di Alessandra Pierini
L’inchiesta di Cronache Maceratesi sulla Cittadella dello sport (leggi l’articolo), con cui sono state analizzate tutte le tappe della vicenda, ha creato non poco scompiglio nella politica maceratese. Se da una parte i componenti della maggioranza se la prendono con il sindaco Romano Carancini e con i tecnici per non aver seguito la linea tracciata precedentemente dagli uffici, dall’altra l’opposizione parla di azioni in linea con quanto è stato fatto finora dalle amministrazioni che si sono avvicendate negli ultimi anni. Resta il fatto che anche in questa vicenda emerge l’ormai noto dualismo tra la Giunta e la sua maggioranza consigliare. Pierfrancesco Castiglioni e Riccardo Sacchi del Pdl – dopo aver letto l’approfondimento curato da Giuseppe Bommarito su richiesta del nostro giornale – hanno intanto presentato una mozione con la quale chiedono di sospendere ogni decisione riguardo l’acquisto.
Luigi Carelli, presidente della Commissione Ambiente e Territorio, si fa portavoce del Pd e lancia un messaggio chiaro al primo cittadino: «L’amministrazione è innanzitutto chiamata a mantenere le variazioni di bilancio e gli impegni presi dalle precedenti amministrazioni. Nella verifica si è discusso anche il problema delle priorità che andranno riviste a causa dello stravolgimento economico ma per la cittadella dello sport non è una questione di priorità, è un accordo con un privato che va rispettato se non si vuole andare in tribunale».
Il consigliere ripercorre le fasi che hanno portato all’attuale situazione di stasi. «Nel 1995 l’area era destinata al verde pubblico attrezzato insieme ad una fascia che costeggia la strada di scorrimento. Nel 2005 la legge sui vincoli delle aree con destinazione a valenza pubblica ha obbligato i Comuni a introdurre nel Piano Regolatore solo aree per cui prevede l’esproprio. Nel 2005 abbiamo approvato una delibera indicando le aree di interesse pubblico destinate ad esproprio, quindi l’area destinata alla cittadella non ha cambiato destinazione ma è stata inserita tra le aree da espropriare insieme ad altre quali l’ area tra la strada scorrimento e via Cincinelli, l’area Sofim, il Sasso d’Italia. Per tutte queste aree, compresa quella di Fontescodella, i proprietari hanno presentato ricorso al Tar per opporsi all’esproprio».
Il presidente della Commissione giunge quindi ai giorni nostri: «Nel programma elettorale di Carancini la Cittadella è tra le priorità e lo stesso sindaco, da quando era capogruppo ha sempre cavalcato questo progetto, ha votato tutti gli atti relativi, a quei tempi ha anche visionato la perizia e l’accordo fatto con il Cus per la realizzazione di strutture sportive. L’amministrazione Meschini aveva firmato un protocollo d’intesa con il Cus, aveva iniziato la procedura d’esproprio percorrendo la via di un accordo col privato per cessione concordata. Moretti fece una sua proposta che l’amministrazione ha ritenuto troppo alta quindi chiese una perizia dell’Ufficio Tecnico Comunale che ha tutti gli strumenti per farlo visto che ha valutato anche l’area Cemaco e altre simili. Si è giunti a questo punto al valore di 1.680.000. La perizia è stata fatta vedere al Servizio Tributi e anche la dirigente ha dato il suo benestare in base a tabelle dei valori che utilizza in altri casi. Nell’ultimo anno di amministrazione Meschini è stata inserita con una variante di bilancio questa cifra che doveva essere coperta con i proventi del Piano Casa ed è stata approvata la delibera di Giunta che demandava di provvedere all’acquisizione dell’area entro 6 mesi dall’approvazione del bilancio».
Nel passaggio tra Giorgio Meschini e Romano Carancini, la situazione economica cambia repentinamente, subentra la crisi edilizia e il pagamento dell’area che doveva essere garantito dai proventi del Piano Casa non è più possibile.«Bisogna innanzitutto chiarire – va avanti Carelli- che attualmente l’amministrazione si regge solo sulle poche entrate del Piano casa, oltre ai fondi statali per i servizi sociali. Comunque l’amministrazione Carancini ha chiesto al privato di rimandare di 6 mesi l’acquisto del terreno con una delibera di Giunta, riconoscendo quindi l’accordo fatto dalla precedente amministrazione, per poi rinviarlo ancora di 6 mesi perchè si stava approntando il bilancio. Considerando che la Cittadella era una priorità, nel primo bilancio abbiamo presentato (ma in ritardo) un emendamento per anticipare al 2011 l’acquisizione tramite leasing dell’area, non appena l’Ute avesse fatto una sua perizia. Il leasing era l’unico modo di pagare senza influire sul di patto di stabilità. Siamo stati noi consiglieri di maggioranza a chiedere per maggiore trasparenza la valutazione all’Ute per poi presentare la nostra mozione. Non è importante chi presenta la mozione ma conta chi la vota . Tutto il consiglio ha ritenuto opportuno approvare un cronoprogramma dove si ribadiva la necessità di chiedere una perizia dell’Ute e se possibile di fare l’acquisto entro l’anno».
Ma perchè chiedere una perizia all’Ute? Quella fatta dall’ufficio non era affidabile? «Abbiamo chiesto l’intervento dell’Ute solo per confermare quella dell’ufficio. A questo punto è l’Ute ad avere un comportamento, questo sì, discutibile. L’amministrazione chiede la perizia e con una determina approva la spesa necessaria, l’Ute si impegna a rispondere entro 30 giorni. Passati 3 mesi l’Ute presenta un foglio con quattro righe senza spiegare modalità utilizzate per la valutazione e riduce della metà il valore del terreno. Dopo ulteriori solleciti, dopo 60 giorni arriva il dettaglio con le specifiche. Giunta la prima perizia subito l’amministrazione ha messo in evidenza la differenza evidenziando quasi la mancanza di fiducia negli uffici. Noi della Commissione, invece, abbiamo fatto una riunione per capire da cosa dipendesse tanta differenza e ci siamo accorti che i criteri adottati erano completamente diversi e non si era tenuto conto di cosa si potesse costruire lì sopra».
Come mai i consiglieri hanno contestato una valutazione che avrebbe permesso al Comune di Macerata di risparmiare centinaia di migliaia di euro? «Intanto i 900.000 euro determinati dall’Ute non corrispondono al valore di esproprio che è molto più alto. Nella prima fase c’era accordo tra privato e Comune e la valutazione che ha fatto l’Ute, non tenendo conto delle reali caratteristiche e potenzialità dell’area, avrebbe portato l’amministrazione ad un contenzioso e ad una più lunga procedura di esproprio. La Commissione ha solo voluto vederci chiaro, ha sottolineato le incongruità tra le due perizie e ha rinviato all’Ute la richiesta di una revisione della perizia di cui al momento non si hanno notizie».
Carelli ha anche delle precisazioni da fare: «La zona della cittadella dello sport non ha niente a che fare con le piscine di Fontescodella dove c’è un accordo tra Comune e Università di Macerata, mentre per quest’area la sinergia è tra Comune e Cus che ha anche sollecitato l’amministrazione per avere a disposizione l’area per fare una forma di investimento e realizzare il nuovo polo sportivo».
Luigi Carelli comunque dice la sua anche sul polo natatorio e mette a confronto le scelte amministrative nelle due situazioni: «Non c’è un euro. La cittadella dello sport è stata votata all’unanimità dal consiglio comunale e andava portata a termine entro l’anno. Utilizzando lo strumento del leasing non si intacca il patto di stabilità quindi si può fare; per questo abbiamo chiesto di anticiparlo. Discorso diverso per le piscine che devono essere completamente ripensate. Il bando di gara prevedeva due piscine coperte, una scoperta e 500 metri quadri di area commerciale. Il pool di ditte aggiudicatario ha presentato un progetto esecutivo con due piscine coperte, una scoperta e 2.600 metri quadri di commerciale facendo lievitare i costi. Abbiamo una copertura di 4 milioni di euro grazie all’ accordo con Unimc e la ditta si doveva assumere la realizzazione di tutto ciò che era in più mettendo la differenza. Quando si è trattato di iniziare i lavori, la ditta si è accorta che il bando aveva delle carenze e ha chiesto al Comune un aggiunta di 2 milioni di euro poi concordata ad uno e mezzo e con ancora 1300 metri quadri in più di commerciale. Si è arrivati a 17 milioni di euro. Allora la ditta ha chiesto un contributo straordinario per il quale stranamente l’amministrazione ha dato subito la disponibilità tanto da inserirlo nel bilancio comunale. Prima dobbiamo rispettare gli impegni presi dalla vecchia amministrazione poi pensare alle piscine . Neanche noi della maggioranza sappiamo qual è la proposta dell’amministrazione, non conosciamo i dettagli se non qualcosa che abbiamo letto. Noi vorremmo rivedere il bando e ridimensionare l’opera che va realizzata con i fondi a disposizione. Con i privati bisogna trattare visto che le difficoltà economiche ci sono per tutti».
Anche Claudio Carbonari, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio e consigliere del Pdl è molto critico sulla questione Cittadella dello Sport: «Il terreno costa troppo e non sappiamo se la valutazione dell’Ute è congrua o meno visto che non sappiamo cosa è successo con l’ufficio. Certo è che un qualunque privato, se dovesse costruire casa, lo farebbe su un suo terreno se lo avesse. E il Comune di Macerata li ha. L’opposizione è intervenuta tante volte sulla cittadella dello sport. Il problema è sempre lo stesso: il bene comune o il male minore? Siamo di fronte a situazioni che sono state create dalla stessa maggioranza. La più grande problematica è che sono state progettate opere holliwoodiane, prevedendo come entrate solo i proventi del piano casa. Carancini conosce perfettamente la situazione, l’ha taciuta in campagna elettorale, oggi si trova ad affrontare dei problemi che lui stesso ha contribuito a creare. Prima della seduta della commissione di agosto, in cui si parlava della perizia, ha inviato a tutti noi una lettera in cui parlava di trasparenza e condivisione, invece il sindaco fa sempre tutto di testa sua e non comunica niente. E’ totalmente criptico con la maggioranza, figuriamoci con la minoranza».
(Foto di Guido Picchio)
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Carelli mi sembra uno dell’opposizione.
Perchè non passi (ufficialmente) dall’altra parte?
Vi do un consiglio: tu, Garufi, Bianchini e quant’altro deluso dalle nomine (finalmente) “anticonformiste” del sindaco Carancini.
Caro Carelli ma di cosa stai parlandooooooo????????????
nb. il povero Carancini ci stà provando ma, purtroppo, perderà contro questi DINOSAURI.
@ Danito
bè la sfida tra le scelte anticonformiste di Carancini e i dinosauri è dura… ma speriamo che si estinguano entrambi…
Invece non ho capito se il sindaco ha taciuto in campagna elettorale è colpa del centrodestra che non l’ha attaccato abbastanza se “sapeva”, idem su altre questioni… ma la cosa più sconcertante è che il sindaco è “criptico” con la maggioranza e lo appoggiano quasi sempre all’unanimità… perchè?????????
Mi sembra che, nonostante gli interventi (ed i silenzi goffi da molta parte della maggiorazna) quanto scritto dall’Avv. Bommarito dovrebbe far riflettere e dovrebbe accendere pire accendere un pò di lampadine ad alcuni che, nel corso degli anni, alzando la mano senza capire si sono trovati nella situazione di essere degli utili idioti…
Ma quello sulla prima foto è lo stesso che parcheggia a cactus il suo scooter tutte le mattine quando va a fare colazione, in barba ad ogni norma e all’educazione???
In ogni caso risulta quantomeno ‘strano’ che esca così allo scoperto dicendo che gli impegni VANNO MANTENUTI…. è solo lealtà?
Mah!!
Povero sindaco, ti devi confrontare con questa gente abbarbicata alle poltrone ed agli interessi in maniera scientifica…. hai un compito molto difficile, ma ce la puoi fare!!
@ Gianfranco:
Non tutti sanno chi era ‘l’utile idiota’…
@ axel
Fosse solo uno avrei festeggiato.
Poveri soldi nostri……
in mano a tali non amministratori…
ogni tanto qualche guizzo di dignità no guasta!!!!
Di chi sarà mai la manina rossa sul mio commento???
Mi indigna leggere questa intervista !
Ma che bravi politici e amministratori che siete…congratulazione .
Amministrare la cosa pubblica, significa fare l’interesse di tutti i cittadini ….NO solo quello di “ALCUNI”
Moralità, etica, buon senso, l’ho avete ??
Ne avete dimenticato il significato ????
Quanto è costata alle casse comunali questa “complicata perizia” ??
Facciamo intervenire il RIS…magari nelle pieghe di qualche documento si nasconde il giallo della valutazione !!
Mi auguro che intervenga “chi di dovere”….e metta fine a questo vergognoso e losco accordo .
Un caloroso grazie all’Avv. Bommarito per i suoi interessanti articoli.
Una domanda mi sorge spontanea:
Perchè si contesta la valutazione dell’Ute piu’ favorevole al Comune e non quella dell’Ufficio ?
L’interesse di noi cittadini è che sia giusta la valutazione dell’Ute.
Ma allora perchè alcuni consiglieri, che abbiamo votato e che ci debbono rappresentare, contestano la valutazione dell’Ute?
E chi dice poi che prima di ogni altra cosa bisogna portare a termine quanto stabilito dalla prededente amministrazione? Chi ora deve metterci la firma è giusto che verifichi….o no?
Questi anninistratori che dimenticano il passato, che vogliono indossare rapidamente abiti di scena nuovi, mi fanno venire in mente FREGOLI, pardon, FREGALI.
….basterebbe la….
“legge 80/20” di ( V. Pareto )
Non per mera curiosità, ma nel comune interesse, è possibile conoscere le vere ragioni che hanno portato la segretaria comunale, professionista eccellente, a dare le dimissioni dall’incarico a meno di un anno dalla Sua assunzione, ammantandole con la formula di rito dei motivi personali a cui si ricorre quando si vuol far capire quello che che non si può dire apertamente? La Dottoressa aveva forse aveva cominciato a vederne troppe e non voleva rimanere crocifissa per responsabilità altrui. L’intervento-denuncia, così ben documentato, dell’avv.to Bonmarito, può essere il filo d’Arianna per superare le trappole del labirinto ed arrivare al mostro?
Qualche consigliere può stanare il Sindaco e la Giunta su questo aspetto?
E’ interesse di tutti e non meschina curiosità, conoscere le vere ragioni delle dimissioni dell’ottima segretaria comunale, ammantate dalla formula di rito dei motivi personali. Le ultime cronache- denuncia dell’avv.to Bonmarito possono essere il classico filo d’Arianna per superare le difficoltà del labirinto ed arrivare al mostro. La Dottoressa aveva forse aveva cominciato a vederne troppe e non voleva rimanere crocifissa per responsabilità altrui.
Intanto, qualche consigliere può stanare il Sindaco e la Giunta su questo aspetto?
@ mus rugens
Chissà se ha visto qualcosa il pescatore di granchi del Maine McNamara…
io non ho neanche più la forza di commentarle certe notizie; come siamo ridotti male. Cmq questo è quanto hanno voluto i maceratesi amen, e poi far addirittura passare l’attuale sindaco come vittima …
Aberrante. In pratica il progetto è da perseguire in fretta e c’è magari da fare un leasing!!! perchè la legge sulla stabilità lo permette. Non importa se non abbiamo un euro.
Questa gente è votata da anni da chi a Macerata ha interessi immobiliari ed in barba all’interesse pubblico costruisce ovunque appartamenti vuoti. Sveglia maceratesi!!!
E’ come se una famiglia monoreddito (1000 euro al mese) decidesse di farsi un SUV di 80mila euro perchè tanto gli fanno il leasing!!!
Ma nessuno si domanda mai perchè un consigliere a gettone ha così tanto interesse a mandare avanti decine di speculazioni edilizie?
Una bella canzone dell’ultimo disco di Celentano:
IL MUTUO (va letta tutta)
Se non vuoi che fra di noi
Succeda una spaccatura di dimensioni internazionali
che significa smettila di incaponirti nel volere acquistar senza soldi ciò che non puoi I debiti uccidono
Eccome
Diffida di chi ti vuole vendere specie quando dicono:
non importa se ora non paghi basta mettere una firma sul mutuo e diventerai un bel padrone del nulla
Aiai lo stress ci consumerà ma così non va
ci dobbiamo fermar… soltanto così l’Italia si salverà serve solo un po’ di coraggio
per davvero ricominciare e ridare un volto alle città quartieri e piccoli artigiani
su per gli antichi selciati dove l’arte e la cultura affondan le loro radici
e… se abbiam le scarpe bucate ce li aggiustan per pochi danari
Risorgeranno i calzolai per ricostruire l’incanto violato dai condoni edilizi
E i carpentieri che con animo artistico riscoprono la bellezza, il seme di ogni forma di vita
lontani da quei loculi quadrati di cemento La solitudine dell’uomo vive
vive nel marcio di quelle bustarelle comunali che concepiscono quartieri giù infettati
ma per cambiare un po’ ci costa risposta ma per cambiare un po’ ci costa
Fino a quando noi non ci saremo liberati ma per cambiare un po’ ci costa da una globalità
che ama giocare coi nostri guai
Gli Stati invocano la crescita ma l’unica via contro lo Spread per una sana e angelica
economia: è la decrescita
Senza abbassare lo stipendio di chi non ci arriva alla fine del mese rinunciando a qualcosa
per primi, gli indistriali
Se non lo faranno i padroni ricchi falliranno è inutile poi andar in Cina
in cerca di un nuovo profitto
E’ solo questione di tempo verrà il giorno che pure la Cina si inceppa
e… dopo la seconda guerra mondiale
ci fu il grande Boom economico
Le macerie riunirono la gente
Come in un solo corpo nell’amor patrio
Ma oggi non è poi tanto diverso
Siamo vittime di un crollo economico mondiale
Ma l’unico Boom che ci potrà salvare
è solo il Boom il Boom della bellezza
Parlato:
E allora l’Italia sarà bella come una volta
senza più nessuno che vuole dividerla…
spaccarla, invocare la secessione…
E la gente sarà felice perché avrà qualcosa da AMARE
qualcosa che è dentro il proprio DNA… la BELLEZZA
La bellezza di un Italia UNITA, dell’ambiente,
di come sono fatte le case, la belleza della gente che si
incontra nelle PIAZZE,
nei BAR, nei piccoli NEGOZI.
La bellezza delle cose fatte a misura d’uomo dove la corruzione
e la violenza non possono attecchire, perché sarebbero
troppo esposte.
Quella bellezza che è dentro di noi, fin dalla nascita
e ci tiene saldamente attaccati alla VERITA’
poiché nasce dalla VERITA’ e non ci permette di fare
cose di cui vergognarsi,
perché la bellezza è ovunque: nell’uomo, nelle donne,
nei vecchi, nei bambini, nelle PIETRE.
Anche se i partiti e i governi arraffoni di tutto il mondo
dopo il famoso Boom economico…
l’hanno mezza massacrata…
Ma noi possiamo ricominciare,
e fare le cose da capo,
perché lei è lì
è lì che ci aspetta
fin dalla notte dei tempi
Traduzione
@ gabor
@ mus rugens
E già! Per far chiarezza servirebbe, giustamente, John McNamara, pescatore di fottuti granchi nel fottuto Maine da una vita.
@ Sisetto
John McNamarra, il pescatore di fottuti granchi nel fottuto Maine da una vita, dice di aver visto rapir la segretaria Giulia Sofia al finir di una verifica sul peso (e misure) dal coordinator di Montirozzo e dal pastor gesuita emigrato in Cina quando nel Maine eran scomparsi granchi da pescar e democristiani da confessar.
Propongo un monumento a McNamara coi fottuti granchi!
@ Sisetto e Gabor,
la versione canonica vuole che nel Maine, insieme a granchi pericolosi, ci fossero anche gamberi intelligenti che, di fronte a rischi troppo consistenti per la propria incolumità, facevano rapidamente marcia indietro.
Carissimi Mus rugens et Sisetto,
mi avete costretto a riscrivere la novella CCVIII del Sacchetti che mi pare particolarmente appropriata al nostro burlesco metalinguaggio intorno a queste “ciaffose” vicende del Maine:
Mauro pescatore da Civita_nuova, recando granchi marini gli mette nella rete sul letto, escene uno fuori la notte, e piglia la donna nel luogo della vergogna, e Mauro, soccorrendo co’ denti, è preso dal granchio per la bocca; e quello che ne seguita.
Nuova novella di moglie e di marito è questa che seguita, e differente forse da tutte quelle che s’udiranno mai. Nella terra di Civita_nuova nella Marca presso alla marina, fu già un pescatore di piccole pescagioni, pescando con ami e con lenze e con reticelle di minore maniera; era giovane e avea nome Mauro, avendo una moglie giovanetta chiamata Peruccia. E venendo per caso un giorno che questo Mauro, essendo andato a pescare, avesse preso certi granchi marini; li quali, perché sono molto malagevoli a tenerli, avea messo in un carniere di rete; e chi ha già veduto li detti granchi, può considerare, veggendo le loro bocche, quanto sono piacevoli quando afferrano altrui.
Tornato questo Mauro con la detta pescagione in su la sera, volontoroso e di mangiare e di bere, come incontra a chi usa quell’arte, disse a Peruccia:
– Truova modo che io ceni -; e questo carniere da piede puose sul letto; e poi per poco spazio, essendo apparecchiato da cena, il marito e la moglie si posono a cena; e cenato che ebbono, volontorosi d’andarsi a posare, se n’andorono a dormire, sanza ricordarsi di muovere il detto carniere.
Di che, dormendo, quasi sul primo sonno, uno di questi granchi, sí come quelli che mai non truovono luogo, cercando de’ fori donde possano uscire, e ancora rimbucarsi, uscí per la bocca del detto carniere, ed entrò tra l’uno lenzuolo e l’altro, accostatosi alla donna verso la parte dove è la bocca senza denti, forse per rimbucarsi; e la donna sentendolo, come paurosa, con la mano toccandolo per sentire quello che fosse, e ‘l granchio per lo sentirsi toccare, come fanno, ristrignendosi, per lo labbro prese la detta bocca, e stringendo, fu costretta Peruccia di trarre un gran guaio. Al cui romore il suo marito Mauro si destò, dicendo:
– Che hai tu?
Ed ella risponde:
– Marito mio, io non so che fiera m’ha preso nella tal parte.
E ‘l marito subito si leva, e va per lo lume e dice:
– Ov’è, dov’è? – come quando si trae al fuoco.
La donna con istrida manda il copertoio giú, e dice:
– Per Dio! guata quello che m’ha vituperata -; e con questo tuttavia forte languendo.
Mauro, veggendo il granchio, come e dove l’avea afferrata, dice:
– Per Santa Maria dell’Oreno! che uno di quelli granchi marini che iersera pigliai, è uscito del carnieri che puosi sul letto, e hatti cosí agghermigliata -; e ingegnandosi con le mani pigliare ora un piede e ora l’altro, tirava il granchio per spartirlo dalla donna; e ‘l granchio, come è di lor natura, quanto piú si sentiva tirare, piú mordeva, e piú assannava, e con l’altra bocca s’ingegnava pigliare le mani di chi lo tirava; e la donna, gridando, sentiva soperchio dolore.
Ond’il marito s’avvisò di provare un altro magistero, e molto semplice; e questo fu che, chinato il capo verso quel luogo, s’avvisò con li denti troncare quella zanca la quale cosí forte molestava la donna; e come la bocca porse, per pigliare co’ denti la zanca del granchio, el granchio con l’altra bocca afferra costui per lo labbro, il quale subito comincia a gridare, e la donna grida e tira, e colui grida e tira.
El gridare di Mauro era molto grande, però che rimbombava nella citerna; e quanto piú tiravano, e ‘l granchio piú mordea. A questo romore quelli della casa traggono, gridando:
– Che è?
E li vicini traggono; e intrati dentro, accostansi alla camera, la quale essendo da un debole uscetto serrata, pinsono in terra, ed entrorono dentro; e domandati che aveano, dissono la cagione, come che Mauro la dicea con gran fatica, come quelli che era preso per lo labbro della bocca. La donna per vergogna, oltre l’altra pena, tirava il copertoio in su: il marito gridava però che, oltre al duolo, affogava sotto il copertoio. Quelli della casa piú baldanzosi dissono:
– Per certo noi vederemo che è questo -; e scuoprono il copertoio, e veggendo presi la moglie e ‘l marito da uno granchio marino in due si diversi luoghi, si maravigliano, segnandosi con la croce; e Mauro si lamenta, e dice il meglio che puote che l’aiutino.
Era fra la brigata uno valente maniscalco, il quale disse a un suo discepolo che per le tanaglie andasse alla sua stazzone, il quale subito andato e tornato con esse, il maniscalco troncoe le bocche del granchio; delle quali tanaglie e Peruccia e Mauro ebbono gran paura, sanza la vergogna, che non fu minore. E cosí la moglie e ‘l marito vituperati, furono dal maniscalco liberati dal granchio marino; il quale lasciò loro sí fatti segni e sí dogliosi che ‘l marito andò piú dí con una pezzuola d’unguento sul labbro, e la donna forse si medicò anch’ella, però che buon pezzo andò a gambe aperte. E gli uomini della terra di tal novella piú tempo n’ebbono a ridere e a parlare. Ma ancora ci fu meglio, che ‘l maniscalco domandò d’essere pagato, e Mauro contradiceva, allegando che si dovea pagare di ferrare, e non di sferrare. E ‘l maniscalco rispondea:
– Come! o non mi debb’io pagare, quando io medico uno cavallo levandolo da pericolo di morte, o d’altro fortunoso caso? o se uno cane rabbioso, com’era questo granchio, avesse afferrato uno cavallo, e non lo lasciasse, e io facessi sí che lo lasciasse e guarisselo, non doverrei io essere pagato? – e di molte altre belle ragioni disse tanto che li diede soldi venti, come se avesse ferrato uno cavallo.
Cosí avviene spesso agli uomini trascurati, o piú tosto, si potrebbe dire, smemorati; ché, venendo costui dal mare co’ granchi, li puose sul letto, e gli ne intervenne quello che ben gli stette; però che s’egli avea preso il granchio, e ‘l granchio si vendicò, pigliando lui e la moglie per sí fatta maniera che quando il granchio ne fu levato dal maniscalco si potea dire, come disse Dante: “La bocca sollevò dal fiero pasto ec.”. E cosí in questa vita spesso son presi gli uomini da diversi casi, e sono tanti che uomo non gli potria mai immaginare. E però non si dee alcuno fidare della fortuna però che spesse volte il morso d’un piccolo ragnolo ha morto uno fortissimo uomo.
il sorriso del Presidente Carelli è molto positivo. Per non sbagliare ha già comprato un costume da prscina ARENA.Fate presto, altrimenti mi passa di moda. saluti scherzosi ivano
Ute sì, Ute no. Tra i molti estimatori (sotto pseudonimo) e i molti detrattori (sotto pseudonimo), mi sorge solo un pensiero: o ha sbagliato l’Ute, o hanno sbagliato gli Uffici. Dice bene Carelli, quando afferma che – per dipanare la matassa – bisogna capire come sono andate le cose. Perché se l’Ute ha ragione (cosa che ovviamente ciascuno si augura, me compreso) come hanno fatto gli Uffici a fare quella valutazione così spropositata per eccesso? E viceversa, se gli Uffici hanno ragione, come ha fatto l’Ute a fare quella valutazione così spropositata per difetto?
Detta in maceratese: do’ dorme lu lepre? Oppure – per non perdere l’innocenza nel quesito: chi è che non sa fare i conti?
Questa pessima storia dimostra ancora una volta che non è vero che i comuni non hanno i soldi.
I SOLDI CI SONO!!!
Ma sono per pochi eletti, a discapito di:
– servizi sociali
– ambiente
– servizi ai cittadini
– etc, etc
Il prossimo che mi dice che i comuni non hanno i soldi……. o è deficiente o è colluso!!
@ gabor
Un monumento a McNamara coi fottuti granchi? OK, d’accordo!
Alla prossima “rotatoria”.
@ Sisetto,
visto il gran numero di chele rosse dei nostri fottuti granchi, penso che sarà meglio intitolare una via a Giulia Sofia, quella meravigliosa donna dai fianchi possenti e dai polpacci robusti.
Sviatori di discorsi all’opera con svariati messaggi.
Sviare, distrarre, far pensare ad altro, è l’ordine (più o meno conscio…) di scuderia.