di Monia Orazi
L’Unione Montana di Camerino non si farà. Serviva almeno il voto favorevole di 7 comuni su 13 per costituirla, ma la contrarietà del consiglio comunale di Bolognola, espressa ieri pomeriggio, ha fatto saltare tutti i pronostici favorevoli della vigilia (leggi l’articolo). Sei i consiglieri a favore, uno contrario che si alza e se ne va. Tanto basta per far mancare il numero legale. E così l’unione si spacca prima di formarsi. Da una parte i comuni favorevoli: Acquacanina, Camerino, Fiastra, Muccia, Pieve Torina, Serravalle di Chienti; dall’altra i contrari: Fiordimonte, Montecavallo, Ussita, Visso, Castel Sant’Angelo sul Nera. Tutto da rifare, se ci saranno i numeri per una votazione positiva e se la Regione permetterà una proroga per l’adesione, oltre la scadenza, prevista per il 30 novembre.
Una fumata nera che era già nell’aria all’incontro a porte chiuse organizzato dal Pd, ieri mattina a Camerino a cui erano presenti il segretario regionale del Pd, Francesco Comi, il segretario provinciale Pd Teresa Lambertucci, il consigliere regionale Angelo Sciapichetti, e l’ex deputato David Favia, insieme ad alcuni sindaci del territorio della comunità montana. «L’unione è una grande risorsa – ha commentato il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui – qualora non si facesse sarebbe una grave perdita per tutti. Essere uniti è una conditio sine qua non. Tra le preoccupazioni espresse condivido quella di Comi sull’organizzazione e i costi dei servizi, prima su tutti la sanità, per i singoli centri del territorio pedemontano. Ci sono altri aspetti poi. La presentazione di progetti, bandi, i fondi per le aree interne, le quote Contram, il parco eolico. Come fa un comune piccolo a sopravvivere senza l’unione? Sono 11 mila su 14 mila gli abitanti dei comuni che si sono espressi per il sì. La legge regionale ha sbagliato a porre come parametro di riferimento solo maggioranza numerica del comune e non il numero degli abitanti».
Ad uscire prima di tutti dalla riunione è stato l’unico sindaco presente tra quelli che sinora non hanno aderito all’Unione Montana, il primo cittadino di Pievebovigliana, Sandro Luciani, che ha dichiarato:«Non sono contrario all’unità della montagna, ma un piccolo comune che non riesce a trovare neanche pochi euro per i voucher per lavori socialmente utili a chi è rimasto senza impiego, come può accollarsi le spese per il personale dell’ente? Parliamo di circa 480 mila euro di costi per gli stipendi e 350 mila euro di passivo».
Cosa accadrà adesso, se non si riuscirà a costituire l’unione, lo ha anticipato il commissario dell’ente montano, Sauro Scaficchia. «Se non si costituirà l’unione, le deleghe date dalla Regione alla comunità montana attuale saranno trasferite ad altre unioni montane vicine con disagi per i cittadini. L’attuale comunità montana inoltre è proprietaria di quote del Contram e di Contram Reti, rispettivamente per il 26 e 20 per cento. Queste torneranno alla regione e vi sono altre società interessate all’acquisto. Così il nostro territorio perderà il controllo su un servizio funzionante ed attivo. La comunità montana è poi proprietaria dello stabile dove ha la sede e della concessione per la realizzazione del parco eolico pubblico. Tutto questo patrimonio andrebbe perso».
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Come fa un piccolo comune a sopravvivere senza l’unione? Fa come faceva prima quando le comunità montane non cerano. Anzi, farà meglio: visto che non dovrà pagare il contributo per mantenere un ente inutile per il popolo, ma molto utile per politici trombati in qualche consultazione elettorale e loro amici. Grazie a tutti i sindaci contrari.
Ma che aquile i sindaci dissidenti ! La lungimiranza non è proprio il loro forte.
Per fortuna è saltato l’ennesimo serbatoio di stipendi e spese inutili a vantaggio dei soliti noti. Bravi Sindaci contrari!!!
A noi di San Ginesio è andata peggio, continuiamo come prima, con la differenza che siamo diventati miopi,
Qualche persona d’ Onore ancora c’è. Un grazie ai sindaci dissidenti.
non so se ho capito bene l’articolo, in periodo di crisi vogliono costituire un’unione montana, quindi un altro ente, con consiglieri, presidente, ecc… ecc.. a che scopo? Seconda cosa è un’Ente PD? No perché altrimenti dovrebbero partecipare tutte le parti politiche e non i soliti compagni di merende. Però visto che non seguo tanto questa vicenda, forse ci sono cose che mi sfuggono.
Basta poltronifici!
Signora Carla, nell’essere favorevoli alle comunità montane, a me non sembra che ci possa essere una lungimiranza favorevole agli interessi dei cittadini. L’unica lungimiranza che si può alludere è quella che possono avere i sindaci che non hanno scrupoli a fare carriera a spese dei cittadini pensionati e spesso anche malati, sistemando all’interno dell’ente qualche amico o parente, raccattatori di voti. Mi scusi e mi lasci dire: questa lungimiranza esiste da decenni, ha la maggiore responsabilità del disastro in cui versa il paese. Quindi, i sindaci contrari non sono stati lungimiranti come lei avrebbe voluto, ma almeno questa volta sono stati lungimiranti nell’onestà.
Immagino che tutti quelli che hanno commentato l’articolo siano grandi esperti di problemi dei piccoli comuni montani (altrimenti avrebbero fatto meglio ad astenersi dal commentare). Inoltre non ho capito chi, dei quattro responsabili del PD presenti all’incontro di Camerino, sia veramente esperto negli stessi problemi, dato che la Regione (dove il PD è maggioranza) ha approvato una legge che consentirebbe ad una minoranza di persone (3000 circa) di decidere il contrario delle altre 11000 che sono maggioranza. Complimenti!!!!!!!
Ciò che ho più apprezzato di questa vicenda sull’unione montana è il rammarico del Sindaco LUCIANI.Ma lui dove stava quando si è parlato di questa unione. Perchè il suo Comune non ha aderito? Le sue argomentazioni non anno senso .Ha ragione BLANCHI quando dice: e il PD che è maggioranza in Regione a che pensava quando approvava la legge non tenendo conto della maggioranza della popolazione residente nei Comuni facenti parte dell’unione montana anzichè del numero dei aderenti.E adesso corre?
Grazie Sindaco di Bolognola.
Ma ricordate quello che hanno fatto questi e passati amministratori?
Comunita’ Montana, rinvio a giudizio per Contributi in cambio di voti.
Comunita Montana, abuso d’ufficio in relazione al parco eolico di 40 megawatt.
Ecco a cosa servono gli Enti pubblici.
A parte i Favorevoli o Contrari all’Unione Montana (e relativi appartenenti politici) credo che se quest’ultima servisse veramente ad offrire migliori e più efficienti servizi sociali ai cittadini appartenenti sarebbe una cosa “buona” . Infatti risparmiare costi di gestione è oggi necessario per tutti indipendentemente dal numero di abitanti e/o iscritti ad un partito o ad un altro. Ma , come al solito, per i piccoli/medi comuni marchigiani trovare una soluzione (o obiettivo) comune è proprio impossibile . Naturalmente, essere in disaccordo o addirittura litigare per ogni idea o proposta in gioco è molto più facile ( ma… non serve proprio a nessun marchigiano) Grazie per l’attenzione e saluti a tutti Aldo
Pare che Bolognola sia il comune più alto delle Marche, perché mai non dovrebbe avere voce in capitolo nelle questioni montane?
UNA BELLA TIRATA D’ORECCHI A TUTTI I “COMMENTATORI” DI QUESTO ARTICOLO (CHE HANNO SENTENZIATO SENZA CONOSCERE I FATTI)! Ritorno sull’argomento per chiarire come la normativa regionale prevedesse la maggioranza dei 2/3 del consiglio comunale per poter aderire (o non aderire) a qualsiasi unione. Orbene, il Comune di Bolognola ha 9 consiglieri più il Sindaco (totale 10), per cui la maggioranza di 2/3 era di 7 voti. Erano presenti appunto 7 consiglieri che, almeno dagli accordi precedenti, erano tutti favorevoli all’unione montana. Al momento di votare sull’argomento un consigliere (di maggioranza) è uscito dall’aula facendo mancare la possibilità di raggiungere il numero minimo previsto per la validità della votazione. Ora se è democratico che un consigliere voti come ritiene più opportuno è anche giusto conoscere come si sono svolti i fatti, prima di “ringraziare” il Sindaco di Bolognola (che era favorevole) per non avere aderito.
SECONDA TIRATA D’ORECCHI ALLA REDAZIONE DI CRONACHE MACERATESI (e all’estensore dell’articolo) per ” l’approssimazione” del pezzo che non chiarisce da quale parte stesse il Comune di Pievebovigliana (che non viene nominato), nonostante la foto dell’ottimo primo piano del Sindaco.
TERZA TIRATA D’ORECCHI AI NOSTRI RAPPRESENTANTI IN REGIONE (in particolare quelli del PD) che hanno partorito una normativa che consente, no ad un singolo Comune, ma ad un solo consigliere che non è d’accordo, di annullare la volontà della maggioranza. Bastava un po di buonsenso! Con queste riforme la democrazia viene definitiva sepolta.
Per yuri: per la prima parte hai un milione di ragioni, per la seconda ti sei risposto da solo: se non le sai le cose salle!