Quarantotto milioni di residui attivi,
il Comune non riesce a incassare

MACERATA - Un terzo delle entrate ancora non riscosse sono provenienti da gestioni precedenti al 2014 e fino al 2017. La relazione dei revisori dei conti evidenzia situazioni anacronistiche nell’era dell’informatica come le procedure manuali ancora in uso per le rendicontazioni contabili

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Oriana Piccioni, assessore al Bilancio

 

 

di Luca Patrassi

Quarantotto milioni di euro di residui attivi, un terzo dei quali provenienti da gestioni precedenti al 2014 e fino al 2017. Difficile pensare che siano crediti esigibili, a parte l’indicazione del bilancio del comune di Macerata che appunto coltiva la speranza di considerarli milioni che prima o poi entreranno in cassa. I numeri presentati a margine del bilancio consuntivo del 2020 – appena approvato dal Consiglio comunale dopo la presentazione a cura dell’assessore Oriana Piccioni, e in larga parte riferentesi alla gestione del Comune a trazione centrosinistra – sono impressionanti e questo tasto è stato a lungo toccato dal consigliere comunale pentastellato Roberto Cherubini che ha sottolineato la precarietà delle finanze comunali evidenziando alcune anomalie di gestione che si ripetono da diversi anni nonostante i richiami e le riserve del collegio dei revisori dei conti.

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Roberto Cherubini, capogruppo del M5S

Collegio dei revisori dei conti che – da regolamento – è intervenuto con una relazione sul consuntivo esprimendo parere favorevole ma apponendo una serie di riserve su diversi elementi di criticità. I revisori – il collegio è guidato da Ugo Maria Fantini e ne fanno parte Fabrizio De Julis e Alberto Luchini – hanno espresso riserve legate al sistema di rendicontazione degli agenti contabili, alla gestione dei residui attivi e accertamento della loro consistenza finale, al fondo rischi contenzioso, ai debiti fuori bilancio, con particolare riguardo alla gestione della passività nei confronti di Nuova Via Trento spa in liquidazione, ai rapporti con gli organismi partecipati e criticità nelle situazioni finanziarie (rappresentate dalla notevole esposizione debitoria nei confronti del sistema bancario e dei terzi), economiche e patrimoniali evidenti, tra le altre, nelle partecipate Apm Spa e Cosmari srl. Numeri impressionanti: il Comune non riesce ad incassare le somme in entrata legate a multe, tasse ed oneri ma nemmeno riesce ad avere le somme dovute da altre amministrazioni. Cherubini ha citato due casi, tra gli altri, di amministrazioni pubbliche che non pagano somme dovute da anni e sono la Regione (stagione Sferisterio del 2008) e il Ministero di Grazia e Giustizia per la manutenzione degli uffici giudiziari. Peraltro la relazione dei revisori dei conti evidenzia situazioni anacronistiche nell’era dell’informatica come le procedure manuali ancora in uso in Comune per le rendicontazioni contabili.

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