di Gabriele Censi
Due numeri che sommano il 100% di resilienza: 62% per la promozione del tessuto produttivo dell’occupazione e della formazione, 38% per il miglioramento della qualità della vita e la lotta all’abbandono dei territori. Con questa sintesi conclude il suo rendiconto il referente del Comitato Sisma Centro Italia, Davide Martina che oggi ha fatto il punto su come sono state impiegate le risorse raccolte grazie alla solidarietà espressa dai lavoratori (un euro trattenuto in busta paga) e dalle imprese, finita in un fondo di circa 7 milioni di euro.
I soldi raccolti dal Comitato costituito da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil sono stati destinati a 130 progetti. Tra questi la creazione di un nuovo laboratorio di analisi chimiche con strumentazione avanzata all’università di Camerino. Oggi il comitato ha verificato come i macchinari acquistati siano già in uso: «Abbiamo investito in 130 progetti in totale, di questi 40 nelle Marche – ha spiegato il referente del comitato Davide Martina – con 392 nuovi posti di lavori, un euro che viene dalla busta paga di un lavoratore pesa di più, per questo rendiamo conto di come sta andando, a metà strada, sono già 41 i progetti completati».
Dopo la visita al laboratorio gli ospiti hanno ascoltato le testimonianza di alcuni beneficiari dei progetti, quelli per le imprese, che hanno puntato sulla valorizzazione delle eccellenze e delle tipicità locali, sui settori innovativi e attrattivi attraverso l’acquisto di forniture di beni e macchinari hi-tech e quelli destinati alle comunità e alle famiglie, che riguardano il miglioramento dei servizi di assistenza ad anziani e minori, di mobilità sociale, di supporto alle persone svantaggiate, di creazione di nuove opportunità e investimenti nell’ambiente e nel turismo per lottare contro l’abbandono dei territori e contribuire alla loro valorizzazione.
Dall’orto al piatto nella scuola primaria di Apiro per il benessere alimentare, gli arredi per la scuola di Caldarola, il taxi sociale con l’Auser di Macerata sono alcuni degli esempi illustrati, poi energie sostenibili, promozione in rete dei prodotti tipici, crescita e sviluppo attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie. Esempi positivi e anche spunti per superare le difficoltà.
Tra gli interventi c’è quello di Silvia Sorana di Visso, sociologa che ha fatto del ripopolamento della montagna la sua battaglia: «Ho accompagnato una troupe della trasmissione tv Presa Diretta in occasione dei tre anni dal sisma da un’anziana, Emma, che ha più di 80 anni.
Lei abitava in uno dei più bei posti di Visso, era abituata a sentire il suo fiume, il merlo che arrivava ad agosto e i passerotti in autunno, ora dalla sua Sae vede il muro della casetta di fronte e i primi tempi non riusciva a respirare. La lotta all’abbandono è ripristinare gli spazi che facevano di questi i borghi più belli d’Italia». Silvia chiede che chi vuole lavorare in questi territori possa anche risiedere e progettare una famiglia e non è possibile con le soluzione abitative di emergenza.
«Abbiamo già iniziato a fare ricerca e dare risposte alle imprese grazie a questi investimenti – ha detto Claudio Pettinari, rettore Unicam – un primo step per essere competitivi domani a livello mondiale. Oltre alla ricostruzione c’è necessità di sviluppo e lavoro». «L’impresa deve essere a fianco della ricerca – ribadisce Giovanni Brugnoli, vice presidente Confindustria per il Capitale Umano». «Questa giornata mette al centro il valore della bilateralità – aggiunge Andrea Cuccello, Cisl – in pochissimo tempo abbiamo raccolto una grossa cifra subito trasformata in progetti di ricostruzione. Poi c’è il problema della natalità e dello spopolamento ma con città sempre più difficili da vivere questi luoghi possono diventare molto attrattivi. Qui c’è tutto per tornare ad essere centro di vita essenziale per un paese che vuole progredire».
«Abbiamo avviato questi progetti in rapporto stretto con le imprese e le autonomie locali – conclude Nino Baseotto, Cgil – siamo soddisfatti e possiamo dimostrare trasparenza, rispetto delle regole e efficacia nella salvaguardia del lavoro, con il consolidamento di 2000 posti oltre ai nuovi, purtroppo c’è un ritardo assoluto negli interventi che altri avrebbero dovuto fare per accelerare il processo di ricostruzione. I Governi precedenti ci hanno riempito di parole, a questo Governo chiediamo poche parole e molti fatti».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati