Choc a Tolentino, il 53enne:
«Mi sentivo oppresso dalla tecnologia
non volevo ferire nessuno»

MATTINATA DI FOLLIA - Primo Romagnoli ha parlato in udienza e ha spiegato i motivi del gesto compiuto lunedì. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto la custodia in una struttura specializzata, per ora resta sottoposto a misura cautelare in ospedale

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Primo Romagnoli oggi in tribunale a Macerata

 

di Gianluca Ginella

«Mi sentivo oppresso dalla tecnologia ma non volevo fare male a nessuno». Così Primo Romagnoli, il 53enne di Tolentino che lunedì si è barricato in casa con tre fucili per poi uscire nudo in strada armato. Oggi l’uomo, accompagnato dai carabinieri, è comparso in tribunale davanti al giudice Giovanni Manzoni per la convalida dell’arresto. Il 53enne, assisto dal suo legale, l’avvocato Marco Romagnoli, ha risposto alle domande del Gip e ha detto che lunedì «ero arrabbiato e non volevo uscire di casa. Ho preso il fucile per fermare la tecnologia perversa. Mi sento oppresso dalle nuove tecnologie» ha detto in udienza, lunedì aveva esploso un colpo dentro casa contro modem e telefono.

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Primo Romagnoli poco prima di essere fermato dai carabinieri in vicolo Bezzi

«Ha tenuto a precisare che non voleva fare male a nessuno» spiega l’avvocato Romagnoli che per il suo assistito ha chiesto i domiciliari in una struttura psichiatrica. Il pm, Rita Barbieri, ha chiesto la custodia cautelare in una struttura residenziale Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza). Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare nella Rems territorialmente competente, al termine dell’attuale trattamento in corso all’ospedale di Macerata e fino a quando non sarà trovata la struttura. Romagnoli, che da qualche tempo era senza lavoro (prima faceva il tappezziere) a causa di problemi di salute. L’uomo lunedì mattina si era barricato in casa, in via Filzi 13, con tre fucili che deteneva regolarmente con il porto d’armi da cacciatore. Successivamente è uscito in strada nudo imbracciando un fucile ed è stato poi bloccato dai carabinieri in vicolo Bezzi dopo aver fatto a piedi circa 200 metri. Gli vengono contestati la resistenza aggravata, la minaccia aggravata, le esplosioni pericolose, il porto abusivo di armi da fuoco e munizioni (quando è uscito di casa aveva il colpo in canne e tre proiettili).

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