Querele bavaglio come arma
contro la libertà di stampa.
Anche Carancini è uscito sconfitto

L'EDITORIALE di Matteo Zallocco - Si tenta di delegittimare l'attività giornalistica con il ricorso a querele per diffamazione. L'ultima è stata quella dell'ex sindaco di Macerata: l'avvocato Giuseppe Bommarito è stato ancora una volta assolto con formula piena. Il caso Santini a Civitanova e le denunce contro Cronache Maceratesi archiviate nel corso degli anni. Una battaglia difficile, andiamo avanti

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L’area dell’ex cantiere Santini a Civitanova

di Matteo Zallocco

Non date retta all’autore di quell’articolo, «basti vedere il suo curriculum ricco di querele». Messaggi come questo sono stati diffusi sui social dopo una delle ultime inchieste dell’avvocato Giuseppe Bommarito, quella sull’accordo di vendita milionario dell’ex cantiere Santini sul lungomare sud di Civitanova. Con una promessa: la variante precedentemente bocciata da far passare in Consiglio comunale. La società interessata ha annunciato subito querela in lungo e in largo mentre si è alzato lo sdegno della città per un’altra operazione urbanistica e politica poco chiara. Indignazione che ha superato i confini regionali fino ad arrivare ai vertici di Fratelli d’Italia che di fatto hanno bloccato l’operazione costringendo il coordinamento cittadino a diffondere un comunicato: «Diciamo no a qualsiasi interesse di privati per l’area dell’ex cantiere Santini». Nel frattempo Cronache Maceratesi ha approfondito anche altre lottizzazioni, cosa non piaciuta a un imprenditore di Civitanova che ha subito bloccato contratti pubblicitari.

querele-cmChi parla di “curriculum ricco di querele” si dimentica però di dire una cosa: su 12 querele arrivate in questi anni a Cronache Maceratesi ne abbiamo vinte 12. La maggior parte di queste sono state indirizzate alle inchieste dell’avvocato Bommarito. Due sulla vicenda del centro commerciale Corridomnia (una da Alfio Caccamo, l’altra dall’ex sindaca Nelia Calvigioni che dopo l’archiviazione si è scusata) più una causa civile con una richiesta di un maxi risarcimento, ben 400mila euro: in questo – come in altri casi – chi ha promosso la querela è stato condannato al pagamento delle spese legali (leggi l’articolo sulla vicenda). Sono state archiviate anche due querele da parte delle società chiamate in causa nelle inchieste di Bommarito sul biogas. C’è poi stata la querela dell’ex direttore dell’Area Vasta 3, Alessandro Maccioni, per l’inchiesta sul radiofarmaco. Ancora una volta nel corso delle indagini non sono emersi reati: nessuna diffamazione. Con il ricorso alle querele si tenta di delegittimare il lavoro e la credibilità di un giornale.

L’ultima assoluzione è arrivata la scorsa settimana: dopo 5 anni Giuseppe Bommarito, difeso dall’avvocato Gabriele Cofanelli, è stato assolto con formula piena dalle accuse di diffamazione di Romano Carancini, ex sindaco di Macerata e attuale consigliere regionale del Pd. Pietra dello scandalo gli articoli sulla vicenda delle piscine di Fontescodella, promesse per dieci anni come «priorità delle priorità della mia amministrazione» e mai realizzate.

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Romano Carancini, consigliere regionale del Pd

Andiamo con ordine. Cinque anni fa, il 18 maggio 2019, i revisori dei conti bocciarono il bilancio del Comune di Macerata (leggi l’articolo). Ma le preoccupazioni dell’amministrazione comunale erano rivolte altrove stando alle note ufficiali. “Il sindaco Carancini querela l’avvocato Bommarito per la vicenda piscine” si leggeva nel comunicato inviato dal Comune. Nessun cenno al parere negativo sul consuntivo. Scelta singolare quella di utilizzare il canale ufficiale dell’ente per annunciare una querela da parte del sindaco. E mentre i revisori dei conti invitavano l’amministrazione a istituire un ufficio legale interno in modo da ricorrere di meno a consulenze esterne, Carancini faceva sapere attraverso la nota del Comune di aver incaricato ben due avvocati (Massimo Bertola e Paolo Giustozzi) per depositare in Procura una querela nei confronti di Giuseppe Bommarito a seguito di un articolo uscito su Cronache Maceratesi poco più di un mese prima (leggi). Successivamente vennero presi di mira altri due articoli.

Il Comune di Macerata tagliò la promozione di eventi su Cronache Maceratesi preferendo media con numeri molto più bassi (e quindi dando meno visibilità alle manifestazioni): l’allora dirigente giustificò la scelta (politica) con un certo imbarazzo, lo stesso dirigente che oggi cerca visibilità con interventi politici contro l’attuale amministrazione su Cronache Maceratesi: visibilità che diamo volentieri perché riteniamo questi contributi interessanti. Lo stesso interesse pubblico che non poteva essere messo in discussione per la vicenda piscine, messa al primo posto del mandato amministrativo e che provocò anche le dimissioni di un consigliere di maggioranza (Bruno Mandrelli, Pd) per la bocciatura di una commissione d’inchiesta.

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Il cantiere per le piscine alle ex Casermette

Così come abbiamo sempre dato notizia dell’attività da consigliere di opposizione di Romano Carancini, ruolo che svolge meglio rispetto a quello di “sindaco-uomo solo al comando” che alla fine in 10 anni ha portato a casa – con i fondi del sisma e degli sceicchi del Qatar – solo le due scuole medie una di fianco all’altra alle ex Casermette, dove prima o poi saranno realizzate anche le piscinette (di molto ridotte rispetto al tanto decantato polo natatorio). Senza dimenticare l’operazione fuori da ogni logica politica del costoso acquisto dell’ex ParkSì, un parcheggio che già c’era e che sarebbe passato presto gratuitamente al Comune.

Va detto che anche in quel caso tutto ciò che è stato riferito e ricostruito nasce da una analisi delle carte. Per allargare il discorso citiamo l’inchiesta su Banca Marche. Una vicenda sollevata da questo giornale che l’ha trattata giorno per giorno per diversi mesi e che solo in seguito, quando la “bomba” esplose e si arrivò al default, venne seguita da tutti. Dalla malavita allo scandalo biogas, dalla gestione post sisma a quelle urbanistiche dei Comuni, queste inchieste nel corso degli anni hanno fatto storcere il naso a qualcuno ma (e ne sono prova le archiviazioni arrivate) hanno consentito di raccontarvi retroscena e vicende che, temiamo, nella maggior parte dei casi probabilmente non si sarebbero mai sapute.

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L’avvocato Giuseppe Bommarito

E l’avvocato Giuseppe Bommarito – che giornalista non è – ha svolto per tanti anni l’aspetto più nobile di questo lavoro: scavando, approfondendo, rivelando fatti nascosti. In un’epoca dove la maggior parte dei giornalisti si limita ai copia e incolla o al mettere il microfono in bocca a qualcuno senza azzardare mezza domanda scomoda, dove spuntano come funghi siti online senza giornalisti e senza rispetto di nessuna regola, dove radio e tv fanno informazione seguendo una conferenza stampa e leggendo notizie cercate, elaborate e sudate ogni giorno da Cronache Maceratesi.

Inchieste, ribadiamo, fatte con coraggio (non certamente con incoscienza né per volontà di diffamare) e sempre riferendosi alla verità che emerge dall’analisi delle carte. Il tutto perché crediamo che sia dovere di un giornale andare a fondo, criticare anche i poteri forti, dalla politica alle imprese, chiedere trasparenza, e cercare di fare luce su temi di interesse generale. Ma non è facile. Soprattutto per chi come noi non beneficia di finanziamenti pubblici.

E c’è chi avvia le cause per diffamazione al solo scopo di intimorire. Infatti non ci accusano di avere scritto cose false. Viene messo in discussione il diritto all’informazione previsto dalla Costituzione. La querela arriva perché abbiamo avuto l’impudenza di raccontare fatti che non piacciono e perché ormai sono abituati a un giornalismo che fa rima solo con servilismo.

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