Banco Marchigiano, 4 milioni di utile:
«Risultato straordinario»

PRIMO SEMESTRE con i conti decisamente in ordine per l'istituto. In crescita anche i mezzi amministrati che salgono a 986 milioni di euro. Il dg Moreschi: «Lavoriamo alacremente, questa è la naturale conseguenza»
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Marco Moreschi e Sandro Palombini

Chiude con un utile netto di 4 milioni – in crescita del 73,36% -, il primo semestre del Banco Marchigiano. L’istituto, nato lo scorso anno dalla fusione tra la Bcc di Civitanova e Montecosaro e la Bcc di Suasa, festeggia numeri da prima della classe, con conti decisamente in ordine. Il presidente Sandro Palombini parla di un «risultato straordinario di una squadra coesa diretta da un direttore generale che in due anni ha conseguito risultati inimmaginabili tra turn around aziendale, revisione organizzativa e rilancio industriale anche attraverso operazioni straordinarie». Il dg Marco Moreschi aggiunge: «Lavoriamo alacremente, concentrati, in un clima aziendale rinnovato ed entusiasmante, i risultati ne sono la naturale conseguenza».

Il progetto di costruzione di una nuova realtà regionale marchigiana sta dunque proseguendo su una strada virtuosa come dimostrano i numeri. Al 30 giugno 2019 il totale dei mezzi amministrati ammonta a 986 milioni di euro: la crescita, pari al 4,16%, è caratterizzata dalla raccolta diretta in crescita dello 0,78% e l’indiretta in crescita dell’15,48% con la voce risparmio gestito che si distingue per un +18,82%. Gli impieghi netti, pari a 466 milioni, sono caratterizzati da una crescita della parte a breve del 10,82%; gli impieghi a scadenza hanno visto nel semestre l’erogazione di 28 milioni di nuovi mutui. I numeri segnano pertanto una crescita armonica di tutte le componenti legate all’attività caratteristica.

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Marco Moreschi

La persistente incertezza sulle prospettive di ripresa hanno indotto la Banca ad adottare una politica estremamente rigorosa nella valutazione dei crediti deteriorati. Alla fine del primo semestre la percentuale di copertura di tutto il credito deteriorato è del 63%.
Formalizzata una seconda operazione di cessione di 21,5 milioni di euro di crediti deteriorati che si perfezionerà entro ottobre. Tale operazione genererà una riduzione dell’Npl ratio di altri 3 punti percentuali passando dall’attuale 16,57% al 12,57%.
Da evidenziare due indicatori su tutti: il livello di patrimonializzazione è caratterizzato da un total capital ratio del 19% e l’indicatore principe dello stato di salute del Banco sui crediti deteriorati, il Texas ratio, si attesta al 73% tra le banche “best in class” del panorama nazionale. Eccellente il profilo di liquidità: il rapporto tra impieghi lordi e raccolta diretta è pari al 72%.

Per quanto riguarda i risultati economici il margine d’intermediazione da attività caratteristica, pari a 10,7 milioni, segna un andamento in crescita del 5,75% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente in particolare grazie al contributo del margine da servizi in crescita del 7,27%. Anche il margine da intermediazione globale presenta un andamento positivo con un delta del 17,82% rispetto al valore medio del 2018. I costi operativi presentano una contrazione rispetto al 2018 del 12,05%. Le spese del personale sono diminuite 9,80%, e le altre spese amministrative, grazie al lavoro effettuato per la totale revisione dei centri di costo della Banca, hanno fatto registrare una flessione del 4,74%.



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