“Il Fiore del partigiano” è un gruppo di cittadine e cittadini di Porto Recanati che promuove iniziative culturali antifasciste contro il perpetuarsi di azioni ed espressioni di intolleranza e violenza civile. Una delle prime azioni è stata quella di pubblicizzare la raccolta firme per sostenere la proposta di legge Stazzema. In una lettera indirizzata lo scorso marzo al sindaco di Porto Recanati, Roberto Mozzicafreddo, il gruppo cittadino aveva posto l’attenzione sulla raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare contro la propaganda fascista e nazista, la cosiddetta legge Stazzema. Il termine ultimo per sottoscrivere la proposta negli uffici del municipio era lo scorso 31 marzo, ma da parte dell’amministrazione comunale non avevano ricevuto alcuna risposta o presa di posizione. Il gruppo ha aderito nel 2020 all’iniziativa del comitato promotore presieduto dal sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, che lo scorso 19 ottobre aveva depositato la proposta di legge in Cassazione, e che aveva ricevuto l’appoggio della senatrice Liliana Segre. La proposta riafferma la normativa vigente, introducendo le legittime aggravanti e adeguandola ai tempi moderni attraverso l’esplicito riferimento all’utilizzo di Internet.
«Da anni assistiamo impassibili al proliferare dell’esposizione ovunque, di simboli che richiamano a fascismo e nazismo, frutto di anni di sottovalutazione del fenomeno del ritorno di queste ideologie che mai come oggi sono pericolose – dice il gruppo in una nota – Il Eurispes “Rapporto Italia 2020”dice che dal 2004 ad oggi è aumentato il numero delle persone che pensano che la Shoah non sia mai avvenuta: erano il 2,7%, oggi sono il 15,6%. Come cittadini di Porto Recanati, abbiamo cercato di sostenere l’iniziativa per schierarci in maniera decisa in difesa della nostra Costituzione, contro ogni espressione di intolleranza, violenza e contro qualsiasi comportamento filo-fascista a livello locale». Il gruppo in passato aveva promosso la raccolta firme tramite i canali di social network, dato che la zona rossa aveva reso impossibile l’installazione di uno stand informativo nelle piazze, e affisso manifesti lungo corso Matteotti. «Tramite la lettera protocollata il 12 marzo, abbiamo fatto appello al sindaco affinché desse una risonanza decisiva a questa iniziativa nella nostra comunità traendo vantaggio dai propri canali istituzionali. Ad oggi, segnaliamo che il nostro appello è stato completamente ignorato».
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forse non conosce il concetto di antifascista, ne’ quello di fascista. E’ un male comune dei nostri tempi, causato da opportunismo e spesso da ignoranza…
chi glielo spiega che il contrario di fascismo e’ democrazia e non comunismo?!
Forse oggi il problema principale è la mancanza di lavoro per i giovani.
No, Ciarulli, oggi il contrario del fascismo è il coraggio intelligente o l’intelligenza coraggiosa. Siamo messi molto male, andrà tutto male…
Piccola rondinella.
”Gabriele Ansaloni, in arte Red Ronnie, è stato assolto dal tribunale di Bologna dall’accusa di aver diffamato il virologo Roberto Burioni. Il conduttore era imputato per alcune frasi pubblicate su Facebook dopo un dibattito con il professore ordinario di Microbiologia e Virologia del San Raffaele, nella trasmissione ‘Virus’: il 15 maggio 2016 scrisse un testo dove lo accusava di “ricerca di protagonismo e di essere ‘legato a interessi economici‘”.
Red Ronnie inoltre riportò la mail di una persona che, riferendosi al professore, diceva tra l’altro: “In questo suo ruolo di moralizzatore, nasconde un lapalissiano conflitto di interessi, ossia l’impegno, in campo vaccinale, di tanti suoi brevetti”.
Era un periodo in cui si discuteva delle campagne anti-vaccini e Burioni le contestava. Il processo è nato da una denuncia del virologo, annunciata già nel programma tv. Il giudice monocratico Stefano Levoni ha assolto Red Ronnie con la formula perché il fatto non costituisce reato. Le motivazioni saranno note entro 90 giorni.”
Il furbacchione negazionista David Hirving, saggista , nel 1992 dichiarò che la camera a gas di Aushwitz era un falso e che fu ricostruita dopo la guerra. Quando il mese successivo atterrò a Roma, fu circondato dalla polizia e messo sul primo aereo per Monaco di Baviera dove fu imputato, secondo la legge tedesca, di “diffamare il ricordo dei morti”. In quell’occasione Irving è stato multato per tremila marchi e, dopo aver fatto ricorso in appello, ne dovette pagare trentamila, perché nel corso di un incontro pubblico aveva definito il giudice “un vecchio cretino alcolizzato”. Non soddisfatto, in base alla legislazione che punisce la negazione dell’Olocausto, David Irving nel novembre del 2005 fu arrestato in Austria e fu successivamente condannato a tre anni di carcere. Tornando a quel 15,6%, secondo me una parte nega sapendo di mentire e il che li fa sentire mezzi ariani e mezzo scemi. Una parte perché gli è stato detto e tanto basta all’ordine di Credere Obbedire e dileguarsi al momento giusto e soprattutto evitarne di parlare al di fuori del branco onde evitare improperi e risate in faccia. Poi ci sarà quella parte che ha studiato i vangeli del negazionismo come quelli di Hirving ed è quindi un tutto dire. Non dimentichiamo che superare il maestro è sempre un desiderio naturale, seppur tenuto nascosto.
L’olocausto avrebbe dovuto insegnare che:
– Non c’è limite alla follia umana.
– La scienza può essere votata al male più profondo.
– Un popolo può commettere crimini anche solo ubbidendo.
– L’austerità genera mostri.
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