In piedi l’ex parlamentare Emanuele Lodolini, e da sinistra, il sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli, ed il sindaco di Macerata, Romano Carancini
Ceriscioli bis, ma non senza passare dalle primarie. I sindaci di Ancona e Macerata Valeria Mancinelli e Romano Carancini, guardano alle Regionali del 2020. «Credo che si debba seguire il percorso intrapreso ad Ancona o Macerata o ancora Recanati per l’individuazione del candidato sindaco – ha detto Mancinelli – Sosterremo Ceriscioli ma solo attraverso il passaggio delle primarie». Prima però il congresso regionale del partito – del quale però ancora non si conosce la data e che potrebbe slittare a dicembre – per il quale Mancinelli, insieme al sindaco di Macerata, Romano Carancini, e ad altri amministratori del territorio, è già in campo, pronta a presentare una “mozione dei sindaci”. Oggi ad Ancona la prima iniziativa promossa anche dalla lista civica del sindaco Mancinelli Ancora x Ancona: “Il futuro del Pd delle Marche. Verso il congresso regionale”. «Non vogliamo avanzare una candidatura ma proporre una linea politica», il leitmotiv della riunione al Conero Break.
Mancinelli, forte della sua riconferma alla guida del capoluogo dorico, assurto a modello nazionale, ripropone quello che è ormai un tratto distintivo della sua retorica politica: «Vogliamo che il congresso regionale del Pd discuta di come rilanciare le Marche e non si riduca a una discussione sul nulla o su alleanze astratte − spiega alla Dire Mancinelli −. Serve una forte discontinuità col passato. Vogliamo costruire un nuovo gruppo dirigente che definisca una vera piattaforma politica-programmatica per la Regione Marche». Tra cui la scelta del candidato alle prossime Regionali.
Bacchetta il Pd regionale per l’autoreferenzialità e la distanza con i cittadini, Romano Carancini, sindaco di Macerata, città che andrà al voto nel 2020. «Amministrative e Regionali sono due appuntamenti importanti che ci attendono − ha affermato Carancini −. Con questa iniziativa cerchiamo di capire da dove ripartire. Un momento di confronto in vista del congresso. Io credo che si debba ripartire dai sindaci per la loro credibilità e la capacità di rapportarsi con le persone. La crisi del Pd è dovuta al desiderio di autosufficienza ed all’autoreferenzialità: due aspetti che i sindaci non possono permettersi. Le ultime vicende regionali − ha proseguito − ci lasciano di stucco perché rischiano di dissolvere la possibilità che abbiamo rispetto ai futuri passaggi. Dobbiamo ripartire dallo spirito di squadra e dalla condivisione delle problematiche. La polemica tra Volpini e Ceriscioli denota l’assenza di una regia politica regionale».
Anche per Carancini nessun dubbio sulle primarie per la scelta del candidato governatore. «La mia idea è scritta nella mia storia ossia primarie sia per il primo che per il secondo mandato. Penso che anche chi ha governato per cinque anni debba misurarsi con le persone. Non è un modo per condannare o giudicare l’operato di Ceriscioli ma una necessità di rimettersi al volere dei cittadini. Può essere occasione per rafforzarsi». Tra i presenti anche gli ex parlamentari dem Piergiorgio Carrescia e Emanuele Lodolini. «Più che un congresso serva uno choc nelle Marche per svegliarsi dal torpore in cui siamo caduti col congresso 2014» spiega Lodolini, mentre Carrescia nel suo intervento ha sottolineato la necessità di un partito non piegato sull’amministrazione ed in grado di elaborare una linea politica, esortando l’esecutivo regionale «ad uscire dalla torre nella quale si è chiuso».
(redazione Cronache Ancona)
Non è bastato Ceriscioli?? Adesso arrivano anche le.... Eccellenza Carancini e Mancinelli???
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Bella la frase nel titolo su Ceriscioli alle primarie. Sembra quasi se non del tutto dire: ” Ceriscioli? Prima deve passare per le Forche Caudine”. (Da Internet: La frase significa subire una grave umiliazione, essere costretti a sottomettersi con grande vergogna.
Allude a un’antica usanza degli eserciti romani, secondo cui si facevano passare sotto le cosiddette forche i soldati dell’esercito vinto, disarmati e denudati, che con tale gesto dichiaravano la loro sottomissione al vincitore. Per quel che riguarda ” Il futuro del Pd nelle Marche “, la vedo dura. Meno irta di ostacoli invece la riconferma del Pd a Macerata. Non so perché, per modo di dire naturalmente, ma scalzare il Pd maceratese dove non si sa bene chi comanda ( sento parlare di Massoneria, Chiesa, Pd con elementi ” forti” come i poteri) tutti uniti appassionatamente. In passato sarebbe stato anacronistico che Massoneria e Chiesa andassero d’accordo, dovrebbe esserlo anche oggi, ma quant’è, l’unione fa la forza. La Massoneria ebbe forti contatti con il Pci di Togliatti che poi per la Guerra Fredda si deteriorò. Il Pd, partito attualmente senza nessuna ideologia se non quella del potere, va tranquillamente d’accordo con tutti. Non conosco il sindaco di Ancona Marinelli, parla bene ma è pur sempre del Pd, partito che dal peccato originale, ne ha fatta di strada scalando tutto l’elenco dei peccati, pure quelli capitali. La presenza di Lodolini mi ricorda l’incarico che Ceriscioli diede alla mamma del ex deputato allorché scaduto il contratto che la vedeva addetta del gruppo Pd del consiglio regionale. Quindi sicuramente esperta in disastri più nel Pd che da quelli causati dal terremoto sembrò a Carancini la persona più adatta al ruolo. Che altro dire se non che non ho ben capito se Carancini stia facendo un pensierino alla carica di Governatore delle Marche, attualmente tra le ultime regioni europee per servizi e collegamenti vari.
Il futuro del Pd delle Marche è ‘Spariremo’ (futuro semplice del modo indicativo). D’altronde non c’è stato solo ‘torpore’ nel Pd, ci sono state in aggiunta anche attività abbastanza dannose per la collettività.
Certo che se Carancini critica Ceriscioli per l’autoreferenzialità, per il distacco dai cittadini e dal suo stesso partito, credo che pecchi molto di spirito autocritico.