Quello che qui interessa, almeno per me, è il mare ampio che separa la "predica" di molti, troppi, sulle energie rinnovabili che hanno un senso se si rema convintamente e si investe da quella parte (senza magari compiere scempi sulle nostre bellissime colline e montagne) e chi fa utili e alimenta il sistema produttivo col carbone, idrocarburi vari e gas. E' sotto gli occhi di tutti che un sistema, cd. misto, non regge alla prova della guerra, ad es.... E ora che per gli investimenti servono soldi extradeficit e cioè a debito, ma non solo, fors'anche per mettere una pezza di qua e di là, tutto è più complicato. La nostra classe politica non aveva solo il dovere di tracciare una idea di futuro, ma anche di realizzarla in tempi di vacche grasse. Ora è tutto più difficile. Ergo, la nostra classe politica è fallimentare. E in democrazia se la rappresentanza ha fallito, ha fallito anche la democrazia stessa. E quando la democrazia fallisce il vuoto non può che essere colmato da qualcosa di altro....hainoi! Tempi bui ci attendono. Preparatevi.
Mi verrebbe da dire: nulla si crea,nulla di distrugge ma tutto o quasi si potrebbe riciclare. La legge di conservazione vale oggi come allora. Ricordo quando il mio Paese Potenza Picena diede la disponibilità di abbancare rifiuti nella propria discarica, anche se piena. Riflettevo ad alta voce, se la politica abdica ad un'analisi puntuale su dove realizzare una discarica Provinciale, allora ogni Comune dovrebbe averne una propria. Questa mia provocazione vuol significare che il non decidere equivale a decidere. Ogni contadino brucia le potature nel proprio campo e allora ogni Comune dovrebbe avere il suo inceneritore, altra provocazione: in questo caso almeno si valorizzerebbe il rifiuto, perché tornando a monte, tutto si trasforma.Lanciarsi una palla "avvelenata" non è uno sport in questo caso: qualcuno prima o poi dovrà decidersi e decidere, è questione di tempo. E la relatività dove la vogliamo mettere? Meditate gente.
Caro Francesco ti prego per i bambini fino a 12 anni in età scolare imponi i test salivari e non i tamponi, perché invasivi e fastidiosissimi. Ti prego ascolta il grido di padri e madri.
Il diritto di cronaca non dovrebbe consistere nel pubblicare tutto quello che è accaduto in quella sede, o sbaglio? Siccome ero presente, mi ha molto incuriosito il fatto che prima che iniziassero a relazionare i vari relatori, un gruppo di ragazzi in tuta bianca dei movimenti del Climate Strike , ha catturato l'attenzione dei presenti con la lettura di un volantino che mi sembra di aver capito "accusasse" il Rettore Adornato di UNIMC di di una pratica elementare di Greenwasching... Dal suo canto il Rettore ha "incassato il colpo" da vero gentleman, anche se evidentemente in disaccordo con le tute bianche. In soldoni mi pare di aver capito che questi giovani abbiano dato del "falsi amici del pianeta" a quelli di Confindustria e al Rettore Adornato. Ho apprezzato la compostezza dei presenti e degli intervenuti. Oggi è emergenza ambientale e anche coloro i quali sono votati a fare utili, si arrovellano il cervello per cercare il giusto mezzo e, vi assicuro, non è semplice per chi ha dei bilanci da far quadrare. Lodevole, e mi fermo qui, non dirò però... perché fino a qualche anno fa pochissimi si ponevano anche solo in coscienza il problema, voglio essere ottimista. Un caro saluto a tutti i lettori. Paolo.
Il Primo cittadino di Cingoli e i suoi concittadini hanno mostrato coraggio da vendere nel lanciare la sfida a chi ha le chiavi del potere. Tutti e dico tutti avrebbero dovuto unirsi alla Voce dei cingolani quanto meno per solidarietà, anche perché nelle altre località del maceratese non va affatto meglio, specie lungo la costa. Sottovalutare il fenomeno dei furti in appartamento e degli altri reati perpetrati e solo in parte denunciati, sol perché la nostra provincia è ancora vista come un'isola felice da chi proviene da realtà molto più complesse, magari metropolitane, significa rassegnarsi al peggio che prima o poi verrà. Badate bene o Voi "politicanti", checché se ne dica, non è stata minimamente scalfitta la dignità delle istituzioni nei consessi deputati a disquisire di sicurezza,semplicemente è stata data voce a chi è stanco e chi ha personalmente subito...voce al popolo sovrano. Al Sindaco Saltamartini dico però che la politica non può permettersi più il lusso di guardare solo avanti, ma deve voltarsi indietro e chiedersi come sono stati spesi i soldi dei contribuenti e dove sono finiti. Senza soldi, infatti, e in un contesto degradato e decadente, non si può fare un gran che se non pregare che non capiti proprio a te. Allora destati Italia ancora una volta!
Il termine termovalorizzatore è fuorviante. In realtà le pratiche per “valorizzare” i rifiuti sono in primis il riuso ed il riciclo. L'incenerimento, anche se con recupero energetico, costituisce semplice smaltimento che però, in termini di impatto ambientale è da preferirsi alla discarica. In Italia la pratica dell'incenerimento è minoritaria, anche a causa dei dubbi che permangono sulla nocività delle emissioni nel lungo periodo e delle conseguenti resistenze della popolazione (gli inceneritori, secondo il Testo Unico delle Leggi Sanitarie, sono classificati come fabbriche insalubri e come tali devono essere isolate nelle campagne e tenute a debita distanza dai centri abitati). Attualmente gran parte degli inceneritori sono dotati di qualche forma di recupero energetico, anche se sono una minima parte degli impianti è collegata a sistemi di teleriscaldamento i quali agevolano il recupero del calore per la produzione di acqua calda; viene quindi recuperata solo l'elettricità anche se il rendimento dell'inceneritore è molto minore di quello di una normale centrale elettrica. L'incenerimento produce scorie che generalmente vengono smaltite in discarica, ma che a volte possono rivelarsi produttive. In Italia i costi dello smaltimento dei rifiuti a mezzo inceneritore sono indirettamente sostenuti dallo Stato sotto forma di incentivi alla produzione di energia elettrica. Ricordo almeno un episodio in cui la scelta di incenerire i rifiuti è stata dettata dalla necessità di superare un'emergenza: alcuni anni fa in Campania il Governo reagì installando in ivi un impianto di incenerimento. Concordo con l'Assessore Sciapichetti allorquando afferma che la Regione ha adottato una politica dei rifiuti che assicura l'autosufficienza e scongiura situazioni di criticità, e ciò grazie anche alle ottime performance in termini di differenziazione spinta che nascono da una forte presa di coscienza di tutti che la raccolta, al di là dei costi, non può che essere la strada maestra in una società consumistica, unitamente al riuso che va incentivato e prima ancora delle politiche di prevenzione che dobbiamo pretendere da chi ci governa. Su questi versanti la politica non dovrebbe mollare un millimetro. Il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti fa delle precise scelte anche in termini di recupero energetico: mi riferisco in particolare al css (combustibile solido secondario) da utilizzarsi in cementiere e centrali a carbone, come alternativa al combustibile fossile che è molto più inquinante. Spero che questa scelta sia stata ben ponderata, attese le attuali criticità del sistema Italia quali, ad esempio, le difficoltà di accesso al credito per finanziare le linee di produzione, l'edilizia in stagnazione, ecc...). L'Austria, Germania, Olanda e Svezia, i Paesi europei più virtuosi, combinano elevati livelli di raccolta differenziata profondamente integrati ad alti tassi di recupero energetico. L’analisi di questi casi virtuosi, e in particolare della Germania, ha messo infatti in luce che, per risolvere il problema della discarica, è necessario bilanciare recupero di materia e recupero energetico. In particolare, il mix ottimale per una gestione sostenibile dei rifiuti corrisponde circa ad un 50-60% di recupero di materia (in primo luogo attraverso la raccolta differenziata per permettere il riuso, il riciclo e il compostaggio delle rispettive frazioni), ed un 40-50% di recupero energetico. In sostanza viene confermato come la soluzione del problema non può essere la semplice raccolta differenziata, bensì occorre un insieme di azioni fra cui un ruolo decisivo è svolto dal recupero energetico. Se la politica la fa da padrona in termini di scelte, non è però altrettanto efficace nell'orientare: molto spesso la collettività ritiene di subire le scelte e reagisce di conseguenza. La sfiducia è generalizzata e per riconquistare credibilità, occorre essere chiari sempre e comunque. Evviva la buona politica!
Gent.mo Sig. Orfeo Negro, mi dipiace che Lei abbia solo pensato che volessi fare il primo della classe, non era mia intenzione. Volevo solo esprimere dei concetti che ho rielaborato documentandomi e cercando di elevare la discussione. Indirettamente, alla sua domanda avevo già risposto tra le righe.... Aggiungo che mi risulta che anni fa siano stati investiti nell'impianto molti soldi dei contribuenti per eliminari i cattivi odori e la situazione mi hanno detto essere migliorata. Sarebbe banale dirLe che l'impianto non produce nè profumo nè saponette, ma Le prometto che approfondiremo la tematica. Mi permetta, instaurare un buon rapporto tra chi amministra e la cittadinanza è qualcosa che bisogna ricostruire da capo a piedi. I problemi sul tavolo sono molti, la crisi economica incombe sulle nostre teste e quello che non possiamo più permetterci è litigare su tutto. Bisogna necessariamente trovare l'equilibrio. Cordialità. Avv. Paolo Gattafoni.
Sono uno dei membri del nuovo CDA della neonata Cosmari S.r.l.. Entro in punta di piedi per tentare di dare un piccolo contributo alla discussione. Per la Direttiva comunitaria 2008/98/Ce il rifiuto è qualsiasi oggetto e/o sostanza di cui il detentore si disfi o abbia l'intenzione o l'obbligo di disfarsi. L'anzidetta direttiva stabilisce anche una gerarchia. Al primo posto c'è la prevenzione ovverosia misure e politiche adottate prima che una sostanza, un materiale o un prodotto siano diventate rifiuto, per disincentivare, penalizzare economicamente o addirittura vietare la produzione di materiali e manufatti a ciclo di vita breve e destinati a diventare rifiuti senza possibilità di riuso; ciò implicherebbe una responsabilità condivisa e cioè a monte una progettazione ecologica dei prodotti mentre a valle la responsabilità della comunità e dei suoi consumi. Al secondo posto viene la preparazione per il riutilizzo senza pre-trattamento. Solo in terza posizione il riciclaggio. Al quarto posto il recupero di altro tipo, per esempio di energia, ed ultimo lo smaltimento. Ci sono due modi per affrontare lo spinoso tema dei rifiuti. Uno è il cosiddetto ciclo virtuoso: una raccolta davvero differenziata ed il successivo riciclaggio dei materiali post-consumo. L'altro è la produzione spinta ossia non produrne proprio: non solo quindi minimizzare il non riciclato, ma anche ridurre i materiali post-consumo facendo scelte o adottando stili di vita e pratiche quotidiane che consentano di non conferire nulla o quasi al sistema. Sulla base del rapporto rifiuti urbani 2014 a cura dell'Ispra, dei 505 Kg pro capite di rifiuti annui prodotti in Italia, mandiamo in discarica ancora il 41%, inceneriamo il 18%, ricicliamo il 26% e compostiamo il 15%. E' di tutta evidenza che in Italia si prediliga il cd. ciclo virtuoso; coloro i quali pretenderebbe invece di salvaguardare al massimo grado l'ambiente, di non voler annusare più sgradevoli odori, e di non vedere fisicamente i rifiuti, allora dovrebbero, in virtù di quella responsabilità condivisa di cui ho fatto cenno, cambiare stile di vita e pretendere dalla politica di andare verso lo zero rifiuti e quindi verso la prevenzione spinta, cosa assai ardua, ma non impossibile. Nella legge di stabilità 2015 c'è traccia di un orientamento del Governo di riduzione del numero delle partecipate pubbliche. Sono pochi gli esempi che vanno in questa direzione ed uno di questi è il caso dell'ATA della Provincia di Macerata che è riuscita a deliberare l'affidamento per anni 15 della gestione integrata dei rifiuti alla neonata Cosmari S.r.l., i cui punti di forza sono la competitività in termini di costo per i cittadini e il fatto che era già partecipata da tutti i Comuni della Provincia. Il neonato Piano Regionale dei Rifiuti persegue la corretta gestione dei rifiuti al fine di garantire la minimizzazione dei rischi di contaminazione delle diverse matrici ambientali compresa la tutela della popolazione. Esiste una sintesi della proposta di piano che Vi invito a leggere e che declina gli obiettivi perseguiti in macro, generali e specifici. Quanto poi all'obiettivo di recupero energetico, la politica regionale dice no ai termovalorizzatori e ipotizza che il rifiuto residuo sia in parte trasformato in CSS come prodotto alternativo al carbone. Ripeto: siamo sempre prevalentemente all'interno del ciclo virtuoso e non in quello della prevenzione spinta. I cittadini hanno il diritto dovere di informarsi e di essere informati. Capire dove i nostri politici vogliono condurci è un imperativo e disertare il voto significa lasciare che pochi decidano chi poi li rappresenterà all'interno delle Istituzioni democratiche. Cordialità. Avv. Paolo Gattafoni.
A me invece serve tutto! Così risponderei io al cronista, 43 anni, coniugato con una figlia a carico ed autonomo (la CGIA di Mestre qualche giorno fa ha dichiarato che un autonomo su quattro sarebbe a rischio povertà). Beati gli ultimi ci dice il Vangelo, ma non Vi nego che ho una paura bestia. Vorrei far notare a tutti che nel nostro sistema democratico i primi, invece, possono contare sempre in una rappresentanza politica, sia essa bianca, nera, sbiadita....; gli ultimi invece non hanno più alcun referente, anche se i miei più che adulti genitori (parlo dei miei, perché sono certo di quello che dico) sono esattamente convinti del contrario e votano da anni un simbolo (solo un simbolo) che ha cambiato pelle più volte, pensando di rincorrere la “postmodernità”. Spesso, troppo spesso, si è deciso di curare il malato con una strana medicina; la riforma. Riforma che a volte è specchietto per le allodole (veloce e non meditata) ed altre “salasso terapeutico”. Sinceramente non sono né invidioso né geloso di chi ha preso parte a quella cena; in fondo un imprenditore ha bisogno di punti di riferimento e di poter dare, se lo vuole, un contributo alla politica. In realtà il nostro Premier sta già preparando il terreno per un improbabile rientro dei nostri imprenditori, e il Senatore Morgoni ci ricorda che l'impresa non è un nemico. Io dico che chi fa del profitto il suo unico metro per fare e disfare, fa solo indirettamente il bene dei più. Dietro il profitto spesso si cela infatti lo sfruttamento di risorse e di uomini. Non ce l'ho con coloro che fanno impresa e che rischiano ogni giorno. Auspico invece a che l'etica prenda il sopravvento nelle aziende, quelle sane. Solo in questa prospettiva anche il profitto non è più qualcosa di negativo, ma il risultato di un lavoro ben fatto. Permettetemi un ultimo pensiero sulla situazione politica attuale: il vuoto politico mi incute terrore tanto quanto la frenesia di aggiustare un piatto rotto senza colla, semplicemente appoggiando a terra i cocci e accostandoli nel tentativo di farli combaciare.
Paolo Gattafoni
Utente dal
26/9/2012
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