di Matteo Zallocco
La puntata sul caso-Carletti di “Storie Maledette” andrà in onda. La data non è ancora stata stabilita ma l’intervista condotta da Franca Leosini all’ex direttore artistico del Teatro Lauro Rossi Bruno Carletti, sarà trasmessa.
Dopo la decisione del direttore di Rai Tre Paolo Ruffini che sospese la puntata di sabato scorso, l’avvocato Vando Scheggia – che assiste Carletti con il collega Bruno Mandrelli – ha scritto a Ruffini “non tanto come difensore – ha spiegato – ma come cittadino della Repubblica: capisco il fastidio di Francesca Baleani , ma purtroppo il diritto all’informazione appartiene a tutti i cittadini, ed è garantito dalla Costituzione”.
Anche la stessa Franca Leosini ha sollecitato in maniera forte la trasmissione della puntata su Carletti: il suo programma, da dieci anni, è incentrato interamente sulle interviste a persone condannate per i delitti più gravi, quindi sospenderne una significa mettere in dubbio il suo lavoro.
Molti non sanno che sono stati diversi maceratesi a chiedere di non mandare in onda la trasmissione in questo sito in cui veniva presentata la puntata di “Storie Maledette”.
“A differenza delle vittime degli altri criminali trattati in trasmissione – ha sottolineato qualcuno – Francesca Baleani è ancora viva e questo “show” gli si potrebbe essere risparmiato”.
E’ stato poi aggiunto: “A me interroga fortemente il valore che si può attribuire – sia pure dietro il termine “cronaca” – ad una trasmissione che, se da un lato riapre ferite dolorosissime alla povera Francesca, dall’altro pone sotto i riflettori il reo confesso: per farne un novello macabro vip (come i protagonisti degli ultimi delitti sono, grazie alla tv, diventati)? E’ una ribalta di cattivo gusto, anche se è vero che ormai dalla tv non possiamo più aspettarci niente di sano o di costruttivo”.
Sul piatto della bilancia ci sono diritto dell’informazione e riservatezza alla parte lesa, in questo caso una donna viva per miracolo.
Si spera che l’intervista sia mandata in onda con massima moderazione, nei limiti del buon gusto e soprattutto della dignità della vittima. E anche nei limiti della dignità civile per tutte quelle persone che sono state impressionate da un evento in cui è stata violata la sensibilità comune.
La sensibilità che si deve ad una persona tornata con fatica alla vita normale dopo questa tragica esperienza e che si spera sia osservata dalla trasmissione.
Ogni caso è una vicenda a sè ma ci può essere un parallelo (la situazione generale è diversa ma la situazione personale delle due vittime salve per miracolo lo può ricordare), con la strage del Circeo (1975), ultimamente tornata alla ribalta con il ritorno in libertà di uno tre massacratori, Gianni Guido (il 25 agosto scorso la data di fine pena per l’omicidio di Rosaria Lopez e quello tentato di Donatella Colasanti).
Quest’ultima si salvò fingendosi morta. Si salvò per miracolo.
Come Francesca Baleani che ha commentato al Carlino la notizia che l’intervista sarà mandata in onda con un secco: “I processi si fanno in tribunale”.
Il ricordo va a quella terribile mattina del 4 luglio 2006 quando Bruno Carletti dopo un litigio con l’ex moglie tentò di strangolarla, la chiuse in un sacco porta-abiti e la gettò in un cassonetto nel quartiere di Montanello. La donna restò in coma per 8 giorni.
L’8 gennaio scorso il gup Russo ha condannato Carletti a otto anni di carcere, da scontare in regime di libertà vigilata, e a pagare 200mila euro di risarcimento alla ex moglie. I difensori hanno proposto appello contro la sentenza.
Nelle foto di Guido Picchio (vietata la riproduzione): Bruno Carletti e Francesca Baleani; quindi Carletti con il sindaco Giorgio Meschini e con l’ex direttore artistico dello Sferisterio Katia Ricciarelli, quando lavorava al Lauro Rossi.
***
5 luglio 2006. “Donna in fin di vita trovata in un cassonetto”:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/07_Luglio/04/macerata.shtml
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La puntata di ‘Storie Maledette’ con l’intervista realizzata da Franca Leosini a Bruno Carletti andrà in onda sabato 17 ottobre su Rai Tre in seconda serata.
quello che piu dovrebbe indignare non è il fatto se fa o no la trasmissione ma il problema è che una persona come lui non si è fatto 1 giorno di carcere
Ho appena visto per caso la puntata in questione e non sapevo neanche fosse stata girata ma anche se mi sono perso la prima metà, a mio giudizio apparte qualche solita e scontata domanda di routine che fa sempre la Leosini, per il resto mi è sembrata abbastanza corretta e credo abbiano anche trattato la notizia con una discreta dose di tatto nei confronti della vittima.
Per quello che riguarda invece la sentenza è tutto un’altro paio di maniche e come la maggior parte della gente anche io sono molto indignato del fatto che il sig Carletti non si sia fatto neanche un giorno di carcere e che tutt’ora stia scontando i suoi 8 anni (che poi vedremo quanti davvero se ne farà di questi 8 anni) in una comunità (e sto ripetendo pare pare le sue parole) di San Severino Marche in cui sta facendo un ottimo lavoro di psicanalisi e riabilitazione. Intendiamoci, è giustissimo che lui stia facendo questo percorso che tra l’altro da come parla mi sembra stia anche dando buoni risultati ma scusate, questo che sta facendo lui non è lo stesso percorso che dovrebbero fare tutti quelli\e che vanno in carcere o lui è una persona privilegiata rispetto agli altri!?!?
Insomma lui con questo percorso piano piano sta risolvendo i suoi problemi per poi alla fine della pena tornare nella società presumibilmente guarito giusto?
E praticamente sta facendo lo stesso percorso di un tossicodipendente (o altre persone con problemi) che vuole risolvere i suoi problemi o sbaglio?!?!?!
BO!!!!
Non capisco con quale metro di giudizio un giudice decide una cosa come questa per lui in una struttura semi privata e la maggior parte degli altri anche molto più incasinati di lui invece devono magari vivere in un qualsiasi superaffollatissimo carcere, spartirsi uno psicologo in chissà quanti una volta al mese o forse anche mai ecc ecc…
Avendo assistito a questa storia da spettatore e fortunatamente non essendo mai andato in carcere queste mie sono solo congetture e ipotesi ma non credo che si allontanino molto dalla realtà no?!…
Nel racconto di Bruno Carletti ci sono molte cose che appaiono assolutamente incongruenti. Ha un’amica che non e’ amante, ma vanno insieme a gite e viaggi. Aveva deciso che il rapporto con la moglie era finito, ma non voleva separarsi. Dopo la separazione vuole continuare ad avere con l’ex-moglie un rapporto d’amicizia (ma e’ possibile?). Appena finito di massacrare la povera donna la mette nel sacco e, forse consapevole che era ancora in vita (e questo renderebbe il delitto piu’ grave di un omicidio), la getta in un lontano cassonetto. Poi torna a casa, pulisce tutto, si cambia e va tranquillo al lavoro. Telefona alla cognata e dice che e’ preoccupato per la moglie che e’ sparita. Tutti tentativi che e’ difficile non credere che fossero tesi a costituirsi un’impunita’.
Non convincono le perizie psichiatriche. La prima addirittura lo dichiara incapace di intendere e di volere al momento del delitto: Ma come? Uno che poi fa quelle cose?
Sorge il sospetto che le perizie siano state compiacenti.
La sentenza e’ troppo mite a fronte della gravita’ del gesto. Inoltre viene destinato a comunita’ di recupero dove fa la psicoanalisi. Ci mancava solo che lo mandassero a Cortina d’Ampezzo per respirare aria migliore.
Insomma e’ q uesto punto naturale suppore che, forse perche’ era molto noto e faceva parte della societa’ bene, o aveva aderenze, abbia ricevuto un trattamento di favore.
La verita’ sembra essere semplicemente che ha avuto un scatto d’ira e ha tentato (non riuscendoci che per pochissimo) di uccidere la moglie. In questo caso , se le cose sono andate cosi’, doveva pagare per quello che si merita un assassino.
(Naturalmente le mie sono solo ipotesi e dubbi, non sapendo io della vicenda altro che quello che ho visto ieri sera in televisione).