In alto la video-ispezione nei sotterranei di palazzo Buonaccorsi realizzata da Silvano Iommi risalente al 2000
di Claudio Ricci
Un articolato e complesso reticolo di cunicoli, pozzi, cisterne che termina in fonti e grotte fuori dal perimetro urbano portando spesso alla luce antichi reperti architettonici rimasti per secoli inghiottiti dalla vegetazione. Continua la scoperta della Macerata ipogea da parte di Silvano Iommi. Dopo laver riportato alla luce la fonte di San Giacomo (leggi l’articolo) l’ex assessore comunale ha continuato il suo tour sulla via dell’acqua postando sulla propria bacheca facebook un altro rinvenimento. Si tratta di fonte di Bonaccorsi (probabilmente legata alla nobile famiglia maceratese dei Buonaccorsi) sull’antica strada che collega Macerata alla frazione di Piediripa. Un’arteria oggi in parte chiusa e privatizzata nel territorio di Villa Corradini-Borioni. «La strada attraversa il centro del complesso di vasche – scrive Iommi – a valle la vasca-abbeveratoio e i lavatoi, a monte la grande vasca-peschiera monumentalizzata (oggi recintata e posta all’interno di un parco privato). E’ evidente lo stato di abbandono e degrado della parte più antica, a valle, usata un tempo dagli uomini e dagli animali da traino che trasportavano merci in città almeno sin dal 15esimo secolo».
Secondo Iommi la ricchezza di fonti su tutto il perimetro extraurbano è da collegare alla rete di cunicoli e vene acquifere che attraversano il sottosuolo del capoluogo documentati in una serie di filmati anche questi postati dall’ex assessore sul proprio profilo social. «Nel 1999 da assessore avevo commissionato delle ispezioni per riportare alla luce la Macerata sotterranea – spiega Iommi – Purtroppo la ricchezza dei siti e il costo delle operazioni portò alla riscoperta solo di una parte del grande patrimonio che si nasconde sotto al piano stradale. Nei 5 video postati sono documentate le escursioni nei sotterranei di palazzo Conventati, di via Santa Maria della Porta, di via Crispi, del Museo di Storia Naturale e di palazzo Buonaccorsi. Ma ci sono altri passaggi ancora non scoperti.
«Ad esempio esiste una grotta lunghissima, piena d’acqua, che corre lungo tutta via Garibaldi a cui si accede dall’attuale palazzo della facoltà di Filosofia – continua Iommi – Fonte delle Brecce nel giardino di casa Porfiri a Piediripa è alimentata da una sorgente in una cisterna rivestita da un casotto. Calandosi nella cisterna inizia una grotta rivestita di mattoni che sembrerebbe scendere dal sovrastante quartiere Vergini. In passato è stata percorsa per circa 50 metri . La mia ipotesi è che si tratti di un percorso sotterraneo proveniente dall’antico “castrum ylicis” o dei “figli di adam” (due centri prossimi al castello di Macerata sul versante sud). Ci sono testimonianze sulla presenza di un lungo cunicolo che corre da piazza San Giovanni passando sotto a via del Convitto per sfociare alla fonte Santa Maria Maddalena sulla strada Torresana in prossimità di quello che un tempo era un monastero (i più anziani se la ricordano)».
Ma il viaggio nelle gallerie non finirebbe qui. Esisterebbero infatti almeno tre imbocchi che da via Zorli conducono al centro storico passando sotto al duomo di San Giuliano per arrivare probabilmente sotto palazzo Buonaccorsi e altre tracce di cunicoli che da palazzo Trevi Senigallia attraversano via Santa Maria della Porta. «Questi passaggi avevano un fine strategico – commenta Iommi – in parte per fini militari, con lo scopo di uscire fuori dalle mura per poter prendere il nemico alle spalle, in parte anche per l’approvvigionamento alimentare. Lo testimonia la presenza, nei tratti meglio conservati di nicchie per appoggiare i lumi per illuminare il passaggio». Secondo la tesi di Iommi, supportata da numerose evidenze, Macerata sarebbe attraversata da vene acquifere che sgorgano in sorgenti perenni. Un flusso che fino al 16-17 esimo secolo ha favorito l’organizzazione del territorio cittadino in villaggi. «Fonte Cerisciola – dice Iommi – ne è una conferma. Oggi ridotta ad un fosso in cui permangono tracce di un’antica pavimentazione era probabilmente a servizio di un nucleo fortificato che si sviluppava nelle vicinanze dell’attuale villa Pantaleoni dopo la contrada delle Vergini. La ricchezza delle fonti intorno alla città ne è ulteriore prova». Il viaggio alla scoperta della Macerata, promette il nostrano Indiana Jones, continua.
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Devo precisare che il video è stato realizzato (su mio incarico da Assessore all’Urbanistica nel 1999) dal gruppo di tecnici affidatari del lavoro, composto dallo “Studio Poliformia” (geom. Bettucci M., Paolucci L., Machella C. e Balestrini M.), dall’Ing. Palpacelli e arch. Valeriani.
Complimenti!
Bravo Silvano. La città ipogea, forse, ci racconta di più di quella alla luce del sole. Al sole tante cose non si vedono, o ci pare di scorgerle…
Complimenti come sempre un ottimo lavoro Silvano, profondo conoscitore della nostra città
Il Mago Silvan ha colpito ancora. Complimenti per l’impegno e l’accuratezza della ricerca.
peraltro mi ricordo che mio padre mi disse che esiste sotto piazza della liberta’ un enorme cisterna che prende quasi tutta la piazza..
Che fascino questa ricostruzione . La fonte Torregiana è forse quella che si trova nelle prossimità di fontescodella, vicino alla ferrovia? O sono due fonti diverse? Che bello sarebbe rendere fruibili queste vie, questi passaggi. .
Interessante e stimolante. Sarebbe fondamentale ricostruire la parte ipogea della città, nella sua interezza, che potrebbe essere, in parte almeno, valorizzata anche da un punto di vista turistico, importante per conoscere la vita della città nell’antichità.
@ Santucci.
La fonte detta anche Torregiana (torre di Giano?) dal nome dell’attuale stradina che la costeggia, in realtà è la FONTE DI S. MARIA MADDALENA oggi ridotta a un rudere. Si tratta di un luogo molto antico dove insisteva una chiesa e un convento (di suore?) i cui resti sono rimasti incorporati in una casa colonica diruta. Fonte scodella è più a sud e a valle di Villa Costa e di via Roma, vicino alla casa colonica Ascenzi. Nei pressi dei ruderi di “Torresana”, furono trovati reperti di epoca romana oggi scomparsi.