Torna in carcere Salvatore Perricciolo, il 35enne pregiudicato originario di Montegranaro da tempo sotto processo per la “mafia della movida” in concorso con altri. Stavolta però a determinare il provvedimento di custodia cautelare in carcere ci sarebbe una testimonianza scaturita nell’ambito dell’indagine legata a Davide Storlazzi, il porto recanatese scoperto il mese scorso con un arsenale di armi, droga, contanti e documenti falsi, oltre che bombe carta (leggi l’articolo). L’arresto è scattato alle 17 di ieri a Porto Recanati quando i carabinieri hanno prelevato Perricciolo dal suo ufficio nella concessionaria di auto dove lavora, legata a Storlazzi. Nel pomeriggio i militari hanno anche fatto un blitz nel suo appartamento a Montegranaro dove sono saltati fuori 20mila euro in contanti. In quanto sorvegliato speciale Perricciolo per legge avrebbe dovuto comunicare ogni entrata superiore ai 10mila euro, cosa che però non ha fatto per cui è scattato il sequestro del contante.
Una volta arrivati i carabinieri nella concessionaria Perricciolo avrebbe anche tentato di chiudersi dentro. La custodia cautelare è stata emessa dal gip del tribunale di Macerata su richiesta del procuratore Giovanni Giorgio a partire da un testimone che avrebbe riconosciuto in una delle armi sequestrate a Storlazzi, la pistola con la quale sarebbe stato minacciato da Perricciolo. Il testimone sarebbe un venditore di auto e il reato contestato a Perricciolo la detenzione di arma da fuoco in luogo pubblico. La pistola sarebbe una delle armi ritrovate in una valigia nel secondo appartamento che Storlazzi aveva in dotazione nel residence Giardini del Conero.
Dopo il sequestro tutte le pistole (di cui due risultarono false, ma simili a quelle vere) sono state inviate ai Ris per l’analisi balistica e per capire se usate in reati nella zona. Una misura esagerata secondo l’avvocato Di Bonaventura che difende Perricciolo. Secondo il legale infatti l’unico legame fra il suo cliente e la pistola è la testimonianza del venditore di auto, dato che l’arma non è stata trovata in casa di Perricciolo e che al momento l’unico legame fra Storlazzi e il veregrense è un rapporto datore di lavoro dipendente. Perricciolo è al momento rinchiuso nel carcere di Camerino. Le indagini proseguono serrate da parte dei carabinieri della Compagnia di Civitanova che avrebbero in mano diversi elementi ancora non divulgabili per non interferire con le indagini in corso, ma che lasciano intendere di aver messo le mani su qualcosa di grosso.
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Il Perricciolo è calabrese, non “originario di Montegranaro”. Nome e cognome qualche sospetto potrebbero suscitarlo.