di Alessandra Pierini
La scossa tellurica registrata alle 14.35, anticipata come le altre da un rumoroso boato, è stata di magnitudo 4.1, più forte di quella di stamani alle 9.24 (4.0). Non è stata l’ultima dello sciame sismico che sta interessando la nostra provincia, infatti subito dopo, alle ore 15,04, si è avvertita un’altra scossa di magnitudo 2.5 ad una profondità di 20 km . Sono così 8 le scosse che dalle 9,00 di questa mattina hanno continuato a seminare panico e preoccupazione tra la popolazione. L’epicentro è stato localizzato fra i comuni di Sant’Angelo in Pontano, Loro Piceno (Macerata), Montappone e Falerone (Fermo). Dagli accertamenti effettuati dai Vigili del Fuoco, non si rilevano danni. A Loro Piceno crepe di modesta entità erano state segnalate già domenica scorsa, mentre a Caldarola, i tecnici comunali hanno riscontrato oggi modeste filature nel palazzo del Municipio e nell’edificio che ospita le scuole elementari e medie. Ma si dovrà accertare se i danni sono connessi allo sciame sismico ordierno o precedenti. Fra le scuole evacuate provvisoriamente stamattina quelle di Sant’Angelo in Pontano, San Ginesio, Belforte e Mogliano nel Maceratese.
Il geologo Emanuele Tondi, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Camerino, è molto cauto e ribadisce che quando si parla di terremoto è impossibile fare previsioni.
Dottor Tondi, questa mattina nell’arco di poche ore si sono susseguite sei scosse sismiche di diversa intensità. Pensa che potrebbero essere segnali di eventi più forti?
“Purtroppo non è possibile prevedere come evolverà l’attuale crisi sismica. Tuttavia, poiché la sismicità della Regione Marche è espressa correttamente dalla carta di pericolosità sismica del nostro territorio, se gli edifici sono stati costruiti a norma e, per quelli più vecchi, è stata effettuata una corretta verifica tecnica, non dovrebbero esserci problemi anche nell’eventualità di un evento sismico più forte. ”
La zona interessata è soggetta a particolari rischi?
“I recenti terremoti avvenuti tra le provincie di Macerata e Fermo (di Magnitudo Richter minore o uguale a 4.0) hanno riguardato la zona marchigiana pede-appenninica e si sono manifestati ad una profondità variabile tra 10 e 35km. Questi elementi differenziano detti terremoti da quelli, più frequenti e conosciuti, che si verificano più a occidente, lungo la dorsale appenninica, caratterizzati da ipocentri compresi nei primi 12 km della crosta terrestre (Terremoto dell’Umbria-Marche del 1997 e, al di fuori della nostra Regione, quello aquilano del 6 Aprile 2009). Questi ultimi, inoltre, sono caratterizzati da una magnitudo più alta e sono associati a faglie (fratture della crosta) che arrivano in superficie e quindi ben conosciute e caratterizzate dai geologi. Sulla base delle caratteristiche delle faglie, è possibile calcolarne il potenziale simico (magnitudo), consentendo una migliore valutazione della pericolosità sismica di una determinata area.
Lungo lo stesso allineamento tettonico (faglia), dai dati di sismicità storica, il terremoto più distruttivo è stato quello del 28 Luglio 1799, noto come “il Terremoto di Camerino”. L’intensità massima (scala Mercalli) raggiunta da questo terremoto è stata del 10°, nel Comune di Cessapalombo (più ad ovest rispetto all’attuale zona sismica).”
Cosa si sente di dire, da esperto, ai residenti della nostra provincia?
“Consiglio di verificare se da un punto di vista tecnico l’edificio che abitano è a norma e di chiedere agli enti preposti informazioni sulle verifiche effettuate per gli edifici strategici (come per esempio le scuole e gli ospedali). Infatti, i danni alle cose e la perdita di vite umane causati dagli ultimi terremoti hanno dimostrato che, per una reale riduzione del rischio sismico, occorre procedere alla verifica tecnica degli edifici, in particolare quelli costruiti negli anni passati, anche sulla base di studi geologici e geofisici specifici, mirati ad una microzonazione sismica del nostro territorio.”
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L’intervista al geologo dopo il terremoto di L’Aquila, dove era intervenuto:
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Questo lo sapevamo anche noi! C’era bisogno dell’esperto?
Anche l’illustre Enzo Boschi, presidente dell’Ingv, oggi ha commentato in maniera molto simile questo susseguirsi di eventi sismici. In sostanza se il muratore/ingegnere del caso ha avuto coscienza al momento di costruire/progettare la nostra casa/scuola/ospedale/ecc…possiamo stare tranquilli. E noi ce lo auguriamo tutti.
Per quanto riguarda gli studi geologici e geofisici specifici proposti nell’articolo, credo siano da tenere in considerazione; c’è un video che gira su youtube di un’intervista a mio parere molto interessante (http://www.youtube.com/watch?v=peGNEc_ests) a Gaetano De Luca, fisico dell’Ingv, dove in base a studi condotti negli anni ’90 si deduceva che il centro storico di L’Aquila, per la conformazione del suolo sottostante, presentava chiari fenomeni di amplificazione dell’effetto sismico, rispetto ad altri centri urbani posti a qualche chilometro di distanza attraversati dallo stesso terremoto. Non mi dilungo poi sul perchè i risultati di tale ricerca vennero accantonati, chi vuole può seguire il video in internet, comunque un’attenta analisi del sottosuolo per una “microzonazione sismica del territorio”, come spiega l’esperto in questo articolo, può essere in alcuni casi fondamentale per un’ipotetica prevenzione dei danni specialmente sugli edifici pubblici o comunque strategici e di conseguenza salvaguardando la vita delle persone. Un edificio costruito su terreno roccioso ha un comportamento diverso rispetto ad uno realizzato su terreni sabbiosi o comunque maggiormente deformabili sotto l’azione di un sisma.
Questo lavoro però non può essere effettuato dai singoli residenti di una provincia; domando all’esperto a chi deve rivolgersi il comune cittadino per effettuare un’analisi geologica del suolo sul quale poggia la propria abitazione e, sulla base di questa, capire se è una costruzione adatta o meno a resistere ad un determinato terremoto?
Sono gli Enti stessi unitamente agli esperti del settore che devono attivarsi affinchè un territorio sia realmente protetto dai fenomeni sismici; la Regione, la Provincia se ancora ha delle funzioni, DEVONO promuovere una campagna di prevenzione anche attraverso una legislazione autonoma che secondo me non deve mancare in una zona sismica come la nostra. Bisogna conoscere quali sono gli agglomerati urbani situati in zone dove potenzialmente l’effetto di un terremoto può risultare più elevato rispetto ad altri luoghi (“microzonazione” appunto) , non bastano solo le mappature sismiche nazionali.
Perchè se ancora ci viene detto solamente che se una casa è costruita bene allora possiamo stare tranquilli, inevitabilmente a tutti viene lo stesso pensiero del sig. Martello.
Dato la notevole frequenza non di oggi ma di questi mesi io evaquerei tutte le zone montane coinvolte oggi. Ho paura che ci siano forti scosse nella notte.La natura ci parla ascoltiamola e non polemizziamo dopo. come ha detto il sig Tommaso Martello non avevamo bisogno dell`esperto per dire che siamo tranquilli dove le case sono a norma e siccome tutti sappiamo che non sono tutte a norma le case…………evaquiamo come si dice qui in uk JUST IN CASE.
marcelli..sei un esperto o tiri a portare sfiga? e lascia stare..
la sfliga non esiste i calcoli matematici si.
Io continuo a non capire.
Ci dicono di stare tranquilli che, se gli edifici sono a norma, non accade nulla.
Ma a norma di cosa????
Mi pare oramai da oltre 30 anni tutti gli edifici sono costruiti -o dovrebbero esserlo (dovrebbero esserlo perchè -ad ogni grosso terremoto- degli edifici “certificati” a norma crollano o si lesionano di brutto)- seguendo dei criteri antisismici…
Ma qualcuno conosce ‘sti criteri?
E se arriva un terremoto, anche brevissimo, che però come forza d’urto supera i criteri stabiliti per legge che accade?
caro Fabio Marcelli,
in qualsiasi questione sottlolinei che tu stai in the UK, e lì non c’è il terremoto
so….please stay there, don’t move and be silent, we’re not so interested in your opinions and lessons while shaking for earthquake!
normajeanbaher. perche dovrei stare qui stare zitto e altro .
Chi sei tu per dirlo un estremista di destra?
Ricordati che ognuno e` libero di dire cio che pensa senza bisogno della tua arroganza.
Per normajeanbaker.
Non dimentichero il tuo BE SILENT.
Un`ultima cosa.Non e` vero che qui non c`e` il terremoto.L`ultimo riasle all`anno scorso
INFORMATI.
Siamo un popolo che ha ancora vivo il ricordo della tragedia del 1997, rinnovato purtroppo dal recente disastro a L’Aquila. Pertanto invito chi non è geologo o non è in grado di vantare alcun tipo di conoscenza specifica a starsene buono e a non scrivere stupidaggini. Si tratta di buon senso che dovrebbe albergare in ognuno di noi soprattutto in certi momenti. Invito la redazione di CM ad intervenire cestinando interventi rivolti a provocare allarmismi e – spero inutili – apprensioni. Grazie. O, meglio, thank you! Be quiet, please.
Bravo, Alessandro. Sacrosanto appello alla redazione. Le cassandre pare non attendano altro per avere un briciolo di riflettore puntato addosso…
Avete ragione, lo faremo.
Il problema secondo me è un altro.
Chi ha una casa di proprietà, magari risalente agli anni ’60, ha mai pensato a renderla antisismica? Magari si pensa alla ristrutturazione degli impianti e al mobilio, ma non ho mai visto nessuno porsi questo problema a meno di evidenti lesioni sul fabbricato.
Lo stesso problema lo si ha in fase di costruzione. Quante persone sono disposte a spendere per avere delle fondazioni più grandi ad esempio? Si utilizzano i soldi magari per avere un bagno firmato…ma non per il ferro sul calcestruzzo.
E’ perciò anche e soprattutto una questione culturale.
Cosa significa avere una casa a norma?
Significa avere un edificio che sia in grado di sopportare il massimo terremoto mai avvenuto nel territorio negli ultimi 500 anni ad esempio(dipende ovviamente dal grado di importanza della struttura…).
Questo non vuol dire che una struttura non si debba lesionare. ANZI!!
Se si vuole una struttura che non si lesioni in caso di sisma molto forte si dovrebbe costruire un bunker….con tutta la spesa che ne consegue.
Quali case sono a norma?
Bisogna capire innanzitutto a quale norma ci si riferisce, l’ultima norma uscita nel luglio 2009 ha superato quella precedente per cui una casa che fino all’anno scorso era a norma oggi non lo è più. Possiamo concludere che nessuna casa (NESSUNA) segue le prescrizioni dell’ultima normativa antisismica. Questo però non vuol dire di certo che abitiamo in case non sicure. I criteri per costruire case antisimiche li conoscevano già gli antichi greci e tutt’oggi li applichiamo.
Non servono perciò allarmismi, consideriamo che il terremoto dell’Aquila è stato un evento eccezionale e che nonostante tutto la maggior parte degli edifici hanno subito il sisma in maniera eccellente. Gli edifici che sono crollati o erano costruiti con i piedi (sabbia al posto di inerte) o erano talmente vecchi che era impossibile non subissero gravi danni.
Caro sig. Michele
Certamente se una casa è stata costruita nel 1990 sarà ben difficile che sia “a norma” rispetto ad una legge successiva.
Però anche a Macerata è pieno di case, costruite tra il 1990 e il 1997 (cioè prima dell’ultimo terremoto del 1997 Umbia-Marche e prima dell’ultima norma del 2009), che hanno benissimo sopportato le scosse telluriche degli ultimi 20 anni in quanto -presumo- siano state ben costruite e quindi in grado di sopportare scosse più alte di quanto prevedeva la norma da seguire dell’epoca.
Però nello stesso tempo si è trasformata (e non di poco) la struttura geologica del sottosuolo sia perchè, nel frattempo, si è costruito intorno a queste case sia perchè si sono costruiti parcheggi sotterranei (ad esempio lungo le mura) in cemento amrato che hanno cambiato la morfologia.
I nostri vecchi dicevano, non a torto, che Macerata era relativametne sicura in quanto il terremoto passava, non incontrando ostacoli (perchè tutta la collina su cui sorge la città era un insieme di buchi, e non un unico corpo granitico), e quindi non disperdeva la sua forza verso le case sovrastanti.
Con le megastrutture realizate negli ultimi anni (es. Via Trento, la Galleria delle Fonti, il Parcheggio sotto i Giardini) si è abbondantemente usato cemento armato finendo così, credo, per modificare il vuoto sotto Macerata.
Ora sicurtamente queste strutture “terranno botta” ma la dispersione potrebbe coinvolgere altre case intorno che, fino a 20 anni fa, non avevano avuto mai danni (rispetto ai terremoti passati) in quanto oramai l’onda sismica non passa più “nel vuoto” del sottosuolo di Macerata ma incontra decine e decine di ostacoli su cui scaricare la propria forza distruttrice.
Vorrei pertanto sapere, se ne è a consocenza, se quando si realizzano nuove strutture o nuovi quartieri (es. Vergini, Corneto) vi è anche uno studio sulle ipotesi di modificazione del sottosuolo (fondamenta in cemento armato, parcheggi sotterrani, ecc.) e su quanto questo potrebbe incidere in caso di terremoti…
\io non cerco nessun riflettore.Cosa ci guadagnerei?
Certamente quando si fa un’indagine geologica si tengono in considerazione tutti gli aspetti, non soltanto la morfologia, ma anche le eventuali strutture adiacenti al fabbricato da costruire. Dall’indagine geologica si ricavano particolari parametri e grazie a questi si costruiscono “case antisismiche”.
Con tutto il rispetto per i nostri vecchi non credo avessero nessun tipo di conoscenza scientifica, sono le solite affermazioni che d’altronde sentiamo ogni giorno anche dai giornali e telegiornali.
@MIchele
La ringrazio per la precisazione.