di Laura Boccanera
«Sono amareggiata per la città, il cda si è venduto per un piatto di lenticchie, Ciarapica ingrato». Si toglie tanti sassolini dalla scarpa Giovanna Capodarca, ex componente del cda dei teatri di Civitanova, decaduta con le dimissioni dell’ex presidente Silvia Squadroni. All’indomani della nomina del nuovo presidente Aldo Santori (già vicepresidente del precedente cda) la Capodarca mostra la lettera che tutto il consiglio di amministrazione aveva firmato a sostegno di Silvia Squadroni, che doveva essere consegnata al sindaco ma che dietro pressioni di Michela Gattafoni (altro componente del cda) la Capodarca avrebbe dovuto distruggere. E invece oggi quella lettera la mostra alla stampa per dimostrare contraddizioni e inversioni di rotta dei tre attuali componenti (Aldo Santori nel ruolo di presidente, Michela Gattafoni e Fabiola Polverini) riconfermati nel ruolo.
L’unica esclusa, appunto la Capodarca, che spiega così la decisione di Ciarapica e della Gabellieri di estrometterla dal cda:«Sarei stata una voce fuori dal coro, qualcuno che non potevano piegare al proprio volere e infatti anche in tempi non sospetti, prima della polemica dell’ex presidente Squadroni ebbi a chiedere conto rispetto alle somme destinate alla lirica. Siamo rimasti tutti sconcertati dalla somma, anche lo stesso Santori che verbalmente in un’occasione, disse di essere pronto a lasciare Vince Civitanova per la polemica provocata dalle frizioni tra la Squadroni e la Gabellieri. Sono profondamente delusa e amareggiata, questi ragazzi (i membri del cda) hanno cambiato idea e si sono venduti veramente per un piatto di lenticchie. Ho tentato fino all’ultimo di ricucire lo strappo, tanto da venire sbeffeggiata dalla segretaria del sindaco, “la Capodarca lavora per Pico” (un negozio di tessuti e filati ndr) come a voler proprio ridicolizzare il mio tentativo di ricucire un rapporto». Sulle somme della lirica si parla di una cifra iniziale di 250mila euro, poi dimezzata per la contrarietà del cda.
E nella lettera mai consegnata al sindaco, ma firmata da tutto il cda, attuale presidente compreso, si leggono passaggi che lasciano poco spazio all’interpretazione. La missiva doveva essere consegnata al sindaco Ciarapica il 21 febbraio ed era stata firmata da tutto il cda per esprimere sostegno alla presidente Silvia Squadroni rispetto al conflitto sorto con l’assessore Gabellieri. In particolare nella lettera si minacciava, qualora la Squadroni fosse stata destituita di riferire alla stampa i particolari delle “intromissioni indebite e di ogni tentativo di togliere autonomia e specificità all’azienda dall’assessore Maika Gabellieri. La Capodarca però racconta che dopo la firma della lettera, a seguito di una riunione di Vince Civitanova, i tre membri del cda appartenenti alla lista siano stati persuasi a ritirare tutto e a tornare sulla via del consenso indiscusso. Ed è in questa fase che la Gattafoni chiede alla Capodarca di distruggere quel documento: «ma io non distruggo mai niente, questa lettera restituisce verità ai fatti. Confidavo in Ciarapica, in realtà è condizionato più di altri, legato a logiche non democratiche di gestione del
dissenso che credevo appartenessero a epoche ormai defunte. Si è ricostituita la coppia Gabellieri Ciarapica così come lo era Silenzi Corvatta». Nella lettera si leggono anche giudizi tranchant nei confronti della Gabellieri: «è grave che il sindaco definisca Maika Gabellieri un validissimo assessore minando il rapporto fiduciario con la Squadroni che si è semplicemente limitata a segnalare le indebite e continue esternazioni dell’assessore alla cultura – scrive il cda in data 21 febbraio e poi in un altro passaggio – una vicenda divenuta polemica solo per l’atteggiamento e le condotte attuate da Maika Gabellieri, la quale nel recente passato ha portato alle dimissioni il presidente Centioni. Qui non si dimetterà nessuno e tutti appoggiamo incondizionatamente il presidente Squadroni, riservandoci, qualora venisse con un atto arrogante e temerario, rimossa dall’incarico di distribuire ai mass media relazione dettagliata di tutte le intromissioni della Gabellieri e dei tentativi di togliere autonomia all’azienda al solo fine di ottenere personale visibilità ed attrarre in seno alla gestione dell’assessorato le manifestazioni di maggior impatto relegando l’Azienda a mera Cenerentola esecutrice di volontà residuali di un assessore che ad oggi ha operato con evidente mancato rispetto di ruoli e funzioni».
(foto di Federico De Marco)
Il memoriale di Silvia Squadroni Mail, messaggi e whatsapp: «Se mi smentite li do alla magistratura»
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QUANDO LA CRITICA DIVENTA PERICOLO X LA DEMOCRAZIA.
Dalla lettura di un quotidiano locale,
deduco che sarei stata fatta” FUORI
perché……mi ero posta in posizione
critica verso l’amministrazione”.
Ora, in primis, il sindaco ben sa che ho accettato di buon grado l’ incarico di
membro del CDA, del tutto gratuito, solo
perché animata da desiderio da dare un contributo, disinteressato, svincolato, dalle regole della politica, o
come si dovrebbe dire dei ” POLITICANTI”.
Infatti ho accettato perché pensavo ( ora mi rendo conto, sbagliando) di poter esprimere il mio pensiero liberamente, senza lacci, lacciuoli,
o condizionamenti, come sempre fatto
Nella vita.
In realtà fin da subito ho notato che le
voci ” FUORI DAL CORO”, ben DUE PRESIDENTI, sono stati ” IMPALLINATI”
senza alcuna remora.( tra un po’ toccherà anche al direttore).
Ora, con grande stupore, vedo che il CDA
verrà ridotto a TRE membri ( i pugnalatori), di certo tale riduzione NON
FAVORISCE LA DEMOCRAZIA, le convergenze, un consenso più ampio.
(da non dimenticare che lo statuto prevede che per decidere i programmi
da attuare debbono avere il consenso
minimo di TRE persone, numero facilmente evaso…..che si farà? si cambia lo statuto? o si lavora senza rispettare lo stesso?).
Anzi, tale manovra appare volta a SEDARE IL DISSENSO, A COMPRIMERE CHI OSA ” ALZARE LA TESTA”.
Caro Fabrizio, avevo confidato in te,
perché mi apparivi in un modo animato da spirito costruttivo, libero: in realtà, è
condizionato più di altri, legato a logiche
NON DEMOCRATICHE, di gestione del
DISSENSO che credevo appartenessero
a epoche ormai DEFUNTE.
Allora, ti consiglio una buona lettura: LA NOSTRA CARTA COSTITUZIONALE ART.13, in modo che trovi spunti che ti permetteranno di continuare il mandato
con onore, a testa alta, senza piegare la
schiena, dimostrando che lo spirito democratico deve essere il FARO, LA STELLA POLARE, di ogni azione politica.
CHI COMPRIME IL DISSENSO, A VOLTE COSTRUTTIVO, NON È DEGNO DI RICOPRIRE IL RUOLO ISTITUZIONALE
CHELA CITTÀ TI HA DEMOCRATICAMENTE AFFIDATO.
GIOVANNA CAPODARCA AGOSTINELLI.