di Fabrizio Cambriani
Nel film “un americano a Roma” c’è una scena particolarmente esilarante. È quella in cui il protagonista Nando Mericoni, interpretato da Alberto Sordi, nelle vesti di un improbabile poliziotto motociclista del Kansas City, bardato con tanto di occhialoni, guanti di pelle e manicotti di cuoio, si offre di dare indicazioni stradali a una coppia statunitense di mezza età in gita in automobile. “On the right, on the right”, sono le uniche parole in inglese, che Sordi riesce a biascicare. Ma poi avverte più volte il malcapitato automobilista, in romanesco stretto, di non andare a destra che c’è il burrone della Maranella. Il poveretto che conosce solo l’inglese va “on the right” e precipita con moglie e automobile nel baratro, procurandosi fratture multiple.
Questo è quello che – pari, pari – rischia di fare il governatore delle Marche Luca Ceriscioli. Ma andiamo con ordine. Essendo un politico social, come si conviene in questi tempi moderni, martedì scorso, Ceriscioli, dal suo profilo Facebook ha comunicato urbi et orbi la riapertura del sentiero della gola dell’Infernaccio per sabato 2 dicembre prossimo. Qualcuno, dialogando con lui sul social, gli ha però fatto notare una palese contraddizione rispetto al suo solenne annuncio, riportando il comunicato del parco nazionale dei Sibillini. Nel comunicato si legge testualmente che a causa degli eventi sismici, aggravati da successive valanghe, si registrano «situazioni vaste e complesse di forte instabilità idrogeologica». E che per queste ragioni «restano in vigore le ordinanze di divieto di accesso», salvo motivi di servizio. Una palese contraddizione che avrebbe consigliato a chiunque un pizzico di prudenza e un supplemento di indagine. Invece il governatore ha dato subito disposizioni sicure e inequivocabili. «L’apertura è definitiva per tutti». E, come se non bastasse, ha anche aggiunto indicazioni su come raggiungere l’Infernaccio. Seguire i cartelli, svoltare a destra e parcheggiare alla sbarra. “On the right” ha detto a chi gli chiedeva informazioni. Come fece il Nando Mericoni di Alberto Sordi con la coppia di americani. Per la cronaca aggiungo che il punto definitivo sulla questione lo ha messo il sindaco di Montefortino, Domenico Ciaffaroni, confermando il divieto di accesso e derubricando l’evento di sabato due dicembre a mera inaugurazione simbolica. Sempre a titolo di cronaca, dopo queste precisazioni di Parco e sindaco, non si sono registrate dal profilo social del presidente Ceriscioli, smentite, chiarimenti o cambi di rotta in proposito.
A me piace guardare a questa circostanza considerando solo l’aspetto comico. Perché diversamente ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli e piangere dalla disperazione. Anzi, più uno va avanti e meglio approfondisce la questione, più la commedia si trasforma in potenziale tragedia. Intanto già il nome Infernaccio non evoca assolutamente prati verdi con margherite e primule. E infatti si tratta di un’orrida gola situata a mille metri di altezza che a dicembre è resa particolarmente scivolosa dalle piogge e dal ghiaccio. Non è esattamente il tipo di percorso autunnale che si presta a gite domenicali per famiglie con bambini e nonni al seguito. Qualsiasi buon padre di famiglia dovrebbe sconsigliarla di questi tempi in condizioni normali, figuriamoci se, come in questo caso, non è ancora stata messa in condizioni di sicurezza. Sono cose di buon senso che, per esempio, i volontari del soccorso alpino vanno dicendo da anni e in ogni luogo – a partire dalle scuole – per prevenire i sempre più numerosi incidenti in montagna. Rilevo, inoltre, che qualche pedante rompiscatole potrebbe vieppiù opinare che nella scala delle priorità, forse sarebbe stato più urgente dare ricovero a quei terremotati che nemmeno per il secondo inverno abiteranno le casette di emergenza e casomai aprire al pubblico sentieri escursionistici in tarda primavera.
La terribile ansia da prestazione che attanaglia il presidente Ceriscioli lo ha portato puntualmente all’ennesima cilecca. Dopo quindici mesi di assoluto immobilismo e in vista delle imminenti elezioni politiche, il governatore è entrato nella fase ossessiva e compulsiva dell’annuncio. Della posa della prima pietra. Della promessa. Del taglio del nastro. Senza rendersi conto che questo ennesimo scivolone non è più solo il banale frutto di un difetto di comunicazione da social network. Questa miscela di superficialità, mancanza di informazioni complete, incapacità di dialogo con altri attori e la totale assenza di sana autocritica stanno minando l’autorevolezza dell’intero governo regionale. È giunto il momento che qualcuno vi ponga rimedio. Prima che sia troppo tardi…
Caspita dal titolo speravo diversamente......che delusione!!!
PD
Un corpo
Come tutti i politici
Speriamo che non abbia fatto danni alla fauna
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Ah ah ah.
be’… Nando Mericoni non era un telecomando e anche in latino possiamo migliorare…
Un chiaro esempio di pessima politica associato ad una sequenza di presenzialismo continuo tipico di questi personaggi, al di fuori del colore politico. E’ da vergogna come dovrebbe vergognarsi l’Ente Parco per il suo completo assenteismo in tutto il periodo del terremoto, slegato completamente dalla realtà dei terremotati.
Per fortuna che la natura se ne frega e và avanti per la sua strada.
Meno male che con il concetto chiarificatore di “mera inaugurazione simbolica” s’è tornati alla serietà.
Rimpiango i politici dell’epoca pre-feisbuk, quelli si che ci mettevano la faccia…
Quindi, per il Ceriscioli, si può tranquillamente passeggiare per l’orrida gola, prestando solo un po’ di attenzione ai massi che possono rotolare giù per la montagna e fermarsi dopo aver schiacciato l’eventuale e poco fortunato escursionista. A me questo Ceriscioli non mi ha mai convinto. Più gli guardo il sorriso e più scorgo in lui il germe della follia. Lo immagino di notte vestito da frate nero, incappucciato, occhi rossi venati di sangue mentre si addentra tra i vicoli anconetani in cerca di plasma da succhiare e poi dopo l’aperitivo affondare i suoi denti nelle carni ancora calde della vittima e divorarla fino a scarnificarne le ossa non lasciando niente agli eventuali sciacalli che da lontano, ululando come lupi o come coyotes ( non mi ricordo se lo sciacallo ulula anche se come canide credo dovrebbe ) sperano sempre anche se inutilmente di raccogliere qualche briciola dagli avanzi che non lascia. Poi in questa storia dell’ infernale gola, in cui neanche Dante si addentrerebbe nonostante le rassicurazioni dell’assessore della protezione civile, l’inaffidabile Sciabbichetti che non ne sbaglia una quando tiene per la coda il suo capo per paura di perdersi, sapendo che poi nessuno andrebbe a cercarlo. Stupendo, meraviglioso, proprio da libro “ Cuore “ quell’affettuoso consiglio alla mamma in cerca di avventure di dove parcheggiare l’auto prima di entrare nel film ” Lo sperone roccioso della paura ” con figli ed altri fortunati turisti per una giornata di puro terrore. Naturalmente sto scherzando e questo mi sta creando un grosso problema, non riesco a tornare serio. Dai stavolta l’ha detta troppo grossa. Se, fortunatamente il sindaco non lo avesse smentito dichiarando come ricorda anche Giorgi che si trattava di “ una mera inaugurazione simbolica “ cosa espressa in maniera così gentile che per fortuna nessuno ha abboccato alla nuova Sibilla a cui il “ frate nero “con delibera n. 18373, ha sfrattato occupandogli l’antro da cui fa le sue previsioni per il terremoto che vanno dall’uno, passano per l’x e arrivano al due. Però per dette previsioni si deve fare l’869339394 al costo di sessantuno euro al minuto più iva , ava e ova, quest’ultime anche a distanza. Concludo dicendo che finalmente è diventato un personaggio completo, non aveva mai sfiorato il ridicolo e per recuperare ci si è tuffato a capo fitto e ci sta ancora sguazzando tra le acque gelide ma non per lui dell’ Infernaccio.
Jonathan Soldini, anch’io leggendo il titolo dell’articolo avevo equivocato e stavo preparando un commento d’auguri per una tarda guarigione di due anni e mezzo, mica per sempre, giusto per arrivare a fine legislatura. Poi ho letto l’articolo e sono stato costretto a fargli un sacco di complimenti.