di Gabriele Censi
Ci sarà ancora una regione Marche come la conosciamo da Pesaro ad Ascoli? L’interrogativo torna di attualità dopo che ieri è stato dato il via libera agli articoli che introducono il nuovo federalismo, tra l’altro aumentando le materie su cui sarà possibile la devoluzione delle competenze dallo Stato alle Regioni. Ma il colpo di scena è arrivato dall’accoglimento da parte del governo di un ordine del giorno di Raffaele Ranucci (Pd) che impegna l’esecutivo a presentare a breve una riforma che tagli il numero delle Regioni. Un ordine del giorno che fissa anche i tempi: prima che entri in vigore il ddl Boschi. In pratica da qui ad ottobre 2016. L’accettazione da parte del governo, con il sottosegretario Luciano Pizzetti, non ha nemmeno reso necessario il voto, ma si è comunque sviluppato un dibattito. M5s ha attaccato con Giovannni Endrizzi e Paola Taverna, ma anche nel Pd Walter Tocci, da sempre sostenitore del taglio del numero delle regioni, ha definito l’ordine del giorno “un modo surrettizio di affrontare il tema”. Contrari pure tre senatori Dem, i friulani Ludovico Sonego e Carlo Pegorer e il molisano Roberto Ruta. Luciano Uras, di Sel, ha addirittura affermato che “con la nascita di macroregioni si faranno più forti le spinte scissioniste. L’Italia finirà come Urss”.
Per le Marche la contrapposizione è tra chi spinge per un accorpamento con l’Umbria che manterebbe l’unità territoriale e chi invece, come nel progetto di due parlamentari Pd, il deputato Roberto Morassut e il senatore Raffaele Ranucci, (leggi l’articolo) metterebbe la regione insieme all’Abruzzo perdendo la provincia di Pesaro a favore della Romagna. Cambiano anche le competenze degli enti. Il Senato ha approvato l’articolo del ddl Boschi che riscrive l’articolo 117 della Costituzione, cioè l’assetto federale. Il nuovo testo abroga le materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni, e riporta in capo allo Stato alcune materie, tra cui la tutela dell’ambiente e dei beni culturali, l’energia, le infrastrutture strategiche, la protezione civile. In più nel nuovo articolo 117 c’è la cosiddetta clausola di salvaguardia dell’unità nazionale: lo Stato potrà riprendersi alcune competenze “quando lo richiede la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica della Repubblica o lo rende necessario la realizzazione di programmi o di riforme economico-sociali di interesse nazionale”. A compensare la centralizzazione di alcune competenze, c’è però l’approvazione di un emendamento di Francesco Russo (Pd), fatto proprio e riformulato dal governo, che amplia le materie che potranno essere devolute dallo Stato alle Regioni, purché esse abbiano i conti a posto. Potranno essere devolute l’organizzazione della giustizia di pace, l’istruzione, le politiche attive del lavoro e la formazione professionale, la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, e il governo del territorio. L’emendamento di Russo aggiunge a tali materie le “disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per le politiche sociali” e il commercio con l’estero.
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Una riforma più semplice e quindi più fattibile è quella della trasformazione delle 5 regioni a statuto speciale (Sicilia, Sardegna, Trentino, Friuli e Valle Aosta) in regioni a statuto ordinario. Non ci sono più le condizioni che ne hanno richiesto l’esistenza e d’altronde il risparmio non sarebbe piccolo.
noi traineremo la regione Abruzzo e l’Emilia Romagna trainerebbe le provincie di Pesaro e Urbino.
Vero…comunque non si capisce che cosa possiamo avere a che fare noi marchigiani con l’abruzzo e forse addirittura il molise
Siamo sotto dominazione dell’impero asburgico quindi le regioni non hanno più senso.
e non hanno più senso le tradizioni, le identità, la cultura, i dialetti, le etnie, il sesso biologico, la razza, la musica popolare, le abitudini, le agricolture locali, i pensieri divergenti.
Ogni differenza e ogni residuo di identità del genere umano deve essere distrutta.
Vogliono un’unica razza multietnica, liquida, omologata, sottomessa.
Seguendo la linea di Natura, una linea naturale di divisione è quella della catena appenninica: però, per unirci all’Abruzzo l’hanno fatta valere, ma per piazzarci con la provincia di Rieti no. Del resto, avendo annesso l’Umbria alla Toscana e Pesaro alla Romagna, qualcosa dovevano pur lasciarci al centro…
Per il resto, non ci andrebbe poi così male: Abruzzo e Molise sono due regioni operose e tranquille. Forti e gentili.
Una domanda: non potremmo sbolognarci pure Ancona?
…
No, eh?
Ma chi propone di tagliare la Regione Marche, prima, dia il buon esempio: si tagliasse gli zebedei e lo stpendio da parlamentare
Cominciamo ad imparare il nuovo inno della Macroregione Adriatica, che sarà sicuramente “vola, vola, vola…” tanto quello delle Marche composto da Allevi non lo sa nessuno!
Visto che la Repubblica di San Marino gode di ottima salute, possiamo chiedere di essere annessi a loro, trasferendovi la Capitale, che è priva di capo (Marino). Così si uscirebbe anche dall’Europa.
Niente da dire sull’operosità di molti abruzzesi e molisani, ma molto da dire sullo stato di salute di quelle regioni. Il Molise è un feudo familiare da decenni. L’Abruzzo è continuamente travolto da scandali, che puntualmente portano alle dimissioni o all’arresto dei suoi politici più in vista. Dal punto di vista del bilancio sono due regioni messe malissimo, con la sanità più allo sfascio della nostra (da cui il pendolarismo dei loro malati verso le Marche).
Una prova generale di fusione l’hanno fatta il comune di Civitanova e l'”imprenditore” abruzzese Mattucci: efficientissimi, sono riusciti a semplificare il sistema dei subappalti (basta spezzare le ossa a qualche subappaltatore, e tutto va più veloce).
ma non è che togliendo Provincie e Regioni la situazione andrà a migliorare, ci sarebbe da cambiare le teste dei nostri politici, tanto il modo di rubare lo troveranno ugualmente anzi i “Grandi Capi Bastone” in questo modo accentreranno il potere su quattro gatti e si ritornerà alla dittatura. Tolgono le Provincie ? Non è vero cioè l’organo politico viene eletto dai sindaci stessi e consiglieri comunali, così per la Regione e così per il Senato, quindi di fatto ci toglieranno la possibilità di scegliere i nostri rappresentanti? Perché non fanno invece l’elezione diretta del Presidente del Consiglio o trasformino l’Italia in una Repubblica presidenziale?
Che fine ha fatto la proposta di ridurre i parlamentari?
Ma non sarebbe più semplice e conveniente toglierle del tutto? Ma quanti governi dobbiamo mantenere per essere governati così male? Ma cosa ci dobbiamo fare con tutti questi enti locali, Ma non dovrebbero bastare i comuni riducendoli di numero a meno della metà? Abbiamo un ministero per ogni settore, pretendiamo che ognuno s’interessi responsabilmente per le sue competenze in collaborazione con i sindaci unici responsabili del territorio di loro appartenenza. Co i ragionamenti campanilistici, non caleranno mai né le tasse, né la corruzione e né la burocrazia.
Quanto scritto sopra: sempre dopo aver mandato a casa due terzi di parlamentari.
Ma, ci voleva anche questa ! Non mi pare proprio che noi marchigiani si possa avere qualcosa in comune, storicamente, etnologiacamente e culturalmente con i futuri aggregandi, che sono appartenuti al Regno dei Borboni.
Con tutto il rispetto loro dovuto, se una nuova regione deve sorgere, non potrà prescindere da una identità o somiglianza che i secoli hanno generato e che ci diversifica fortemente dagli abruzzesi e molisani.
C’è qualcuno che vorrà tutelarla?
L’inquinamento da tempo sta danneggiando il funzionamento del cervello…questa proposta ne è la conferma….dobbiamo lottare contro l’inquinamento e isolare i casi + eclatanti.
Sarà ora?