L’amarezza della Gabellieri:
«Scaricata da Ciarapica
perché do fastidio»

CIVITANOVA - La delusione dell'ex assessore alla Cultura silurata ieri dal primo cittadino: «Mi ha liquidata con due parole dette freneticamente al telefono. La giustificazione? Dover ricompattare una maggioranza. Certe amenità è superfluo anche commentarle. Non riconosco più questo sindaco»

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Maika Gabellieri

 

«Quando sei donna e magari hai anche due neuroni funzionanti e ti permetti di agire, in certi particolari momenti, allora vieni scansata, perché non servi più. Anzi, dai fastidio. E allora ti cacciano, liquidandoti con due parole dette freneticamente al telefono qualche istante prima che sia la stampa a darne comunicazione. Sei fuori dall’amministrazione. La giustificazione? Dover ricompattare una maggioranza. Certe amenità è superfluo anche commentarle». Maika Gabellieri ha affidato a un lungo post su Facebook tutta la sua delusione per essere stata messa alla porta dal quel sindaco, Fabrizio Ciarapica, che fino a poco tempo fa la considerava come la sua migliore assessore. L’ultimo atto di questo “matrimonio” politico si è consumato ieri pomeriggio, quando il primo cittadino ha annunciato la revoca delle deleghe alla Gabellieri, avvisandola, come ha svelato lei stessa, appena 10 minuti prima di rendere ufficiale la scelta. L’aveva difesa dagli attacchi di qualche esponente di maggioranza fino a pochi mesi fa, poi la situazione è precipitata. Vuoi per lo scioglimento del gruppo di maggioranza Vince Civitanova in Consiglio, di cui l’ex assessore faceva parte. Vuoi per le voci che la vorrebbero candidata con la Lega alle prossime regionali, dopo che già Ciarapica aveva annunciato la sua candidatura per Forza Italia e Pierpaolo Borroni per FdI. Fatto sta che da ieri il divorzio è consumato e oggi è la delusione a farla da padrone.  «Al sindaco, che non riconosco più in questo momento, al quale ho dedicato quattro anni della mia vita, che non rinnego – ha aggiunto la Gabellieri – auguro che possa ritornare la persona che ho conosciuto, che ho stimato e dietro cui mi sono fatta scudo sempre, fino ad oggi, quando sembra sia diventata io il suo peggior nemico».

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Fabrizio Ciarapica

Ecco il testo integrale scritto dall’ex assessore Maika Gabellieri

«Scrivo di getto, travolta da mille emozioni contrastanti, ma lascio prevalere la mia anima, quell’intima essenza animata dalla passione politica e quella spinta che mi ha avvicinata al sociale.
Sono orgogliosa dell’impegno profuso e dell’esempio dato in questi anni di amministrazione, seppur tra mille difficoltà e su strade sempre in salita, che mai hanno però scoraggiato il mio desiderio di dimostrare che la politica può essere qualcosa di diverso, qualcosa per cui valga la pena spendersi e combattere.
Mi sono messa in gioco, ho lottato senza mai risparmiarmi per contribuire alla vittoria di un’amministrazione di centrodestra nella mia città. L’ho fatto convinta e consapevole che quella vittoria avrebbe regalato alla città che amo un futuro migliore e ho lavorato per questo, insieme a una squadra meravigliosa, che condivideva con me gli stessi valori e la stessa visione.
Non ho mai indietreggiato: ho dato battaglia in prima linea, mettendoci sempre la faccia.
I sacrifici di quei mesi sono stati ripagati da un’incredibile vittoria, e l’uomo che ho sostenuto, consapevole della mia serietà e del mio impegno, mi ha voluta nella sua squadra. È stato un onore per me sapere di meritare la sua stima, la sua fiducia. Ho appoggiato quel progetto amministrativo con convinzione e l’ho portato avanti con massima dedizione, riponendo assoluta fiducia nel mio sindaco.
Sono stati anni difficili, momenti in cui prendevo consapevolezza che il costante impegno profuso, faceva gradualmente spegnere il mio sorriso. Ma non ho mai abbandonato la barca, né disatteso quanto mi veniva chiesto di fare.
Ho subìto critiche, anche feroci, da parte di chi non ha mai perso occasione per dipingermi come una dittatrice, animata soltanto dalla brama di successo.
Tutti coloro che sono venuti nel mio ufficio in questi anni, hanno imparato a conoscermi, e hanno dovuto riconoscere che quelle che giravano sul mio conto, non fossero che cattiverie prive di fondamento.
post-gabellieriLe mie deleghe mi hanno permesso di conoscere realtà meravigliose, artistiche e sportive, del nostro territorio, e attraverso il mio lavoro per la città, ho instaurato legami sinceri che alla base avevano grande stima e fiducia. Ecco, questa è la mia più grande vittoria, ciò che più mi rende fiera e che mi permette di camminare a testa alta, da persona onesta quale sono, animata da principi che nessuno mai potrà scalfire né ledere, un esempio per i miei figli, e questo posso gridarlo a gran voce, con convinzione e grande dignità.
Nella società odierna ci vuole coraggio per rimanere fedeli ai propri principi e ci vuole forza per sostenerli: io ho avuto l’uno e l’altra, rimanendo coerente sempre con la mia persona. Non mi interessano i giochi politici, che peraltro mai sono riuscita ad architettare e comprendere. Mi interessano soltanto la mia città, che amo profondamente, e i miei concittadini, per i quali mi sono impegnata senza riserve nel lavoro amministrativo, sicura di aver fatto tutto ciò che era nelle mie possibilità, talvolta anche sacrificando la mia vita privata e familiare.
Ci ho messo l’anima, il cuore e la mia grande passione, che spesso è stata ahimè confusa per altro. La Gabellieri c’è stata fino a quando ha fatto comodo, perché chi lavora bene e a testa bassa fa comodo. Poi d’improvviso le cose cambiano, gli scenari politici si trasformano. Quando sei donna e magari hai anche due neuroni funzionanti e ti permetti di agire, in certi particolari momenti, allora vieni scansata, perché non servi più. Anzi, dai fastidio. E allora ti cacciano, liquidandoti con due parole dette freneticamente al telefono qualche istante prima che sia la stampa a darne comunicazione. Sei fuori dall’amministrazione. La giustificazione? Dover ricompattare una maggioranza. Certe amenità è superfluo anche commentarle.
Non esistono parole per esprimere il mio stato d’animo, la delusione dopo tutto ciò che ho investito di me stessa in quest’avventura amministrativa. Mi consola solo aver piena consapevolezza del mio operato, del mio impegno, del mio credo, che non ho mai tradito.
Al di là di me, della mia delusione e del mio dolore, sono preoccupata delle ripercussioni che una decisione del genere possa avere nel mio assessorato, che in questo momento necessitava più che mai di una guida presente e continua. Una decisione così in piena stagione estiva mette a serio rischio l’operato del settore e quindi il futuro della città.
Colgo l’occasione per ringraziare dal profondo del cuore i miei uffici per il duro lavoro svolto insieme a me in questi anni, garantendomi sempre massimo supporto oltre che impeccabile professionalità. Siamo stati una vera squadra, ho avuto compagni di avventura che mi hanno sostenuta con impegno e con i quali ho stretto rapporti di fiducia e stima. È a loro che va il mio sincero e immenso grazie.
Al Sindaco, che non riconosco più in questo momento, al quale ho dedicato quattro anni della mia vita, che non rinnego, auguro che possa ritornare la persona che ho conosciuto, che ho stimato e dietro cui mi sono fatta scudo sempre, fino ad oggi, quando sembra sia diventata io il suo peggior nemico.
Non posso chiudere questa breve parentesi personale della fine di questa mia avventura amministrativa senza ringraziare chi più di tutti e sopra a tutto mi ha sostenuta: le mie meravigliose figlie, alle quali oggi sento di dover chiedere scusa, forse, per il tempo sottratto. Ma è a loro che devo il mio più grande grazie: grazie a voi, per il supporto, la pazienza e la comprensione che avete sempre avuto.
In tanti in questo momento mi state scrivendo di non mollare, di essere forte, ma sono io a chiedere a tutti voi di non mollare e di essere forti, seguendo in prima persona e passo dopo passo le imminenti evoluzioni politiche.
Grazie a ognuno di voi per il sostegno e gli attestati di stima che mi commuovono intimamente.
Non bisogna mai perdere la speranza che le cose possano cambiare. Nonostante tutto, io ci credo ancora, e continuerò a impegnarmi come ho sempre fatto».

 

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