L’assessore Francesco Baldelli e Nardo Goffi, dirigente del servizio Infrastrutture della Regione
di Luca Patrassi
«Il bando l’ho fatto, ora è la Suam che deve preparare i documenti e pubblicare l’avviso di gara»: a rispondere così alla nostra domanda sulle sorti del nuovo ospedale di Macerata è il dirigente del servizio Infrastrutture della Regione Marche Nardo Goffi, presente nel capoluogo maceratese per una iniziativa legata a un bando per il miglioramento delle strade (leggi l’articolo). Una domanda tira l’altra, ma a quella sui tempi, il dirigente si “limita” a un «a breve».
Stesse indicazioni temporali anche dall’assessore regionale Francesco Baldelli: comunque viene dato per sicuro che entro l’anno verrà bandita la gara per la progettazione di fattibilità tecnico economica. A voler essere positivi, guardando al futuro, l’iter per la realizzazione dell’ospedale si presenta ai nastri di partenza. Chi avanza ulteriori critiche ricorda che gli amministratori regionali e comunali, non i dirigenti evidentemente, vengono da tre anni di annunci a vuoto, scadenze non mantenute, un penultimatum dietro l’altro.
L’assessore regionale Francesco Baldelli (al centro) tra il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli e Nardo Goffi
In campagna elettorale, nel 2020, si disse che l’ospedale sarebbe stato inaugurato nei cinque anni della legislatura Parcaroli, poi lo stesso Parcaroli disse che si sarebbe accontentato della prima pietra, oggi sono passati 38 mesi dai primi annunci e siamo in attesa, a breve termine, della pubblicazione della gara per la progettazione di fattibilità tecnico economica. Per capirsi, fatto il bando il Comune procederà all’esproprio dell’area interessata che è di proprietà privata e non è detto che l’operazione scivoli via senza intoppi.
Poi la pubblicazione del bando per l’appalto integrato a seguito di verifica e approvazione del Progetto di fattibilità tecnico economico. Come dire che la prima pietra non è esattamente dietro l’angolo, possibile che di debba attendere il nuovo quinquennio amministrativo con i problemi che la questione comporta sull’attuale ospedale che presenta evidenti segni di degrado strutturale ad iniziare dall’impiantistica.
Non di sole strutture edili vive un’azienda sanitaria, anche di servizi evidentemente e di risorse umane. La visione dell’albo pretorio dell’Ast – le determine evidenziano un fiorire di dirigenti facenti funzioni, dal direttore generale al direttore medico per limitarsi a due vertici – permette di notare come ci siano medici prossimi al pensionamento e altri che invece hanno visto autorizzata la permanenza in servizio. Lascerà dal prossimo primo settembre la Pediatria dell’ospedale di Civitanova, la dottoressa Vitaliana Bonifazi che andrà appunto in pensione. Dal primo aprile 2024 a lasciare, per il pensionamento, sarà il dottor Claudio Ban in servizio nel reparto di Ostetricia/Ginecologia dell’ospedale di Civitanova.
Autorizzato invece il mantenimento in servizio per altri tre anni, fino al compimento dei 70 anni di età, per il dottor Alessandro Ranciaro, dirigente medico con incarico di Struttura Complessa e per il dottor Roberto Catalini, anche lui dirigente medico con incarico di struttura complessa. Infine il fronte delle buone notizie: prosegue la serie delle donazioni che vedono protagonisti cittadini, aziende ed associazioni di volontariato del territorio. La direzione (facente funzioni, ovviamente) della Ast ha accettato la proposta di donazione inviata dalla onlus “L’Anello della vita”: si tratta di otto poltrone prelievi elettriche da destinare all’unità operativa di Oncologia dell’ospedale di San Severino, del valore complessivo di 23mila euro.
Ma fate funzionare quello che c'è migliorandolo ed aggiornandolo secondo i più aggiornati sistemi di cura.
Pensare se il privato avesse i tempi dei carrozzoni pubblici saremmo ancora fermi all800.
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Ma di ospedali ce ne sono pure troppi anzi si depotenziano e si chiudono ma spendete questi soldi per cose veramente utili. P.S. mi ricordo e vi ricordo che lo Stato italiano spende solo di interessi 100 miliardi di euro per il debito pubblico così facendo signori di strada se ne fa poca.
I cittadini più attenti ce la stanno mettendo tutta per aiutare la sanità che si sta dimenticando di loro, la donazione delle poltrone per l’ oncologia è frutto di un lavoro di volontari che hanno organizzato una conviviale per raccogliere fondi, che hanno permesso l’ acquisto di una parte delle poltrone particolari, passando per questioni burocratiche attraverso la onlus l’ anello della vita che ha completato con altri pezzi per tutto il fabbisogno totale.
Ma non vi sta bene neanche l’ospedale nuovo ?? Mah…