di Giancarlo Liuti
Il “testamento biologico” è una dichiarazione di volontà autenticata del notaio con la quale una persona in pieno possesso delle proprie facoltà mentali dispone di esser lasciata morire nel caso in cui si trovasse in un permanente e irreversibile stato vegetativo e fosse tenuta in una “ pseudo vita” solo con strumenti artificiali. E’ appunto questo che l’altra sera il consiglio comunale di Macerata ha approvato votando per l’istituzione di un registro pubblico nel quale inserire i testamenti biologici che via via saranno fatti in città (leggi l’articolo).
L’Italia non ha ancora una legge che disciplini tale materia, ma i Comuni favorevoli ad attribuirle la capacità di produrre effetti giuridici sono ormai centocinquanta, fra cui, come Macerata, vari capoluoghi di provincia. Questo testamento è frutto di una liberissima scelta individuale. Non c’è nulla che lo renda obbligatorio e nulla che lo impedisca. Ognuno si regoli come crede. Il fatto che il consiglio comunale maceratese gli abbia dato legittimità non è un appello alla cittadinanza affinché tutti se ne dotino, ci mancherebbe altro, ma esclusivamente il riconoscimento del diritto del singolo individuo di pronunciarsi, se vuole, sul proprio futuro. E sia d’insegnamento la tormentata vicenda di Eluana Englaro, la ventiduenne di Lecco che nel 1992 fu vittima di un incidente stradale, ne riportò lesioni craniche a tal punto gravi da ridurla a un corpo senz’anima che per ben diciassette anni rimase immobile e incosciente in un letto d’ospedale nutrita da macchine. Fu allora il padre Beppino a non accettare che a sua figlia fosse riservato un così disumano destino e in ogni modo si batté per l’interruzione di quell’accanimento che la rendeva viva da morta e morta da viva.
Diciassette anni, rendiamoci conto. Se prima dell’incidente Eluana avesse fatto un testamento biologico – allora non se ne parlava nemmeno – la sofferenza di chi le voleva bene (non la sofferenza di lei, che non era più lei e nulla sentiva, né dolore né amore) non sarebbe durata così a lungo. Finalmente, fra tante polemiche di natura apparentemente ideale ma nella sostanza di squallida parte politica (Berlusconi osò affermare che in quello stato Eluana avrebbe potuto concepire e generare un figlio!), Beppino Englaro riuscì a ottenere dalla magistratura il consenso allo spegnimento di quelle macchine. Ma – ripeto ancora – ci vollero diciassette anni, 6.205 giorni!
Per la massima assemblea di Macerata – “Civitas Mariae” – non è stato facile, al termine di un animato e animoso confronto dialettico, riuscire nell’impresa a mio avviso altamente civile di decretare legittimità al testamento biologico. I contrari erano infatti numerosi, alcuni per estremistiche, antistoriche e malposte ragioni di fede (la vita e la morte appartengono a Dio, discuterne è diabolico!) e altri per calcoli di militanza politica. Un po’ quello che in tema di unioni civili è capitato in Italia col “Family Day” dell’oltranzismo cattolico contro il riformismo di cultura laica, ignorando che Papa Francesco – cattolico? – è su scala mondiale il leader spirituale del progresso per la dignità degli esseri umani.
E l’altra sera ce ne sono stati pure nel Pd, di questi “oltranzisti”. Un Pd che anche stavolta – il tema era delicato, d’accordo, ma in tali casi si può ricorrere a preventive consultazioni interne per mantenere, in pubblico, un minimo di compattezza – ha perso l’ennesima occasione di rivelarsi un vero partito. A Macerata il gruppo consiliare del Pd conta dodici membri. Ebbene, uno era assente, uno si è astenuto e gli altri dieci hanno votato cinque a favore e cinque contro, fornendo così la prova anche aritmetica di una inesorabile e genetica incompatibilità intestina.
Risultato finale? Quindici “sì” per il testamento biologico, fra cui, decisivi, i tre “grillini”. E dodici “no”: le forze sedicenti “liberali” (poveri Benedetto Croce, Luigi Einaudi e Giovanni Malagodi, che triste destino!) , le liste civiche di destra e, come s’è detto, mezzo Pd. Ora, grazie a un emendamento anch’esso approvato, la delibera sarà trasmessa al parlamento e al governo con l’auspicio del varo di un’apposita legge (campa cavallo, per quella sulle unioni civili ci son voluti vent’anni !).
Un’impresa, ripeto, che dal mio punto di vista pone in luce il “civismo” della città. A chi darne il merito? Anzitutto allo scrittore David Miliozzi, capo della lista civica “Pensare Macerata” che ha sostenuto Carancini come sindaco. Per lui il testamento biologico è un punto fermo da sempre e ci si è battuto con un’ostinazione che gli fa onore , dapprima presentando un ordine del giorno che sotto il profilo giuridico è stato arricchito dalla competenza di Bruno Mandrelli, uno dei pochi “numeri uno” del Pd, e poi con un ampio e appassionato intervento nel corso del quale, per rilevare quanto poco, stavolta, c’entri la religione, ha ricordato quel “Lasciatemi tornare al Padre …” che il morente papa Giovanni Paolo II (cattolico?) pronunciò contro ogni inutile accanimento terapeutico. Tutto è bene quel che finisce bene. E dico “bene” perché sono convinto che nonostante la sua proverbiale e fatalistica disillusione la gente di Macerata – molto meno , ahimè, fra i seggi del consiglio comunale – possiede una virtù di enorme impatto civile: il rispetto di ciascuno verso gli altri e degli altri verso ciascuno.
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Su argomenti come questo, dove si interroga la propria coscienza, bisognerebbe indire un referendum. Non su le trivelle.
Come abbia fatto un malato terminale di Parkinson con i neuroni distrutti, ormai muto e demente, a dire: “lasciatemi tornare alla casa del Padre” è uno di quei misteri che solo l’ineffabile Chiesa Cattolica è capace di donare all’umanità.
Pavoni, non dimenticare che il papa è delegato del Signore. Non avrebbe neanche avuto bisogno di dire certe parole in quanto suo rappresentante in terra. Un semplice messaggio telepatico era sufficiente. Può venire il dubbio che i preti lo abbiano lasciato morire fino in fondo perché la vita del morente in agonia, magari con grosse sofferenze fisiche è sacra quindi non si tocca. Certo, per mille motivi è difficile vivere in pace e se ne strafregano tutti, ma che un povero cristo non possa decidere di morire quando immobile non può più reagire e mostruoso. Del resto anche Cristo ha voluto suicidarsi, certo in maniera vistosa, ma bisogna considerare il personaggio e poi doveva salvare gli uomini. Non c’è riuscito, ma che ne sapeva che i soliti furboni avrebbero inventato la chiesa, i preti e i vescovi, l’inquisizione, le crociate ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.
Grazie Dr.Liuti per aver evidenziato l’importanza di questo passaggio. Come ho detto in consiglio comunale anche il più fervente dei cattolici dovrebbe ricordarsi che l’istituzione è laica ed in quanto laica dovrebbe dare ad ogni cittadino la libertà di scegliere su temi così importanti. Non dobbiamo mai dimenticare, soprattutto in un periodo storico come questo, che in quei Paesi del mondo dove l’ingerenza della religione è profondissima non esiste la civiltà. Il merito va dato a chi ha voluto presentare questo ottimo ordine del giorno, senza dimenticare però che se in consiglio comunale non ci fosse stato il M5S ma un qualsiasi partito con le solite logiche di voto (voto contro tutto quello che presenta l’altro) l’ordine del giorno sarebbe stato bocciato con 15 voti contro e 12 favorevoli. E’ quindo solo un piccolo passo avanti, ma importante
E’ un attentato alla vita, un’apertura all’eutanasia. E’ aprire al relativismo etico e morale, come l’aborto e altre leggi liberticide di apertura all’uso delle droghe oppure al suicidio. L’ordine del giorno approvato non può avere nessuna efficacia pratica, in quanto solo una legge del Parlamento ha competenza in merito. Per cui penso che sia stato anche un abuso del Consiglio Comunale. Poi ritengo che su temi etici di questo tipo, che tocca i valori etici dei cittadini, sia doveroso sentire la volontà popolare. IL M5S che fa riferimento spesso alla volontà popolare proponendo una democrazia maggiormente partecipativa dei cittadini, si comporta, in pratica, contro ciò che proclama.
Parlate di famiglia, come cellula fondamentale della società, che va difesa ed aiutata, altrimenti è la società stessa che va allo sfascio, come in pratica la politica sta facendo. Questi sono i veri diritti da difendere con una legislazione appropriata che ne faciliti la formazione e lo sviluppo. Ma questo non interessa a nessuno, sono più importanti i pseudo diritti individuali.
La violenza contro la vita perpetrata attraverso leggi liberticide o guerre armate portano allo stesso scopo: giustificare una violenza o crimini contro l’umanità.
Per Meschini. Prima lei dice che è ‘doveroso sentire la volontà popolare’, poi dice che il diritto da difendere (la difesa della famiglia) ‘non interessa a nessuno’. Prima dice che la competenza a legiferare è del Parlamento, poi dice che alcune leggi sono liberticide. Infine parla di ‘guerre armate’ come se ci fossero guerre senza armi.
Ma non fa un po’ troppa confusione?
Solo per amore di precisione, visto che c’ero, il Pd ha partecipato con 6 voti favorevoli all’affermazione dell’ordine del giorno e sarebbero potuti essere 8 su 12 componenti il gruppo consiliare se 2 non avessero cambiato idea all’ultimo momento per valutazioni del tutto contingenti (perché un confronto interno – pacato e limpidissimo – c’era stato come era ovvio e ragionevolissimo fare; si è concluso con l’indirizzo ‘laico’ della libertà di coscienza rispettoso dell’opinione di tutti). Lo scrivo solo per dire che forse il dato politicamente interessante è che il Pd di Macerata, almeno nella sua espressione democraticamente eletta, è culturalmente e di fatto ampiamente favorevole al riconoscimento di questo spazio di libertà individuale, sostanzialmente la vera novità politica in questa questione.
Per far portare i conti vanno considerato le assenze di Pantana, Menghi, Mincio, Sacchi (mi pare di non aver dimenticato nessuno).
Sul “testamento biologico” e su altro esiste sempre il rischio che il consiglio comunale esca dalle sue competenze o dia l’impressione di farlo. Nel caso specifico, c’è da augurarsi che sia il comune in quanto istituzione sia i suoi uffici si muovano nella direzione di offrire un servizio utile e meritorio in più ai cittadini, attraverso appunto il registro delle dichiarazioni anticipate sui trattamenti sanitari, e non invece verso la illusoria e arbitraria estensione di poteri e funzioni con scopi paralegislativi ed etico-paternalistici. Il parlamento è in grave ritardo sul fine vita e pure sul rispetto e l’applicazione dell’art.32 della costituzione. Sarebbe stato un gesto “liberale” se il consiglio comunale, oltre a dividersi sul registro in questione, materia effettivamente opinabile, avesse trovato il modo di unirsi nel sollecitare il legislatore a dibattere e decidere per garantire le libertà e i diritti degli individui.
Ps: i nomi del Pd che hanno votato a favore sono: Bisio, Contigiani, Mandrelli, Manzi, Orazi, Rogante.
Articolo coraggioso, in una Macerata in cui è ancora forte e saldamente al potere un tradizionalismo da beghine. Qualcuno ricorderà che nelle ultime apparizioni pubbliche, Giovanni Paolo II veniva sempre inquadrato di spalle: anche i più feroci sostenitori della terapia a tutti i costi devono essersi vergognati del dolore.
Per Tramannoni. Le beghine non c’entrano nulla, di sicuro non traggono vantaggi economici dalle loro credenze religiose.