I luoghi delle fonti
e lavatoi nel nuovo millennio

RICERCA STORICA - Una tesi sul recupero di alcuni fontanili di Macerata redatta da Isabella Salvatori e Tiziano Raponi, neo laureati Unicam alla Facoltà di Architettura di Ascoli,

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Particolare della ricostruzione dle lavatoio del 1905

Dall’architetto Silvano Iommi riceviamo: 

Il libro sulle fonti e le acque di Macerata realizzato da chi scrive con Mariella Troscè e Gianfranco Pasquali, diventa la base per una tesi di laurea in Architettura. I due neo laureati Unicam alla Facoltà di Architettura di Ascoli, Isabella Salvatori e Tiziano Raponi hanno sviluppato una ricerca progettuale molto interessante, che partendo da una analisi territoriale e concettuale riguardante anche il territorio di altre provincie delle Marche, si concentrano nella fase progettuale sul recupero di alcuni fontanili periurbani di Macerata con particolare attenzione alla valorizzazione e fruizione dell’area circostante, ma anche dello sviluppo di possibili percorsi connettivi tra questi luoghi della memoria che non devono essere spazzati via da una insensata e caotica cementificazione.

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Paramanenti murari della parte pù antica della fonte Pozzo di Mercato

Se ci soffermiamo ad osservare le particolarità del nostro territorio, non possiamo non accorgerci della gran quantità di manufatti storico-docuntari, quali fonti e lavatoi, che, nel corso dei secoli, hanno accompagnato e sostenuto la vita collettiva di queste zone e, contribuito alla formazione della sua immagine paesaggistica. Oggi, dopo sviluppi ingegneristici e tecnologici, come l’acquedotto, ci ritroviamo ad osservare nuovamente questa “ricca” realtà di cultura materiale che, però, ci mostra elementi marginali, residui della città moderna, in quanto i fontanili non sono più funzionali alla vita quotidiana e, quindi, sono stati oggetto prima di un progressivo abbandono poi, per la maggior parte di essi, di una sistematica e pervicace distruzione. E’ proprio da questa considerazione che è stata sviluppata una tesi di laurea in Architettura, finalizzata alla possibilità di recuperare tale patrimonio di cultura materiale diffusa, facendo si che questi antichi luoghi possano fungere da punti connettivi tra le diverse aree della città di Macerata, costituendo un “filtro” e un “collegamento”, vale a dire punti interattivi e fasce connettive con la previsione di una pista ciclabile, un percorso pedonale ed aree di verde con pannelli interattivi.

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Fonte Maggiore

Il risultato è un Museo in Movimento, composto da un anello che circonda il perimetro del centro storico, composto da percorsi di collegamento e punti di sosta interattivi. In altre parole si potrebbe anche parlare di un teatro paesaggistico e della memoria per il 3° millennio, che permetta una maggior fruibilità di questi luoghi al fine di realizzare una significativa narrazione storico-culturale intergenerazionale capace di suscitare curiosità e interesse anche tra i giovani, potendo interagire e sostare in queste zone. I due esempi riportati nelle immagini (Fonte Maggiore e Fonte pozzo del Mercato), sono una efficace e sintetica dimostrazione di che cosa sia ancora possibile realizzare in questi luoghi della memoria e dell’identità collettiva, se solo vi fosse una necessaria e sufficiente volontà politica.

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Vista di insieme della fonte antica e del lavatoio con il pozzo originario



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