di Fabrizio Cambriani
Finalmente, nel centrosinistra regionale, qualcosa pare si stia muovendo. A dispetto della stagione che vorrebbe la politica in ferie e sotto l’ombrellone. È vero che le voci si rincorrevano da tempo, ma dall’altro giorno, qualcuno ha deciso finalmente di rompere gli indugi e ha espresso la volontà di misurarsi con Ceriscioli alle primarie. Così da contendergli la candidatura a presidente di Regione. A farsi avanti, in prima persona, è stato Flavio Corradini, ex rettore di Unicam. Una richiesta di primarie che irrompe, come un uragano, nel campo di un letargico Partito Democratico che, in questo preciso momento, tutto vorrebbe fuorché qualcuno disturbasse l’ovattata quiete che lo sta avvolgendo. Ma che, come una navicella alla deriva, lo sta conducendo vieppiù stordito, a uno dei più clamorosi suicidi politici che la storia abbia mai registrato. Pacta sunt servanda! E l’accordo che ha portato il pesarese Gostoli al vertice del partito prevedeva, a scatola chiusa e anche in barba allo Statuto, la garanzia di una riconferma di Ceriscioli nel ruolo di governatore. Senza se e senza ma. Roba che manco Churchill, pretese nell’immediato dopoguerra. Però, come diceva un famosissimo carosello degli anni Settanta: “a scatola chiusa si compra solo Arrigoni”. E la citazione è non del tutto casuale.
Flavio Corradini
La richiesta di primarie, vista dal punto di vista di quel poco che resta della claudicante e incanutita nomenclatura Pd, si rivela destabilizzante ed eversiva. Destabilizzante perché va a intaccare equilibri interni considerati intoccabili; eversiva perché, appunto, destinata a sovvertirli. Innescando così pericolose incognite per quanti oggi si sentono beneficati da consulenze o altre prebende elargite loro dalla politica o dal sottobosco che ruota intorno a essa. Il punto vero è se il Pd avrà la forza di resistere a quello che ormai tutti nel centrosinistra, ma anche nella società civile, individuano come un necessario e inderogabile punto di svolta: la sostituzione di un cavallo che, dopo quattro anni, quindi a consuntivo, si è rivelato un impareggiabile brocco. Non lo dico io, ma i sondaggi e le statistiche. Nell’ultima rilevazione sulla popolarità dei governatori delle regioni italiane, pubblicata tempo fa dal Sole 24 Ore, Ceriscioli risultava fanalino di coda per gradimento, assieme a quello della Sicilia. Le ultime vicende sulla sanità, di sicuro non lo aiutano a risalire la china. Anzi: le informazioni che sin qui abbiamo – lungi da me esprimere qualsiasi e inopportuno giudizio di merito – sono preoccupanti. Ci sarebbe, secondo l’accusa, un funzionario, nominato dal governatore, sospettato di aver agevolato una cooperativa rossa emiliana, in una gara di centinaia di milioni di euro. Insinuazioni tutte da provare, ma che contengono, tuttavia, gli odiosi ingredienti che, nella percezione di una opinione pubblica sempre meno informata, ma per contro, pronta a innalzare un patibolo con un colpevole, purché sia, deporrebbero, almeno in questa fase, contro chiunque. Figuriamoci addosso un già malmesso Ceriscioli. Ciò, sia detto a chiare lettere, del tutto ingiustamente. Tuttavia, in politica, bisogna tener conto anche di quale sia la percezione dei cittadini e talvolta piegarsi davanti a essa, facendo, per il bene comune, un passo indietro. Benché a malincuore, ma con ciò rispettandone la prima regola: prendere atto della situazione. Qui, invece sta prevalendo una pervicace ostinazione al rifiuto di mettersi democraticamente in discussione. E di affrontare una normale valutazione, sottoponendosi al voto di iscritti e simpatizzanti. Che, a pensarci bene è, sin dalle origini, l’elemento fondante e distintivo, in termini di maggiore inclusione, del Partito Democratico.
Flavio Corradini e Luca Ceriscioli
Il professore universitario Flavio Corradini, ben consapevole di tutto questo e facendo leva sulle sue qualità personali, tenta oggi di rompere lo schema di un centrosinistra ormai destinato a una sonora sconfitta e si propone come alternativa. Non solo allo sbiadito Ceriscioli – che sta ormai assumendo anche negli atteggiamenti quotidiani, le vesti del grigio funzionario del Politburo – ma anche nelle modalità di intendere e fare politica. Provenendo dalla società civile e non dai sottoscala di una fumosa e umida sezione di partito, non incarna – almeno nella percezione della gente – l’arrivismo del militante che deve scalare, gradino dopo gradino, le necessarie e ambite tappe gerarchiche. Coltiva, è vero, una sua particolare ambizione che nel tempo lo ha portato anche a essere il più giovane tra i rettori d’Italia. Conseguendo, peraltro, notevoli successi per il piccolo ateneo camerte. Ma nel complesso, si rivelerebbe, grazie proprio alle sue caratteristiche, anche uomo verosimilmente capace di aggregare attorno a sé i molteplici mondi vitali presenti nel territorio marchigiano. E anche quanti, per le più disparate ragioni, si sono allontanati dalla politica. Un territorio vastissimo non più disposto a dialogare con i detestasti politici di professione. Ma quello che più conta, è che Corradini potrebbe restituire a uno spento centrosinistra, il quale procede con lo stesso entusiasmo di un agnello verso la Pasqua, la vitalità necessaria per poter tornare a giocare una partita data oggi per perduta.
Il che, combinato con l’alto tasso di litigiosità presente nelle destre, lo potrebbe portare pure a quello che adesso sarebbe considerato un vero e proprio miracolo: la vittoria alle prossime elezioni regionali. Tutti argomenti, per come stanno le cose oggi, difficili da contestare e che, con un minimo di buon senso, dovrebbero condurre il Partito Democratico ad accettare questa sfida. Oppure – e questa è la reazione che temo di più – a fare in modo di polverizzare la platea dei partecipanti alle primarie, per poter ricorrere alle fedelissime truppe cammellate che premierebbero quasi sicuramente Ceriscioli. La partita è appena cominciata, ma i pezzi di grosso calibro si schiereranno solo quando il gioco comincerà a farsi duro per davvero.
ancora con questa storiella stantia del pd?! Corradini dia retta non butti un euro sulle regionali che stavolta non si faranno prigionieri️
Già glielo dissi per le politiche che sbagliava partito ma vedo che continua ad insistere.
Peccato che una persona come Corradini si schieri con una classe politica che non ha più la fiducia degli italiani.
ancora con questa storiella stantia del pd?! Corradini dia retta non butti un euro sulle regionali che stavolta non si faranno prigionieri️
Quelli del PD continuano a puntare sulle persone visto che idee non ne hanno e quelle poche che hanno non fanno presa su nessuno
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Certo che per il PD sarà difficile negare le primarie di coalizione, che sono previste dallo Statuto e che, nel caso specifico, potrebbero far comodo ai molti piddini che, “obtorto collo”, sostengono ufficialmente Ceriscioli, ma in realtà ne dicono le cose peggiori dietro le spalle e di cui vorrebbero assolutamente la sostituzione con un altro candidato.
D’altra parte Ceriscioli ha preteso di tenere per sè la delega alla Sanità, e in breve è diventato un mito per la sanità privata, e ha gestito (già impegnato a tempo pieno con la delega pesantissima di cui sopra) l’emergenza “terremoto”, sicuramente molto difficile e complessa, con risultati abbastanza penosi. Ecco che, per l’incrocio dei dati sulla Sanità e di quelli sul terremoto, il Ceriscioli affonda letteralmente in tutte le graduatorie del gradimento.
Va da sè che tutte le opposizioni, le quali, con i sondaggi già ampiamente favorevoli, si preparano a dare l’assalto alla Regione, fanno il tifo per Ceriscioli: per loro è una garanzia certificata di vittoria.
Che la politica in Italia e nel mondo non sia più una cosa seria lo dimostra anche il concetto che hanno molti delle elezioni e dei partiti.
Un soggetto ha sbagliato partito se si è iscritto ad uno che propone e sostiene idee diverse dalle proprie no se quel partito è, o no, quello che va di moda al momento.
Saltare il fosso, come in molti stanno facendo, per salire sul carro del più probabile vincitore e rinnegare le proprie idee, come si suggerisce ad esempio di fare a Corradini, non aiuta a diventare un buon politico ma, semmai, aiuta a diventare un soggetto pronto a vendersi per poco, come ce ne sono tanti.
Corradini se ritiene che le sue idee abbiano più affinità con il centro sinistra fa benissimo a proporle al PD, così come fa benissimo a chiedere che sia lasciato spazio nella competizione alettorale a chi è ritenuto, dagli elettori di riferimento, il più idoneo ed il più degno di rappresentarli.
Vincere le elezioni, soprattutto per noi semplici elettori, non deve essere visto come il fine ultimo della politica, la storia insegna che nella stragrande maggioranza dei casi “era meglio che vincevano quell’altri”
Cadere dalla padella alla brace è facilissimo.
Come dicevano “i vecchi de na volta”, come li chiamava mio nonno, alle elezioni “i celli cambiano ma i culi sono sempre i nostri”
Mi piace la nota di Ponzelli che dice che non bisogna vincere per forza per tornare a dire che erano meglio quelli di prima. Significa che facevano ribrezzo tutti e due , il vincente e il perdente e sembra proprio che da questo assioma non si esca.(proposizione, posta a base di un ragionamento, che non ha bisogno di dimostrazione perché evidente di per sé e aggiungo per la molteciplità delle volte che succede ).Ad esser pignoli forse visto che non si sbaglia mai una tacca si potrebbe promuovere il termine assioma alla massima aspirazione per una parola, che diventa così assolutamente intoccabile ed anche complicatissima da annullare: dogma. (Proposizione accettata come vera in assoluto e quindi non soggetta a discussione). Veniamo a noi. Non so perché Corradini accetti di presentarsi per il Pd, l’ha già fatto ma deve essere testardo e ci riprova. Si parla di motivazioni che rimangono un po’sul generale ma non mi sembra soggetto da forti convinzioni ideologiche quanto di amicizie con maceratesi con due cognomi. Stoppo qui e ritorno alla frase chi mi ha incuriosito. Se Corradini o qualsiasi altro vince le primarie regionali, facile immaginare e qui non voglio nemmeno polemizzare su che cosa rappresentano il Pd e i suoi sostenitori esclusi quelli che per motivi che se non sono di comodo appaiono completamente indecifrabili o frutto di abitudine o di scarsità di informazioni per i milioni che si sono accontentati delle prime e lo hanno mollato se non immediatamente diciamo subito se come credo ci dovrebbe essere una sottile differenza sulla durata dell’attimo in cui si prende alfine la decisione pur sempre tardiva, naturalmente per me. Come ho già non voglio polemizzare ma neanche di parlare di un Partito che vedo più fallimentare di Forza Italia anche perché di FI si sapeva di che cosa si parlava, del Pd sfuggivano i cambiamenti più veloci del tempo e che veramente da anni non avrebbe socialmente motivo di esistere, forse come argomento di salotto sempre se Zingaretti smetta di dire che il governo è alla frutta e lui al massimo berrà un aperitivo. Ritorniamo al punto. Se Ceriscioli cade alle primarie, sicuramente verrà abbandonato seduta stante da chi ancora gli sta appresso solo ed esclusivamente perché sta ancora al timone ma alla prima falla chi vuoi che affondi con lui. Ed è qui che lo aspetto perché si presenterebbe comunque alle elezioni regionali per un posticino ( che magari ad averlo ) che però chissà chi lo sa se ci arriverebbe??? Ed allora ritornerà da dove è venuto comunque oramai troppo lontano se non da Ancona, sicuramente da Macerata anche con un inipotetico Narciso e da Ascoli .
Le reali difficoltà che la situazione presenta,l’insufficente preparazione per mettere a punto progetti adeguati,anche da noi lo scimmiottamento di modelli esterni,hanno finito per aprire una comoda,quanto illusoria via di fuga : il leaderismo.Esperienze ripetute da ogni parte politica,dovrebbero aver dimostrato a sufficenza che l’individuazione dei portabandiera è problema davvero secondario,che conduce,inoltre,ad esasperare la logica della delega,mentre sarebbe indispensabile una diffusa e consapevole partecipazione alla elaborazione delle linee politiche.Magari passerò da conservatore affermando che la nostra democrazia dei tempi passati mi sembrava migliore confrontata a quella attuale.