di Laura Boccanera
E’ appoggiato ad una parete di un negozio sfitto, attorno i suoi amati cani che non lo abbandonano mai e che l’altra sera lo hanno difeso, salvato, evitando che un’aggressione non degenerasse in accoltellamento. Lui è Kevin Enriquez, ma per tutti è Asdru. Metà francese, metà spagnolo, il 36enne clochard è stato preso a sassate l’altra notte da un tunisino. “Sto bene, sto bene – rassicura mentre sta su Corso Umberto I – certo che adesso ho cambiato zona dove dormire”. Parla metà italiano e metà spagnolo, specie quando ripercorre quanto successo venerdì notte ed è un fiume in piena. «Io dormo vicino all’ascensore di via Buozzi – dice – sotto c’è un pachistano, con lui vado d’accordo, mai successo nulla. Attorno alla mezzanotte passa di lì un tunisino e urla e grida con i suoi amici. Allora gli dico di parlare più piano che volevamo dormire. Quello allora tira fuori il coltello e lo punta contro il mio cane che gli si scaglia contro, io tiro fuori una catena che uso per difendermi e si allontana. Va oltre e da un’aiuola inizia a tirarmi sassi e terra, qualcuno ci colpisce, ma per fortuna non in maniera grave. C’è un residente che si affaccia e vede la scena e gli dico di chiamare la polizia, ma quello rientra e mi ignora, allora passa un ragazzo in auto, vede la scena e chiama finalmente la polizia e poi un amico mi accompagna al pronto soccorso». Asdru è arrivato a Civitanova circa un anno e mezzo fa: una vita difficile fin dall’infanzia l’ha portato a vivere in strada. Padre portoghese, madre francese, abbandonato a 5 anni, l’orfanotrofio in Francia e poi la vita da organizzare, senza aiuti, senza radici, qualche lavoro, una compagna e una bimba di 8 anni lontane e accanto quella che chiama “la sua famiglia” due cagnolone femmine, madre e figlia che non lo mollano e lo difendono. «Se non ci fossero loro non so come farei – racconta – ho preso con me la nonna, ora sono alla terza generazione, l’ho salvata da un tizio che la maltrattava e poi ora sono con me la figlia e la nipote». E a Civitanova è arrivato proprio per i suoi cani, Ombretta Cristiani di Uniti per la coda li aiuta ogni giorno con le cure necessarie e con il sostentamento dei suoi amici a 4 zampe. «Con me la gente è buona, al sud mi trovo meglio, ma anche qui ho degli amici. Vivendo per strada ci sono pericoli, ma qui è meglio che in Francia. Certo questi tunisini che sono arrivati e spacciano sono violenti, io non faccio uso di droghe, ma loro sono fuori controllo, per ora mi tengo alla larga, ho trovato un altro posto dove dormire, poi con l’inverno vedrò cosa fare».
(foto Federico De Marco)
Invade spazio di un altro senzatetto, sassaiola sul clochard
Non spaccia non delinque se non arreca danno a nessuno non vedo il problema
Origini francesi, spagnole e portoghesi, però sta in Italia... come mai???
Ognuno sceglie la vita che vuole , Importante è non dar fastidio al prossimo
Scelte di vita che nessuno può giudicare....
Ognuno sceglie la vita che vuole,e quando questa scelta non lede al prossimo non vedo dove sta il problema.
Beh che dire ....colui che ha fatto lo gnorri è lu pegghio. Umanitá ZERO a prescinde da chi hai difronte
Io direi che quello che ha visto dalla finestra e forse non ha chiamato aiuto. .ma senza parole che senso civico! Il tunisino se identificato espulsione subito!
Poverino.... Mi spiace x lui.... Spero che stia bene.
Ti auguro di cuore di poter continuare a vivere in santa pace
L’ho visto sabato scorso, viso freschissimo corredo di cani e cenci. Dimostra meno dei suoi 36 anni e sembra uno che sta da poco in strada. Ma non sono un’esperta. Mi fa effetto sentire che un essere umano sia stato considerato e aiutato in ragione dei suoi cani, strano e bislacco mondo. Ancora di più che non provenendo da un Paese in condizione più svantaggiate delle nostre abbia dovuto attraversare più di una ex frontiera per trovare un nulla accettabile. L’accattonaggio è un reato anche se facciamo finta di non ricordarcene, questo significa che nell’Europa senza frontiere una volta giunto nel Corso principale di una piccola città di mare non andava considerato parte dell’arredo - per altro è grazioso - ma una persona in disagio. Portare da mangiare ai suoi cani uniti per la coda e non interessarsi di chi sia è orrendo. La storia personale ora appare costellata di infelicità ma non viveva nel Burkina Fasu in guerra. Quando era minore dove ha studiato chi gli comprava le mutandine? Chi gli tagliava i capelli? Le persone non scompaiono come ai tempi di Oliver Twist. Evidentemente le nostre autorità non se ne sono occupate. Quindi è iniziata quella guerra tra poveri, guerra di mattonelle, territori e cibo per cani che è arrivata al pestaggio. Come ci raccontava Moravia nei Nuovi Racconti Romani. Allora la guerra era tra italiani delle centrifughe zone di povertà... adesso il ragazzo coi cani sarà curato i suoi occasionali aguzzini o puniti o redarguiti. E poi? Tornerà davanti al negozio sfitto come lui o cambierà portone? Sparirà ingoiato dal nulla o sapremo indicargli una via? Osservazioni a margine
L ho visto pochi giorni fa x il corso insieme ai suoi cani
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Tenerezza! Questo mi ispira! Tanta tenerezza! Lui e i suoi cani. Li ho visti pochi giorni fa sul corso. Ho provato un gran vuoto. Come può un ragazzo giovane e con tutta la vita davanti scegliere di vivere così? Ma poi sarà una scelta? Non conosco queste realtà e non le giudico. Avrei voluto fermarmi ma sono sincera, viviamo purtroppo in un mondo dove ciò che non si conosce fa paura… Dove ogni giorno sentiamo al TG storie di violenza e non solo… E quindi la paura mette dei paletti. Ma questo ragazzo forse meriterebbe un po’ di aiuto e di umanità.
Speriamo non sia tardi.
Dolce Remì
piccolo come sei
per il mondo tu vai…
https://www.youtube.com/watch?v=aemmQKHUrSU
Anche in questo caso alcune persone, che a parer mio dimostrano indole razzista (ma che per vergogna non hanno il coraggio di dirlo), trovano il male dove male non c’è. Questa pacifica e cordiale persona non fa male a nessuno e nonostante ciò la si addita come un essere da rimandare a casa…
Ma dico io, un po’ di amore e comprensione per chi è più sfortunato di noi, no eh???
Che tristezza pensare di condividere una città o un paese come l’Italia con persone come queste….