Da Gian Mario Maulo, ex sindaco di Macerata, riceviamo:
La riqualificazione dell’area dei Giardini Diaz, realizzata dal 1989 in poi, ha gradualmente restituito immagine e funzionalità ad un grande polmone della città: parcheggio interrato, Terrazza dei popoli, ovale dei Giardini, gance di bocce, tunnel e ascensore per il centro, accesso da via Tucci, stazione delle corriere, Viale Puccinotti, galleria delle Fonti, restauro della Rotonda, recupero del bosco urbano di Fontescodella, pur con le loro criticità non certo indifferenti, sono tessere di un unico mosaico. In particolare il recupero storico e funzionale dei Giardini (primo premio nazionale di progettazione) prevedeva anche la restituzione a verde dello spazio sotto il muro di Viale Puccinotti, la sostituzione graduale delle piante a fine vita, la piantumazione dell’anello più esterno dell’ovale, la pedonalizzazione dell’area, un percorso interno per gli autobus urbani da Piazza Garibaldi con fermata davanti all’ascensore, il percorso di quasi tutti gli autobus extraurbani in via Cioci o via Cadorna/via Tucci/via Mattei o galleria.
Ora, invece, parecchie piante sono esauste, la manutenzione dei giochi è appena sufficiente, le auto sono tornate perfino attorno a gran parte dell’ovale, troppi autobus extraurbani passano per i giardini, la rotonda prevista come area di ristoro è chiusa perché non adatta alla funzione, le gance in parte sono abbandonate (sono anche troppe), la palazzina Valadier non è stata restaurata.
E’ comprensibile che, per stato di necessità, una parte di auto parcheggi ai lati della Rotonda, più comprensibile che si prevedano alcuni spazi per chi accompagna i bambini ai giochi, ma il resto delle tante auto che vi sostano e i tanti autobus extraurbani che vi transitano riportano degrado, inquinamento, rischi, nel cuore verde di Macerata, appena riqualificato, con milioni di euro dei cittadini.
Eppure oggi finalmente siamo tutti coscienti dei danni delle polveri sottili e dell’ossido di carbonio, soprattutto per i bambini che giocano a due passi, per chi fa sport nei prati e nell’anello interno, per gli anziani che vi passano le loro ore insieme e per la sopravvivenza del verde.
Propongo all’amministrazione: limitazione effettiva e controllata della sosta delle auto (degli abitanti del centro e, temporaneamente, degli utenti delle poste) esclusivamente sotto il muro di Viale Puccinotti (anche per rispettare il contratto con il concessionario del Parksì), spazi riservati e controllati in via Cadorna per chi accompagna i bambini ai giochi, passaggio limitato solo agli autobus urbani con sosta davanti al tunnel per il centro,, percorso degli autobus extraurbani per via Cadorna o via Cioci (eccetto per quelli che vanno verso via Pace), destinazione della Rotonda a Ludoteca o ad attività di animazione compatibili con i limiti della struttura, sostituzione almeno delle piante secche dell’ovale, manutenzione sistematica dei giochi.
Gian Mario Maulo
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sono pienamente d’accordo.aggiungo inoltre la manutenzione del laghetto.proprio lo scorso fine settimana le mie bimbe mi hanno chiesto di andare a vedere i pesci nel laghetto……..l’acqua è marrone ,piena di alghe e sporcizia varia e dei pesci?….solo la puzza,non siamo riusciti a vederli!
@Maulo
Hai dimenticato solo la Baita di via XX Settembre, la Biblioteca underground, il boulevard chiamato Nuova via Trento e quella poetica pista ciclabile ricca di cartelli che circonda le mura.
@ Maulo
” Vanno recuperati i giardini DIAZ ”
Per il recupero……………………,
speriamo non venga costruito un campo da pallone e un supermercato anche qui !!!!!!!
se “qualcuno” si occupava di far eseguire una manutenzione corretta, ora i soldi si potevano spendere per eliminare il passaggio a livello di via Roma ma, guarda caso, Maulo propone sempre di spendere sui giardini solo per opere straordinarie…..
era ora che se ne accorgessero anzi mi pare troppo tardi!!!!
Piccola triste città che da anni non trova il dritto. Mediocri politici dalle menti anguste. Nessuna speranza.
Forse non ci rimane altro che ritirarci tutti ai giardinetti un po’ come il Forrest Bossi di Crozza. Chi per giocare ai quattro cantoni, chi per raccontare di quando c’era il campo di bocce e chi per accompagnare i nipotini.