Dall’architetto Silvano Iommi riceviamo:
Il libro sulle fonti e le acque di Macerata realizzato da chi scrive con Mariella Troscè e Gianfranco Pasquali, diventa la base per una tesi di laurea in Architettura. I due neo laureati Unicam alla Facoltà di Architettura di Ascoli, Isabella Salvatori e Tiziano Raponi hanno sviluppato una ricerca progettuale molto interessante, che partendo da una analisi territoriale e concettuale riguardante anche il territorio di altre provincie delle Marche, si concentrano nella fase progettuale sul recupero di alcuni fontanili periurbani di Macerata con particolare attenzione alla valorizzazione e fruizione dell’area circostante, ma anche dello sviluppo di possibili percorsi connettivi tra questi luoghi della memoria che non devono essere spazzati via da una insensata e caotica cementificazione.
Se ci soffermiamo ad osservare le particolarità del nostro territorio, non possiamo non accorgerci della gran quantità di manufatti storico-docuntari, quali fonti e lavatoi, che, nel corso dei secoli, hanno accompagnato e sostenuto la vita collettiva di queste zone e, contribuito alla formazione della sua immagine paesaggistica. Oggi, dopo sviluppi ingegneristici e tecnologici, come l’acquedotto, ci ritroviamo ad osservare nuovamente questa “ricca” realtà di cultura materiale che, però, ci mostra elementi marginali, residui della città moderna, in quanto i fontanili non sono più funzionali alla vita quotidiana e, quindi, sono stati oggetto prima di un progressivo abbandono poi, per la maggior parte di essi, di una sistematica e pervicace distruzione. E’ proprio da questa considerazione che è stata sviluppata una tesi di laurea in Architettura, finalizzata alla possibilità di recuperare tale patrimonio di cultura materiale diffusa, facendo si che questi antichi luoghi possano fungere da punti connettivi tra le diverse aree della città di Macerata, costituendo un “filtro” e un “collegamento”, vale a dire punti interattivi e fasce connettive con la previsione di una pista ciclabile, un percorso pedonale ed aree di verde con pannelli interattivi.
Il risultato è un Museo in Movimento, composto da un anello che circonda il perimetro del centro storico, composto da percorsi di collegamento e punti di sosta interattivi. In altre parole si potrebbe anche parlare di un teatro paesaggistico e della memoria per il 3° millennio, che permetta una maggior fruibilità di questi luoghi al fine di realizzare una significativa narrazione storico-culturale intergenerazionale capace di suscitare curiosità e interesse anche tra i giovani, potendo interagire e sostare in queste zone. I due esempi riportati nelle immagini (Fonte Maggiore e Fonte pozzo del Mercato), sono una efficace e sintetica dimostrazione di che cosa sia ancora possibile realizzare in questi luoghi della memoria e dell’identità collettiva, se solo vi fosse una necessaria e sufficiente volontà politica.
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Fantastica tesi di laurea! Da pubblicare prima possibile.
sì, è vero, caro Filippo Davoli. Speriamo che gli amministratori ci diano un’occhiata… Macerata, come Cultura e Storia dell’Arte è più attenta dei cittadini dei paesi circonvicini… Non parlo di Petriolo, di Mogliano, di Monte San Giusto, di Tolentini e soprattutto di Recanati, dove il senso civico esiste e la cittadinanza partecipa al controllo. Mentre a Corridonia te la distruggono, le cambiano il nome storico medievale con nomi fasulli, frutto di imbecillità culturali o di demagogia politica e i cittadini tacciono… Circola la notizia che vorrebbero abbattere completamente l’ex-mattatoio comunale, compresa la storica facciata del convento del XVII secolo preesistente per farci – secondo voci – la scuola elementare. Il luogo non sarebbe idoneo neanche per la scuola in questione, ma per una casa di riposo, o per la villa di un riccone, come si vociferava qualche anno fa.
Che dice di questa voce il Soprintendente?
Ho chiesto pubblicamente su facebook notizia all’amministrazione comunale… Si è innescato un dibattito, ma né l’amministrazione Cartechini, né la Minoranza consiliare hanno aperto bocca… La guerra, da parte mia, continua…
Una tesi del genere sarebbe la ciliegina sulla torta ad avvalorare l’impegno dell’architetto Silvano Iommi con il suo libro ed ultimamente di alcuni cittadini che autonomamente si stanno prodigando per riportare alla vista questi monumenti che attualmente per la maggior parte sono coperti da una folta vegetazione dovuta all’incuria,e l’amministrazione dovrebbe fare un passo indietro quando si impegno’al recupero di questi beni sfumato poi negli anni.Tutto questo a vantaggio della nostra citta!!
Memoria?io ricordo solo qualche mamma del quartiere usare ste lavatrici.Identita’ collettiva?Ma se il resto della citta’ girava al largo dal quartiere.Volonta’ politica?Si e i piccioli chi li mette?
E’ bello scoprire la storia e la bellezza di Macerata e del suo territorio. Chi come me ne ricorda dei frammenti rimasti nel cuore, rinasce. Purtroppo i barbari del nostro tempo sono quelli che vogliono distruggere le nostre radici profonde per renderci orfani ed anonimi. Facciamoci governare da persone che ci amano veramente e che danno un senso alla nostra esistenza e alla nostra storia.
Per Meschini. Ma che vuole che gliene importi della bellezza ai satrapi moderni, ai nuovi ricchi, ai parvenus! Ah, tornassero un Pasolini, un Zevi, un Le Corbusier a dar man forte a Sgarbi!
A Fonte Maggiore a posto di quel prato delimitato al centro della corte c’era una vasca rialzata che nei mesi caldi fungeva da piscina.L’acqua c’e’,lo spazio pure perche’ non costruire li nei dintorni un bel polo natatorio anziche’ un’altro inutile parcheggio che tanti auspicano per risolvere(!?!?!?!?)il commercio del Centro?