di Marco Ricci
Il nuovo consiglio di amministrazione del Cosmari cerca fin da subito un nuovo tipo di rapporto con la Fondazione Giustiniani-Bandini, un tentativo per superare le recenti frizioni con l’ente e stabilire un clima di reciproca fiducia. A dichiararlo, durante la conferenza stampa che si è svolta oggi a Piane del Chienti, il neo presidente del Cosmari, Marco Graziano Ciurlanti, dopo i ricorsi con cui la Fondazione ha contestato la mancanza di autorizzazioni ambientali nell’edificazione dell’impianto fotovoltaico e di quello per la produzione di ecoballe: “Ho richiesto al presidente Giuseppe Sposetti un incontro che ci è stato concesso per i prossimi giorni. In questa vicenda – ha proseguito Ciurlanti – il nostro sarà un atteggiamento di cautela e di massima ragionevolezza, partendo dal dato di fatto che c’è stata assoluta buona fede e che non stiamo parlando di dolo. Il mio impegno sarà quello di far rientrare i dissapori con la Fondazione ascoltando quello che hanno da dirci e sperimentando tutte quelle possibili soluzioni in grado di salvaguardare gli interessi dei cittadini.”
Ciurlanti, con al fianco i membri del Cda del Cosmari – la vice presidente Rosalia Calcagnini, Paolo Gattafoni, Maria Elena Sacchi e Armando Vitali – e dal direttore generale, Giuseppe Giampaoli, ha voluto inaugurare un triennio di presidenza all’insegna dell’apertura e del confronto con i cittadini, affrontando pubblicamente e senza reticenze i principali temi che ruotano intorno alla vita della società, dalla necessità di ridurre gli oneri finanziari a breve termine cercando nuovi accordi con le banche, alla questione delle tariffe, arrivando fino ai prossimi investimenti necessari.
Entro due anni, ha spiegato il presidente, ci sarà il completamento della discarica di Fosso Mabiglia il cui costo dovrebbe oscillare tra i tre e i quattro milioni di euro, mentre più lontana nel tempo, ma non per questo non negli obiettivi del nuovo Cda, la realizzazione di un digestore anaerobico che potrebbe essere in grado di produrre 10 milioni di metri cubi di metano l’anno dalla raccolta dei rifiuti organici. “Le esposizioni finanziarie che si sono rese necessarie per gli investimenti recenti – ha spiegato il presidente Ciurlanti – non ci consentono oggi di programmare un intervento sicuramente costoso ma che andrebbe nella direzione di valorizzare al massimo il ciclo industriale del Cosmari, producendo la stessa quantità di metano consumata ogni anno nel Comune di Tolentino. Una cosa comunque è chiara: abbiamo ben presente la volontà del territorio contro qualsiasi tipo di emissione in atmosfera. Dunque – ha chiarito Ciurlanti – la strada che vorremmo perseguire in questo triennio è individuare una soluzione che non contempli alcun tipo di combustione, che non bruci metano qui ma che lo immetta nella rete. Parlare in ogni caso di progetto è assolutamente prematuro. Non è comunque escluso che il Cosmari possa trovare un partner”.
Lontana, nelle parole di Ciurlanti, l’introduzione della tariffazione puntuale in tutta la Provincia attraverso i sacchetti con microchip, sia per la complessità del sistema che per i costi. Meno drastico sul punto è stato il direttore Giampaoli. Senza nascondere le difficoltà del percorso e senza dimenticare come l’utilizzo dei microchip abbia un senso solo se lo scopo è avere la tariffazione puntuale per i cittadini, Giampaoli ha voluto precisare come possa essere però il legislatore nazionale a porre prima o poi questo vincolo. Il Cosmari discuterà della questione direttamente con i sindaci dei diversi comuni e probabilmente con l’Ata, l’ente che dovrà stabilire il piano d’ambito, gli indirizzi e la tariffe del consorzio. “Differenziare – ha spiegato Ciurlanti – ha come primo obiettivo la salvaguardia dell’ambiente che vogliamo lasciare ai nostri figli, un’operazione che nasce dall’attenzione di tutti noi cittadini e che è un fine in sé. Sicuramente conterremo, e già lo stiamo facendo, tutte le spese di gestione, ma sulla questione tariffe, come amministratore, non posso non tener conto dei costi industriali di un servizio complesso. Potrò dire di più dopo l’incontro della prossima settimana con l’Ata.”
Se per Ciurlanti una struttura come quella del Cosmari, con un bacino di utenza provinciale, non è sproporzionata ma adeguata, è stato Giampaoli a spiegare come il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti crei l’opportunità di una sorta di interscambio di strutture tra i diversi operatori regionali. E se a breve verrà inaugurato il nuovo impianto da oltre tre milioni di euro per la separazione del multimateriale, Giampaoli ha ventilato la possibilità di un miglior utilizzo dell’investimento separando anche il materiale proveniente dalle altre Provincie. “In futuro – ha spiegato Giampaoli – il maceratese non avrà più discariche ma ne verrà utilizzata una provincia di Fermo, come stabilito dal Piano Regionale dei Rifiuti. Il Cosmari, allo stesso modo, potrebbe diventare il centro per la separazione del multimateriale.”
I DATI DELLA DIFFERENZIATA 2014 – Sul fronte della raccolta differenziata, il 2014 vede la percentuale media provinciale salire al 72,83% contro il 71,90% del 2013, In testa Camporotondo di Fiastrone con percentuali sempre vicine o superiori al 90%, con Montecassiano, Appignano, Pollenza, Belforte del Chienti, Montelupone, Esanatoglia e Monte San Giusto tutti, sempre sopra l’80%, confermandosi “Comuni Ricicloni” tra i migliori a livello regionale e nazionale come testimoniato dal Ministero per l’Ambiente e da Legambiente. Buone le performance dei Comuni più grandi come Civitanova Marche 72%, Recanati 80%, Tolentino 73% e Macerata che nel 2014 ha adottato il sistema porta a porta, arrivando al 77,12% di differenziata del dicembre scorso.
Queste le percentuali, ancora ufficiose, dei risultati raggiunti dai Comuni soci del Cosmari nel 2014:
Camporotondo di Fiastrone 87,05%; Montecassiano 82,25%; Appignano 82,244%; Belforte del Chienti 81,27%; Montelupone 81,14%; Esanatoglia 81,13%; Monte San Giusto 80,81%; Urbisaglia 80,73%; Loro Piceno 80,54%; San Severino Marche 80,10%; Recanati 79,53%; Pievebovigliana 79,05%; Ripe San Ginesio 78,33%; Castelraimondo 78,14%; Corridonia 77,44%, Caldarola 77,22%; Montefano 77,17%; Petriolo 77,01%; Fiordimonte 76,55%; Apiro 76,22%; Pioraco 76,19%; Potenza Picena 75,93%; Morrovalle 75,81%; Monte San Martino 75,66%; Montecosaro 75,40%; Colmurano 75,25%; Matelica 74,86%; Cingoli 74,48%; Visso 74,20%; Monte Cavallo 74,17%; Treia 73,78%; San Ginesio 73,75%; Serrapetrona 73,56%; Camerino 73,17%; Tolentino 72,87%; Sant’Angelo in Pontano 72,72%; Gualdo 72,53%; Fiuminata 72,10%; Civitanova Marche 71,90%; Mogliano 71,49%; Penna San Giovanni 71,15%; Sarnano 70,79%; Porto Recanati 68,97%; Gagliole 68,53%; Pievetorina 64,55%, Macerata 63,32%; Cessapalombo 60,77%; Bolognola 48,20%; Ussita 43,81%; Fiastra 39,98%; Acquacanina 37,21%; Sefro 25,97%; Castel Sant’Angelo 23,26%; Muccia 22,55% (ha appena attivato il porta a porta), Serravalle 14,36% Poggio San Vicino 11,63%.
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Premesso che rispettare la volonta’ del territorio oggi e’ una presa per i fondelli, visto che avete fatto tutto qello che cacchio vi pare a prescindere; cio’ premesso, tutti bravi e tutti belli, ma possibile che nin ci sia uno di voi in grado di spiegarci perche’ nella vallata del chienti c’e’ sempre una puzza insopportabile?! E’ una domanda troppo difficile? Se si andate a far parte del CdA del Vs condominio, se no rispondete please.
La nostra battaglia, che conduciamo da diversi anni, segna il secondo punto (il primo è stato quello della chiusura dell’inceneritore), una grande vittoria per noi tutti!”
Il nuovo CDA della Cosmari parte con il piede giusto. Sono da apprezzare le buone intenzioni del Presidente Ciurlanti; certo resta nei nostri cuori una certa diffidenza dovuta al fatto che in passato spesso alle buone intenzioni, poi, non sono seguite azioni concrete. Apprezzo anche l’annuncio di abbandonare il folle progetto di realizzare un impianto a biogas (progetto presentato pubblicamente nel 2012 e pagato purtroppo con soldi pubblici), evidentemente la nostra attenzione e le nostre battaglie contro tale folle idea sono servite a far rinsavire qualcuno. Ad ogni modo a prescindere dai possibili accordi con la Fondazione Bandini, va ribadito con risolutezza che la Cosmari DEVE (come qualsiasi altro soggetto) rispettare la legge e avere tutte le autorizzazioni in regola; alla luce del mancato coinvolgimento della sovraintendenza, le domande da porsi sono: la procedura per il rinnovo dell’AIA ha seguito tutto il corretto iter autorizzativo? Le opere eventualmente realizzate senza il parere di detto ente, possono rimanere in piedi? E nel caso che se ne disponga l’abbattimento chi sarà chiamato a rispondere di un tale spreco di denaro pubblico? Il neo presidente Ciurlanti se volesse dare un segnale positivo e rassicurante potrebbe partire dall’abbattimento del camino del vecchio inceneritore, che rimane inutilizzato e che è orribile da vedere. Speriamo che agli annunci, seguano i fatti; da parte nostra seguiteremo a difendere l’ambiente e il territorio e vigileremo con la stessa attenzione di prima per far si che le promesse non restino nell’aria ad elezioni passate.
Bene il non voler bruciare il biogas (esiste anche la possibilità di utilizzarlo per l’autotrazione) ma dire che non esiste il progetto della centrale biogas è abbastanza grossa: il Presidente dovrebbe cercare meglio, il progetto c’è eccome, corredato di studi economici “best case” e “worst case”, studi geologici ecc… Certo, in QUEL progetto si considera solo l’ipotesi di bruciare il biogas per accedere gli incentivi. Forse è meglio che si “imboscato”.
Vorrei precisare due cose.
La prima è sugli annunci. L’intenzione del nuovo Presidente Ciurlanti è quella di una “presidenza all’insegna dell’apertura e del confronto con i cittadini”. Ottimo. Il fatto è che per ora è solo un annuncio. Lo fanno tutti i politici ogni volta. Poi si vede invece che nei fatti non c’è assolutamente apertura e confronto con i cittadini. Quindi seppur ottime, le dichiarazioni fatte per ora sono solo chiacchiere……. come sempre.
La seconda osservazione è sul grafico della raccolta differenziata. Il picco di differenziata NON è merito del Cosmari, ma è merito delle persone a casa. Siamo noi che ogni giorno differenziamo i rifiuti NON il Cosmari. Quindi per quel grafico ci facciamo un applauso da soli. Invece i problemi iniziano proprio quando a ricevere i rifiuti è il Cosmari. Non si spiega infatti perchè io dovrei pagare ed anche salatamente per dare materie prime come plastica, alluminio e carta al Cosmari che poi se le rivende. Inoltre non si capisce come ricevendo tutte le nostre tasse e rivendendo le materie differenziate il Cosmari riesca addirittura ad avere un pessimo bilancio. Misteri Italiani….. ogni volta che paga lo Stato……. cioè noi ….. i politici riescono a creare strutture con costi di gestioni enormi.
Conclusione: BENE i cittadini che differenziano al 71.8%, MALE il Cosmari che spreca il nostro lavoro e i nostri materiali riciclabili.
Ha ragione Orfeo Negro, se i buoni propositi del nuovo CDA sono sinceri, occorre anche che venga trovata una soluzione ai cattivi odori che ammorbano l’aria dei luoghi circostanti l’impianto. Credete i cittadini sono stanchi di sopportare questi disagi che, contrariamente alle promesse del COSMARI e dell’ARPAM, continuano ancora oggi.
Provo a rispondere alle argomentazioni di Jacopini sul costo della raccolta . In realtà il costo della raccolta differenziata dei materiali che vengono “scartati” nel nostro processo di consumo rientra in quei costi “esterni” che ancora non vengono conteggiati nei prezzi dei prodotti che acquistiamo come in realtà dovrebbero . Tutti i prodotti ed i servizi che utilizziamo determinò effetti sul “capitale naturale” che a lungo abbiamo sottovalutato ma che oggi stiamo imparando a valutare e considerare perché i beni naturali si stanno esaurendo (aria e acqua pulita, materie prime etc). Un esempio di questo discorso e’ ad esempio la carbon tax che viene fatta pagare in ragione delle emissioni di gas serra. Dunque se non dovessimo pagare con le tasse il costo della raccolta dei “rifiuti” avremmo a che fare con prezzi di prodotti più cari perché necessariamente dovrebbero inglobare il costo della raccolta ( in parte già succede quando paghiamo il contributo RAE sui prodotti elettronici) . E’ auspicabile arrivare a questa situazione che spingerebbe le aziende a realizzare prodotti più facili da riciclare o con meno materiali . Ma e’ un approdo a cui ancora il sistema economico non e’ del tutto preparato
Pensate che qualcuno dei 6 non abbia letto la mia domanda? pensate che qualcuno dei 6 si degnera’ di dare una risposta (ammesso che sappia di che si sta parlando?)
Provate almeno una volta a dimostrare che si fa parte di un CdA per competenza e non per poltronismo.
Tutto bello, peccato che non si citi il terzo incidente,la mancanza della polizza trentennale prevista dall’AIA sulla discarica. Pensate che ora che la discarica ha iniziato ad operare da mesi e sta procedendo a ritmi sembrerebbe piuttosto elevati, troveranno qualcuno disposto ad assicurare il sito per i 30 anni successivi alla chiusura? Chi sarebbe disposto a coprire i rischi derivanti da possibili danni per i prossimi 30 anni quando nel sito sono mesi che avvengono procedure di abbancamento? Per assurdo se in questi mesi qualcosa non fosse stato fatto correttamente, si sarebbe già creato un primo presupposto per far si che fra 10 o 15 o 20 anni in quel sito si possa verificare un percolato, una perdita, un cedimento, o altri incidenti che avrebbero ripercussioni sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Siamo sicuri che tutto finora sarà stato svolto secondo regola e massima cautela, ma dicerto in assenza di una polizza trentennale prescritta in sede di VIA/AIA senza la quale l’autorizzazione dovrebbe essere revocata. Qualcuno si pone questo problema? Un eventuale incidente tra diversi anni costerebbe parecchi soldini, e senza polizza a pagare sarebbero sempre i cittadini, chissà se il Sindaco questi problemi se li è mai posti? Inoltre a lume di naso l’abbancamento sta procedendo molto velocemente, si era detto in sede pre operativa che da progetto la discarica durava poco più di 7 anni, ma siccome il progetto risaliva ad un tempo in cui la differenziata era inferiore, probabilmente i tempi si sarebbero allungati essendo minore la quantità di rifiuto che finisce in discarica ed i 450000 metri cubi disponibili si sarebbero esauriti in un arco di tempo maggiore. Ebbene vedendo dal vivo la situazione, si a la netta sensazione che i 450000 metri cubi verranno riempiti ancor prima dei 7anni previsti, se ciò fosse vero forse tutta questa differenziata non c’è?.
@ Mario Iesari
Se ho ben capito la sua spiegazione, in sostanza è questa: la raccolta differenziata ha un costo dovuto al personale. Quindi il costo del personale o lo paghiamo con una tassa al momento dell’acquisto o lo paghiamo con la tassa sui rifiuti.
In rete circolano molti video, ma anche in TV, dove mostrano come negli alimentari in Germania io porto vuoti di vetro, plastica alluminio, li metto dentro una, macchina e loro mi danno un buono spesa. Quindi i miei rifiuti hanno un valore monetario. Eppure i prezzi sono come quì o inferiori. Allora mi chiedo due cose. Perchè non si riesce a farlo quì? Un’altra domanda è: a quanto al Chilogrammo il Cosmari rivende plastica, carta, alluminio, e vetro? Sono prezzi paragonabili a quanto succede all’estero?
Silenzio di tomba da parte dei competentissimi organi societari, a conferma della disponibilità della politica nei confronti delle legittime domande dei cittadini (VISTO CHE VI PAGHIAMO GLI STIPENDI, ANCHE SE NE AVETE POCA CONSAPEVOLEZZA).
In compenso ricevo un pollicino rosso ad ogni commento, evidentemente 1 dei 6 legge ma non scrive. Non perchè non ne sia capace ovviamente!
La raccolta differenziata costa molto di più di un somaro a pastarelle. Credo che per calmierare i costi si dovrebbe differenziare loro, scusate prima che qualcuno me dice che non so scrivere, volevo scrie l’Oro
Jacopini, il costo della raccolta differenziata non è solo quello del personale ma anche quello dei trasporti, dei macchinari etc. Per quanto riguarda le iniziative dei supermercati credo che qua è la esistano anche in Italia. Il buono di cui parla dimostra certamente che il rifiuto ha un valore . Tenga conto che si tratta di un valore che lei spende solo in quel supermercato però è che quindi fa crescere la sua fedeltà e quindi la sua spesa ed il fatto che lei porta al supermercato lattine o plastiche che sia sostituisce una parte del lavoro che viene svolta dalla filiera tradizionale che conosciamo qui . E comunque si tratta di una soluzione parziale perché non può riguardare tutte le tipologie di materiali da riciclare . Non so rispondere alla domanda più specifica che riguarda il Cosmari .In ogni caso i “rifiuti” rappresentano una opportunità sia economica che ambientale da cogliere e c’è ancora molto lavoro da fare.
Sono uno dei membri del nuovo CDA della neonata Cosmari S.r.l.. Entro in punta di piedi per tentare di dare un piccolo contributo alla discussione. Per la Direttiva comunitaria 2008/98/Ce il rifiuto è qualsiasi oggetto e/o sostanza di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi. L’anzidetta direttiva stabilisce anche una gerarchia. Al primo posto c’è la prevenzione ovverosia misure e politiche adottate prima che una sostanza, un materiale o un prodotto siano diventate rifiuto, per disincentivare, penalizzare economicamente o addirittura vietare la produzione di materiali e manufatti a ciclo di vita breve e destinati a diventare rifiuti senza possibilità di riuso; ciò implicherebbe una responsabilità condivisa e cioè a monte una progettazione ecologica dei prodotti mentre a valle la responsabilità della comunità e dei suoi consumi. Al secondo posto viene la preparazione per il riutilizzo senza pre-trattamento. Solo in terza posizione il riciclaggio. Al quarto posto il recupero di altro tipo, per esempio di energia, ed ultimo lo smaltimento. Ci sono due modi per affrontare lo spinoso tema dei rifiuti. Uno è il cosiddetto ciclo virtuoso: una raccolta davvero differenziata ed il successivo riciclaggio dei materiali post-consumo. L’altro è la produzione spinta ossia non produrne proprio: non solo quindi minimizzare il non riciclato, ma anche ridurre i materiali post-consumo facendo scelte o adottando stili di vita e pratiche quotidiane che consentano di non conferire nulla o quasi al sistema. Sulla base del rapporto rifiuti urbani 2014 a cura dell’Ispra, dei 505 Kg pro capite di rifiuti annui prodotti in Italia, mandiamo in discarica ancora il 41%, inceneriamo il 18%, ricicliamo il 26% e compostiamo il 15%. E’ di tutta evidenza che in Italia si prediliga il cd. ciclo virtuoso; coloro i quali pretenderebbe invece di salvaguardare al massimo grado l’ambiente, di non voler annusare più sgradevoli odori, e di non vedere fisicamente i rifiuti, allora dovrebbero, in virtù di quella responsabilità condivisa di cui ho fatto cenno, cambiare stile di vita e pretendere dalla politica di andare verso lo zero rifiuti e quindi verso la prevenzione spinta, cosa assai ardua, ma non impossibile. Nella legge di stabilità 2015 c’è traccia di un orientamento del Governo di riduzione del numero delle partecipate pubbliche. Sono pochi gli esempi che vanno in questa direzione ed uno di questi è il caso dell’ATA della Provincia di Macerata che è riuscita a deliberare l’affidamento per anni 15 della gestione integrata dei rifiuti alla neonata Cosmari S.r.l., i cui punti di forza sono la competitività in termini di costo per i cittadini e il fatto che era già partecipata da tutti i Comuni della Provincia. Il neonato Piano Regionale dei Rifiuti persegue la corretta gestione dei rifiuti al fine di garantire la minimizzazione dei rischi di contaminazione delle diverse matrici ambientali compresa la tutela della popolazione. Esiste una sintesi della proposta di piano che Vi invito a leggere e che declina gli obiettivi perseguiti in macro, generali e specifici. Quanto poi all’obiettivo di recupero energetico, la politica regionale dice no ai termovalorizzatori e ipotizza che il rifiuto residuo sia in parte trasformato in CSS come prodotto alternativo al carbone. Ripeto: siamo sempre prevalentemente all’interno del ciclo virtuoso e non in quello della prevenzione spinta. I cittadini hanno il diritto dovere di informarsi e di essere informati. Capire dove i nostri politici vogliono condurci è un imperativo e disertare il voto significa lasciare che pochi decidano chi poi li rappresenterà all’interno delle Istituzioni democratiche. Cordialità. Avv. Paolo Gattafoni.
Avvocato Gattafoni la ringraziamo per la precisa lezione che ci ha impartito, ma la domanda era mooolto piu’ semplice: perche’ nella valle del chienti c’e’ una puzza insopportabile e intollerabile? Se non lo sa puo’ farsi dare spiegazioni da chi sa e poi illuminarci. L’aria fritta non e’ molto diversa dalla stagnante.
Gent.mo Sig. Orfeo Negro, mi dipiace che Lei abbia solo pensato che volessi fare il primo della classe, non era mia intenzione. Volevo solo esprimere dei concetti che ho rielaborato documentandomi e cercando di elevare la discussione. Indirettamente, alla sua domanda avevo già risposto tra le righe…. Aggiungo che mi risulta che anni fa siano stati investiti nell’impianto molti soldi dei contribuenti per eliminari i cattivi odori e la situazione mi hanno detto essere migliorata. Sarebbe banale dirLe che l’impianto non produce nè profumo nè saponette, ma Le prometto che approfondiremo la tematica. Mi permetta, instaurare un buon rapporto tra chi amministra e la cittadinanza è qualcosa che bisogna ricostruire da capo a piedi. I problemi sul tavolo sono molti, la crisi economica incombe sulle nostre teste e quello che non possiamo più permetterci è litigare su tutto. Bisogna necessariamente trovare l’equilibrio. Cordialità. Avv. Paolo Gattafoni.
Ringrazio Gattafoni se non altro per averci messo la faccia, al contrario dei suoi colleghi che da politici navigati sanno che il silenzio e’ la miglior difesa, poi tutti dimenticano tutto e loro continuano a tritare tranquilli. Tornando al problema della puzza, fra le righe avevo capito poco, comunque le garantisco che la puzza persiste da sempre e abitare nelle aree interessate non e’ un piacere; lei non vive questo problema ma penso non fara’ fatica ad immaginare quanto possa far girare le scatole. Faccio presente che a Zurigo, in pieno centro, esiste un impianto a biogas che e’ come non esistesse, e non perche’ gli svizzeri hanno culo (perdoni il francesismo). Cordialita’