Cosmari, M5Stelle della provincia:
“I sindaci hanno detto sì al biogas”

RIFIUTI - Il dibattito sul nuovo statuto dell'ente: "Hanno votato all'unanimità e lo stanno facendo ratificare dai rispettivi Consigli Comunali adoperandosi, in alcuni casi e solo ora, con emendamenti di facciata inutili e tardivi"

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L'impianto del Cosmari

L’impianto del Cosmari

I MoVimenti 5 Stelle della provincia di Macerata intervengono con un comunicato sulla ratifica del nuovo statuto del Cosmari:

«Cosmari: i nostri sindaci, apparire o essere? Da diverso tempo questa domanda ci assilla. Ci riferiamo a quanto sta accadendo in questi giorni nei Consigli Comunali dove si ratifica il nuovo statuto del Cosmari che intende trasformarsi da consorzio a Srl. Uno statuto con molti aspetti poco coerenti e assai discutibili. Poco coerenti con l’orientamento giuridico europeo che mette al bando gli inceneritori, con l’impegno dei cittadini della Provincia di Macerata che hanno raggiunto quote di raccolta differenziata tutt’altro che trascurabili (72%), con quella che sembrava una scelta definitiva del consorzio e dei sindaci che l’avevano votata, ossia la chiusura definitiva dell’inceneritore, con la trasparenza che dovrebbe essere propria di un’azienda pubblica (è sparita dal nuovo statuto l’affermazione che le assemblee saranno pubbliche… lo saranno ancora? I cittadini potranno assistere a come vengono prese le decisioni che li riguardano?) Ma procediamo con ordine. Nel nuovo statuto di Cosmari Srl, all’art. 4 (oggetto sociale), si legge: “la società […] realizza la parte prevalente della propria attività in favore degli enti pubblici che la controllano”. Viene da chiedersi perché ci sia scritto prevalente e non esclusiva, ma la risposta si intuisce seguitando a leggere: (svolge) le attività di bonifica dei siti inquinati per conto degli enti soci o anche di terzi nel quadro della propria attività imprenditoriale […] anche al di fuori del bacino provinciale. Ora il quadro è completo.

Lo stabilimento del Cosmari

La nuova società Cosmari Srl si pone come obiettivo primario il profitto e per tale motivo, si lascia aperte tutte le possibilità, comprese quella di operare la bonifica di siti anche per terzi o quella di gestire i rifiuti provenienti da fuori provincia, con tutti i problemi di controllo collegati ad un’attività di questo genere. Ma a noi cittadini della provincia di Macerata serve una società, pagata con i nostri soldi, che pone nell’oggetto sociale la gestione e lo smaltimento dei rifiuti extra-provinciali? E se, per il momento, la nuova società sembra voler mantenere un assetto pubblico, nei fatti sembra trasparire come lo scopo primario, il profitto, sia più prossimo alle logiche proprie di una società privata. Qualcuno replicherà che generando profitto in futuro si potranno abbassare le tariffe ai cittadini ma se ci fosse stata realmente questa volontà si sarebbe fatto già da un pezzo. Infatti il famoso microchip, attualmente utilizzato in maniera punitiva per multare chi commette errori nella differenziazione, sarebbe dovuto servire ad applicare la tariffa puntuale e far pagare solo l’indifferenziato in base a quanto ne veniva realmente conferito ottenendo il duplice vantaggio di far risparmiare i cittadini virtuosi e di stimolare la riduzione dei rifiuti che ora finiscono in discarica. Qual è, invece, il risultato dell’introduzione del microchip in alcuni comuni? Nessuna riduzione delle tariffe e cittadini terrorizzati, solo una spesa enorme della quale, nonostante ripetute richieste ufficiali del M5S, non vengono forniti dettagli ma solo fatture di conguagli di fine anno inviate ai comuni ad incremento dei costi.

Manifestazione dello scorso anno per la chiusura dell'inceneritore

Manifestazione dello scorso anno per la chiusura dell’inceneritore

Ma proseguiamo a leggere lo statuto, perché “il meglio” deve ancora arrivare: (la società potrà provvedere alla) valorizzazione energetica dei rifiuti urbani gestiti. Ma come? Non avevamo detto basta all’incenerimento dei rifiuti? O per valorizzazione energetica si intende la preannunciata realizzazione delle due centrali a biogas? Si, avete letto bene: centrali a biogas. Anche se a chiamarle così c’è un certo pudore. Difatti in tutti i documenti del Cosmari, e anche negli atti di qualche Consiglio Comunale, si leggono frasi del tipo “realizzazione di impianti per la digestione anaerobica finalizzata alla produzione di energia elettrica”… ossia centrali a biogas. In Italia purtroppo abbiamo il vizio di cambiare le parole per non cambiare la sostanza e, dopo l’esplosione del “caso biogas” nella Regione Marche, i politici e i dirigenti hanno vergogna a chiamare le cose con il proprio nome. E’ ora di dire basta e “dare a Cesare quel che è di Cesare”.

Nel 2012 il Cosmari ha presentato pubblicamente un progetto da almeno 14.000.000 di euro per la realizzazione di due centrali a biogas per un totale di 3.275 kWt. E i nostri Sindaci? I nostri Sindaci che, in gran parte, stanno facendo a gara per dichiarare ai giornali la loro contrarietà all’incenerimento dei rifiuti, che cosa hanno fatto? Il 31 ottobre 2014, presso la sede del Cosmari, hanno votato all’unanimità il nuovo statuto che in questi giorni stanno facendo facendo ratificare dai rispettivi Consigli Comunali adoperandosi, in alcuni casi e solo ora, con emendamenti di facciata inutili e tardivi quasi a voler “espiare” il voto espresso in precedenza. E pensare che, per esempio, il Consiglio Comunale di Tolentino, a seguito dell’approvazione di un atto di indirizzo sulla gestione dei rifiuti proposto dal MoVimento 5 Stelle locale alla fine del 2013, aveva dato mandato al Sindaco di “intervenire presso il Cosmari e presso l’Ata per meglio stabilire e specificare che tra i requisiti previsti all’interno dell’affidamento “in-house” in nessun caso si potrà disporre della frazione secca dei rifiuti per produrre Cdr, Css, o qualsiasi altro tipo di combustibile destinato ad incenerimento o combustione”. Ecco la differenza tra l’apparire della politica tradizionale dei vecchi partiti che da un lato votano lo statuto e poi fingono, emendano o ratificano e l’essere del Movimento 5 Stelle che da sempre, con coerenza, si batte per i cittadini e l’ambiente, che chiama le cose con il proprio nome e che lotta contro la combustione dei rifiuti sotto qualsiasi forma, Css compreso.»

 



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