di Alessandra Pierini
Le giornate si allungano, le temperature si alzano e si inizia a pensare alle vacanze. Quelle degli studenti ma anche quelle dei grandi, come ad esempio Shakespeare. Chissà che non possa essere stato in vacanza sui Sibillini? A ipotizzarlo, provocatoriamente, è Cesare Catà, filosofo e professore di Porto San Giorgio, salito alla ribalta delle cronache con i suoi “insoliti” compiti delle vacanze dello scorso anno (leggi l’articolo).
Del Bardo è appassionato al punto da dire «Shakespeare è un maestro assoluto, è copione implicito della nostra vita, ogni volta che abbiamo a che fare con emozioni forti che scuotono l’animo lì Shakespeare ci sta parlando». Questa sua passione e conoscenza approfondita lo porta a suggerire che il legame tra Shakespeare e le Marche c’è e si trova in un monologo di Mercuzio in “Romeo e Giulietta”. «Mercuzio – racconta Catà – parla della regina Mab, una fattucchiera che cavalca i cavalli selvaggi e li fa ritrovare con le criniere intrecciate e guai a chi le scioglierà. Questa cosa viene tramandata da sempre sui monti Sibillini dove si crede che le fate dai piedi caprini intreccino le criniere dei cavalli selvaggi e che strecciarle porti sventura. Quindi o Shakespeare è stato in vacanza a Montemonaco o questo è un archetipo che ritroviamo in diverse culture». A proposito di maestri, terminata la settima degli insegnanti, anche il filosofo ringrazia i suoi maestri Antonio Santori e Tamara Albertini, della University of Hawaii, e si prepara anche lui per le vacanze. «Siamo pronti a una nuova edizione di Shakespeare on the beach, porteremo 5 opere shakespeariane in un ambiente insolito e non scenico». E per quanto riguarda i compiti, cosa assegnerà ai suoi ragazzi per la prossima estate? «Gli stessi dello scorso anno – dice ridendo – il vantaggio è che sono infinitamente validi».
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