di Alessandra Pierini
Ha vestito gli Stadio per il palco di Sanremo e conosce a memoria la canzone vincitrice del festival. Così Luca Paolorossi dell’omonima sartoria di Filottrano, noto anche per la sua mondanità e per il modo di fare schietto e diretto, è diventato “il sarto di Sanremo”. «Mi hanno contattato perché gli Stadio volevano andare in jeans e non era possibile. E’ stata una congiunzione particolare, un vero colpo di fortuna».
Paolorossi svolge il suo mestiere in una terra che ama. «Le Marche, ogni colle un dialetto, ogni borgo un teatro»: così esprime la sua passione e invita i suoi conterranei a prenderne consapevolezza. E’ meno appassionato invece dei marchigiani: «Io faccio scalpore perché gli altri sono piatti, io sono normale. Qui ci sono troppi bigotti». Nonostante questo nelle Marche ha grande fiducia tanto da aver coniato un termine che racchiude in sé la grande capacità dei marchigiani di farsi apprezzare nel mondo: il “Marchethink”.
Un accenno alle sue campagne pubblicitarie che spesso hanno fatto scalpore. «Ho proposto una donna nuda che stirava, in realtà davanti a un marito sfigatello col calzino e il giornale in mano. Non c’era nessuna volontà di dare ruoli. Io a casa mia passo lo straccio mentre mia moglie sparecchia e anche mio figlio dà una mano in casa. Anche l’8 marzo mi hanno bloccato su Facebook perchè ho scritto che ci sono troppe femmine e poche donne, ma purtroppo è così». Juventino doc, ha vestito il suo atelier di scorci di vita e personaggi importanti, tra i quali l’avvocato Gianni Agnelli mentre passeggia sul molo di Amalfi con Jacqueline Kennedy. Da professionista della sartoria, regala i suoi consigli per la prossima primavera estate: «Va molto lo spezzato, tanto verde e bordeaux e mettete anche un gilet che completa il resto dell’abbigliamento». Nella convinzione che l’abito fa il monaco, conclude: «Ognuno si veste come gli pare, ma vestitevi bene».
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