Primo round anti Covid
«Vaccinato il 70% dei medici,
nessun negazionista tra i sanitari»

LE TESTIMONIANZE dei professionisti del Maceratese che hanno aderito volontariamente alla prima fase della campagna. In molti hanno scelto di condividere il momento sui social. Elisabetta Garbati: «Umanamente temevo un effetto collaterale che non c'è stato». Mauro Pelagalli: «Soluzione utilissima, non ho avuto nemmeno un fastidio». Ilaria Rossiello: «Ai miei pazienti dico: vi vaccinerò tutti». Costantino Gobbi: «Bisogna dare il buon esempio, la tecnologia è sicura». Mauro Proietti Pannunzi: «Finalmente sento la speranza». L'ultima a ricevere la dose sarà Daniela Corsi, direttrice di Av3: «E' la nostra unica arma contro la nuova ondata»

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Da sinistra in alto Elisabetta Garbati, Ilaria Rossiello. In basso Daniela Corsi e Mauro Pelagalli. A destra Costantino Gobbi

 

di Federica Nardi

«Abbiamo il vaccino, facciamolo tutti. Non abbiamo altre armi per frenare questa ondata». A dirlo Daniela Corsi, direttrice di Area vasta 3, medico e responsabile dell’Emergenza-Urgenza che sarà l’ultima a ricevere la dose di vaccino anti Covid in questa prima fase. Tanti i medici che stanno condividendo l’esperienza della campagna vaccinale, iniziata il 27 dicembre, con una foto sui social nel momento in cui ricevono la prima dose.

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Daniela Corsi

Corsi durante la prima ondata di marzo è stata tra le contagiate mentre lavorava nella Rianimazione di Civitanova. «Ho ancora un basso dosaggio di anticorpi, ma questo non vuol dire che non farò il vaccino. Chiuderò la campagna negli ospedali». Campagna che, sottolinea Corsi, «sta andando molto bene. Ieri siamo arrivati al 70% dei medici, 60% degli infermieri e il 50% degli oss vaccinati. Non abbiamo un problema di negazionismo del personale sanitario e ci fa piacere, perché indica la responsabilità dei professionisti. L’adesione è molto alta e continuerà a esserlo. Poi dovremo pensare alle strutture protette, alle case di riposo e infine nel terzo step alla vaccinazione di massa».

Corsi parla «anche da medico. Non esiste una certezza assoluta dei farmaci per il Covid, ne abbiamo utilizzato una gamma e anche il plasma recentemente, tutti nell’ambito delle “off label” (cioè farmaci studiati e approvati per patologie diverse dal Covid, ndr). L’avere un vaccino è una condizione che ci dovrebbe orientare tutti nel farlo. Perché non abbiamo altre armi per frenare questa ondata. Altrimenti se qui prevediamo ondate simili a quelle della prima, il Servizio sanitario va in crisi. Già stiamo lavorando al massimo. È come mettere una macchina in accelerazione per parecchio tempo, dopo un po’ di esaurisce».

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Ilaria Rossiello

Anche Ilaria Rossiello, la giovane medica di famiglia che aveva raccontato il suo impegno su Cm, ha condiviso il momento della vaccinazione sui social: «Non ho resistito – ha scritto a commento della foto -. Ripenso alle persone che non ci sono più. Ripenso a quello che il virus mi ha tolto: mesi a letto senza l’aiuto di nessuno, un travaglio da sola, un post parto da incubo. Ripenso ai viaggi che non abbiamo potuto fare, alle cene senza amici. Ripenso all’angoscia di aver visitato persone positive. Ripenso all’angoscia di vedere i miei cari star male e alla possibilità di problemi seri. Oggi inizia a finire questo incubo, grazie alla scienza, ai ricercatori, ai vaccinatori, ai vaccinati. Ci sono tanti posti da visitare, tanti amici da riabbracciare ma non è ancora il momento. Oggi sono felice però perché so che questo momento verrà e non è più un generico “andrà tutto bene” perché non è andato bene per niente. Ai miei pazienti dico… ve vaccino tutti, non è una minaccia è una promessa».

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Costantino Gobbi

Tra i vaccinati invece il pediatria maceratese Costantino Gobbi, che racconta a Cm di stare «assolutamente bene, nessun effetto collaterale. Un minimo di dolenzìa al braccio già andata via la mattina. Bisogna dare il buon esempio e non ero preoccupato anche perché la tecnologia è sicura. Il vaccino è un “segnale” attraverso il quale il tuo organismo sviluppa i pezzi del virus (e in particolare la “punta” con cui il virus entra nelle cellule), in modo da sviluppare anche gli anticorpi».

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Elisabetta Garbati

Anche Elisabetta Garbati, ginecologa nell’ospedale di Macerata oltre che consigliera comunale con Macerata rinnova, ha aderito di buon grado alla campagna vaccinale, nonostante qualche umano timore. «L’ho fatta l’altro ieri – racconta Garbati -. La vaccinazione è una classica vaccinazione sul deltoide, dal lato opposto a quello che utilizzi di solito (quindi io l’ho fatta a sinistra). Dura 30 secondi, e può fare un leggero indolenzimento del braccio per circa una giornata, come il vaccino anti influenzale. A me non ha dato effetti collaterali. Quando esci dalla stanza un po’ ci pensi, essendo un vaccino nuovo. Secondo me va fatto però, sennò non ne usciremo più fuori. Ma è chiaro che essendo noi i primi ci sono sia vantaggi che svantaggi. I vantaggi sono avere gli anticorpi per essere più sereni quando fai il tuo lavoro. Dall’altro lato è chiaro che siamo esseri umani oltre che medici e da umana io mi sono detta “speriamo di non avere effetti collaterali”». Garbati ribadisce però il concetto: «Ognuno di noi dovrebbe vaccinarsi, prenderlo proprio come un impegno sociale per l’umanità intera. Questo pensiero mi ha fatto passare i timori che avevo di poter avere ripercussioni, che tra l’altro non ho avuto. Tra una ventina di giorni farò il richiamo e sono ottimista, penso che sarà la soluzione per uscire da questa brutta esperienza. Sogno il giorno in cui lanceremo le mascherine in aria, adesso bisogna avere educazione civica, quindi fare il vaccino e rispettare le regole».

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Mauro Pelagalli durante la vaccinazione

A Ginecologia a Macerata si è vaccinato anche il dirigente Mauro Pelagalli. «Ho vissuto un anno di Covid dirigendo un reparto con 1600 nati, quindi 1600 mamme e 1600 papà…con un altissimo indice di rischio e possibilità di contagio. Quindi per me il vaccino è stata una soluzione ottimale tanto che l’ho fatto volentieri e subito. Anche se noi tamponiamo tutti ma il rischio è sempre alto. Per me soluzione utilissima, non ho avuto nemmeno un fastidio. Quindi Benvenuto il vaccino. Nel mio reparto l’abbiamo già fatto quasi tutti».

Anche a Villa Pini a Civitanova procedono le vaccinazioni al personale. Mauro Proietti Pannunzi, medico rianimatore, sintetizza così l’emozione di avere finalmente un rimedio contro la pandemia di Coronavirus: «La prima volta che ho varcato quella porta è stato il 16 marzo 2020. Con paura..ansia..trepidazione – scrive, allegando una foto della struttura di Villa Pini -. Oggi l’ho oltrepassata con la speranza…finalmente».

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Il Punto vaccinazione di Villa Pini

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