di Giovanni De Franceschi
«Calma e gesso: è questo l’invito che mi sento di fare a tutti». Dove in quel “tutti” sono racchiusi i due schieramenti di chi vorrebbe le primarie in vista delle elezioni del 2020 e di chi vorrebbe invece evitarle. E’ così che il segretario regionale Giovanni Gostoli cerca di tenere insieme le diverse anime del Pd marchigiano. Nelle ultime settimane, infatti, il tema primarie è tornato nel dibattito politico del centrosinistra dopo mesi di letargo. Di sicuro la discesa in campo dell’ex rettore Unicam, il maceratese Flavio Corradini, già candidato alle politiche del 2018 per i dem, ha avuto il merito di smuovere acque considerate da molti fin troppo stagnanti. E’ partita una raccolta firme, esponenti di peso del partito (vedi per esempio l’ex deputato Piergiorgio Carrescia) hanno rilanciato la richiesta, alcuni sindaci si sono schierati. A rendere lo “scontro” palese, però, sono state le dichiarazioni del governatore Luca Ceriscioli alla Festa dell’Unità di Pesaro: «Quando a candidarsi è chi ha già governato non si usa lo strumento delle primarie. Un partito sa se hai ben governato o no. Se si ritiene che ho governato bene si va avanti. Le primarie non sono un tema». Insomma la parole del presidente uscente, potrebbero essere tradotte così: penso di aver governato bene, ma se il partito ritiene che così non sia me lo dica. In caso contrario non avrebbe senso fare le primarie per scegliere un altro candidato del Pd, se non per una guerra fratricida.
Discorso diverso per le primarie di un’eventuale coalizione, più o meno allargata. Per questo il segretario regionale invita alla calma. «Stiamo vivendo un cambiamento dello scenario politico nazionale molto importante – spiega Gostoli – che fino a qualche settimana fa nessuno si sarebbe immaginato. Nelle prossime ore sarà chiaro se nascerà un governo di svolta o se si andrà alle elezioni politiche e ovviamente qualunque soluzione inciderebbe sullo scenario regionale. Per questo invito tutti al buonsenso, aprire una discussione sulle primarie durante una crisi governo, significa non avere cognizione del quadro politico». E’ chiaro che un’eventuale governo “giallo-rosso”, oggi praticamente certo dopo il sì arrivato dagli iscritti del Movimento 5 stelle sulla piattaforma Rousseau, aprirebbe la possibilità di un’alleanza simile anche nelle Marche. «Le primarie sono un strumento – chiarisce – non un mezzo per le ambizioni di qualcuno. Nella direzione regionale a luglio è stato condiviso un percorso giusto: prima la coalizione e i punti programmatici, solo dopo le candidature e gli strumenti per deciderle. C’è bisogno di una una grande squadra, l’unica cosa certa è che il Pd si mette a disposizione per un centrosinistra allargato e aperto alle migliori forze civiche. Tanti 5Stelle nelle Marche non vedono più il Pd come avversario ma come un interlocutore serio. E qualora il governo dovesse partire, valuteremo in direzione regionale e con gli alleati come impostare il dialogo».
Questa la linea ufficiale del partito: prima la coalizione con i temi portanti del programma poi il nodo candidature, che a quel punto non potrebbe prescindere dalle primarie. Il Pd ovviamente riconfermerebbe Ceriscioli, che dovrebbe vedersela con i candidati degli alleati. E se dovesse aprirsi il discorso con i 5stelle la partita si farebbe anche più complicata per il governatore uscente. «La ricostruzione delle aree colpite dal terremoto – conclude Gostoli – è tra i primi punti nelle linee d’indirizzo per la bozza del programma di un governo Pd-5Stelle. È una buona notizia e un bel segnale per le Marche. Invece, ricorderete tutti, quando è circolata la bozza del “contratto di governo” Lega e M5S il tema della ricostruzione non era presente ed è stato inserito solo a seguito delle proteste. Da un anno e mezzo sono state avanzate tutte le proposte concrete per semplificare la normativa nazionale e accelerare la ricostruzione. Quelle indicate della Regione Marche, dal presidente Luca Ceriscioli e dai sindaci del cratere che sono state presentate anche in Conferenza Stato-Regioni. Sono contenute perfino nel Disegno di legge del Pd Marche, depositato in Parlamento, a prima firma Verducci. Fino a ieri le proposte sono cadute quasi tutte nel vuoto, le comunità sono state abbandonate, i bisogni dei territori inascoltati. È ancora tutto in divenire e nelle prossime ore sarà più chiaro se nascerà un “governo di svolta” oppure se andremo a nuove elezioni in autunno. Qualora dovesse nascere un governo Pd 5Stelle oggi diventa più forte la speranza che prenda a cuore il tema della ricostruzione post-sisma del Centro Italia». Intanto il 6 ci sarà l’assemblea regionale dei segretari di circoli, la settimana dopo l’assemblea regionale del partito e poi quella dei sindaci dem.
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Certe volte si ha l’impressione che mentre Grillo da comico è diventato un politico qualcun altro da politico sia diventato un comico. Ma è solo una fugace impressione.
Secondo me, l’anno prossimo perderete sia nella Regione sia a Macerata.
…no, signor Iacobini, secondo me Grillo è solo un comico che si è messo a fare politica, politica che, adesso, è pure diventata una comica; tutto qui!! Che poi qualcun altro politico, come lo definisce Lei, sia diventato un comico, be’, forse è accaduto perché lo era già!! gv
Per Romagnoli. E allora chi vincerà?
Sono dell’opinione che un grande limite alla nostra politica deriva dal fatto che sia stata portata a livelli esasperati la questione del leader che,oltretutto,ha il grave difetto di deresponsabilizzare,di eccedere con la delega,di impoverire di senso il metodo democratico.
maghi, streghe e stregoni, poteri donati dal diavolo
Ciò che potrebbe sembrare una enorme sciocchezza, tirata fuori per pura ingordigia politica legata solo ed esclusivamente ai privilegi che da questa si possono avere e anche ricavare agendo in maniera non conforme a tutto quanto vorrebbe venisse espresso da una buona politica , tema su cui non mi accingo per niente in quanto tutti sanno cos’è, tutti sanno come trasformarla e qualcuno ha la facoltà di farla diventare a sua immagine. E lo fa dandogli le più terribili caratteristiche del suo essere ma mai dimenticando un sorriso sfacciato, provocatore quasi satanico, (cojonello) tipo inquisitore godente durante l’applicazione del noto testo per la caccia a streghe( uomini mancati ) e stregoni,il “ Malleus Maleficarum”. Nel testo del suo” La mia battaglia”, da qualche parte c’è scritto che se il partito dice che si è governato bene, chi ha governato bene è il primo elemento da non mettere in discussione o su una sedia traballante da cui potrebbe facilmente cadere se venisse usato un pizzico di reale buon senso. Questa piccola premessa è stata necessaria perché tutto il giro di parole, situazioni e quant’altro potrebbe succedere, sarebbe sempre Ceriscioli il primo su cui il Pd conta di ripetere gli ultimi cinque anni passati in Regione senza naturalmente un minimo dubbio. Netta appare la convinzione sul fatto che sono stati cinque anni meravigliosi e per la Sanità e per i terremotati e per qualunque altra cosa se c’è stata e di cui non è difficile immaginare il risultato. Quindi se ho capito bene il Pd ha deciso che Ceriscioli ha governato bene cosa che certo non mi meraviglia però non vorrei rimanere nell’oscurità della mia ignoranza senza che qualcuno mi lanci un seppur minimo fascio di luce per rendermi edotto su quando e dove questa decisione sia stata presa. Per ogni incomprensione nella lettura dell’articolo chiedo già da adesso umilmente scusa per non essere all’altezza intellettuale del rappresentante Gostoli complimentandomi con tutti quelli che dopo lunga ed approfondita riflessione lo hanno eletto optando per il suo migliore elemento. Fuori concorso, vorrei aggiungere dato che me n’è arrivata ahimè notizia che sarà forse l’ex commissario capo addetto al cratere contenente le distruzioni dovute al terremoto , la quale doveva cercare di risolvere almeno su quale tipo di infissi ragionare per applicarli poi ad eventuale porte che per loro natura servirebbe ad aprirsi e chiudere secondo necessità, ad occupare il ruolo di Ministro alle Infrastrutture. Ecco smetto qui perché non mi va di andare fuori di testa cercando di capire come un completo fallimento, in politica ti può portare alle massimi posizioni nelle istituzioni.Mah, è che non sono neanche misteri ma per me troppo incomprensibili e sbattere con certe difficoltà mentali non me la sento. Le lascio a Gostoli.
Mi sembra che Di Maio abbia già dichiarato che, a livello locale e regionale, l’alleanza M5S-PD non sia riproponibile (anche se, bisogna aggiungere, ormai in politica si può tranquillamente dire tutto e il contrario di tutto e smentirsi altrettanto tranquillamente dopo una settimana, rimanendo convinti di essere sempre e comunque dalla parte della ragione).
Per l’avvocato Bommarito. E’ solo incompetenza generandi (il nuovo governo) o anche, addirittura, coeundi?
Leggo il commento di Bommarito a proposito delle prospettive di eventuali accordi regionali PD/5S, e penso quale dispiacere provocherebbe in molti l’eventuale ristrutturazione della sinistra italiana,specialmente se fatta in maniera seria e lungimirante.
https://www.youtube.com/watch?v=5H8i-cm6YsM
Bonfili, per ristrutturare qualcosa per quanto decrepita e fatta a pezzi ci dovrebbe essere almeno qualche rovina. Ma nel Pd non c’è niente che possa essere restaurato. Forse c’è una sinistra dei vecchi tempi da qualche parte che non sia chiaramente l’uomo in cachemire e cassate? ( Bertinotti ) Oppure bisogna affidarsi ad un partito che contiene D’Alema fra i suoi iscritti? Se proprio vuol sognare le dedico una bella canzone di Giorgio Gaber che conoscerà ma fa sempre piacere rileggerla o riascoltarla.
Qualcuno Era Comunista – 1995/1996
Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.
Qualcuno era comunista perché il nonno lo zio il papà. La mamma no.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il paradiso terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto una educazione troppo cattolica. Ahi ahi ahi ahi
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche, lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima, prima prima, era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano, ma lontano.
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo.
Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio.
Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio.
Qualcuno era comunista perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente.
Qualcuno era comunista perché, la borghesia il proletariato la lotta di classe cazzo.
Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista perché guardava solo Rai 3.
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto. Minchia.
Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini.
Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il materialismo dialettico per il vangelo secondo Lenin.
Qualcuno era comunista perché era convinto di avere dietro di sé la classe operaia. O cazzo.
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c’era il grande partito comunista.
Qualcuno era comunista malgrado ci fosse il grande partito comunista.
Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio.
Qualcuno era comunista perché abbiamo avuto il peggior partito socialista d’Europa.
Qualcuno era comunista perché lo stato peggio che da noi, solo l’Uganda.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi democristiani incapaci e mafiosi.
Qualcuno era comunista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica eccetera eccetera eccetera
Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista.
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
Qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos’altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice, solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo. Perché sentiva la necessità di una morale diversa.
Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Sì, qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come, più di sé stesso. Era come due persone in una.
Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra, il senso di appartenenza a una razza, che voleva spiccare il volo, per cambiare veramente la vita.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti, avevano aperto le ali, senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora, ci si sente come in due. Da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra, il gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo, perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.
Io,Sauro Micucci,non condivido tanto pessimismo perchè la sinistra,della quale fa parte l’ipotesi comunista,è cultura,oltrechè opzione politica,ed anche se oggi quella è alquanto bistrattata non verrà mai cancellata.Per questo motivo resto fiducioso sulla sua ricomposizione su basi aggiornate proprio per la sua componente culturale.E’ quel sole dell’avvenire al quale pensavano i nostri nonni ed al quale,almeno in parte,sono riusciti a riscaldarsi.
…mah, i nostri nonni sono riusciti a scaldarsi grazie, bene o male, al capitalismo e non certo al comunismo, signor Bonfili, e la storia mi pare che ce ne sta rendendo conto; dopo che il capitalismo, che è parte della natura umana, vada controllato, è un fatto, perché può degenerare in eccessi che fanno male a tutto il popolo mondiale, ma che il “sole dell’avvenire”, come lo definisce Lei, sia merito della sinistra e del comunismo è oramai, secondo me, una favola da non dover più raccontare nemmeno ai bambini. Ossequi. gv
Sig.Vallesi,le chiavi di lettura della storia sono e possono essere molteplici,ma che la redistribuzione del reddito sia una questione risolta autonomamente dal capitalismo,specialmente quello domestico,senza apporti delle forze di sinistra mi pare tesi leggermente forzata.Anche al revisionismo vanno imposti dei limiti.Con serena cordialità.
Signor Bonfili, se Lei chiama la storia revisionismo, e magari in senso negativo, allora non so proprio cosa risponderle; tuttavia i sindacati, che sono di tutti i colori e non solo di sinistra, se ben osserva, e che hanno o devono difendere i diritti dei lavoratori ed una redistribuzione della ricchezza, come sostiene Lei, sono stati possibili, in particolar modo, nei paesi capitalisti, democratici e repubblicani, non certo, sempre se leggiamo bene la storia, nei paesi comunisti. Ossequi. gv
Sig.Vallesi,io chiamo revisionismo non la storia ma una chiave di lettura della stessa.Quanto ai sindacati ,la loro origine,la loro funzione,è naturale che esistano solo nei paesi capitalistici e democratici,altrimenti non avrebbero una funzione reale,che è di confronto e di scontro.Esistono grazie al capitalismo,e può darsi pure suo malgrado.
COMUNISMO? L’OPINIONE DI UN ARCIVESCOVO CATTOLICO
“Se do il pane ai poveri, tutti mi chiamano ‘Santo’; se dimostro perchè i poveri non hanno pane, mi chiamano ‘Comunista e Sovversivo'”
(Helder Camara, Arcivescovo e Teologo brasiliano)
Gentile signor Bonfili, per avere quindi un confronto ed anche uno scontro, se necessario, per una sempre più equa distribuzione della ricchezza (dopo averla creata, ovviamente..eh!!) anche Lei mi pare che sostenga quel che sostengo io. Se fosse così dunque, i paesi comunisti non avrebbero avuto nessun merito nella distribuzione della ricchezza al loro popolo (anzi…), essendo state (STORIA e non revisionismo…) dittature feroci ed oppressive che non lo hanno di sicuro permesso. Egregio signor Bonfili, mi pare allora che per Lei io non abbia proprio tutti i torti. Cordialmente. gv
COMUNISMO E NAZIFASCISMO? L’OPINIONE DI UN PREMIO NOBEL
“Collocare sul medesimo piano il Comunismo russo e il Nazifascismo in quanto entrambi sarebbero totalitari, nel migliore dei casi è una superficialità, nel peggiore è Fascismo. Chi insiste su questa equiparazione può ben ritenersi un democratico, in verità e nel fondo del cuore è in realtà già Fascista, e di certo solo in modo apparente e insincero combatterà il Fascismo, mentre riserverà tutto il suo odio al Comunismo”
(Thomas Mann, Scrittore e Saggista tedesco)
COMUNISMO E CAPITALISMO? IL PARERE DI UN AMATO SCRITTORE
“Può un vero cristiano amare il Capitalismo? Perchè se è vero che da un lato è stato possibile quantificare le vittime del Comunismo, le vittime del Capitalismo, invece non vengono quantificate da nessuno”
(Andrea Camilleri, Scrittore, Sceneggiatore e Regista)
Sig.Vallesi,mi fa piacere continuare questo scambio di idee per la sua garbatezza,che sarebbe ben ora recuperare nel dibattito politico,oggi caratterizzato dalle offese,gli insulti,le forzature dogmatiche,e per questo di ben poca utilità.Quì non si tratta di distruggere il capitalismo,che addirittura prospera in Paesi dichiaratamente comunisti o pressapoco,ma di sbarrare la strada a quello selvaggio,di fatto distruttivo per la sua insaziabile voracità.Per me dovrebbe essere un imperativo categorico la giustizia sociale,il doveroso rispetto per tutti,che,poi,è la democrazia sostanziale.A me sembra interessante l’esperienza tedesca nella quale rappresentanti dei dipendenti siedono nei Consigli di Amministrazione delle aziende.Quello è un padronato meritevole,guidato anche dai valori religiosi del protestantesimo.Sarei il primo ad apprezzare il capitalista aperto che sa confrontarsi anche con le esigenze degli altri e non esclusivamente con la logica esasperata del suo profitto ed in questo ha ragione a dire che non abbiamo punti di vista così diversi.Cordialmente.
Egregio signor Bonfili, apprezzo molto il suo ultimo commento e vedo che anche Lei, con altre parole, sostiene, sul capitalismo, quel che ho cercato di dire io in un mio commento. La giustizia sociale può essere materia di confronto e lotta, se serve, anche senza bisogno di forze cosiddette di sinistra (che comunque non sono state sempre a guardare, di sicuro) ma di forze sociali volute dai governi democratici, che, di qualsiasi colore si dipingano, devono lavorare per questo scopo; dire di essere di sinistra, per me, oramai, trova il tempo che trova. Qualsiasi governo dittatoriale, di sinistra o di destra, mi pare proprio che non abbia mai “provveduto” a ciò. Quindi affermare che la sinistra sia il “bene” del popolo e dei sottomessi o dei più poveri, e la destra il “male”, non mi pare che possa essere oramai più dichiarato con tanta fierezza, anche se molte persone continuano a definirsi orgogliosamente comuniste e disprezzano magari, o odiano, chi si definisce fascista o solo di destra. Detto questo, il fatto della Germania che cita Lei, può accadere anche in Italia, e la legge lo prevede, anche se, anche gli imprenditori più “illuminati”, che magari si fanno belli pure su Rai 3, quando sentono la parola sindacato, perdono il lume della ragione. Le assicuro poi che, qualsiasi imprenditore che adottasse sistemi di partecipazione aziendale anche con parti sociali e con i propri dipendenti, lo farebbe quasi completamente perché la cosa potrebbe portare dei vantaggi alla sua azienda, ma, comunque, sarebbe sempre positivo. Anche gli operai, in ogni caso, ragionano, nei loro limiti e poteri, allo stesso modo. La logica del profitto, di cui parla Lei e che è dentro alla natura umana (ricchi o poveri che si sia), comunque vada ci sarà sempre, altrimenti si verrebbe “divorati” da qualcun altro. Ecco che qui subentra (o dovrebbe subentrare) uno stato forte, democratico e che imponga delle regole e dei controlli, altrimenti si va verso quel che Lei chiama “distruttivo per la sua insaziabile voracità”. Per finire, riguardo al paesi comunisti che hanno anche adottato anche il capitalismo (credo che Lei si riferisca alla Cina), io non sarei così ottimista. La Cina, infatti, secondo me, ha inglobato il peggio del comunismo (l’esperienza non gli mancava) ed il peggio del capitalismo (anche qui non aveva che l’imbarazzo della scelta), per cercare di diventare la prima potenza mondiale e dominare ilo mondo. Io non ne sarei proprio così felice, mi creda. Ossequi. gv
COMUNISMO? L’OPINIONE DI UN LEADER MONDIALE
“Chi vuole restaurare il Comunismo è senza Cervello. Chi non rimpiange il Comunismo è senza Cuore”
(VLADIMIR PUTIN, Presidente della Federazione Russa)
Omnia fui et nihil expedit.
Settimio s’è vero, che poesse che sii na buggiarata.
Signor Vallesi,Lei sostiene che ormai è anacronistico parlare di sinistra,io,al contrario,sostengo che oggi di sinistra,preparata e seria,ci sia più bisogno di prima,visto l’andamento del processo economico,che con la precarizzazione del lavoro ha reso precaria l’esistenza di tante persone,che due volte al giorno hanno diritto di mangiare e non a giorni alterni,che,con i bassi salari,ha buttato nell’indigenza anche chi ha la fortuna di avere un lavoro,che con il trasferimento dell’attività produttiva in Paesi dove te la puoi cavare con un salario giornaliero di quqttro/cinque euro ha buttato sulla strada migliaglia di persone,e non vado oltre per non allungare il brodo.Nell’ambito dei problemi economici e,quindi politici,in un sistema libero e democratico sarà sempre necessaria la diade destra/sinistra,indispensabile in una società aperta e dialettica.E tutto ciò per realizzare un’economia sociale di mercato,che ha il pregio di una strategia,a differenza di un liberismo selvaggio.Cordialmente.
Egregio signor Bonfili, quel che sostiene Lei nel suo ultimo commento è, naturalmente, da me perfettamente condiviso, ma, mi perdoni se insisto, dov’è oggi la sinistra “preparata e seria” che dice Lei e che nella attuale situazione sarebbe ancor più necessaria!? Mi permetta di dirle che io, nella sedicente sinistra di oggi (chissà di ieri!?), proprio non riesco a vedere certe “qualità”, anzi certe volte la trovo più in persone che si definiscono di destra che in altre. Signor Bonfili, mi creda, nel corso della mia vita (non sono più un ragazzo, anche se non credo di essere ancora così “vecchio”) l’ho cercata più volte “la sinistra”, o perlomeno quelli che sostenevano che la sinistra è il bene e la destra il male (!!), ma, nonostante ciò, non sono mai riuscito a trovarla ed anzi, tutte le volte che l’ho, per così dire, appoggiata, per crederci e per cercare di migliorare le cose, me ne sono allontanato, restando fedele ai miei principi etici ed ai miei ideali politici e sociali, ma me ne sono, a volte, anche “scappato” via, per tutto quel che, perlomeno io, ho potuto vedere, rimettendoci anche nella mia persona. La saluto cordialmente. gv