di Laura Boccanera
Primo consiglio comunale post regionali ieri a Civitanova. L’assise è tornata a riunirsi dopo la pausa estiva e le elezioni con all’ordine del giorno una serie di variazioni di bilancio e la determinazione delle aliquote Imu. Ma prima dei punti c’è stato il tempo anche per smaltire due mozioni accumulate da tempo e risalenti quasi ad un anno prima.
Il consiglio comunale non ha risentito del momento delicato dovuto agli imminenti rimpasti di giunta con le consultazioni fra i partiti per ridistribuire i pesi dei partiti (cresciuti nelle ultime elezioni, soprattutto Fdi e Lega) rispetto alle civiche (Obiettivo Civitanova e Vince Civitanova). Ma questi equilibri al momento ancora precari non hanno inciso sul voto. Presente in aula Pierpaolo Borroni per quello che probabilmente è stato il suo ultimo consiglio da assessore. Il consiglio si è aperto con i complimenti del presidente al neoeletto consigliere regionale e poi si è passati al vaglio delle mozioni. La prima a firma Pd e chiedeva la revoca della delibera di giunta che stabiliva i criteri per l’apertura delle sale slot. Della delibera si è a lungo parlato in passato in quanto oggetto di un ricorso da parte di un privato titolare di una sala slot in apertura che si è visto negare la possibilità di iniziare l’attività dalla Questura. Il Tar prima e il Consiglio di stato poi hanno evidenziato l’illegittimità della delibera comunale rispetto alla legge regionale rigettando il ricorso e sottolineando l’incongruenza della delibera di giunta. Con la mozione il Pd chiedeva di ritirare quella delibera in quanto in contrasto con gli obiettivi del legislatore: «Un comune dovrebbe adeguarsi alle sentenze, non farlo è di una gravità istituzionale non indifferente. Per cui impegnavamo con la mozione il comune alla revoca dell’atto in considerazione del fatto che i presupposti sono di interesse pubblico» – ha sottolineato il consigliere Giulio Silenzi. A replicare è proprio Borroni che però eccepisce come nella legge regionale ci siano delle incongruenze e difetti di applicazione e pertanto la delibera comunale resta dov’è: «Anzi, ora in Regione cercheremo di migliorare una legge regionale che è stata fatta male». Critica anche Mirella Franco: «E’ come venir multati mentre si è in auto e dire che è sbagliata la legge –sottolinea – oltretutto una legge regionale approvata all’unanimità».
Alla fine la mozione viene respinta con 14 voti contrari e 7 a favore dell’opposizione e del consigliere Mercuri di Forza Italia. Scalda i motori Cristina Ruffini che è stata come capogruppo di FdI relatrice di una mozione sul caso “Bibbiano” che pur passando a maggioranza è sembrata fuori tempo rispetto alla discussione (era la mozione proposta a livello nazionale dal partito e fatta circolare nei territori ai tempi dello scoppio dell’inchiesta Angeli e demoni) e anche poco calata nel tessuto locale dal momento che in vari punti l’assessore Barbara Capponi ha dovuto smentire e dare “ripetizioni” sulla procedura degli affidi e della gestione delle criticità in capo ai servizi sociali alla consigliera Ruffini che è anche presidente della commissione sociale. La mozione chiedeva che si agisse a vari livelli per evitare abusi di potere e conflitti di interesse fra servizi sociali e cooperative private. L’assessore ai servizi sociali Barbara Capponi pur ringraziando FdI per aver posto la questione ha spiegato in maniera didascalica il funzionamento dei servizi sociali: «Chi decide è il giudice minorile – ha detto – il coinvolgimento del privato sociale per evitare conflitti di interesse nel nostro comune è impossibile, nessun privato è coinvolto nei servizi di affido». Critico Yuri Rosati dell’opposizione: «Credo che le richieste fatte siano alcune banali, altre scontate, alcune offensive». Dello stesso avviso anche Tommaso Corvatta: «E’ la magistratura minorile che decide, non i servizi sociali. Siamo rimasti tutti colpiti dall’inchiesta Angeli e demoni, ma non si capisce perché si debba portare una mozione in questi termini in consiglio comunale». Propone il ritiro della mozione e magari una discussione in commissione della questione la consigliere Laura Marinelli di Obiettivo Civitanova. Alla fine però la Ruffini non ritira la mozione e passa per 10 voti a favore e 9 contrari (assenti al voto Silenzi e Marzetti) con i voti dell’opposizione e di 3 consiglieri di maggioranza (Mercuri, Marinelli, Garbuglia e Monia Rossi). A seguire si sono votate le tariffe per l’imposta Imu, invariata rispetto al 2019 con un gettito pressoché identico a quello dell’anno precedente. Riconferma della tariffa anche per il servizio di gestione dei rifiuti, invariato rispetto al 2019. Il consigliere Stefano Mei ha criticato però come all’ultima riunione del Cosmari che ha approvato un aumento del costo di gestione nessun rappresentante dell’amministrazione fosse presente: «In quella sede sono state aumentate le tariffe del 7%. Noi il prossimo anno ci ritroveremo questo aumento perché di fatto c’è stato. Il piano economico finanziario del 2020 prevede un aumento, ma non incide sulla tari del 2020. Ma in realtà un aumento dei costi già c’era stato lo scorso anno, + 130mila euro che si è provveduto a pagare grazie ad entrate maggiori da riscossioni». Approvato anche il prelevamento dal fondo di riserva per 67mila euro per il contributo alla manifestazione Motor days e per la presa in carico della quota di iscrizione all’ordine per due dipendenti comunali.
International Motor Days, la rivincita di Zampaloni: «Siamo a 14mila presenze» (Foto)
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Battistoni sta lottando in Regione come una tigre con gli altri “colleghi “per la divisione degli assessorati. Forse un lumicino accesso nella notte per guidare chi è rimasto fuori, brilla ancora, ma se si spegnerà anzi tempo, partirà il più grande regolamento di conti della storia politica civitanovese. La città si è svegliata un bel dì di ottobre, non con un’aria dalla “Madama Butterfly”ma con una gran parte dei consiglieri di maggioranza che pur non appoggiando più il Supremo, avendo quasi tutti non cambiato modo di pensare ma fuggiti da quelle liste civiche che lo avevano fatto eleggere , dovrebbe andar da sé che sia diventato di troppo. Ma così non è quindi per adesso accontentiamoci di sapere che chi lo ha fatto eleggere non contava niente prima figuriamoci adesso. Ma questa è la politica che il Maestro Leonida chiamava” senza attributi per mancanza di scroti”. Salvo naturalmente per un giovane ed inesperto politicante d’altri tempi, la cui promozione ( di sicuro finora c’è solo quella ) darà un nuovo volto, non diciamo quale per non esaltare il comandante che ci guiderà per altri due anni , esaltanti come quelli passati.Non sto qui a ricordare che ha fatto di tutto per abbandonare la baracca e i baraccati e adesso si ritrova ancora pronto a fare, dire, lettere e testamento ma soprattutto a comandare così, come se nulla fosse successo e neanche un minimo gesto per scusarsi del tentativi di fuga.
TARI e IMU: due tasse una più incostituzionale dell’altra.
La TARI per i parametri di calcolo che vengono usati dai primi anni ottanta che non possono essere scritti né in Celo né in terra.
L’IMU è una vera e propria estorsione perpetrata dalla mafia politica, che fa finta di non conoscere l’art. 42 della Costituzione Italiana, dal quale si evince che sulla proprietà privata, i diritti dello Stato sono: il diritto di esproprio salvo indennizzo per utilità generale; il diritto di controllo sull’eredità perché una persona non può decidere completamente a chi destinare i propri beni, ma deve rispettare le leggi; e l’imposta di successione che viene applicata nei passaggi di proprietà quando avvengono per eredità anche se questa ultima è molto discutibile.
Io credo che con questa tassa ignobile dell’IMU, non è più ammissibile che i sindaci continuino ad ignorare la Costituzione dopo averle giurato di osservarla, rinunciando alla loro dignità e onestà, per fare il gioco di quei parlamentari che proprio nei giorni scorsi si sono riempiti la bocca asserendo di essere i rappresentanti del popolo. E PER FORTUNA, CHE NO NON RAPPRESENTANO MAFIE E LOBBY CHE PER ME PARI SONO ALTRIMENTI……