“Macerata che sarà”,
il Comune chiede gli atti
Bora: “E’ mancata l’unione con altre realtà”

FONDI E CULTURA - L'ente vuole vederci chiaro sul motivo della bocciatura per accedere a finanziamenti per svariati milioni di euro. Intanto l'assessore regionale con delega alle Politiche comunitarie spiega "Era un buon progetto, tra le pecche c'è stata quella di non essersi unita con comuni vicini, come hanno fatto Pesaro e Fano". Carla Messi (M5s), è critica: "E ora che ne sarà di noi?"
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A destra il sindaco Romano Carancini con il premio Oscar Dante Ferretti che ha firmato il progetto di illuminazione per "Macerata che sarà"

A destra il sindaco Romano Carancini con il premio Oscar Dante Ferretti che ha firmato il progetto di illuminazione per “Macerata che sarà”

 

di Federica Nardi

Mancanza di strategia comune, scelte politiche, sfortuna. Sono tanti e contrastanti i motivi che in questi giorni rimbalzano tra i corridoi e vengono additati come causa dell’esclusione di Macerata dal podio di capoluoghi che si sono aggiudicati i fondi Iti, cioè quelli che servono per finanziare strategie di sviluppo urbano. Ma la prima e l’ultima parola sarà quella scritta nera su bianco nelle relazioni della commissione regionale che ha valutato i progetti e che ancora non è disponibile alla visione. Per poco, dato che secondo indiscrezioni il Comune avrebbe già chiesto agli uffici regionali una copia dei verbali per verificare di persona i pareri dietro alla graduatoria. A Macerata in caso di vincita del progetto “In-nova”, chiamato anche “Macerata che sarà”, sarebbero toccati tra fondi europei, comunali e privati non meno di 6 milioni di euro. Ora, per un’opportunità del genere se ne riparlerà tra tre, quattro anni anche se nei prossimi mesi si potrebbero aprire nuove strade. Come quella dei fondi diretti o altri progetti Iti dedicati alle aree interne e alle aree di crisi.

Manuela Bora

Manuela Bora

Nel frattempo la Regione fuga ogni dubbio su un eventuale sfumatura politica della graduatoria. A valutare infatti è stata «una commissione tecnica – spiega l’assessore regionale Manuela Bora, che ha tra le sue deleghe quella alle Politiche comunitarie – con una composizione eterogenea in modo da rispecchiare sia la provenienza geografica sia diverse competenze». Si tratta di Mauro Terzoni e Fabio Travagliati del Pf Politiche comunitarie (rispettivamente dirigente e responsabile comunicazione), la responsabile del marketing del Servizio internazionalizzazione, cultura, turismo, commercio e attività promozionali Marta Paraventi e di Katiuscia Grassi, che per la Regione si occupa di “Analisi e programmazione ambientale ed energetica”. Unica esterna l’architetto Silvia Viviani. Tra le pecche del progetto di Macerata, dice la Bora, «che è comunque un buon progetto, c’è quella di non essersi unita con altre realtà come hanno fatto Pesaro e Fano». Anche se, in effetti, Macerata non avrebbe potuto unirsi nemmeno con la “vicina” Fermo, comunque troppo distante per presentare un progetto congiunto a norma di bando. Il punteggio del nostro capoluogo si è fermato a 70,5, pochi punti sotto Pesaro-Fano (74) e con un netto distacco da Ascoli Piceno (81,5) e Ancona (85). Fermo si posiziona ultima con 64 punti. Nel frattempo l’amministrazione maceratese e il sindaco Romano Carancini sono chiusi nel silenzio da cui escono solo per rimarcare l’amarezza di un progetto voluto e partecipato da tutta la città e a firma anche del premio Oscar Dante Ferretti. Se da un lato si tace dall’altro si recrimina, come ha fatto Carla Messi del Movimento 5 Stelle all’indomani della pubblicazione della graduatoria per i fondi Iti: «“Macerata che sarà” diventa oggi “e che ne sarà di Macerata?” – ha detto Messi – visto che ogni progettualità presentata in amministrazione era sempre condita dalla frase “lo faremo se, come speriamo, vinceremo il bando Iti”. Ci ritroviamo invece con migliaia di euro spesi per i consulenti e con una recente rettifica di bilancio di appena 1milione e 200mila euro in gran parte generata da presunti incassi da oneri di urbanizzazione di quelle meravigliose idee chiamate Piano casa e Minitematica. Loro programmano tutto malissimo, i maceratesi continuano a pagare il conto salatissimo».



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