L’arcivescovo Francesco Massara
di Monia Orazi
E’ tornata agli antichi splendori di oltre cento anni fa, con l’interno rosa antico come nell’Ottocento, ad esaltare le dorature barocche degli altari e della navata, la chiesa che da sette secoli a Matelica custodisce le spoglie mortali della Beata Mattia Nazzarei, che in cuor loro tutti i matelicesi e tanti fedeli che giungono in pellegrinaggio da ogni parte d’Italia, considerano Santa per le grazie ricevute. A vegliare sulla teca della religiosa nata nel 1253 e morta nel 1319 ci sono le sorelle clarisse, che hanno assistito alla cerimonia dal fondo della chiesa, visibili totalmente per la prima volta, perché da dietro l’altare è stata tolta la pesante grata di ferro della clausura.
A parlare per loro la badessa suor Maria Rosaria Rodriguez: «Ringrazio tutti i fedeli che hanno aiutato noi clarisse, tutti i benefattori, i progettisti e tutte le ditte che hanno consentito lavori così rapidi ed encomiabili, il vescovo, le amministrazioni comunali di ieri e di oggi. Ci prepariamo a vivere il prossimo 28 dicembre, data del settimo centenario della morte della Beata, con gratitudine e gioia grande, che questo per noi sia un tempo di grazia e fede rinnovata, la Beata ha ancora molto da dirci ed intercede per noi, in ogni circostanza della nostra vita. E’sorprendente vedere la devozione verso la Beata Mattia, una mamma che vi accompagna passo passo, come l’avete accolta con cuore di figli. Tanti volontari ci hanno accompagnato con creatività e forza, nel realizzare questo progetto, che ci ha permesso il Signore, con la Beata che ci ha dato la forza per portarlo avanti. Non è facile trovare le parole, sono commossa da tutto questo, continuate ad essere schietti, innamorati di Dio e di questi Santi che ci dicono come vivere. Vorrei dirvi ancora tante cose, vi abbraccio tutti vi vogliamo tutti bene».
Le porte del santuario si sono aperte alle 17,16, ad entrare per primi il vescovo Francesco Massara, presule di Camerino ed amministratore apostolico della diocesi di Fabriano-Matelica, seguito dal sindaco di Matelica Massimo Baldini, dai sacerdoti e religiosi locali, infine dai cittadini. Molti non sono riusciti ad entrare ed hanno seguito la celebrazione, a cui hanno partecipato anche padre Ferdinando Campana, ministro provinciale dei frati minori, don Vincenzo Bracci priore di San Silvestro a Fabriano ed altri sacerdoti, tramite un maxi schermo montato fuori dalla chiesa.
All’inizio della celebrazione il vescovo Massara ha benedetto il nuovo ambone, l’altare da dove si terranno le celebrazioni, in marmo bianco, posto dietro la teca che custodisce la Beata Mattia. «A pochi giorni dal Natale si riapre al culto un luogo significativo per la fede – ha detto il vescovo – Questo santuario profondamente legato alla vita della Beata, fedele al Vangelo, ricca di virtù e cura per gli altri. Ringrazio le suore per il servizio che rendono alla chiesa ed alla comunità e con la riapertura del santuario danno la possibilità di venire a pregare, ad ascoltare la loro voce, affidando alla Beata i propri bisogni, speranze e desideri, affinché possa intercedere per le famiglie e chi ha bisogno».
Al termine della messa anche il sindaco Massimo Baldini ha espresso il suo ringraziamento a nome di tutta la comunità: «Dopo quasi quattro anni il santuario ci accoglie più grande ed accogliente di prima, grazie all’aiuto di tanti generosi benefattori è stato rimesso a nuovo. Da tre giorni grazie alle due processioni, la prima sabato in cui l’urna della Beata è stata condotta in cattedrale tra due ali di folla e ieri è tornata qua, nella sua casa dove le sorelle clarisse l’attendevano trepidanti, stiamo vivendo vicinissimi alla Beata, è un’esperienza bellissima e gratificante, ringrazio le confraternite e le associazioni che ne hanno presidiato l’urna in cattedrale, attendiamo con gioia la festa del prossimo 28 dicembre, settimo centenario della morte della Beata». Il santuario era rimasto inagibile a causa del sisma e le spoglie della religiosa erano visitabili nella portineria del monastero. Cinque anni fa la Beata era salita alla ribalta delle cronache nazionali per la notizia di un sanguinamento della reliquia, che aveva richiamato a Matelica migliaia di presenze provenienti da tutta Italia.
Il sindaco Massimo Baldini
Felice di vedere che è ritornata nella sua dimora più bella
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