“Cultura, natura e radici cristiane:
altri tre buoni motivi per il no alla Giorgini”

L'intervento di Francesca D'Alessandro (Macerata è nel cuore)
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Da Francesca D’Alessandro, consigliere comunale di “Macerata è nel cuore”:

“La bellezza salverà il mondo”, diceva Dostoevskij. E di bellezza la nostra Macerata ne ha davvero tanta! Ed anche per salvaguardare questo sacrosanto  principio che si è sollevato tanto interesse verso la questione dell’industria Giorgini. Dire no alla Giorgini sul territorio maceratese infatti non significa  dire no sempre e comunque agli insediamenti industriali, necessari e spesso auspicabili, per il bene di tanti cittadini e famiglie, ammesso che si riesca davvero in tempi di crisi come oggi a creare nuovi posti di lavoro.  Chi fa politica, però, ha il dovere civico e morale di individuare, capire e indirizzare dove è opportuno e dove no assecondare tali insediamenti. L’industria Giorgini costruirebbe la sua sede in un contesto ambientale dove, accanto alla splendida Abbazia di San Claudio,  esempio tra più suggestivi del romanico marchigiano, si trova anche il seminario diocesano internazionale Redemptoris Mater, simbolo della verità del messaggio cristiano che si tramanda invariato e incontaminato nei secoli.

Invece di sfruttare quindi quest’area di mezzo per riqualificare una zona con questi due forti poli religiosi (sullo stile ad esempio dell’Abbazia di Fiastra), con una vocazione archeologico-rurale in uno splendido paesaggio con grandi potenzialità turistiche, si pensa di costruire un nuovo tempio, un edificio che di spirituale e di “bello” ha ben poco. Un edificio industriale che stride enormemente con ciò che gli sta intorno, che apporterebbe anzi, necessariamente,  un abbrutimento del paesaggio stesso. Certo dopo un iter burocratico, iniziato ormai da tre anni con la vecchia amministrazione di centro-sinistra, che ha visto pareri tecnici favorevoli alla costruzione, sembrerebbe quasi doveroso, nei confronti dell’azienda, l’approvazione da parte del Consiglio. E’ per questo che in vista di un possibile ricorso al Tar è auspicabile che la maggioranza e il sindaco  sappiano argomentare autorevolmente il percorso che li hanno  orientati verso il “no”.  Ci si augura quindi che chi entra a Macerata da Piediripa possa continuare ad ammirare la  cupola dorata del seminario svettante sulla collina, piuttosto che essere costretto a constatare amaramente che, se il concetto del “bello” non entra anche nella politica, si rischia una assuefazione al “brutto”, forse ancor più “insalubre” della ditta Giorgini.



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