembra riferirsi non tanto al tipo di attività industriale ma al particolare luogo di insediamento.
Ma allora perchè la precedente Giunta ha consentito per circa tre anni lo sviluppo di tutte le complesse fasi istruttorie?
Si dirà che oggi è cominciata una "nuova storia", anche se molti protagonisti sono gli stessi. Ma allora perchè appellarsi al ruolo della politica e della "pianificazione" intesa come "strumento per migliorare la qualità della vita specie per le future generazioni", quando si sa che la destinazione alternativa per quella zona è quella di restare agricola.
In sostanza mi sembra ipocrita che per dire NO bisogna ricorrere a ragionamenti sui grandi sistemi.
D'altra parte Macerata ha detto no per decenni allo sviluppo -per ragioni politiche certamente-.
La cosa più interessante dell'articolo di Ricci è la foto aerea allegata. Una immagine che da sola spiega tutto; la storia secolare, i caratteri dell'ambiente naturale e il caos dello sviluppo urbanistico degli ultimi 40 anni. Ma, in particolare con la previsione del nuovo insediamento "Giorgini", mostra il futuro sviluppo della "valle degli imperatori". Un futuro inquietante per Macerata perchè insostenibile, come la politica urbanistica condotta da Corridonia ha già ampiamente dimostrato, quando ha consentito, senza soluzione di continutà, la congiunzione tra centro storico e fondo valle. La collocazione strategica della variante indica chiaramente la volontà di spostare verso nord-est, a ridosso della ferrovia, il limite del futuro sviluppo avvicinandosi sempre di più alle vergini e alla città.
Sta a vedere che quello che doveva essere un geniale colpo di strategia giuridica per far saltare la programmazione urbanistica comunale -dichiarare altamente insalubre una normale attività produttiva di manufatti plastici- si sta trasformando in un boomerang. Tuttavia l'altrettanto geniale maggioranza politica, che nel passato ha inventato l'esproprio volontario -piano casa- la "minitematica" ecc., saprà portare in porto anche questa ulteriore variante di ampliamento della zona industriale di "valleverde".
L'analisi di Don Carnevale su Carlo Magno e Aquisgrana a S. Claudio, sui suoi genitori -Pipino il Breve e Berta- sepolti a San Ginesio ecc., sono infinitamente più convincenti e credibili delle sue farneticazioni politologiche. Non si tratta nemmeno di trasformismo ma di semplice stupidità.
Commentando solo l'articolo di Menghi e Munafò "VOTARE SIGNIFICAVA SOLO ASSEGNARE POLTRONE" (ma in generale osservare le interviste televisive ecc.), è facile capire che l'obbiettivo era di non assegnare poltrone al centro-destra. Le balle "dell'idea di città", del programma "chiaro e forte", di una politica diversa ecc. non reggono più. Per raggiungere il vostro scopo sfascista vi siete persino immolati sull'altare del nulla, dunque è naturale aver dichiarato che fra cinque anni non vi presenterete più.
Il fatto è che gli assessori debbono essere pagati relativamente bene, proprio perchè dovrebbero essere tecnici, magari esperti anche politicamente. In verità i politici "puri" (spesso disoccupati) non la intendono in questo modo. L'assessorato per loro è uno stipendio garantito che i partiti non possono più assicurare in altro modo.
Ho letto che in consiglio comunale siederanno un polizziotto e un carabiniere. Ottima cosa, se non perderanno tempo a controllarsi tra loro avranno molto lavoro da fare guardandosi semplicemente intorno. Se lo faranno renderenno un grande servizio alla città, alla politica e al paese.
La domanda n.2 è assolutamente chiara: "vuole o non vuole il parcheggio sotto Rampa Zara?" Attenzione. Nella domanda del giornalista, la dove dice "sotto rampa zara" c'è già in sostanza una precisa scelta localizzativa e progettuale, niente affato generica. Si trattava semplicemente di rispondere con un si o con un no. In questo Pistarelli è stato il più convincente, rimandando al programma descrizioni più puntuali. Carancini ha sentito il bisogno di precisare questioni relative all'impatto ambientale, alla mattonata ecc. perchè sa che la maggior parte della sua coalizione di sinistra non è ancora pienamente convinta.
@ GUIDO
Per la terna all'urbanistica direi senza dubbio l'amico Vitruvio perchè è l'unico marchigiano che conosce le radici elleniche di Macerata.
Per i LL.PP. condivido. Brunelleschi è il massimo perchè, come R.Piano -ormai fuori moda- ha dovuto emigrare per affermarsi, soffrendo l'ostracismo dei poteri forti.
Sia la Menghi che Capponi sembrano condividere lo stesso sogno, coprire lo Sferisterio. Per farne cosa? Evidentemente un teatro fruibile tutto l'anno. Immagino che avranno già pensato al riscaldamento, all'acustica e alle norme di sicurezza vigenti sui teatri coperti o copribili temporaneamente (le norme li considerano equivalenti). Quanto costerà questo intervento? In quanti anni si potrà ammortizzare questo investimento? Avranno già valutato che l'applicazione delle norme ridurrà i posti dagli attuali 2500 a poco più di 1500?. Quanto dovranno costare i biglietti, già oggi troppo cari?. Se tutto questo (più molto altro) l'anno già valutato allora si può fare. L'importante è che dal fronte dello Sferisterio venga tolta almeno la scritta "AD ORNAMENTO DELLA CITTA".
Ho appena letto che i due consiglieri anziani dell'UDC in Comune hanno votato la "riforma" del regolamento edilizio comunale, mentre il terzo consigliere UDC, troppo giovane per conoscere quella "tradizione filosofica" così ben spiegata dall'ottimo frate dolciniano Guido da Macarta, ha condotto una coraggiosa battaglia contro. E' così dunque che da oggi i maceratesi, che già vivono in una città il cui grado di qualità urbana e architettonica è uguale a zero, debbono ulteriormente adeguarsi ad essere degli umili "geometri sociali", come desiderato dalla sinistra ecologista.
Meschini afferma con convinzione che Lui e la sua decennale amministrazione hanno governato bene la città. Credo che in un certo senso abbia ragione. Non tanto per le realizzazioni concrete o i programmi avviati, la cui maggiore forza sta nei vincoli stringenti imposti nei vari settori ai suoi successori, ma per aver adempiuto alla sua vera missione storica: bloccare in ogni modo possibile sia l'ineludibile bipolarismo politico, sia la deriva populista e innovista -detta anche civica- inaugurata con l'Amministrazione prima Maulo poi Menchi. L'imperativo assoluto per Meschini era pacificare, narcotizzare e confondere la città, garantendo la sopravvivenza del vecchio sistema dell'egemonia partitocratica di matrice democristiana, praticamente tramontata nel resto del paese. In questo senso la sua abilità maggiore è stata quella di alimentare e manovrare le tante e diverse opposizioni, giocando sulle loro fragilità e tenendole costantemente in uno stato di perenne conflittualità e competitività tra di loro -quello dell'UDC è soltanto il caso più evidente ma non il solo-. In questo modo ha anche consentito alla maggioranza di limitare i danni collaterali dovuti alle proprie divisioni, riuscendo a portarla a fine mandato. E' evidente a tutti che anche questo gioco cinico, sempre ispirato all'immobilismo, è arrivato alla fine soprattutto a causa dei colpi mortali provenienti dalla crisi globale e dalla conseguente trasformazione di sistema in atto.
Bravo Meschini! Meriti davvero la direzione dell'ARPAM.
Oggi, nel villaggio globale, nessuna città può dirsi isolata culturalmente. Tuttavia l'isolamento fisico, quello infrastrutturale, ritardando l'aggancio con lo sviluppo e la "modernità, impedisce la competitività. Certo il consumo culturale resta garantito anche nell'isolamento ma non altrettanto la sua produzione e distribuzione. E' noto che la produzione di "cultura" è un potente magnete anche economico, ma deve essere costantemente alimentato dalla presenza e permanenza in loco di talenti creativi che, a loro volta, attraggono altri talenti. Ma questi soggetti, per definizione, non sono stanziali, non sono attratti da un posto di lavoro fisso, non hanno orari e, soprattutto, non sono conformisti. E' dimostrato invece che sono attratti da luoghi che hanno una spiccata identità storico-culturale, una forte tolleranza civile, una certa vivacità e una disponibilità di tecnologie. Se intanto si riuscisse a colmare i deficit infratrutturali e funzionali, non credete che Macerata potrebbe candidarsi a svolgere un ruolo significativo anche in questo settore?
Essendo Kallicrates dovrei sapere qualcosa sull' Atene delle Marche. E' noto che l'Atene di Pericle, a parte il partenone, era la peggiore città dell'egeo. Il problema dello smaltimento dei rifiuti, della sicurezza, dell'occupazione, dell'igiene domestica e urbana e della qualità di vita erano enormi, con conseguenze drammatiche sulla popolazione. Anche la cosidetta "democrazia" cittadina era più apparente che reale. Tutti elementi negativi che contribuirono al suo declino. Certo era la città più grande, una capitale, un luogo dove per un breve periodo si concentrò il maggior numero di "creativi"; ma altri erano i veri centri culturali ed economici della civiltà ellenica (Olimpia, Delfi, Coo, Delo ecc.). Sicuramente la collina maceratese e le sue fertili valli erano note ai coloni greci del VII e V secolo, che riuscirono ad integrarsi perfettamente con le popolazioni "picene" autoctone. Ma questi civili fondatori dei nostri primi nuclei urbani, non avrebbero mai immaginato di porre le basi di quella Atene (delle Marche) da cui erano fuggiti.
Se proprio dobbiamo parlare di "vera" opposizione negli ultimi cinque anni di consiglio comunale bè, allora, non possiamo che parlare di Meriggi, candidato sindaco del PDL nel 2005, poi definito "comunista" dalle stesse forze di minoranza perchè fu vice sindaco di Maulo.
Naturalmente "comunista" nel senso dato da Giorgio Gaber in una sua famosa canzone ".... non possiamo non dirci comunisti perchè tutti amiamo il comune...".
Eppure non furono i vari Ceroni, Ciccioli o i civitanovesi a scegliere la perdente candidatura, e in quella coalizione (CdL) c'era anche l'UDC. Anche allora una parte della Casa delle Libertà si dissociò e nacque il candidando Antolini con la sua lista "Uniti per Macerata". Meschini ancora ringrazia per aver potuto condurre il secondo mandato, per dirla con Carancini, peggio del primo. E' probabile che Conti abbia ragione quando dice che i vertici regionali non conoscono la realtà cittadina e che non è sua intenzione far perdere Pistarelli ma, semmai, tutelarlo nel suo ruolo di consigliere regionale. Ma -sempre per amore del Comune- oggi non abbiamo un'altro Meriggi da sacrificare, salvo non vedere in Giustozzi un suo omologo.
Certamente il "meglio tardi che mai" è sempre meglio che niente. In ogni caso, senza nulla togliere al valore della persona, dieci anni di ininterrotta gestione del potere insieme al PD (corporativo e connivente con la destra), sono troppi sia per un recupero di verginità di sinistra e libertà, sia per una convincente critica nei confronti del PD e della sua Amministrazione. La tecnica della confusione politica, quando non si riesce più ad essere convincenti, non funziona più neanche a Macerata.
Gettare la croce addosso a Mosca per i disastri del decennio Meschini è forse eccessivo. Lui ci ha provato ma purtroppo ha messo in giunta l'assessore sbagliato, tanta passione e onestà ma poca competenza. Certo non sarà facile decidere il collocamento politico per le prossime elezioni ma credo, se mosso da sincero interesse per il rilancio della città, dovrà allearsi con il centro-desta. Lui non è un conservatore ma un imprenditore, non saprà dove sono le mura medievali, ma è un uomo del fare concreto e non può stare con chi ha governato tanto male la città da fargli perdere di fatto il ruolo di capoluogo. Sulla presunzione delle liste civiche che, come le jene, sentono l'odore del sangue, ha perfettamente ragione.
E' vero che il 30% degli aventi diritto non vota, anche perchè ritengono i partiti dei carrozzoni utili a pochi, tuttavia il qualunquismo, le ambiguità "civiche", la "democrazia" diretta, la piazza ecc.., non fanno più parte della cultura politica occidentale da qualche secolo. Le liste civiche hanno ampiamente dimostrato di non essere la cura dei nostri mali.
I maceratesi sono veramente stanchi. Dopo circa 15 anni di centro-sinistra, con tutto il suo bagaglio politico-culturale fatto di "relativismo" estremo -dalla delibera sulla istituzione del registro sulle coppie di fatto, all'utilitarismo esasperato nella gestione urbanistica-, oggi abbiamo anche circa 35000 lettere inviate dal Comune ai cittadini per "omessa e/o infedele dichiarazione sui tributi comunali (TARSU in particolare).
Non era mai successo in passato; tanto più che oltre la metà di quelle contestazioni si stanno smontando innanzi alla commissione tributaria, con costi e disagi per i cittadini. E' veramente credibile pensare di affidare l'alternativa a Meschini alle troppe liste civiche? Credo di no. Penso che già in troppi stiano pericolosamente danzando sulle spoglie di un moribondo, senza offrire credibili ipotesi di rinnovamento reale.
Che i nomi dei due candidati, di centro-destra e centro-sinistra, siano quelli detti nel commento di Munafò è cosa ovvia e scontata per chi sa interpretare le dinamiche di moda nei due schieramenti. Lo schifo non è tanto questo (la moda è poi sempre la stessa), ma quanto "l'ipocrisia" dei programmi. Per alcuni dovrebbero essere persino innovativi; si dice addirittura che ci vorrebbe "un'idea forte", quando invece è necessario semplicemente realizzare le cose già ideate nel passato. Forse l'idea forte -ma impossibile- è necessaria al centro sinistra che deve mostrare una discontinuità nella continutà, sapendo che i maceratesi andranno a votare contro l'amministrazione uscente. L'unica che, oltre al non fatto o fatto male, ha messo pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini.
Montali dice che Deborah studia da leader ? Ottimo, purchè studi realmente! Non basta amare la città ma bisogna anche conoscerla. Sapere è una cosa, conoscere è un'altra cosa, saper fare è un'altra cosa ancora. Intanto, nell'attesa che tutto ciò avvenga, Macerata ha bisogno immediato di un'alternativa politica all'attuale amministrazione. Il centro-destra ha già tutte le condizioni per essere oggi l'alternativa, compreso il candidato "naturale" a Sindaco. Gli studenti completino gli studi e superino gli esami, poi si vedrà.
KALLICRATES
Utente dal
22/10/2009
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