Maurizio Mosca sabato durante la presentazione della lista Città Viva, l’unica in cui le donne rappresentano la maggioranza (al suo fianco Marina Santucci e Sabrina De Padova)
di Claudio Ricci
Maurizio Mosca svela la sua visione per il futuro di Macerata. Una Macerata, senza Romano Carancini sindaco o rare tracce dell’amministrazione degli ultimi 20 anni, che abbia alla base un progetto, una prospettiva realizzabile: «Mi interessa Macerata – dice – fare le cose, il più possibile e presto. Questo si può fare solo staccandosi completamente dagli ultimi 20 anni di amministrazione. Di vitale importanza è che a guidare la città ci sia un gruppo nuovo totalmente libero dai condizionamenti politici dei partiti. Vorrei una città che nel 2020 sia non più la città della sterile polemica elettorale, ma il capoluogo di provincia ideale dove non si parlerà più di manutenzione e riparazione ma di una qualità della vita che nulla avrà da invidiare a Bolzano o Brunico, che oggi sono tra le città dove si vive meglio in Italia». In effetti il lavoro è già iniziato e il candidato della coalizione con Città Viva, Macerata nel Cuore e Fratelli d’Italia parte da un comandamento «Contrastare a tutti i costi Carancini. Che è il motivo principale per cui mi sono candidato e organizzato le liste della mia coalizione. Occorre partire dall’obiezione a tutte le lacune del suo mandato e dalle cose fatte ma fatte male».
Mosca fa poi chiarezza su eventuali alleanze: «Per noi arrivare al ballottaggio è un obiettivo concreto, e comunque visto che la mia lista è stata fatta contro Carancini dichiaro che non farò mai un accordo con quest’ultimo e penso che allo stesso modo dovrebbero pensare gli altri candidati sindaci. La campagna sta dando buoni risultati grazie al programma elaborato con la mia coalizione che sta interessando un numero crescente di persone. Cittadini che hanno capito la concretezza dei punti e che come noi vogliono bene a Macerata e la immaginano ricostruita, rinata da qui al 2020».
Il piano è concreto e si articola in due fasi. La prima: battere il territorio, incontrando i cittadini per capire le emergenze su cui intervenire subito. Abbiamo girato 15 video, che metteremo in rete – dice l’ex presidente della Maceratese – in cui mostriamo le 15 cose che per negligenza o errori dell’amministrazione di Carancini necessitano di un intervento immediato: piscina, palazzetto, Valleverde, zona 30 di Villa Potenza, fosso Narducci di Sforzacosta, via Illuminati con il giardinetto che doveva essere adibito a biblioteca universitaria e invece è all’abbandono, via Berardi piena di buche e via dicendo, il recupero di fonte Agliana. Noi non ci accontentiamo dell’orologio della torre o di una riverniciata ai Cancelli che sono le uniche cose che Carancini è stato in grado di fare in 5 anni».
Punto 2: assemblare un equipe di esperti per un progetto complessivo della città che tenga in considerazione servizi sociali, ospedale, centro storico, viabilità. «Ormai sentiamo parlare solo di sistemazioni o recupero di situazioni compromesse, dei problemi del quotidiano. Senza nulla togliere alle incombenze credo che il quotidiano debba servire come tessera di un mosaico da comporre sul lungo periodo nella completezza del progetto per Macerata. Questo si può fare solo staccandosi completamente dagli ultimi 20 anni di amministrazione. Di vitale importanza è che a guidare la città ci sia un gruppo nuovo totalmente libero dai condizionamenti politici dei partiti».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati