di Luca Patrassi
Non siamo nemmeno più al proverbiale «al lupo, al lupo», grido di allarme lanciato quando è inutile farlo. La direzione di Area Vasta 3 ha pubblicato una sequenza di avvisi pubblici di ricerca di medici, specialisti e non. Un obbligo, per via delle maggiori urla registrate in questi giorni, partire dalla situazione che si registra nei Ponto Soccorso degli ospedali di Macerata e di Civitanova. Mancano i medici in numero preoccupante, tale da non poter garantire la regolare copertura dei turni.
Bene, cosa si fa? Ovviamente i concorsi. La risposta sarebbe anche logica, democratica e meritocratica, non fosse per il piccolo particolare che da parecchi anni c’è una gravissima carenza di specialisti in medicina di Urgenza. Però, la pubblica amministrazione è pur sempre tale e la procedura dove essere per forza quella della procedura ad evidenza pubblica. C’è anche un momento nel quale si impone una ulteriore riflessione: se gli specialisti non ci sono, come si fa? Alcuni anni fa, prima della pandemia, nell’ottica di trovare una soluzione provvisoria, ci fu un avviso pubblico aperto anche ai non specialisti, ma al dunque nessun burocrate si assunse la responsabilità di andare a firmare – come avvenuto in un paio di altre regioni del Nord Italia – assunzioni di non specialisti per i Pronto Soccorso. Poi è arrivata la pandemia e la situazione è progressivamente peggiorata. C’è anche un problema a monte di sbagliata programmazione da parte del Ministero delle risorse umane necessarie, c’è anche un problema a monte di mancata incentivazione economica per medici che vanno a svolgere un servizio molto più rischioso e stressante rispetto ad altre specialistiche.
A valle, e nell’entroterra, c’è anche un problema di politica ancorata ai campanili e ai collegi elettorali: in una azienda, o in una famiglia normale, se ci sono risorse limitate, si adeguano gli interventi e i movimenti in base a quello che si ha. Qui invece si ha la pretesa di tenere aperto il punto di primo intervento del paese di turno, con i relativi turni da coprire, pur sapendo che nei reparti di Macerata e di Civitanova, dove girano centinaia di persone al giorno, pazienti Covid o non Covid, non sanno come coprire i turni. Per tornare all’albo pretorio dell’Av3, in questi giorni sono alla ribalta diversi avvisi. Uno è quello per la selezione per il conferimento di incarichi di prestazione d’opera professionale a medici abilitati disponibili a lavorare nei Pronto Soccorso di Av3, poi c’è l’esito di un avviso pubblico per specialisti di Nefrologia: nei reparti di Civitanova e di Macerata mancano anche in questo caso diversi specialisti e a rispondere alla chiamata è stato un solo medico nefrologo.
Per la Medicina Interna tre le risposte all’avviso pubblico, per la Medicina dello Sport una sola candidata. Quale sia la situazione nei Pronto Soccorso lo dice testualmente l’atto appena pubblicato dall’Av3: «La situazione epidemiologica attualmente in corso a causa della attuale capillare circolazione del virus Sars- Cov2, che impone il rispetto di percorsi separati per pazienti ordinari e per pazienti infetti o potenzialmente tali, e la consolidata carenza di personale medico da assumere con contratto di lavoro dipendente, richiede l’adozione di misure straordinarie mirate innanzi tutto ad evitare i rischi di diffusione del virus, riducendo il più possibile il sovraffollamento e i tempi di permanenza all’interno dei servizi di Pronto Soccorso dei pazienti che non necessitano di cure intensive. In relazione a tale contesto, negli ultimi 24 mesi sono stati esperite tre procedure concorsuali finalizzate alla copertura dei posti vacanti previste nel Piano Triennale del Fabbisogno del Personale vigente. Tali procedure non hanno consentito, stante l’esiguità del numero di candidati, di addivenire alla copertura di tutti i posti vacanti né di soddisfare, nel caso dell’unico incarico libero-professionale conferito, le esigenze di potenziamento delle équipes mediche. Analogo risultato negativo hanno dato i diversi avvisi pubblici per assunzioni a tempo determinato indetti, nel medesimo lasso di tempo sia dall’Asur che dall’Area Vasta 3. Pertanto, ad oggi, nel Piano Triennale del fabbisogno del personale 2020-2022 risultano non coperti per l’impossibilità di reperire risorse umane, 6 posti di dirigente medico di Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza distribuiti nei servizi di Pronto soccorso dell’Av3. Nell’intento di dare una possibile soluzione alle criticità sopra illustrate, nelle more della definizione di un programma aziendale condiviso per il potenziamento dei servizi di Pronto soccorso e dell’espletamento di procedure per l’assunzione del personale medico necessario, il direttore di Area Vasta 3, ha ritenuto opportuno attivare un ulteriore progetto finalizzato alla riduzione dei tempi di attesa dei pazienti a bassa intensità di cure (codici verdi e bianchi). A tal fine, il direttore di Area Vasta ha incaricato la Uoc Gestione risorse umane di trasmettere all’Asur e alle Area Vaste apposita comunicazione al fine di verificare la disponibilità dei propri dipendenti ad effettuare le attività inerenti il progetto, e contestualmente, nel caso in cui dette manifestazioni di disponibilità non pervengano, di emettere un apposito avviso di selezione mediante il conferimento di incarichi di prestazione d’opera professionale».
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E quale sarebbe questo progetto?!?!
Il problema e’ che sono anni che si sa’ che i medici laureati sono insufficienti. Quindi il giovane dottore puo’ ampiamente scegliere se andare in un rischiosissimo prontosoccorso o fare il medico di base meno pagato e soffocato di burocrazia o scegliere altre specialita’ piu’ appaganti. I dirigenti ben pagati ed incapaci invece abbondano. Che ci sia una volonta’ di smantellare il servizio pubblico?? Staremo a vedere….
Con un PDS, poi PD, che ha distrutto la Sanità nei modi teorici che sappiamo, e con un Draghi che sta distruggendo la piccola e media industria, l’artigianato, il piccolo commercio, i bar e la ristorazione, la piccola proprietà contadina e la povera gente, riuscendo a completare ciò che Monti non è riuscito a fare, sarebbe astettare tempi lunghi per salvare il salvabile..
Invece, adesso sarebbe il dott. Mari a dover salvare il salvabile non sospendendo i sanitari “no-vax” degli ospedali e quelli di base, di sua competenza.
Se poi l’obiettivo occulto della cosiddetta “Sinistra” è quello di affossare la sanità pubblica a favore di quella privata, che con De Benedetti va a gonfie vele, allora mi taccio, convinto che ormai siamo in mano ad una massa di cialtroni, che ci stanno portando al disastro nazionale, regionale, provinciale e locale, tra il gaudio incosciente del gregge.
Signor Balboni, mi ha tolto le parole di bocca! La domanda, infatti, non è “Ora come si fa!” ma “Perché siamo arrivati a questo?”. Gli amministrativi sono tanti (bacino di voti?), ben pagati e non certo oberati di lavoro (per una domanda di pensionamento ci hanno lavorato in tre ed ovviamente non in collaborazione tra loro!). Le scelte dei dirigenti asur sappiamo ce si fanno. Per i medici hanno sempre diminuito gli organici, non aumentano gli stipendi, non gratificano chi vale neanconnche con avanzamenti di carriera (ciò che conta non è quanto vali, ma chi ti appoggia, se “ubbidisci!). Ed allora perché un professionista dopo 10 o più anni di studio, master, aggiornamenti ecc (senza ovviamente guadagnare una lira,ma anzi spendendo un patrimonio) dovrebbe decidere di entrare nel pubblico? Penso proprio che chi ha progettato questa deriva sta riuscendo nell’intento!
Buona lettura https://www.ilparagone.it/attualita/oltre-90-pazienti-in-attesa-il-pronto-soccorso-e-al-collasso-lallarme-dellospedale-di-roma-ma-lemergenza-covid-non-centra/?fbclid=IwAR0HN9suvtIPozz1J8WpeWPoKRPg3XOnzBvlMB8Iwae0crCA5XlMz2FmAyQ