di Marco Ribechi
Oltre 10 km di percorsi immersi nella natura che collegano i tre parchi principali di Macerata. Una “Via Verde” capace di raccogliere circa la metà del perimetro cittadino facendo da ponte tra il parco di Fontescodella, il bosco urbano di Collevario (leggi l’articolo) e quello del Sasso d’Italia, in località Montalbano. Il polmone maceratese, già presente nell’area metropolitana cittadina, aspetta solo di essere recuperato e valorizzato per offrire finalmente un percorso salutare adatto alla percorrenza sportiva o alle passeggiate di piacere. «A Macerata esiste una grandissima area naturalistica purtroppo sconosciuta alla maggior parte dei cittadini – dice Danilo Tombesi, istruttore dell’associazione Nordic Walking Green – Io stesso, pur avendo vissuto tutta la mia vita a Macerata ne ero totalmente all’oscuro.
Questo è un patrimonio preziosissimo che senza grandi spese potrebbe diventare un punto di estremo interesse per ogni tipo di attività all’aria aperta». Danilo Tombesi dopo aver lavorato tutta la vita a Macerata ha scoperto la passione per il Nordic Walking una volta raggiunta la pensione. «Per occupare il tempo libero ho iniziato a camminare, ricercando sempre più frequentemente spazi immersi nella natura e nella tranquillità – spiega Tombesi – Prima andavo all’Abbadia di Fiastra poi ho iniziato a ricercare dei percorsi cittadini e ho fatto una scoperta per me incredibile: esistono moltissimi sentieri e percorsi raggiungibili direttamente dal centro di Macerata, non solo per il Nordic ma anche per chi ama la bicicletta, per chi vuole fare trekking o semplicemente passeggiare col cane. Si possono collegare vari quartieri in una sorta di circonvallazione verde, alternativa alle strade percorse dalle auto. Non serve una grossa spesa per renderli fruibili».
In rosso La “via Verde” principale in giallo i collegamenti con via Cioci (a sinistra) e con via Cincinelli e Corneto (a destra). (I percorsi sono solo esplicativi e non ricalcano perfettamente quelli già presenti)
Il sentiero studiato da Tombesi potrebbe partire direttamente dal parco di Fontescodella, già collegato con i giardini Diaz e, tramite gli ascensori con via Crescimbeni. «Dal parco di Fontescodella, che costeggia via Mugnoz si può passare a contrada Fontescodella, comunemente chiamata “la gabbetta”. Questa si biforca in due tronconi, uno che va diretto in via Roma ma che, con opportuni sentieri potrebbe essere attingibile anche da via Cioci. L’altro, che per il momento è più interessante, costeggia via Giuseppe Tucci, la strada sottostante il palazzetto dello sport. Qui si possono far confluire anche dei percorsi da Corneto e via Cincinelli. Da via Tucci si arriva fino alla strada provinciale Val di Chienti, che altro non è che la prosecuzione di via Roma, subito dopo il passaggio a livello di Collevario.
La seconda parte della “via Verde” attraverso il bosco di Collevario, intorno al laghetto dell’agraria fino a Montalbano (I percorsi sono solo esplicativi e non ricalcano perfettamente quelli già presenti)
Da qui, dopo aver attraversato la strada si entra quasi immediatamente nel bosco urbano di Collevario. Quest’area è estremamente interessante, con moltissimi alberi diversi già catalogati. Dal Bosco di Collevario già esistono dei percorsi che, costeggiando l’istituto agrario Giuseppe Garibaldi, arrivano a Montalbano, all’altezza del parcheggio di via Galilei. Da qui c’è già il collegamento con il Sasso d’Italia dove c’è l’altro bosco urbano, anche questo attrezzato ma praticamente non frequentato».
Le aree del percorso di Danilo Tombesi, già in parte aperte ma non attrezzate, sono quasi tutte di proprietà pubblica e quindi non c’è nessun motivo per non valutare la possibilità della “Via Verde”: «Con il mio gruppo già attraverso queste zone. Certo, in alcune parti, con l’autorizzazione comunale, ho dovuto fare pulizia utilizzando anche la motosega. Credo che come in tutti i progetti urbani anche l’ambiente meriti attenzione. Perché dobbiamo andare sempre all’Abbadia di Fiastra per godere della natura quando abbiamo questo patrimonio celato sotto gli occhi?».
Attualmente queste zone boschive e naturali sono lasciate allo stato selvaggio, rampicanti e parassiti stanno guadagnando terreno imprigionando la vegetazione e allo stesso tempo vengono usate come discariche abusive, frequente è la presenza di rifiuti abbandonati nel verde. «Sono sicuro che la manutenzione del verde, che comunque considero necessaria, non costituirà una grande spesa per il comune. Bisogna immaginare il beneficio che porterà alla città, alla mobilità, al benessere e alla tranquillità delle persone, anche in termini di salute. Abbiamo dei boschi in città e li abbandoniamo quando potremmo attrezzarli con aree per pic-nic, con segnaletiche per fare sport. Inoltre questa che ho illustrato è solo la parte metropolitana: queste aree, con i dovuti interventi possono essere collegate a tutto ciò che circonda Macerata per offrire anche ai turisti degli itinerari speciali che valorizzino la città, l’ambiente e l’ecologia. Per l’individuazione dei percorsi e la manutenzione ordinaria si potrebbero coinvolgere le associazioni che sono interessate a preservare questo patrimonio, anche in maniera volontaria. Sono pronto a invitare e guidare ogni assessore e cittadino interessato al recupero delle aree verdi perché è una risorsa troppo importante per la città per essere abbandonata al degrado».
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5 anni fa il signor Nicola Prenna aveva proposto un percorso ad anello per tutta la città di Macerata frazioni comprese. La nostra città potrebbe essere collegata con piste ciclopedonali immerse nel verde finanziate da fondi europei. Mi metto a disposizione per portare questo progetto all’attenzione del consiglio comunale, mi contatti pure attraverso facebook
da ex abitante di collevario ho sempre assistito con tristezza al degrado del parco…di cui i maceratesi non conoscono neanche l’esistenza…ed e’ un vero peccato…e’ anche vero che i pochi che vi si avventurano sono guardati come alieni dagli abitanti delle palazzine vicine…
sarebbe magnifico ma non sarà x adesso……..
Non voglio far polemiche, ma con un pò di buona volontà, pochi soldi e la collaborazione di varie associazioni, si può fare.
Quelle che ancora oggi si chiamano “gabbette” o “gabbe” sono antiche strade che partivano dall’attuale centro per collegare i diversi villaggi o “castra” (oggi scomparsi) che, numerosi, circondavano l’attuale collina del centro storico. Il termine Gabba, derivato dal longobardo Gavia, designa, appunto, una strada che normalmente conduce ad un “trivio” o “trebbio”. Questi tracciati, interamente percorribili sino all’immediato dopoguerra, oggi sono stati in gran parte privatizzati (più o meno sbarrati abusivamente) o addirittura cancellati dalle lavorazioni agricole. E’ proprio lungo questi antichi tracciati che si trovano ancora le poche fonti (in parte monumentalizzate) e i molti reperti di quelle scomparse. Da queste fonti normalmente originavano i numerosissimi fossi che a loro volta davano vita ad intere zone umide e boscose presenti in tutto il territorio comunale sino a lambire le mura cittadine. In sostanza un patrimonio incredibile di tipo storico-botanico-vegetazionale e paesaggistico, non solo sconosciuto ai più ma totalmente trascurato dalle politiche comunali. Basti pensare che alcune di queste cosiddette “gabbette” si infilavano direttamente nei sotterranei del centro storico, svolgendo non solo la funzione di vie di fuga militari, ma anche di vie per l’approvvigionamento alimentare. Molti ricordano, ad es., quella che da sotto il Duomo arrivava al fosso “lu tené” e alla fonte che poi sarà chiamata “pozzo del mercato”.
Condivido quanto scritto da Danilo Tombe si che ho avuto modo di conoscere proprio per l’affinità di veduta sull’argomento. Posso anticipare che dopo l’estate proporrò una mozione d’indirizzo su tale progetto che ho già studiato, avvalendosi della collaborazione di un impiegato tecnico del Comune. Sarebbe auspicabile la partecipazione al sopralluogo anche dei cittadini interessati come il Sig. Tombesi ed altri che mi hanno già dato la loro disponibilità. Questa è un’opera che troverà ampio consenso e sono sicuro che anche in Consiglio verrà appoggiata.
Da parte mia massima collaborazione, potremmo partire dalle vostre indicazioni ed integrarle con il mio progetto. Sarebbe bello per la città , per tutti! Bene, avanti