Asilo green, l’allarme del comitato:
“Cementificazione quintuplicata”

TOLENTINO - L'associazione "Salviamo il Green dalla speculazione" ha presentato una serie di dati che a loro dire smentiscono quanto sostiene l'amministrazione comunale. E anche il rimborso di 305mila euro che resterebbero al Comune per la vendita della zona sarebbe in dubbio

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Un momento della conferenza stampa degli esponenti del comitato cittadino tolentinate "Salviamo il Green dalla speculazione"

Un momento della conferenza stampa degli esponenti del comitato cittadino tolentinate “Salviamo il Green dalla speculazione”

di Marco Cencioni

«Smontare pezzo per pezzo i vari punti del progetto dell’amministrazione: lo possiamo fare grazie ad una relazione tecnica che chiarisce tutta la situazione». Non usano giri di parole gli esponenti del comitato tolentinate “Salviamo il Green dalla speculazione” per presentare il lungo e dettagliato lavoro che «smentisce ogni parola dell’amministrazione». I portavoce Catia Fianchini e Marco Seghetti – dopo aver espresso per mesi il pensiero dei 4mila cittadini che hanno firmato la petizione, contrari all’idea della riqualificazione della zona che ospita l’asilo Green – hanno esposto oggi una perizia «basata su dati forniti dallo stesso Comune, dall’Assm, dall’Agenzia delle entrate e dal catasto», elaborata dall’ingegnere Michela Eleonori. E proprio pezzo per pezzo i rappresentanti del comitato hanno analizzato il progetto, evidenziando i costi a carico dei cittadini, i benefici pubblici e quelli che avrà il privato che si aggiudicherà il bando che il Comune sta predisponendo. Dopo aver posto l’accento sul fatto che «Prima ci hanno detto che il Green non rispettava le norme antisismiche, quando si sono accorti che i lavori di manutenzione straordinaria e ampliamento dell’asilo sono stati ultimati e regolarmente collaudati nel 2011 e che, quindi, non vi è di fatto necessità di adeguamento e messa a norma, la prospettiva è cambiata: si sono spostati sulla funzionalità, dichiarando l’esigenza dell’amministrazione di dotare la cittadinanza di una struttura efficiente e moderna», gli esponenti si sono concentrati sull’esposizione dei dati.

L'insegna dell'asilo Green di Tolentino

L’insegna dell’asilo Green di Tolentino

Che parlerebbero, in merito ai costi a carico della cittadinanza, di un minore guadagno a causa del valore assegnato al lotto (a loro dire sottostimato per una cifra di 500mila euro circa), di una perdita di 1120 mc per quanto riguarda la struttura dell’asilo e di 3.878 metri quadrati per quanto concerne il verde pubblico, di un incremento della cementificazione del quartiere di ben cinque volte (da 3.420 mc ai futuri 15.080), oltre ad una probabile congestione del traffico nelle vie principali di ingressoe di uscita dalla città. «L’intento è quello di realizzare un nuovo asilo e riqualificare la zona retrostante piazza La Malfa, da sistemare a verde attrezzato attraverso la valorizzazione dell’area e dell’edificio esistente. Dietro a questa “valorizzazione” si nasconde l’operazione di cementificazione massiccia della zona – affermano i portavoce del comitato – ovvero la riduzione di spazi verdi esistenti e al loro posto la realizzazione di 12.780 mc di fabbricato privato da adibire a commerciale, pari, per fare un esempio, a 50 appartamenti da 80 metri quadrati. In poche parole avremo un asilo più piccolo dell’attuale come dimensioni, una cementificazione di quartiere quintuplicata e una riduzione delle aree verdi di circa quattro volte l’attuale». Venendo ai benefici pubblici che la riqualificazione dovrebbe portare, non ce ne sarebbero in merito al risparmio energetico. Secondo i rappresentanti, anzi, ci sarebbe un bilancio negativo, «poiché la rendita dell’impianto fotovoltaico, che produce energia da vendere, quindi 7mila euro all’anno, non coprirebbe la spesa dell’elettricità nelle ore notturne, quantificata in 3mila euro annui, e quella del metano per il riscaldamento comunque indispensabile, quantificata in 6-7mila euro all’anno. A tutto ciò vanno aggiunte le spese di manutenzione, poiché gli incentivi della Regione sono terminati, e quelle per la realizzazione dell’impianto». Ma non solo. Gli esponenti del comitato cittadino hanno anche sottolineato che «in caso di necessità, con una riorganizzazione interna delle stanze, si potrebbe arrivare tranquillamente da 49 a 52 posti quando il massimo numero di bambini che si possono ospitare, per la Regione, sono 60, cioè quelli previsti dal progetto dell’amministrazione. Inoltre, gli otto posti per bambini in più nel nido sarebbero del tutto inutili, visto anche l’andamento delle nascite degli ultimi quattro anni che denuncia una riduzione del 36% e, quindi, l’offerta supererebbe la domanda».

L'asilo Nicholas Green

L’asilo Nicholas Green

Infine, sui 305mila euro che rimarrebbero al Comune dalla vendita della zona, i portavoce sostengono che «è una cifra fantomatica perché non è così certo che questi soldi entrino. La stima dei lavori è stata fatta su un progetto preliminare, quindi quello più a rischio per sua natura, dove non ci sono dati precisi e il rischio d’errore è altissimo. Hanno inserito nella voce “imprevisti e pagamenti su fattura” il 5% del progetto, cioè 69mila euro. Ci sembrano pochi – sottolineano – poiché in questa fase si mette, di norma, come minimo un imprevisto pari al 10%. Basti pensare che hanno presentato il progetto il 29 dicembre e l’indagine geologica è stata fatta circa un mese dopo per capire come tutti i costi possano cambiare in maniera significativa». Il quadro presentato dai rappresentanti del comitato, di conseguenza, lascia ben intendere i vantaggi che ne ricaverebbe il privato. Due su tutti. Il risparmio nell’acquisto del lotto il cui valore, dalla perizia, risulta sottostimato per circa 500mila euro e la possibilità di avere un area di 3.550 metri quadrati edificabili, con una volumetria di 12.780 metri cubi, difficilmente reperibile sul mercato. «La stima dell’area si deve ritenere del tutto errata e ampiamente sottostimata – affermano – Abbiamo chiesto i dati sia all’Agenzia delle entrate che al catasto e quella fatta per l’area Green corrisponde nè più nè meno a quella di una villetta con giardino, quando invece il valore sarebbe molto ma molto più alto. Il perché è molto semplice. Innanzitutto, andiamo a vendere un’area che non è comparabile, dato che il prezzo di vendita si fa paragonandolo ad altre simili già venduti. Chi ha venduto a Tolentino un’altra struttura di questo genere? – domandano in conclusione gli esponenti di “Salviamo il Green dalla speculazione” – In assenza di dati certi sul mercato, relativi a beni similari, il criterio più idoneo da utilizzare ai fini della stima del bene da alienare appare quello del valore di trasformazione, impiegato per la stima di aree edificabili. E’ un calcolo complesso, dal quale appare evidente che il valore ottenuto è più alto rispetto alla stima fatta dal Comune».



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