A Potenza Picena la politica è in ebollizione dopo le polemiche per il manifesto del 25 aprile e i volantini con cui è stato attaccato il sindaco Noemi Tartabini. Oggi da un lato il capogruppo di maggioranza Luca Strovegli interviene per dire che il primo cittadino aveva subito denunciato la comparsa dei manifesti che la rappresentavano a testa in giù con la scritta «credere, obbedire, penzolare», dall’altro il Pd di Potenza Picena chiede le dimissioni dell’assessore alla Cultura Tommaso Ruffini per quanto ha scritto su Facebook, e la segreteria provinciale del Partito democratico sottolinea la condanna al tentativo «di riscrivere la storia moderna da parte del sindaco Tartabini».
LA PROCURA – Ma è anche il procuratore Giovanni Giorgio a intervenire sulla vicenda dei manifesti, spiegando che «sono state immediatamente avviate le indagini in relazione al delitto – perseguibile d’ufficio – di minaccia pluriaggravata anche dall’uso di scritti anonimi, commesso in danno del sindaco di Potenza Picena.
Tanto è avvenuto subito dopo che nella mattinata del 25 aprile ho avuto notizia telefonica della vicenda dalla dirigente della Digos della Questura di Macerata, Nicoletta Pascucci – dice il procuratore -. A lei ed ai carabinieri di Macerata e di Potenza Picena sono state delegate le conseguenti indagini, per quanto di rispettiva competenza, dopo i primi accertamenti svolti tempestivamente dai Vigili Urbani di Potenza Picena. Al sindaco, che ha presentato formale querela in relazione all’odioso reato commesso in suo danno, ho manifestato telefonicamente la mia solidarietà rispetto a quanto accaduto, che non ha nulla da spartire con la Festa nazionale del 25 aprile, per legge destinata a ricordare la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista».
LA MAGGIORANZA – Sulla questione della denuncia, ieri a presentarla era stato l’onorevole Pd, Mario Morgoni, spiegando di aver così deciso «avendo compreso che non l’ha fatto il diretto interessato». «Vorrei far presente a chi si è attivato per denunciare l’accaduto – dice Strovegli – che il sindaco, appena avuta notizia del ritrovamento dei volantini, ha proceduto a contattare immediatamente la Polizia locale, i carabinieri, il prefetto e, su indicazione di quest’ultimo, è stata a sua volta contattata dal questore.
Le indagini del caso sono state avviate con prontezza e con il coinvolgimento anche della Digos. Il sindaco ha proceduto, inoltre, a presentare formale denuncia-querela al comando di Polizia locale». Quel manifesto, secondo Strovegli e gli altri consiglieri di maggioranza «non rappresenta solamente un attacco personale a Noemi Tartabini, ma un attacco al ruolo istituzionale che la stessa riveste e rappresenta con forte senso di responsabilità e dedizione verso la comunità. Mi unisco ai ringraziamenti dei cittadini e a tutte le istituzioni che hanno mostrato sostegno incondizionato al nostro sindaco, mettendo ancora più in evidenza la pochezza di chi ha compiuto quel gesto e la solitudine di chi è abituato a creare terreno fertile raccontando, attraverso i diversi canali di comunicazione, letture personali e distorte. Così come è avvenuto per la lettura del manifesto creato in occasione del 25 aprile». Il manifesto invitava a ricordare le vittime della Seconda guerra mondiale, ed era stato fatto notare che la quella che viene celebrata è la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. «Tutti noi vogliamo fare chiarezza sull’accaduto tutti noi vogliamo riaffermare le necessità e l’importanza di un sano ed opportuno confronto politico, senza che ciò travalichi in vergognosi ed inaccettabili attacchi personali» conclude Strovegli.
IL PD CHIEDE LE DIMISSIONI DI RUFFINI – Una politica, secondo quanto lamenta il Pd cittadino, che non ha seguito l’assessore Ruffini, protagonista di attacchi su Facebook per il cui contenuto ora il Pd ne chiede le dimissioni. «Negli ultimi giorni Potenza Picena ha vissuto infelici pagine politiche. Dulcis in fundo l’intervento scomposto, confuso riguardo gli interlocutori ma ricercato nelle parole, dell’assessore alla Cultura Tommaso Ruffini, già noto alla cronaca per essersi rivolto in maniera indecorosa ai nostri concittadini europei definendo “mangia patate” i tedeschi e addirittura “culismerdati” i francesi. Tale volgarità può esser solo frutto di ignoranza puerile, totale inadeguatezza istituzionale e completa e inconsapevole distanza dal mondo del reale. Diciamolo, sembra proprio sedere su un piedistallo che, pare, gli garantisca il diritto di dar fiato ai peggiori pensieri, se pensieri si possono definire». Il Pd continua dicendo che Ruffini «ci ripropone il suo linguaggio indegno anche per quanto accaduto intorno al 25 Aprile. In un post apparso sulla sua pagina Facebook il delicato assessore paragona le passate amministrazioni avversarie e i suoi oppositori politici a “metastasi del cancro”, con riferimenti alla prigionia e alla “schiavitù” in cui i passati amministratori avrebbero tenuto i cittadini potentini.
Fa pensare come sia facile per l’assessore utilizzare il linguaggio degli oppressi solo in riferimento ai suoi avversari politici e mai quando si riferisce al ventennio fascista! Fa inoltre riflettere la facilità con cui viene utilizzata la fragilità della malattia per insultare l’altro, l’avversario! Segue un molto poco velato collegamento tra la controparte politica e l’episodio del volantino che ha destato lo scandalo. Questo nonostante tutta l’opposizione abbia tempestivamente preso distanza e condannato con fermezza quanto accaduto e nonostante l’unica denuncia alle forze dell’ordine, cui sia stato dato corso, ha la firma di Mario Morgoni, deputato Pd. Per finire l’ennesima correlazione, infelice, antistorica e profondamente inopportuna, tra i morti di guerra (tutti equiparati!) e i decessi per Covid19 e inoltre un conclusivo riferimento all’Anpi, che non sembra far parte dell’Italia che merita solidarietà per motivi che restano ignoti, sicuramente non argomentati nel testo. Quello che doveva essere un messaggio di solidarietà al sindaco diventa una riproposizione dello stile vigliacco e diffamatorio del volantino stesso. L’assessore Tommaso Ruffini non perde dunque occasione per sporcare le istituzioni con la sua condotta esecrabile. La faciloneria con cui costruisce i suoi discorsi e i suoi comunicati non è degna di un rappresentante delle istituzioni. La totale noncuranza applicata al linguaggio, che può diventare arma vigliacca e violenta, l’assenza di ogni freno nell’espressione delle proprie pulsioni politiche che non possono che essere condannate ad un funzionario dello Stato, l’incoscienza di alimentare un tessuto di odio verso il prossimo, verso il diverso o chi la pensa diversamente, la vigliaccheria di fare leva sulle pulsioni più basse del genere umano per aumentare la sola altezza del proprio piedistallo. Tutto questo è argomento già sufficiente per richiedere l’immediata dimissione dell’assessore. Se non sarà lui stesso a fare ammenda per quanto accaduto rinunciando volontariamente al suo ruolo e ammettendo di non averlo ricoperto degnamente ci aspettiamo che la Giunta e il Consiglio Comunale tutto prendano le distanze da questo modo indegno e vigliacco di fare politica e che invitino caldamente Tommaso Ruffini a ritirarsi alle sue attività private. Abbiamo atteso troppo, invano, che qualcuno della Giunta richiamasse all’ordine l’assessore. Ora serve un atto concreto e corale, da parte di tutto il Consiglio, che ristabilisca un mutuo rispetto tra le parti e un terreno sereno di confronto».
LA SEGRETERIA PD: “TENTATIVO DI RISCRIVERE LA STORIA” – Infine interviene anche la segreteria provinciale del Pd: «Una festa (il 25 aprile, ndr) che dovrebbe unire tutti gli italiani ma che viene sempre più spesso osteggiata dai partiti di destra, assurdamente convinti che il 25 aprile sia una celebrazione “di sinistra”, tentando quindi una pericolosa alterazione del profondo significato storico insito in questa giornata, basato sul sentimento antifascista e contro ogni forma di oppressione dell’Italia e degli italiani. La proposta di Ignazio La Russa a livello nazionale, come quello del sindaco di Potenza Picena Tartabini a livello locale di dedicare il 25 aprile genericamente alle vittime di tutte le guerre ed a quelle del Coronavirus è estremamente grave non solo per il fatto di accomunare le morti di una pandemia a quelle della guerra. La vera ragione di queste assurde proposte consiste nel tentare di far leva sull’emozione collettiva che suscita l’attuale emergenza sanitaria per voler deliberatamente stravolgere il significato del 25 aprile, la quale non rappresenta una generica commemorazione dei morti, ma la celebrazione della liberazione dell’Italia dal regime nazi-fascista. La segreteria provinciale del Partito Democratico esprime piena e convinta sintonia con il circolo cittadino di Potenza Picena del Partito Democratico e con il deputato Mario Morgoni che hanno giustamente contrastato le parole di sindaco Tartabini ed al contempo condanna con forza questo becero tentativo di riscrivere la storia moderna da parte di questa destra che pare aver dimenticato le basilari fondamenta su cui si erge la nostra nazione, come peraltro ricordato in questi giorni dal Presidente della Repubblica Mattarella affermando che “La Resistenza, La Liberazione e la fine della follia nazifascista fanno parte della storia della Repubblica Italia”».
Continuo con la mia battaglia personale per creare una serie tv su chi caga il cazzo sul 25 aprile come fosse un'offesa alla mamma e non una festa nazionale per ovvie motivazioni a Potenza Picena. Ehi, Netflix Italia mi senti?!? Qui abbiamo materiale per 7 stagioni minimo. Colpi di scena, complotti, azioni. Altro che Gomorra. Daje movete.
Subito dimissioni
Una mela al giorno toglie il medico di torno, si. Però un articolo al giorno non toglie la giunta di torno. Non sapete far altro che parlare (male) degli altri perché non hanno altri argomenti da proporre. Impegnatevi di più, cosi è troppo facile
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Tre son le cose che emergono da questa storia. La prima è che il Procuratore Giorgio fa il suo dovere ed indaga a prescindere da polemiche e scambi di opinioni. La seconda è che se qualcuno fosse stato incuriosito da una certa simpatia del Questore Pignataro per un movimento, associazione o partito politici adesso sa che ce l’ha per Fratelli d’Italia. La terza è che la sindaca di Potenza Picena ogni 25 aprile cerca la rissa dimostrando poca attinenza con l’incarico istituzionale che rappresenta.
TOH!! Si era mosso tutto il cucuzzaro, compreso James Bond, ma non l’hanno detto, fino ad ora, per modestia. E pensare che, in due righe sulla lettera di solidarietà alla Tartabini, il Questore avrebbe potuto aggiungerlo per rassicurare la Sindaca sul pronto accertamento della verità.
E’ vero, è vero la follia nazista nel 1945 è stata sconfitta, siamo contenti, ma la follia crucca nel 2020 chi la sconfiggerà?
” Una prestigiosa rivista tedesca di economia e management, Manager Magazine, con un articolo firmato da Daniel Stelter, rivela senza tanti giri di parole ciò che il governo federale di Berlino ha chiaro in mente da tempo, ma non osa ancora dire ad alta voce: l’Italia, con una patrimoniale monstre del 14% sulla ricchezza privata, che è pari a 9.900 miliardi (sommando conti correnti, risparmi e immobili), potrebbe ridurre il debito pubblico, pari a 2.500 miliardi, ben al di sotto dell’attuale 137% del pil (1.800 miliardi), scendendo fino al 60%: esattamente la quota virtuosa della Germania, in linea con Maastricht.
Che si tratti di una proposta estrema e provocatoria, è evidente: nessuna famiglia può cedere al fisco il 14% del proprio immobile, a meno di svenderlo per avere il cash necessario a pagare una patrimoniale sulla casa, la seconda oltre all’Imu, e su altri beni, come il conto corrente e i risparmi sotto qualsiasi forma, come Bot, Btp, azioni, obbligazioni, fondi comuni e così via, tutti tracciabili.
Ma se questa tassa killer arrivasse per davvero, rendendo inevitabili le svendite di immobili, gli stessi banchieri temono che l’intero sistema finanziario crollerebbe, a cominciare dalle banche. Roba da fare impallidire il caso Grecia. Eppure la rivista tedesca, su questo, non fa neppure un plissé: anzi, in una tabella segnala che il debito privato italiano (imprese più famiglie) è il più basso in Europa (111% del pil), migliore di quello tedesco (114% del pil). Indice di una ricchezza privata cospicua, che dunque può ben servire per abbattere il debito pubblico, vera bestia nera dell’ordoliberismo. Il governo Conte-Gualtieri è avvisato.”
Peraltro fra una settimana la Corte Costituzionale tedesca può darci una botta tremenda bloccando la BCE, ma che indecenza chiamare i tedeschi mangiapatate…
Quanto affermato dall’on. Morgoni è da condividere in toto, infatti chi viene eletto sia a livello nazionale che a livello deve godere pienamente della fiducia dei cittadini e deve essere almeno uguale ad essi quanto a decoro.
Visto il Parterre gremito di persone competenti in Giurisprudenza chiedo da profano: ma quando si dice in riferimento ai morti di Covid,”persone lasciate morire,causa forza maggiore”non si sta ipotizzando un reato tipo l’omissione di cura(visto l’esito omicidio) prevista dalla Costituzione e dall’ISS a tutti i cittadini Italiani?Se poi a pronunciare queste parole è il Questore,non dovrebbe chiarire visto che ad oggi sono partite solo indagini e non si è arrivati a indagati ne tantomeno al tipo di reati commessi.La sicurezza con cui si sostiene questa posizione denota che il Questore Pignataro sia certo che quanto afferma sia successo e allora se non ai cittadini ma almeno rivolgersi a chi di competenza per gli accertamenti di rito.Purtroppo la vicenda scatenata come al solito dalla Tartabini ogni 25 Aprile non mi appassiona cosi come la stupidità del volantino,ma sapere che dei malati non possano essere stati curati e che il virus non è stato debellato e ciò potrebbe capitare ad altri mi preoccupa molto di più.
Nella giornata del 24 Aprile Noemi Tartabini ed il gruppo dirigente della destra locale, appreso del ritrovamento del miserabile volantino, altamente offensivo della persona del Sindaco avevano due possibili linee di condotta: 1) fatta la denuncia alle autorità di pubblica sicurezza, e preservati gli elementi di prova, chiedere che il volantino venisse rimosso e ne venisse impedita la divulgazione in quanto gravemente lesivo della dignità personale e del ruolo istituzionale del soggetto offeso;
2) decidere di far circolare pubblicamente, mediante la pubblicazione sui social, quella foto brutale e offensiva, costituente il corpo del reato.
I fatti ci dicono che quel gruppo dirigente ha scelto la seconda condotta. Intorno alle ore 18 del 24 Aprile due noti attivisti social della destra locale, Giovanni Borroni e Celestino Faraci, hanno pubblicato sui loro profili facebook la stessa identica foto del volantino. Alle ore 19:50, per favorirne ancor più la circolazione, un altro simpatizzante di destra, Denis Olivieri, pubblica la foto sullo Speaker Corner’s.
A svelare questa decisione dall’alto è lo stesso Giovanni Borroni, il quale, rispondendo su facebook a chi lo invitava a staccare il volantino e a non fare pubblicità ad un atto ignobile, risponde testualmente: “Non l’ho fatta io la foto. Mi è stato detto di pubblicarla.” A chi si sarà rivolto il sig. Borroni per chiedere come comportarsi con quella foto? Per le decisioni importanti ci si rivolge ai più alti in grado, tanto più se ciò che si va a pubblicare è altamente lesivo della dignità di una persona. Scorrendo i commenti sotto i due post si scopre che non sono mancati i simpatizzanti della destra che hanno chiesto, inutilmente, di troncare la divulgazione di quell’immagine obbrobriosa.
La prima linea avrebbe tutelato al massimo grado la persona offesa. La seconda linea mira a ricavarne un consenso popolare basato sul vittimismo.
Che ruolo ha avuto il sindaco Tartabini in questa decisione?
Il potenziale offensivo di quel volantino sta nella sua diffusione. La mente malata dell’autore spera che ciò avvenga. La vittima dovrebbe impedirlo. Qui invece la vittima non fa nulla per impedirlo. Poi alle 15:35 del 25 Aprile fa pubblicare sul sito ufficiale del Comune la lettera di solidarietà del Questore, a mo’ d’onorificenza.
L’uso del vittimismo è sempre una brutta cosa ma in politica è nefasto: punta ad impressionare più che a far ragionare; diffonde il virus del pregiudizio. Il vittimismo porta all’inquinamento della dialettica politica, al suo incattivimento.
Un esempio di questa deriva verso l’imbarbarimento del confronto politico lo troviamo, puntualmente, nelle parole del capogruppo della destra in consiglio comunale, Luca Strovegli.
Nel suo comunicato accusa apertamente chi ha criticato il manifesto ufficiale del Comune per la Festa nazionale del 25 Aprile di aver creato terreno fertile per il gesto offensivo verso il Sindaco.
A quelle critiche, fatte civilmente da diverse forze politiche e sociali, né il Sindaco né i dirigenti della destra hanno mai risposto, il che denota pochezza di ragioni di merito da far valere nel confronto politico. Ora si sfrutta questa torbida vicenda per muovere accuse indecorose all’avversario politico.
In tutto questo vedo una cultura politica di bassissimo livello ed uno scarso senso di responsabilità istituzionale.
Siete alla guida di una comunità politicamente e culturalmente composita, in cui forze organizzate partecipano alla vita democratica con gli strumenti della critica politica e culturale.
Alle critiche si risponde con gli argomenti! Basta con le condotte vittimistiche che sfociano inevitabilmente nel colpire il valore della dialettica democratica.
Mio malgrado, come cittadino di Potenza Picena, sono rappresentato anche io dall’ assessore sopra nominato. Porgo le mie scuse ai concittadini europei di nazionalità tedesca e francese e a tutti i malati di cancro.
Concordo con il Sig. Linardelli. I tedeschi e i francesi saranno ben lieti di fare la vacanze P.P. Picena con gran sollazzo di bagnini, chioschi e ristoranti dopo le espressioni loro rivolte!