Convalidato l’arresto del 50enne:
«Non voleva fare del male al padre,
al momento è ancora molto confuso»

MONTECOSARO - L'udienza davanti al giudice Domenico Potetti si è svolta all'ospedale di Civitanova. Confermata la misura cautelare in carcere (dove andrà appena dimesso). Gianluca Marzocco si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo legale, Aldo Rino Sichetti: «È dispiaciutissimo per quanto accaduto»

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L’avvocato Aldo Rino Sichetti questa mattina in tribunale

 

di Gianluca Ginella

«E’ dispiaciuto, non voleva fare del male a nessuno e non aveva intenzione di uccidere il padre», così l’avvocato Aldo Rino Sichetti, legale di Gianluca Marzocco, il 50enne che è stato arrestato giovedì dopo che per alcune ore ha tenuto in ostaggio il padre dentro la casa in cui vivono a Montecosaro e aver minacciato di ucciderlo.

Questa mattina si è svolta la convalida dell’arresto. In un primo momento l’udienza doveva svolgersi al tribunale di Macerata, ma poi è stato comunicato dall’ospedale di Civitanova (dove il 50enne si trovava da dopo l’arresto) che Marzocco non era in condizioni di essere trasportato.

Quindi cambio di programma e udienza al nosocomio di Civitanova. Marzocco col giudice si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il procuratore facente funzioni, Claudio Rastrelli, gli contesta, tra l’altro, il sequestro di persona, le lesioni personali aggravate, la resistenza a pubblico ufficiale, le lesioni a pubblico ufficiale, la detenzione di droga.

Il giudice Domenico Potetti, convalidato l’arresto, ha confermato la misura cautelare in carcere (questo quando il 50enne potrà essere dimesso, al momento resta piantonato in ospedale).

«Ho avuto modo di parlare per la prima volta con il mio assistito – dice l’avvocato Sichetti – che si è avvalso della facoltà di non rispondere perché è ancora molto confuso. È dispiaciutissimo per quanto accaduto, nega di aver avuto intenzione di uccidere il padre, credo fosse più una richiesta d’aiuto, ovviamente mal posta, con modi assolutamente sbagliati, di cui si pente, ma non voleva uccidere. Viveva con i genitori da sempre, custodiva la madre inferma». Secondo il legale «va compreso il disagio che ha, a cosa sia dovuto, se l’uso di droga sia stata la causa scatenante o un sintomo. È tutto da approfondire con calma».

Marzocco poco prima della mezzanotte tra giovedì e mercoledì ha chiamato l’avvocato Simone Santoro, suo legale in altri procedimenti, dicendo di voler uccidere il padre. Santoro ha chiamato il comandante dei carabinieri di Montecosaro, Andrea D’Orazio, e i militari si sono precipitati alla villetta di via San Lorenzo 54, a Montecosaro, in cui vive Marzocco con i genitori. Lì sono iniziate le trattative per convincerlo a liberare il padre, Cleto, 84 anni, che teneva seduto su di una sedia sotto la minaccia di un coltello e di un macete (l’aveva anche ferito con taglia al volto). Dopo alcune ore, intorno alle 4 del mattino, i carabinieri hanno fatto irruzione nella casa e con due scariche di taser sono riusciti a immobilizzarlo, due militari sono rimasti feriti. Marzocco mentre teneva in ostaggio il padre consumava cocaina che teneva sul tavolo della cucina. 

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